giovedì 27 febbraio 2014

Votazione rete Cinquestelle




Quale soglia di sbarramento preferisci ?
Una percentuale fissa a livello nazionale
Vota
Collegi piccoli senza recupero in quello nazionale
Vota
Penso di votare per la soglia di sbarramento alta (per me va bene il 5%). Bisogna scoraggiare la corsa a formare un partitino qualsiasi per poi ottenere tutti i soldi e privilegi collegati al riconoscimento della forma partito: non solo rimborsi elettorali, ma possibilità di stampare giornali a sbafo anche se non venduti.. e poi tutto il resto.
Prima ho letto e ascoltato il Prof. Giannuli
Accettansi consigli - scadenza voto ore 19 del 27/2/14

mercoledì 26 febbraio 2014

Espulsione Cinquestelle II


Ho votato NO, con riserva, dopo sofferente riflessione e consulto con Paola mia consorte. Voglio che Grillo ritorni sulle piazze con la verve della nuotata Cariddi-Scilla per contribuire alla Rinascita dell'Europa, che è la seconda causa delle nostre afflizioni, dopo gli Stati Uniti d'America. Voglio che la ruspa della demolizione e gru della rottamazione continuino ad avanzare, fino poi a fermarsi un po' quando sarà il momento e lasciare il passo alla ricostruzione o Rinascimento, mettendo in discussione il letto di Procuste e il "tutti a casa" indifferenziato. In caso di nuovi processi chiedo l'ascolto degli accusati, il parere dei meetup del rispettivo territorio, la messa in mora senza espulsione (cartellino giallo) come prima sanzione, il cartellino rosso dopo nuova verifica in caso di recidiva. 
Non trovo comunque affatto antidemocratica l'espulsione e condivido il metodo dell'appello alla rete. Si tratta di lubrificare il meccanismo. 
Nel frattempo faccio la mia "ammonizione verbale" a Beppe Grillo per il confronto senza confronto con Matteo Renzi. Confronto che io avevo votato si doveva fare. 
Mi piace la trasparenza sui soldi ricevuti e restituiti: se gli eletti manterranno il voto di povertà alla fine i Cinquestelle vinceranno. E' su questo punto che si gioca la partita.
http://www.tirendiconto.it/trasparenza/ 

Coraggio, ragazzi.

Espulsione Cinquestelle


Che 'l sì ch'el no nel capo mi tenzona…

Ragioni per il sì: la cura 5 stelle è una cura da cavallo; è necessaria per un organismo ormai in metastasi avanzata. E' come il restauro di un immobile obsoleto: conviene fare riparazioni mirate e graduali o conviene buttar giù tutto e poi riedificare a norma? Economicamente conviene senz'altro la seconda, tecnicamente va visto caso per caso.
Siamo in guerra: è vero. Usiamo il codice d'emergenza, quello militare.  Il movimento è giovane, deve maturare, è sottoposto ad attacchi e pericoli d'infezione; ha bisogno di antibiotici forti.
Quanto all'accusa di essere fuori della democrazia, vale la sentenza di Philp K. Dick: "lo strumento base per camuffare la realtà è la manipolazione delle parole. Se tu puoi controllare il significato delle parole, tu puoi controllare le persone che devono usare le parole".
(penso a parole manipolate: democrazia, terrorismo, populismo, antisemitismo...).
io quindi voto l'espulsione e non sono fuori della democrazia.

Ragioni per il no:  Audite et alteram partem. Io non conosco le ragioni dei 4 indiziati, non ho davanti un loro documento di difesa. Penso che, anche se siamo in una vera guerra, il movimento è ormai abbastanza forte per assorbire al suo interno i virus della contraddizione e annullarli con le normali difese dell'organismo, senza bisogno del vaccino antipolio o  dell'operazione chirurgica.
E' anche vero che la realtà è multiforme e non riconducibile a un "loro" e "noi".  "Il principio di realtà"  è contrapposto al letto di Procuste: se tu sei troppo corto ti stiro le gambe, se sei troppo lungo di taglio i piedi. i "loro" non sono tutti uguali, e anche noi non lo siamo. "Il torto e la ragione non si dividono mai con un taglio così netto che una parte non abbia qualcosa dell'altra". 

Scelta decisionale: 
voto NI
voto SI, con riserva.
voto NO 
mi astengo
Voglio che Grillo ritorni sulle piazze per la conquista dell'Europa, che è la seconda causa delle nostre afflizioni, dopo gli Stati Uniti d'America, con la verve della nuotata Cariddi-Scilla; voglio che la ruspa demolizione  e rottamazione continui ad avanzare, fino poi a fermarsi un po' quando sarà il momento e lasciare il passo alla ricostruzione o Rinascimento, mettendo in discussione il tetto di Procuste e il "tutti a casa". In caso di nuovi processi chiedo l'ascolto degli accusati, la messa in mora senza espulsione (cartellino giallo) come prima sanzione, il cartellino rosso dopo nuova verifica in caso di  recidiva. 
Nel frattempo ammonizione verbale a Beppe Grillo per il confronto senza confronto con Matteo Renzi. Confronto che io avevo votato di dover fare. Tutti dobbiamo migliorare.
Ho tempo fino alle 19 per decidere.

http://www.tirendiconto.it/trasparenza/




domenica 23 febbraio 2014

Non c’è posto al mondo più militarista e razzista di Israele


La denuncia della refusenik Sahar Vardi e dell’ex soldato di Tsahal Micha Kurz


“Non c’è posto al mondo più militarista e razzista di Israele”
 14 febbraio 2014
Marco Santopadre

A denunciarlo sono la refusenik Sahar Vardi e l’ex soldato di Tsahal Micha Kurz (nella foto). Entrambi, israeliani, si scagliano contro la ‘politica del terrore’ con la quale il paese in guerra permanente educa e condiziona tutta la società.

Anche loro, fin da piccoli, hanno respirato la cultura colonialista e militarista alla quale però ad un certo punto hanno detto no. A prezzo di enormi sacrifici. Sahar Vardi ha pagato carissima la sua scelta di rifiutarsi di entrare nell’esercito israeliano per prestare il servizio militare. La ragazza di Gerusalemme è passata per le prigioni militari per ben 3 volte, nonostante la giovane età, trattata dallo Stato e dalla società nel suo complesso come una traditrice. Alla fine è scampata alla persecuzione della magistratura solo perché definita ‘malata di mente’ e quindi esentata dal prestare servizio nell’esercito.
Micha Kurz, anche lui di Gerusalemme, ha combattuto nelle truppe con la Stella di David, più che altro durante la Seconda Intifada, contro palestinesi inermi e spesso giovanissimi. Poi però gli si è accesa una lampadina ed ha abbracciato la causa della resistenza Palestinese all’occupazione e della denuncia delle discriminazioni israeliane. 

A parlare di loro è oggi un lungo articolo del quotidiano spagnolo Publico, che dà voce ai due israeliani dissidenti in questi giorni a Madrid per tenere delle conferenze sulla situazione in Israele e in Medio Oriente. Spiegano al giornalista che li intervista come la stragrande maggioranza degli israeliani vivano la loro intera vita senza conoscere – e senza preoccuparsi di conoscere – le reali implicazioni dell’occupazione dei territori palestinesi. E’ una conseguenza di quella che chiamano ‘politica della paura’ inculcata ai cittadini ebrei dello stato dalla culla alla morte. “Siamo cresciuti all’epoca della Seconda Intifada. Ci raccontavano che il mondo intero voleva la nostra morte, che ci avrebbero ucciso per strada” dice Vardi, che ha incontrato per la prima volta un palestinese a 12 anni, in un villaggio palestinese distante appena 15 minuti da casa sua. Kurz, invece, ricord di non aver mai interagito con un palestinese in vita sua finché non li ha cominciati a ‘frequentare’ ma da soldato, da occupante, da aguzzino. “Sono cresciuto senza conoscere un solo palestinese, senza aver mai visto uno dei loro quartieri, senza aver visto mai neanche un colono ebreo, senza sapere cos’era una colonia e cosa significava. La prima volta che ho avuto a che fare con l’occupazione è stato quando ho messo la divisa” ricorda il giovane dissidente. Che poi spiega: “Gli israeliani vivono terrorizzati, un esempio è una canzone che si canta durante la Pasqua ebraica un verso della quale recita ‘in ogni generazione c’è qualcuno che vuole sterminarci’”. Kurz punta il dito con un’educazione basata sulla militarizzazione a sua volta giustificata da elementi del linguaggio biblico. “Sei circondato da simboli militari fin da quando stai in un asilo nido” aggiunge Vardi secondo il quale l’ideologia ufficiale israeliana impone il messaggio secondo il quale “occorre sopravvivere attaccando per primi”.
Entrambi affermano che la critica all’interno della società israeliana è debole e minoritaria e che l’unico modo di sostenerla è esercitando pressioni internazionali su Israele, anche attraverso il rafforzamento delle campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) che può mettere in discussione l’equilibrio precario sul quale si poggia il cosiddetto ‘stato ebraico’.


Non hanno sosta le demolizioni di case palestinesi “abusive”.



Agli israeliani è assegnata una quantità quattro volte maggiore di acqua che ai palestinesi




Sette detenuti continuano lo sciopero della fame nonostante l'aumento di misure punitive



Stop alla costruzione solo nei piccoli insediamenti. Mentre i grandi finiscono annessi a Israele.



La Città dei Patriarchi ricorda i 29 palestinesi uccisi dal colono Baruch Goldstein venti anni fa

sabato 22 febbraio 2014

Ultimo tango a Gerusalemme

Nell'ultimo viaggio  in Palestina di AssoPacePalestina  organizzato da Luisa Morgantini,  partecipava un appassionato di tango di Cagliari e, mentre si parlava della Campagna Free Marwan e i prigionieri palestinesi è nata l'idea di dedicare... un tango a Marwan e a tutti i prigionieri... in tutte le città italiane

A Cagliari, AssoPacePalestina grazie ai partecipanti al viaggio da cui era nata l'idea, e al Maestro Francesco Roberto Meloni, si stanno già organizzando,  l'Associazione di amicizia Sardegna Palestina,insieme a diverse scuole di tango si sono attivate...

A Roma, la Milonga Popular El Viejo Lavadero dell'Associazione Ex Lavanderia di Roma ha raccolto l'idea ed ha deciso di dedicare la Milonga del 12 aprile alla Campagna FreeMarwan&allPP  e   rilancia invitando tutti gli appassionati tangueros solidali ad organizzare milongas in tutte le città italiane nella settimana tra il 13 ed il 17 aprile settimana in cui ricorrono l'anniversario della morte di Vittorio Arrigoni e la commemorazione a Bulciago il 13, la detenzione di Marwan Barghouti il 15, e la giornata per i prigionieri politici il 17.

Rilanciamo dunque l'appello e vi preghiamo di aiutarci a diffonderlo in tutti i vostri canali di comunicazione

Se siete appassionati di tango o avete amici che lo sono, organizzate in tutte le città di Italia nei giorni tra il 13 al 17 aprile..... Un tango per Marwan &allPP

Vi preghiamo di tenerci informati

Grazie e a presto

Campagna per la Libertà di Marwan Barghouti e tutti i Prigionieri Palestinesi
Segreteria Nazionale
tel. 320 4695598 - 3459119605 


venerdì 14 febbraio 2014

Matteo, il gatto e la volpe


Matteo, il gatto e la volpe.

Stamani ho ricevuto dal sindaco di Firenze la gratifica di "viva la resistenza" insieme a Paola mia moglie da 50 anni. Abbiamo soggiornato due ore nel Vecchio Palazzo che era in parte già in piedi al tempo di Dante (che non lo vide finito, anche perché è venuto via via allargandosi nei secoli); abbiamo visitato l'appartamento di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo primo, un pezzo di intimità dentro a un grande cofano pieno di lusso ed esibizione di grandezza e di potere…
Ci stiamo dicendo, Paola ed io, che in futuro bisognerà cambiar nome alla festa; sarà più facile riempire il salone dei 500, quello dei 200, la sala d'armi, ( stamani strapieni e col doppio turno pomeridiano) con la chiamata a raccolta delle "coppie di fatto", altrimenti invisibili alla percezione comune.
Matteo arriva in treno da Pontassieve, viene a piedi dalla stazione al Vecchio Palazzo, come abbiamo fatto  noi sposi d'oro, parla a braccio, non ci offre il rinfresco ma apre il Palazzo da capo a piedi o da fondo a cima. Un discorso certo accattivante, la favella toscana senza il manzonismo degli stenterelli.. simpatico. Certo anche il Berluska rimane simpatico ai suoi.
Una riflessione su Renzi.
Io non trovo azzeccata la terminogia di Beppe Grillo al suo riguardo: prima ebetino, ora boss pieno di ambizione, perché non è interesse di nessuno regalare a priori il Matteo alla malavita nazionale e internazionale né ridurlo a priori infido amico congiurato a tradire il compagno di partito Letta.
Io non ho mai votato Renzi, né a sindaco né a segretario PD; a suo tempo gli ho preferito Bersani e Civati. Ma continuo a sostenere che Renzi è un prodotto della nostra società, un prodotto dell'attuale PD: da una parte rappresenta la miseria politica del PD, dall'altra la ribellione contro questa miseria. E' questo secondo aspetto che ha spinto la rinnovata direzione del PD a buttarlo allo sbaraglio contro il governo Letta. E questo è un elemento non negativo. Può essere l'ultimo attacco della cavalleria polacca contro i carrarmati tedeschi. Questo sostiene Grillo. Ma non è Grillo che Renzi deve temere.
Se lo paragono per un momento a Pinocchio, Renzi deve difendersi dal gatto e dalla volpe, cioè da re Giorgio e dal Berluska. Re Giorgio è il gatto che prima ha già mangiato, dopo averli tirati fuori dalla gabbia degli iscritti alla Trilaterale, Monti e Letta e ora si trova alle prese con un topolino non previsto mandatogli tra le gambe del suo tavolino presidenziale dai tre milioni di stupidi creduloni (definizione di Beppe Grillo) che lo hanno stravotato alle primarie PD (contro i due concorrenti). L'"ambizione" di Matteo Renzi è sostenuta dalla spinta di una base consistente che ha come sedi istituzionali i circoli Arci, le SMS, la vecchie case del popolo, piene sì, caro Beppe, di gente che balla, gioca a tombola e si diverte, ma che poi va a fare il volontariato alla Pubblica Assistenza (qui a Firenze Humanitas o Misericordia), all'AUSER, alle  mille associazioni che qui in Toscana girano intorno a case del popolo e parrocchie.
Concludo dicendo che tra il gatto e la volpe, in questo momento considero più pericoloso il gatto. Re Giorgio deve andare in pensione, da subito, per motivi di salute: la sua ma soprattutto la nostra. "Prima" che Renzi fallisca. Perché, durando Re Giorgio, Renzi è già sicuramente destinato a fallire. Quindi:
prima cosa da fare: fiducia al governo Renzi;
seconda cosa da fare: sfiducia a superGiorgio che sta facendo ormai concorrenza a Cronos.
E Grillo continui, come mi sembra che stia piano piano facendo, a modificare la tattica (non la strategia); alterni "il Principe" di Niccolò Machiavelli con "I ricordi" di Francesco Guicciardini:
« È grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente e, per dire così, per regola; perché quasi tutte hanno distinzione e eccezione per la varietà delle circunstanze, le quali non si possono fermare con una medesima misura; e queste distinzione e eccezione non si truovano scritte in su' libri, ma bisogna le insegni la discrezione. »
(Francesco Guicciardini, Ricordi, 6)
Allo stesso tempo dico agli amici e compagni: non è Grillo che vi deve preoccupare, non confondiamo il grillo parlante con il gatto e la volpe, tanto meno con l'orco che giorno giorno sta assumendo sempre più (br…) le fattezze di re Giorgio.
In bocca al lupo, Matteo!

venerdì 7 febbraio 2014

Ein Hijleh (Valle del Giordano) spazzata via da Israele

ONORE ALLA RESISTENZA DEI PALESTINESI


dite della creatività della popolazione palestinese, dell'unità dei Comitati Popolari per la resistenza nonviolenta che stanno cercando di far rivivere una antico villaggio cananita, spopolato dai suoi abitanti dall'esercito israeliano. " Noi, le figlie e i figli della Palestina, annunciamo oggi il ripristino del villaggio di Ein Hijleh come parte della campagna Melh Al-Ard  (Il sale della Terra), nella valle del Giordano.

Sono tornati con canti, bandiere, balli, per ricostruirlo per farlo rivivere, per affermare il loro diritto su quella terra.

E' una storia positiva, la vita contro la morte. 

Ad ogni momento gli abitanti del villaggio rischiano di essere assaliti dai soldati dell'esercito israeliano e di essere cacciati e arrestati, sono al terzo giorno ed ogni notte aspettano che l'esercito arrivi come è arrivato a Bab al Shams, la porta del sole, il villaggio costruito con tende nella zona vicino a Gerusalemme chiamata E1 dove Israele vuole costruire un altra colonia.

E LA NOTTE è ARRIVATA
(Ore 1,30 del 6 febbraio 2014)


Comunicato stampa
Venerdì 7 febbraio 2014 Centinaia di forze israeliane hanno fatto irruzione villaggio di Ein Hijleh nella Valle del Giordano e sfrattati tutti i suoi residenti violentemente intorno 01:30 e dichiarato il villaggio zona militare chiusa. E si stima che tra il 200-250 palestinesi erano in paese al momento di sfratto. 35 palestinesi sono stati feriti e portati in ospedale Gerico dopo lo sfratto. Al momento del raid le forze israeliane hanno sparato grandi quantità di bombe sonore per disperdere la folla che si riuniscono al centro del villaggio, mentre molte donne e bambini sono stati sfrattati automaticamente dalle case e tende dove erano addormentati. forze israeliane hanno attaccato i residenti di Ein Hijleh battendoli, li calci e spingendoli a terra e nel fuoco. Gli abitanti del villaggio sono stati trasferiti dopo lo sgombero con autobus militari d'occupazione israeliane mentre viene umiliato e deriso dai soldati sul bus. I residenti di Ein Hijleh dove trasferiti all'ingresso di Gerico e la loro ricezione da parte delle forze di sicurezza palestinesi e portato al centro della città di Gerico. forze israeliane hanno attaccato anche i giornalisti e gruppi di medici in paese al momento dello sfratto tra cui un cameraman dalla Palestina TV che è stato spinto da uno dei tetti a terra e uno dei medici della squadra di soccorso medico è stato colpito con un fucile sul petto. Diversi palestinesi sono stati arrestati al momento di sfratto e sono stati poi rilasciata all'ingresso di Gerico. L'attivista del comitato di lotta popolare in AlMasara Mahmoud Zawahreh ha detto che gli attivisti sono riusciti a rilanciare il paese e anche se sono stati sfrattati da Ein Hijleh ma l'occupazione israeliana non è riuscito a sfrattare l'frazione e il grande lavoro realizzato dai cuori e le menti di Ein residenti Hijleh. Attivista dalla lotta popolare dal campo profughi di Aida a Betlemme Monther Amira ha detto che lo sfratto non finirà il lavoro degli attivisti nella Valle del Giordano, ha aggiunto, "noi continueremo con la nostra campagna Melh Alard (Salt of the Earth) , e la rinascita del villaggio era solo l'inizio per il nostro lavoro nella Valle del Giordano, continueremo il nostro lavoro e noi rimaniamo ad essere il sale di questa terra che lavora contro le politiche israeliane in tutta la terre palestinesi in particolare contro la giudaizzazione e l'annessione della Valle del Giordano.

 Email ricevuta:

Da: "Diana Alzeer" <diana@popularstruggle.org>
Data: February 7, 2014 6:15:28 PM GMT+01:00
A: Urbano Cipriani <urbanoci@yahoo.it>
Oggetto: Israeli occupation raid and evict Palestinians from Ein Hijleh
Rispondi a: "Diana Alzeer" <diana@popularstruggle.org>


Israeli occupation raid and evict Palestinians from Ein Hijleh

Press Release
Friday 7, February 2014

Hundreds of Israeli forces have raided Ein Hijleh village in the Jordan Valley and evicted all its residents violently around 1:30 am and declared the village a closed military zone.  And it is estimated that between 200-250 Palestinians were in the village at the time of eviction.


35 Palestinians were injured and taken to Jericho hospital after the eviction. At the time of the raid Israeli forces fired large amounts of sound bombs to scatter the crowd that gather at the center of the village while many women and children were automatically evicted from homes and tents where they were asleep.

Israeli forces have attacked the residents of Ein Hijleh by beating them up, kicking them and pushing them to the ground and into the fire.

The residents of the village were transferred after the eviction with Israeli occupation military buses while being humiliated and mocked by the soldiers on the bus.  The residents of Ein Hijleh where transferred to the entrance of Jericho and were received by Palestinian security forces and taken to the center of Jericho city.

Israeli forces have also attacked journalists and medical teams in the village at the time of eviction including a cameraman from Palestine TV who was pushed from one of the rooftops to the ground and one of the medics from the medical relief team was hit with a riffle on his chest.

Several Palestinians were arrested at the time of eviction and were later released at the entrance of Jericho.

The activist from the popular struggle committee in AlMasara Mahmoud Zawahreh said that the activists have managed to revive the village and although they were evicted from Ein Hijleh but the Israeli occupation failed to evict the village and the great work achieved from the hearts and minds of Ein Hijleh residents.

Activist from the popular struggle from Aida refugee camp in Bethlehem Monther Amira said that the eviction will not end the work of the activists in the Jordan Valley, he added “we will continue with our campaign Melh AlArd (Salt of the Earth), and the revival of the village was only the start to our work in the Jordan Valley, we will continue our work and we will remain to be the salt to this earth working against Israeli policies in all of Palestinian lands especially against the Judaization and annexation of the Jordan Valley.

List of the injuries taken from Jericho hospital:
1. Bade’ Dwaik 41 years
2. Mohammad Musa Da’ajneh 25 years
3. Mohammad AbdelKarim AlKhatib 25 years
4. Abdel Majeed Omar 22 years
5. Mohammad Nae’m Hasan 29
6. Maher Taher Samara 29 years
7. Mohammad Saeed Abu Gharbieh 19 years
8. Baha Jalal Tamimi 26 years
9. Ziad Abu Ein 54 years
10. Ramzi Mohammad Abu Sa’da 30 years
11. Abdel Majeed Bassam Omar 22 years
12. Maher Nayef Saleh 47 years
13. Murad Mohammad Omar 25 years
14. Sami Ahmad Di’es 25 years
15. Mahmoud Ahmad Ismail 29 years
16. Marwa Jihad Samhan 23 years
17. Waed Basem Tamimi 17 years
18. Ashira Ali Ramadan 29 years
19. Mahmoud Naser 21 years
20. Nibal Mohamad Abd Rabu 24 years
21. Fadi Methqal AlJayousi 34 years (Palestine TV cameraman)
22. Suhaib Rafe’ Sawafta 22 years
23. Ma’en Jamal Daraghmeh 25 years
24. Ahmad Daraghmeh 21 years
25. Mohannad Abdel Fatah 23 years
26. Anas Mahmoud Zghaiar 18 years
27. Karam Akram Zghaiar 23 years
28. Ala’ Zghaiar 25 years
29. Hasan Othman Faraj 33 years
30. Hamza Hasan Jawabreh 20 years
31. Osama Hasan Na’amreh 20 years
32. Islam Saleh Tamimi 18 years



Daughters and sons of Palestine, be the salt of this earth and stay steadfast on it.


Popular Struggle Coordination Committee | 12 Raffaele Ciriello St

mercoledì 5 febbraio 2014

Hebron - Giovani contro gli insediamenti


Scrive Luisa Morgantini:
Alcune brevissime note sui rappresentanti di YAS (Youth against settlement) di Hebron:

Izzat KARAKI , 24 anni , nato a Hebron  è nel gruppo da piu' di cinque anni, una famiglia di militanti, di lavoro fa il fabbro ed è lui che volontariamente con lo Yas, installa le reti e le barriere di ferro per difendere gli abitanti della città vecchia dagli assalti dei coloni,
è uno dei fondatori di una scuola materna, Sumud in Via Shuhada
Nel gruppo si occupa dei media. Ha subito spesso l'attacco dei coloni, un colono lo ha attaccato con spray al peperoncino, diverse volte arrestato dai soldati

 Jawad Abu Aisha , 40 anni , nato a Hebron a Tel - Rumeida 

Vivendo a Tel Rumeida è costantamente con la sua famiglia attaccato dai coloni.
E' stato un leader  fin dalla prima Intifadah, cosi come nella seconda. 
Da quattro anni ha scelto di lottare nella resistenza popolare nonviolenta con lo Yas.
Anche lui tra i fondatori della scuola di materna di Shuhada street.

Ci sarà un video girato da Livia Parisi, giornalista di Assopacepalestina di Roma sulla resistenza nonviolenta dei giovani dello Yas. E se pensate che ci sia tempo alcuni brevi video  che hanno Izzat e Jawwad.

Io sarò con loro a Milano, Bologna, Firenze, Perugia, Foligno, Rieti. Non potrò invece essere a Venezia perché dovrò restare all'assemblea nazionale della Rete della Pace che si è costituita dopo la rottura nella Tavola della pace, che inizia il 22 a Perugia ma continua anche il 23 dove si discuteranno modalità e obiettivi della rete alla quale AssoPacePalestina ha aderito.

Per il programma, Abbiamo definito le diverse giornate, vi pregherei di inviarmi i volantini per gli appuntamenti e se avete programmato incontri. una volta che avrò i vostri appuntamenti  Vi invierò gli orari  di arrivo e partenza nelle diverse città. 

La quota che dovreste versare di 300 euro è da inviare con bonifico bancario con causale viaggio Yas. Rossella Palaggi, nostra tesoriera (purtroppo senza tesori se non lei stessa), controllerà i versamenti.

C/C intestato a Assopace Palestina  - Banca Unipol Filiale di Supino (fr)
IBAN  IT 50 O 03127 74610 00000 0001527
causale  viaggio Yas

Izzat e Jawwad arrivano a Roma il 16 Febbraio    - 

17 Febbraio - Roma incontri con comunità palestinese e visita città

18 Febbraio  Rieti

19 Febbraio  Milano

20 Febbraio  Bologna

21 Febbraio  Firenze

22 Febbraio  Perugia   -  ore 15 - 22 

23 Febbraio   Venezia

24 Febbraio    Brescia

25 Febbraio    Roma

26 Febbraio    Foligno


27 Febbraio    Cagliari

martedì 4 febbraio 2014

"Noi, le figlie e i figli della Palestina"



inviato ai giornalisti.
Luisa Morgantini

Il giorno 03 febbraio 2014 19:25, Luisa Morgantini <luisamorgantini@gmail.com> ha scritto:
 
Mi permetto un suggerimento ai giornalisti, in modo particolare a chi si occupa di Medio Oriente o di pace o di guerra o di diritti umani.

Raccontate ciò  che avviene nella Valle  del Giordano territorio palestinese occupato dal Giugno 1967 da Israele.

Dite dell'evacuazione degli abitanti palestinesi, della terra e dell'acqua confiscate, delle case demolite.

Ma sopratutto dite della creatività della popolazione palestinese, dell'unità dei Comitati Popolari per la resistenza nonviolenta che stanno cercando di far rivivere una antico villaggio cananita, spopolato dai suoi abitanti dall'esercito israeliano. " Noi, le figlie e i figli della Palestina, annunciamo oggi il ripristino del villaggio di Ein Hijleh come parte della campagna Melh Al-Ard  (Il sale della Terra), nella valle del Giordano.

Sono tornati con canti, bandiere, balli, per ricostruirlo per farlo rivivere, per affermare il loro diritto su quella terra.

E' una storia positiva, la vita contro la morte. 

Ad ogni momento gli abitanti del villaggio rischiano di essere assaliti dai soldati dell'esercito israeliano e di essere cacciati e arrestati, sono al terzo giorno ed ogni notte aspettano che l'esercito arrivi come è arrivato a Bab al Shams, la porta del sole, il villaggio costruito con tende nella zona vicino a Gerusalemme chiamata E1 dove Israele vuole costruire un altra colonia.

Qui, anche se l'esercito circonda il villaggio per impedire alle persone di entrare, non sono ancora intervenuti, forse perchè le terre  sono di proprietà della Chiesa Ortodossa, ma certamente stanno cercando un cavillo, forse la dichiareranno ben presto zona militare.

Chiedete ai corrispondenti dei vostri giornali che si trovano in Palestina e Israele di recarsi a far visita al villaggio, chiedete che ne parlino che raccontino, vi accorgerete che sono davvero il Sale della terra.


Luisa Morgantini
già Vice Presidente del Parlamento Europeo
www.assopacepalestina.org




Lancio della campagna palestinese “Il sale della terra” facendo rivivere il villaggio di Ein Hijleh nella valle del Giordano
 
COMUNICATO STAMPA
da Popular Struggle Coordination Committee

Venerdi' 31 Gennaio 2014

Centinaia di palestinesi hanno annunciato oggi il lancio della campagna “Melh Al-Ard” (Sale della Terra) facendo rivivere il villaggio di Ein Hijleh nella valle del Giordano su una terra che appartiene alla chiesa ortodossa e al monastero di San Gerassimo. La campagna e' stata lanciata nel rifiuto della politica israeliana che vuole giudaizzare e annettere la valle del Giordano.

Gli organizzatori della campagna e i partecipanti hanno dichiarato,

" Noi, le figlie e i figli della Palestina, annunciamo oggi il ripristino del villaggio di Ein Hijleh come parte della campagna Melh Al-Ard nella valle del Giordano. L'azione mira a rifiutare lo status quo politico, specialmente date le negoziazioni futili che distruggono i diritti della nostra gente alla liberazione e la rivendicazione della loro terra.

Di conseguenza abbiamo deciso di far rivivere un antico villaggio palestinese Cananita nella valle del Giordano accanto alla cosiddetta "Strada 90" che collega il Mar Morto a Bisan. L'azione e' parte di un continuo passo contro il piano di occupazione israeliana di prendere e annettere la valle del Giordano.
Questo passo e' un atto popolare contro l'oppressione israeliana della popolazione palestinese e la costante giudeizzazione della terra.

Dal villaggio di Ein Hijleh, noi i partecipanti annunciamo che teniamo saldo il nostro diritto a tutte le terre palestinesi occupate. Noi rifiutiamo il Piano di Kerry che stabilira' uno stato Palestinese sfigurato e riconosce l'entita' israeliana come Stato ebraico. Tale stato rendera' i palestinesi che vivono dentro i territori occupati nel 1948 residenti e visitatori che possono essere deportati in ogni momento. Noi affermiamo l'unita' della nostra gente e la loro lotta ovunque essi siano per i nostri diritti inalienabili.

Il villaggio di Ein Hijleh si trova in quella che e' chiamata “Area C” nella valle del Giordano, che e' sotto minaccia di annessione dalla politica israeliana e dal piano di Kerry. Per questo abbiamo deciso di convocare una azione nazionale per proteggere la valle del Giordano e mettere fine alla costante giudeizzazione dei territori palestinesi.

Basandoci sul nostro supporto del movimento Boycott, Divestment and Sanctions (BDS) noi ci rivolgiamo ai nostri amici e gruppi di solidarieta' internazionale perche' sostengano le richieste della popolazione palestinese e boicottino tutte le compagnie israeliane comprese le fabbriche e compagnie israeliane che lavorano nella valle del Giordano e approfittano delle risorse naturali palestinesi.

Per esempio, vi chiediamo di boicottare Mehadrin, il piu' grande esportatore israeliano di frutta e verdura, alcune della quali crescono nella valle del Giordano. E Hadiklaim, che esporta datteri prodotti da coloni israeliani nella valle del Giordano. Chiediamo anche di boicottare sia Ahava che Premier, compagnie di cosmetici che usano i minerali del Mar Morto per produrre i loro prodotti.

Il nostro villaggio palestinese si trova vicino a Deir Hijleh o monastero di San Gerassimo, su terreno di proprieta' del monastero ortodosso. Il terreno consiste di alcune vecchie case abbandonate e palme. Il suolo bianco ha un'alta concentrazione di sale e l'area e' circondata da terreni presi e usati da coloni israeliani. Una base israeliana separa il terreno dal monastero di Deir Hijleh che ha una proprieta' di circa 1000 dunams, alcuni dei quali sono stati presi dalle forze israeliane con la scusa di "ragioni di sicurezza.”  

La campagna “Melh A-lArd” (Sale della Terra), cita una frase della Bibbia, Matteo 13:5, che dice, “Voi siete il sale della terra. Ma se il sale perde la sua salinita', come puo' diventare salato di nuovo? Non e' piu' buono a niente, a parte essere gettato via e calpestato sotto i piedi.” Il nome del nostro villaggio, Ein Hijleh, e' basato sul nome originario cananita e sulla sorgente d'acqua (Ein) li' presente.

Noi i flgli e le figlie di Ein Hijleh chiamiamo la nostra gente a unirsi alla lotta per far rivivere il villaggio e proteggere i nostri diritti, la storia, la cultura e la terra. Figlie e figli di Palestina, siate il sale di questa terra e siate saldi su di lei.

Per contatti: Diana Alzeer, 0592400300 or 0525339054
    traduzione a cura di AssopacePalestina www.assopacepalestina.org