giovedì 19 ottobre 2006




Divertissement  - dei beni facemmo ali al folle volo


La borghesia ha avuto nella storia una parte sommamente rivoluzionaria.


Dove ha raggiunto il dominio, la borghesia ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliche. Ha lacerato spietatamente tutti i variopinti vincoli feudali che legavano l'uomo al suo superiore naturale, e non ha lasciato fra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, il freddo "pagamento in contanti". Ha affogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i sacri brividi dell'esaltazione devota, dell'entusiasmo cavalleresco, della malinconia filistea. Ha disciolto la dignità personale nel valore di scambio e al posto delle innumerevoli libertà patentate e onestamente conquistate, ha messo, unica, la libertà di commercio priva di scrupoli. In una parola: ha messo lo sfruttamento aperto, spudorato, diretto e arido al posto dello sfruttamento mascherato d'illusioni religiose e politiche. La borghesia ha spogliato della loro aureola tutte le attività che fino allora erano venerate e considerate con pio timore. Ha tramutato il medico, il giurista, il prete, il poeta, l'uomo della scienza, in salariati ai suoi stipendi. La borghesia ha strappato il commovente velo sentimentale al rapporto familiare e lo ha ricondotto a un puro rapporto di denaro. La borghesia ha svelato come la brutale manifestazione di forza che la reazione ammira tanto nel medioevo, avesse la sua appropriata integrazione nella più pigra infingardaggine. Solo la borghesia ha dimostrato che cosa possa compiere l'attività dell'uomo. Essa ha compiuto ben altre meraviglie che le piramidi egiziane, acquedotti romani e cattedrali gotiche, ha portato a termine ben altre spedizioni che le migrazioni dei popoli e le crociate. Qui



 Gonfio della propria levità, l’Occidente si stacca dal mondo e vola in alto.



Solo un lungo tubo lo collega ancora al resto dell’umanità: un tubo attraverso cui scorrono gorgoglianti il petrolio, le badanti, i diamanti, la cocaina, gli spazzini, le prostitute, le discariche, le spiagge, la carne animale e il sangue umano di cui ha bisogno per nutrirsi.

Dall’alto, addosso alla terra lontana, l’Occidente riversa il proprio terrore, ma nel grande dirigibile, tutto è delicatamente insonorizzato.

Per staccarsi da terra, ha tagliato tutte le proprie, contraddittorie radici, di cui però si vanta nell’esatta misura in cui le ha distrutte.

Ha ucciso le forme pagane, ha distrutto il cristianesimo, ha messo a morte l’illuminismo e ha svuotato la democrazia.

L’Occidente ha annichilito ogni costume diverso, per mercificarlo poi come folklore.

Ha trasformato mille paesaggi in un unico luogo identico, dove all’uscita della discoteca, la pista da sci scende giù alla spiaggia privata.

Ha liquidato gli aristocratici come i contadini, i borghesi come i proletari, il clero come gli atei, la famiglia come il quartiere, il villaggio come la fabbrica.

Per farlo, non ha usato il bastone: il massacro mortale che esercita senza limiti, lo usa solo fuori da sé. Non è più tempo di potere.

Ma non ha usato nemmeno la carota: perché mai i prestigiatori dell’economia illusoria dovrebbero spartire qualcosa, con chi non produce più nulla, se non servizi?

Nel Giorno del Giudizio ci verrà chiesto perché non ci siamo ribellati a ciò che non potevamo non vedere.

Allora, per difenderci davanti all’Angelo, potremo solo citare il proverbio cinese: “Il punto più oscuro è sotto la lampada.”

Qui



2 commenti:

  1. Grazie!



    Sul mio blog, ho postato questo commento:



    anch'io ho pensato al noto brano del Manifesto di Marx.



    Riassumerei la cosa così - i comunisti hanno creduto al potere distruttivo/creativo della borghesia, perché pensavano che un giorno si sarebbe trasformato in uguaglianza.



    Pensavano, insomma, di poter cavalcare la tigre.



    Solo che la tigre si è mangiata i comunisti.



    Se dovessi segnalare un unico errore di Marx, sarebbe proprio questo.



    Un errore perfettamente giustificabile, ma un errore fatale.



    Miguel Martinez



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  2. Ma la storia non è finita. E la vecchia talpa è dura a morire. Pensa a Debra Sweet e Peter Philips...

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