mercoledì 31 luglio 2013

Scambio casa Firenze-Londra

Giovedi 1 agosto con Paola prenderò il volo da Peretola per il city airport di Londra: partenza 13,15 arrivo 14,40. Air France ci ha già mandato la carta d'imbarco, con i sedili già assegnati. Dato che viaggiamo con soli bagagli a mano (dopo l'esperienza Malpensa Creta di anni fa, quando i bagagli sparivano o arrivavano dopo 3 giorni come nel nostro caso), andiamo direttamente alla Gate, senza passare dalla reception. On air by online. Costo del biglietto A/R per 2 persone € 453,84, così distribuito: tariffa IVA esclusa: 136; tasse e aggravi fiscali:307,84; servizio di vendita 10. Naturalmente la prenotazione del volo è stata fatta con 2 mesi di anticipo e la scelta del periodo di 13 giorni è stata fatta sulla base del minor costo. Il nostro è uno scambio casa tra senior (seniorhomeexchange, agenzia canadese).

martedì 23 luglio 2013

Israele Stato canaglia - Europa Comunità vergogna - Italia democrazia a perdere - UN United Nothing



PRESS RELEASE
Ongoing Israeli settlement expansion endangers Palestinian communities in South Hebron Hills
While the Israeli government is promoting construction of 80 new housing units in the Israeli settlement of Karmel, the DCO delivers four stop working orders and one demolition order in the Palestinian village of Al Mufaqarah
(Italian follows)

July 23rd, 2013 
During the months of June and July the expansion of the Israeli settlements of Karmel, Ma'on and of Avigayil outpost have been documented by Operation Dove volunteers.
The largest expansion was recorded in the settlement of Karmel. During the month of June, building machines worked on the foundation of a new section in the settlement's southern area. By the middle of July six new houses and three new concrete bases were already constructed in this area. Karmel was built in the 1980s near the Bedouin village of Umm Al Kheer. This new expansion causes additional difficulties to local Bedouin shepherds, who have to graze their sheep near the settlement. During the last two months inhabitants of Umm Al Kheer faced daily violence and harassment by the Israeli army and settlers. Three shepherds were arrested, for example, and Bedouin-owned private properties were damaged.
In the Avigayil outpost, recent expansion has seriously damaged Palestinian-owned fields located in front of its entrance. On July 14 settlers used a bulldozer to steal soil which was then brought inside the outpost. The Palestinian owners of this field filed a complaint about the theft with the District Coordination Office (DCO) responsible for the area. The following day a new gate was installed at the outpost's entrance, a gate similar to those in the entrances of other West Bank settlements.
In Ma'on, expansions were recorded on the east side of the settlement. At the end of June work on a new building and adjacent wall were taking place, and after less than one month the wall was completed. 
While expansion of these settlement in the South Hebron Hills compromises development of the local Palestinian communities, the Israeli government's planning committee is currently approving construction of 5170 new units in West Bank settlements. Among those, a construction plan of 80 units in the Karmel settlement is deposited and published, waiting for final approval (source: Peace Now, http://peacenow.org.il/eng/PlansApproval220713).
On July 22 the DCO issued four stop working orders and one demolition order to Palestinian-owned structures in the Al Mufaqarah village. The order concerned two families. For the first family comprised of ten people, the orders consisted of a tent and concrete house. The others were delivered for a house, a tent and a water well belonging to an eleven people family.
The village of al Mufaqarah in located in Area C, under the military and administrative control of Israel. All construction must be approved by the Israeli administration. Israel denies Palestinians the right to build on 70 percent of Area C, which is about 44 percent of the West Bank, while within the remaining 30 percent a series of restrictions are applied which eliminate the possibility to obtain permits (source: OCHA oPt).
While the Palestinian and Bedouin villages of Area C suffer from Israel's ongoing policy of demolitions and threats, the nearby outposts and settlements continue to expand. Nevertheless the Palestinian communities of the South Hebron Hills area are still strongly committed to nonviolent popular resistance against the Israeli occupation.

Operation Dove has maintained an international presence in At-Tuwani and the South Hebron Hills since 2004.

Pictures of the incident: http://snipurl.com/27hu1iw ; Pictures of Avigayil outpost: http://snipurl.com/27gry53
Video of the incident: http://www.youtube.com/watch?v=HddvttULfHk  (source: Ta'yush)

For further information:
Operation Dove, 054 99 25 773

[Note: According to the Fourth Geneva Convention, the Hague Regulations, the International Court of Justice, and several United Nations resolutions, all Israeli settlements and outposts in the Occupied Palestinian Territories are illegal. Most settlement outposts, including Havat Ma'on (Hill 833), are considered illegal also under Israeli law.]

------- 

COMUNICATO STAMPA

La continua espansione delle colonie mette in pericolo le comunità delle colline a sud di Hebron

Mentre il governo promuove la costruzione di 80 nuove unità nella colonia di Karmel, la DCO consegna quattro ordini di fermo dei lavori e un ordine di demolizione nel villaggio palestinese di Al Mufaqarah

23 luglio 2013
Durante i mesi di giugno e luglio i volontari di Operazione Colomba hanno monitorato l'espansione delle colonie israeliane di Karmel e Ma'on e dell'avamposto di Avigayil.
La più grande espansione è stata registrata nella colonia di Karmel. Durante il mese di giugno scavatori e ruspe stavano lavorando per la costruzione della base di un nuovo settore, nella parte sud della colonia. In questa nuova parte della colonia, già a metà luglio, erano presenti sei nuove case e tre gruppi di fondamenta per altre strutture. La colonia di Karmel è stata costruita negli anni '80 a ridosso del villaggio beduino di Umm Al Kheer. La nuova espansione sta causando ulteriori difficoltà e disagi ai pastori beduini che vanno a pascolare le greggi nelle vicinanze del loro villaggio e della colonia. Negli ultimi due mesi gli abitanti di Umm Al Kheer hanno dovuto affrontare violenze e soprusi quotidiani da parte dell'esercito e dei coloni israeliani, tra cui l'arresto di tre pastori e il danneggiamento di proprietà private beduine.
L'espansione dell'avamposto di Avigayil ha gravemente danneggiato i campi palestinesi circostanti. Il 14 luglio, infatti, i coloni hanno utilizzato una ruspa per sottrarre terra da un campo situato di fronte all'entrata dell'avamposto. I proprietari del campo hanno denunciato l'accaduto agli uffici della DCO (District Coordination Office) competente nell'area. Lo stesso giorno è stata documentata la presenza di un nuovo cancello metallico all'entrata dell'avamposto, molto simile a quelli installati all'ingresso di altre colonie della Cisgiordania.
A Ma'on sono state registrate espansioni sul lato est della colonia. Alla fine di giugno i lavori interessavano un nuovo edificio e un muro adiacente la strada sottostante. Dopo meno di un mese il muro era stato completato.
Mentre l'espansione di queste colonie nelle colline a sud di Hebron compromette lo sviluppo delle comunità locali palestinesi, il comitato di pianificazione dell'attuale governo israeliano sta approvando la costruzione di 5170 nuove unità nelle colonie della Cisgiordania. Tra le quali, un piano di costruzione per 80 nuove unità nella colonia del Karmel è stato depositato e pubblicato, in attesa dell'approvazione finale (fonte: Peace Now, http://peacenow.org.il/eng/PlansApproval220713).
Il 22 luglio la DCO ha consegnato quattro ordini di fermo dei lavori e un ordine di demolizione a strutture di proprietà palestinese nel villaggio di Al Mufaqarah. Gli ordini riguardano due famiglie. Per la prima famiglia composta da dieci persone, gli ordini riguardano una casa e una tenda. Gli altri sono stati consegnati per una casa, una tenda e un pozzo appartenenti ad una famiglia di undici persone.
Il villaggio di Al Mufaqarah si trova in Area C, sotto amministrazione militare e civile israeliana. Tutte le costruzioni devono essere approvate dall'amministrazione israeliana. Israele rifiuta ai palestinesi il permesso di costruire sul 70% dell'Area C, che è circa il 44% della Cisgiordania, mentre nel rimanente 30% vengono applicate una serie di restrizioni che eliminano la possibilità di ottenere permessi (fonte: OCHA oPt).
Mentre i villaggi palestinesi e beduini dell'Area C soffrono a causa dell'attuale politica di demolizioni e minacce, i vicini avamposti e colonie continuano ad espandersi. Ciononostante, le comunità palestinesi delle colline a sud di Hebron ribadiscono il loro impegno nell'affermare i propri diritti e nel resistere in modo nonviolento all'occupazione israeliana.

Operazione Colomba mantiene una presenza costante nel villaggio di At-Tuwani e nell'area delle colline a sud di Hebron dal 2004. 

Foto dell'incidente: http://snipurl.com/27hu1iw ; Foto di Avigayil: http://snipurl.com/27gry53
Video dell'incidente: http://www.youtube.com/watch?v=HddvttULfHk  (fonte: Ta'yush)

Per ulteriori informazioni:
Operazione Colomba, 054 99 25 773

[Note: secondo la IV Convenzione di Ginevra, la II Convenzione dell'Aja, la Corte Internazionale di Giustizia e numerose risoluzioni ONU, tutti gli insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati sono illegali. Gli avamposti sono considerati illegali anche secondo la legge israeliana.]

--


Operation Dove - Nonviolent Peace Corps
Palestine/Israel
Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII

Email: tuwani@operationdove.org
Web: www.operationdove.org
Mobile: +972 54 9925773

lunedì 22 luglio 2013

Gente del Ponte


Giovedi 25 luglio, alle 21, presenterò il mio video (durata 51 minuti) al caffè Le Stanze, in via Cesare Battisti 25, a Poppi. Dedicato a Cecco Goretti, deceduto lo scorso 26 giugno. Sono felice di aver salvato la sua testimonianza con l'intervista dal vivo di cui riporto passi significativi.


mercoledì 17 luglio 2013

CENTO MILIARDI DI GALASSIE

Pensando a Margherita Hack
CENTO MILIARDI DI GALASSIE
In uno degli episodi più geniali della serie Ai confini della realtà (Il terzo dal sole, sceneggiato dal grande Richard Matheson appena scomparso) due famiglie decollano nella notte, in assoluta segretezza, su un'avveniristica navetta spaziale. In fuga da un'imminente guerra nucleare, viaggiano verso un pianeta che possa ospitarli: un pianeta — dice uno dei viaggiatori, rovesciando e retroilluminando tutto il racconto — «chiamato Terra», dove abitano «persone come noi».
Come quegli alieni, anche noi Sapiens inseguiamo da qualche decennio pianeti simili al nostro: duplicati (o gemelli) della Terra, in cui trovare vie di fuga da un ambiente allo stremo tra sovrappopolazione, esaurimento delle risorse e alterazione climatica. E proprio da qualche decennio, una simile prospettiva è sempre meno visionaria, almeno nella verifica astronomica, dato che satelliti e telescopi hanno spalancato ai nostri occhi uno scenario con centinaia di pianeti extrasolari (o esopianeti) distribuiti lungo la Via Lattea; molti dei quali, se non gemelli, «cugini» della Terra. Nel penetrare in questo scenario, ci accompagnano due libri di due astrofisici autorevoli: Strange New Worlds, del singalese Ray Jayawardhana (cattedra a Toronto) e I pianeti extrasolari di Giovanna Tinetti (che insegna all'University College London); il primo (appena uscito nell'edizione tascabile) più complesso e analitico, il secondo (da poco in libreria) più divulgativo, ma accomunati da un'identica architettura espositivo-argomentativa.
Com'è noto, l'idea della «pluralità dei mondi», abitati o no (ben diversa da quella degli «universi paralleli» implicita nella meccanica quantistica) si estende dagli atomisti greci a Giordano Bruno, toccando il suo senso profondo nella visione eliocentrica intuita da Aristarco nel III secolo a.C. e scongelata (18 secoli dopo) da Copernico, con la Terra detronizzata da ogni centralità e oggi dispersa lungo una galassia di 100 miliardi di stelle (con un numero medio uguale di ipotetici pianeti), circondata a sua volta da 100 miliardi di altre galassie, attuali confini dell'universo osservabile.
Il passaggio dalla speculazione — scientifica e/o fantastica — alla concretezza avviene con due scoperte ravvicinate. La prima, nel 1990 (autori Alexander Wolszczan e Dale Frail) è l'esopianeta PSR B1257 +12, orbitante intorno a una pulsar, cioè a una di quelle stelle agonizzanti di cui si possono ascoltare gli ultimi battiti come remoti e regolari segnali radio, residui di un ciclo vitale che le può vedere splendere, al loro apice, cento volte più del Sole. La seconda, nell'ottobre '95 (autori gli svizzeri Michel Mayor e Didier Queloz, confermata dagli americani Geoffrey Marcy e Paul Butler) è quella di 51 Pegasi b, ritenuto il primo esopianeta a tutti gli effetti data l'eccezionalità di quelli intorno alle pulsar (di fatto, solo due). Da quel momento sono stati classificati più di 800 esopianeti, utilizzando tecniche diverse e complesse, che si appoggiano a satelliti-telescopi sofisticati (Corot dal 2006 e Kepler dal 2009, cui seguirà Cheops dal 2017) e misurano per lo più le variazioni di movimento o luminosità della stella madre. Esemplare il «transito», in cui si studiano i fiochi cali di luce (dell'1%) al passaggio del pianeta davanti alla stella.
Come si caratterizzano questi «nuovi strani mondi»? Fondati su stelle celibi o bigame/poligame (come il nostro sistema solare a otto pianeti, dopo il declassamento di Plutone a «nano»), possono avere anche pianeti bigami, come Kepler 16 (AB), del tutto simile al Tatooine di Star Wars, orbitante intono a due soli e quindi con doppia alba e doppio tramonto.
Quanto ai pianeti stessi (con orbite molto più eccentriche rispetto a quelle circolari dei nostri) danno vita a una tassonomia spartita in tre tipologie di base: i «giganti» (come i «gioviani caldi»); le più piccole «super-Terre» (i più diffusi, tra cui miliardi di simil-Terre); e gli intermedi «nettuniani». Spesso, molti di questi pianeti orbitano molto vicini alla stella, raggiungendo temperature altissime (i 2.600° centigradi di WSP-12b); e quando girano in rotazione sincrona, hanno una faccia rovente e una ghiacciata, con escursioni tremende (vedi Corot-7b, la prima super-Terra scoperta, che passa da 2.000° a -200°). In teoria, sembrerebbe impossibile trovare vita (non necessariamente intelligente) su questi «mostri» astrofisici. Eppure, sia Jayawardhana che la Tinetti prospettano un quadro più probabilistico.
Per un verso, sono stati classificati solo 800 pianeti extrasolari su miliardi (per tacere di quelli extragalattici, forse presto osservabili) e si conosce la composizione chimica solo di una ventina.
Per un altro, ci sono già prove di molecole organiche complesse in regioni stellari o planetarie aliene, tra cui amminoacidi (i mattoni delle proteine) o precursori dei nucleotidi, le molecole da cui si formano Rna e Dna.
Certo, la Terra ha caratteristiche che possono sembrare rare se non irripetibili: un campo magnetico e un effetto serra che trattengono l'acqua e il suo ciclo (a differenza di Venere o Marte, che hanno perso per sempre oceani e atmosfere) e una grande quantità di ossigeno, esito della fotosintesi clorofilliana e di un'attività metabolica cominciata coi microrganismi delle origini. Ma questo non esclude che si possano formare condizioni e cocktail chimici biocompatibili in pianeti intorno a stelle più piccole e fredde del Sole (o più grandi e calde); purché il pianeta sia, secondo i casi, più vicino o lontano dalla stella, come nell'esoluna Pandora di Avatar. Proprio Avatar, del resto, ci ricorda con la sua flora-fauna fluorescente come eventuali organismi alieni si presenterebbero con adattamenti a radiazioni di luce diverse dalla nostra (con lunghezze d'onda più lunghe o più corte): le piante con pigmenti che le renderebbero ai nostri occhi arancio-rosse o nere, gli animali con sistemi visivi simili a quelli degli uccelli o di certi serpenti.
In ogni caso, con la nostra tecnologia, il muro da superare per una migrazione interplanetaria sarebbe insormontabile: l'esopianeta più vicino, Alpha Centauri Bb (nel sistema, di nuovo, che ha ispirato Avatar) si trova a 4,4 milioni di anni luce, percorribili con gli attuali razzi in 135 mila anni, e con razzi a fusione nucleare (1/10 della velocità della luce) in «soli» 100 anni. Potremmo arrivarci, quindi — dopo aver risolto il problema dell'accelerazione graduale — solo con viaggiatori ibernati (come in 2001 di Kubrick) o con colonie disposte a riprodursi in viaggio, come in Paradisi perduti di Ursula Le Guin, in cui peraltro la quinta generazione nata nell'astronave decide di restare a bordo per sempre.
A meno che (restando nella proiezione fantastica) non succeda come nel racconto di James Gunn, Un regalo dalle stelle, dove un ingegnere aeronautico trova un manuale, la cui appendice contiene le istruzioni per costruire un'astronave dalla «propulsione inaudita». Nel libro di Gunn, il protagonista, guidato da un'antica e iper-evoluta civiltà aliena, arriva a scoprire la genesi di tutte le altre, compresa la terrestre.
A noi basterebbe molto meno: che in qualche «nuovo strano mondo» una traccia di vita metta fine alla nostra lunga solitudine. Sarebbe quello il nostro «regalo dalle stelle».
Giorgio Grossi (email di Libera Uscita).

lunedì 15 luglio 2013

Costi del viaggio in Bosnia (autogestito)

Viaggio Ancona-Spalato-Sarajevo-Mostar A/R

Spesa base (2 persone)

1-8 luglio 2013
1 - Parcheggio macchina agli Archi (Ancona), per 7 giorni,
        € 56 (8 al giorno)
2 - Traghetto Ancona-Spalato 2 persone in cabina confort:
€ 185 andata
€ 157 ritorno
3 - Noleggio Nova rent a car (Chevrolet utilitaria), 6 giorni:
€ 270
4 - Hotel Villa Una Sarajevo (3 notti):
€ 180
5 - Hotel Villa Anri Mostar (2 notti):
€ 130
6 - Carburante:
        € 70

Totale € 1048

venerdì 12 luglio 2013

Faroudin (Faro) Scetig

Quando si dice il caso. Sto camminando con Paola in una strada solitaria di Sarajevo, quella dove si affaccia la fabbrica di birra "Sarajevo", stiamo discutendo su quale strada prendere per il ritorno a Villa Una, il nostro hotel che sta dall'altra parte del fiume, il Miljacka, questo signore ci sente parlare e "Voi siete italiani?". Un bosniaco di Sarajevo che parla italiano correttamente! Dopo la fatica del giorno prima di seguire l'inglese di Dino che guida il gruppo alla visita dei luoghi dell'assedio (ne parlerò in seguito).
Dopo due minuti siamo seduti tutti e tre nel berceau del suo giardino (si vede nella foto) e possiamo dare via libera alle nostre domande. Settant'anni passati, quattro anni assediato (1992-1995), 16 obici di carro armato esplosi nel giardino di casa, dormito con la famiglia (moglie e due figli) nello scantinato per 4 anni, vista la grande biblioteca bruciare, là sotto, davanti ai suoi occhi...
"Io sono nato nei dintorni di Banjia Luca, son venuto a Sarajievo per studiare, ho passato lunghe giornate di studio in quel grande edificio, quando l'ho vista bruciare ho pianto".
"Noi abbiamo un amico, scout del nostro quartiere Isolotto di Firenze, che è venuto durante l'assedio, si chiama Gigi Ontanetti.."
Sobbalzo di Faroudin, occhi illuminati:
"Gigi Ontanetti! Quante volte ha dormito qui, almeno 15 volte. La mia casa era il centro di raccolta e smistamento degli italiani che venivano qui con D.Albino Bizzotto e i Beati costruttori di pace...".
Un momento esaltante, quel momento per il quale vale la pena di aver fatto questa lunga smacchinata (8 ore di sudata strada con la utilitaria Chevrolet noleggiata due gioni prima a Spalato).
"Faroudin, come hai fatto a sopravvivere 4 anni, quattro inverni sotto il tiro dei carrarmati appostati lì sopra" (indico la collina).
Un'occhiata, una sosta, "Non te lo posso descrivere..." Difficile a spiegare, difficile a capire.
Faroudin cammina a fatica col bastone, quando ci riaccompagna verso il centro, giù verso il fiume e la Biblioteca in ricostruzione per conto dell'Europa, dell'Unesco (ma il 70% del tesoro culturale bosniaco non c'è più), Faroudin ha avuto 5 attacchi di infarto, è più giovane di me.
Quando parla dell'Italia si commuove, ha lavorato a Milano per lunghi anni come ingegnere progettista non si di quale ditta o fabbrica, lavora ancora come progettista si edifici (8000 euro guadagnati per un progetto di un centro cristiano a Mostar, lui che campa (in una bella casa) con 400 euro al mese (la moglie 250 o meno, anche su lei un'altra storia). Si commuove fino alle lacrime quando parla del suo grande amico Maurizio, compagno di lavoro a Milano, morto da poco. Ci mostra la foto che tiene nel portafoglio.
Parla dei soldati serbi assedianti con un tono e un sentimento che mi fa apprezzare la maturità, la capacità di vedere e giudicare il mondo e le sue vicende, la stupidità e aberrazione della guerra che trasforma gli uomini in modo da uscir fuori da se stessi, non essere più quelli, non so come spiegare, ma mi ricollego a quanto mi ha detto in una intervista Giancarlo Benadusi, 1919, ancora presente qui a Poppi, in Casentino (5 anni di guerra 40-45, sottotenente al comando di una compagnia someggiata (con muli e cannone) in Albania, Puglia, Abruzzo: "un uomo quando indossa una divisa diventa un altro uomo: quello che prima ti avevano detto " non uccidere" perché vai in galera, ora diventa un merito...".
In fondo alla strada, attraversato il ponte, di fronte alla Biblioteca ormai all'esterno ricostruita, ci siamo salutati abbracciandoci. Ciao, Faroudin.
La biblioteca ancora in fase di ricostruzione

La casa di Faroudin

Paola e Faroudin

 La via

mercoledì 10 luglio 2013

Viaggio a Sarajevo I

Avrei voluto incominciare le mie riflessioni-emozioni con una immagine positiva e una emozione gratificante, ma purtroppo domani 11 luglio è l'anniversario del genocidio di Srebrenica e mi corre l'obbligo di parlare delle ...Nazioni Unite o Nazioni del nulla. Di fatto quell'undici luglio del 1995 i caschi blu erano a Srebenica e si prestarono ad aiutare i cetnici a dividere gli uomini (14 anni in là) dalle donne, lasciandoli in mano ai cetnici. Quei caschi blu erano soldati olandesi...(Per la storia ti metto un link più sotto). 
Sto pensando alle United Nothing in Gerusalemme dal 1967, sto pensando alla United Nothing in Siria, in Palestina, in Afghanistan...
A questo punto Beppe Grillo direbbe che gli United Nothing sono la foglia di fico  delle grandi potenze (quelle che hanno il diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza e qualche altra). Quando il problema viene a toccare gli interessi "strategici" di lor signori le United Nothing vengono sostituite, mettiamo dalla NATO; quando non ci sono quegli interessi vanno bene le United Nothing, come in Palestina.

Tutto quello che serve per il trionfo del male è che i buoni non facciano niente (Edmund Burke).

Vinci la pigrizia e apri il link sul massacro di Srebrenica.