martedì 8 luglio 2003


Pistoleri di ieri e di oggi



di Kenneth Kusmer

(...) In democrazia, la politica non è mai troppo a lungo separata dalla cultura. È ozioso voler stabilire quale delle due abbia più probabilità di influenzare l'altra. Sul lungo periodo, il loro rapporto è sempre simbiotico. Nella post-modernità, quando l'attenzione all'immagine è pressoché universale e i sondaggi d'opinione forniscono ai politici una lettura istantanea delle opinioni del pubblico, il rapporto tra politica e cultura diventa ancor più stretto. Ci sono fasi di dissonanza, quando emergono nuove norme culturali (specialmente tra i giovani) che sfidano la tradizione consolidata. Ma persino in questi casi, rotture culturali di questo tipo riflettono in realtà dei conflitti politici. Negli anni Sessanta e Settanta, si può affermare che cultura e politica seguirono una strada parallela in quel conflitto che, in entrambe le sfere, rifletteva fedelmente le profonde divisioni che a quel tempo stavano dilagando nella società americana.
Lo sbriciolamento del consenso politico al liberalismo iniziato nel 1968 fu accompagnato dalla ricerca di un nuovo centro, una nuova egemonia, sul terreno politico e su quello culturale. Tuttavia i rovesci politici del periodo 1968-1976 - in particolare la débacle in Vietnam, il Watergate, le dimissioni di Nixon, l'inchiesta sulla Cia della commissione guidata dal senatore Frank Church (1975) - misero provvisoriamente la Nuova Destra sulla difensiva, compromettendo la sua già latente tendenza a raccogliere consensi. Di conseguenza, quel periodo fu contrassegnato da un'eccezionale vitalità intellettuale, che vide l'emergere di un certo numero di scrittori che misero a punto una versione più matura e ricca di sfumatura del pensiero critico, spesso puerile, della Nuova Sinistra dei tardi anni Sessanta. Alle sofisticate analisi di Theodore Roszak sulla controcultura, del 1967, e quelle di Kenneth Kenniston sui giovani di estrema sinistra, del 1968, seguì una notevole produzione di volumi di giornalismo investigativo, tra i quali la ricostruzione di Seymour Hersh del massacro di Mai Lay in Vietnam (1969), l'inchiesta di Tom Wicker sulla rivolta del carcere di Attica, A Time to Die (1971), la corposa biografia critica di Robert Moses, scritta da Robert Caro, The Power Broker (1974) e naturalmente Tutti gli uomini del Presidente di Bob Woodward e Carl Bernstein (1975), che svela il ruolo avuto dai due giornalisti nella scoperta dello scandalo Watergate. Un libro che influenzò molti giovani che avevano coscienza dei problemi sociali, indirizzandoli verso la carriera giornalistica. In quel periodo ci fu anche la prima clamorosa fase del movimento di liberazione delle donne, annunciato dalla pubblicazione di una grande quantità di libri femministi che ebbero larga diffusione, come L'eunuco femmina di Germaine Greer, accanto ai primi lavori accademici significativi nel campo della storia delle donne. Infine, in quello che si sarebbe rivelato come uno dei movimenti più duraturi di quel periodo, ci fu un improvviso aumento dell'interesse per i problemi ambientali, una preoccupazione simbolizzata dalla celebrazione della prima Giornata della Terra, nel 1970.



Continua...

Nessun commento:

Posta un commento