lunedì 29 novembre 2004

Eutanasia
di un’assemblea studentesca


Sabato 27 novembre 2004: il 9 mi porta dall’Isolotto alla stazione, il 17 mi scarica in viale dei Mille nei pressi dello stadio Franchi di Campo di Marte. Un mese prima quattro giovani ginnasiali fiorentine m’avevano chiesto la disponibilità a trattare della eutanasia nella assemblea studentesca di fine mese. Avevano trovato il mio nome in Internet, sito di Libera Uscita. Adesso sono qui con Paola in Via Malta, di fronte al cavalcavia pedonale che unisce Viale Mazzini agli impianti sportivi, costeggio lo stadio militare, la pista di atletica leggera dove fervono i preparati per la Maratona di domani, domenica 28: il cielo è coperto ma non piove né pioverà, gli alberi del viale portano evidenti i segni del tornado di una settimana fa, la temperatura è mite. Alle nove siamo al Palazzetto, come da programma: una trentina di studenti stanno di fronte ad un cancello. “Ci scusi cominceremo alle 9,30 perché siamo in attesa dei professori che devono venirci ad aprire”. I prof. Arrivano alle 9,45. Approfitto della sosta per curiosare un po’ all’interno del Palasport che da poche settimane porta il nome di Mandela: Nelson Mandela Forum. Questo battesimo mi piace.Il Palazzetto è immenso, ovale, dispersivo: seimila posti o giù di lì: ad un tratto mi si rianima, si riempie di gente, in pochi minuti diviene un grande uovo pigolante e in mezzo una band e in mezzo Fabrizio De André: 1997, una serata indimenticabile. La prima volta che vedevo “re carlo tornava dalla guerra” dal vivo. Mi ricordo che fumava in continuazione e io pensavo:”ma se deve cantare, si rovina la voce”. Invece si stava rovinando i polmoni.Tanasia volontaria. Da allora non ero più rientrato in questo immenso spazio ovale. Eccolo di nuovo vuoto, triste, umido non ancora freddo. Entrano gli studenti, un centinaio; si siedono sui gradini a lato della maratona. Quattro sedie davanti a loro attendono prima un tavolino rimediato dietro i soppalchi e poi i 4 relatori invitati: il medico, l’insegnante di diritto ecclesiastico, il prete, il rappresentante di Libera Uscita. Mi colpisce uno dei quattro relatori che chiede spazientito chi è il responsabile dell’organizzazione, dà una mano a sistemare il tavolo, incomincia a parlare. E’ il medico: lavora – ci dice - in un reparto di rianimazione; grande comunicativa, sa farsi intendere con quel microfono sordo e a tratti inutile (se appena lo avvicini alla bocca), crede nel suo mestiere è competente e devess’essere bravissimo come pochi nelle tecniche rianimatorie; ne avrò una chiara impressione di conferma nel breve scambio di vedute avuto con lui fuori del Palazzotto, all’uscita. E’ sicuro di sé stesso, della sua medicina, del giuramento di Ippocrate; non crede ai trattamenti eutanasici disposti per Legge, descrive la malattia e la morte con efficacia e precisione. Credo che abbia una fiducia infinita e definitiva nelle capacità di lenimento del dolore della moderna medicina. E qui si ferma: almeno così credo d’aver capito. Ripeto “credo”, perché parla rivolto agli studenti, a me di spalle o di tre quarti e l’altoparlante mi rimanda spezzoni di frasi. Non dev’essere comunque in totale sintonia col prof. Morino. Stesso problema acustico durante l’intervento del prof. di Diritto ecclesiastico, simpatico, il più preparato dei quattro, buona prossemica e grande comunicativa. Tanto in lui calore meridionale nelle sue parole-gesto quanto nel medico razionalità e scanzonatura fiorentina nelle sue definizioni-epigrammi. Cita Socrate, si muove agile tra tutti i riferimenti storici, cita a memoria tutte le attuali legislazioni relative ai trattamenti eutanasici, rintuzzando garbato e deciso i tentativi di intromissione-intersezione del medico del corpo e di quello dell’anima. Mi risparmierà la fatica di ripetere concetti importanti nella fase finale dell’assemblea quando tutti sono un po’ stanchi.
Il prete, sulla quarantina, affabile e modesto, quasi timido: si sente che sta un po’ stretto, lui giovane prof. di filosofia in una facoltà teologica, nei panni del portavoce di una dottrina anticata, imposta a lui dai “porporati” (definizione di Montanelli) romani, otri vecchie contro il vino nuovo del progresso scientifico e del diritto civile ormai affermato qui da noi in Occidente (non sto parlando del ministro castelli). A fine incontro gli lascerò volentieri una copia del fascicolo “Anche in Italia l’eutanasia”, recente e aggiornato e in più, non richiesto, gli metto tra le mani il documento dei Valdesi che qui a Firenze sono una bel gruppo, sede in Via Manzoni, chiesa in Via Lamarmora, accanto agli scolopi. “Perché non c’è solo Ratzinger né un’unica scuola teologica” - dico sorridendo. Annuisce, non so quanto per cortesia e quanto per convinzione. In questa situazione l’ho visto comunque a disagio. Tipi come lui si saranno trovati certo meglio in questo stesso palazzotto pieno, tempo addietro, dei fedeli osannanti alla madonna di Medjugorie, presenti cento “porporati” e la veggente Marija Pavlovic. Anche la vita ha bisogno di terapie di lenimento dei dolori.
Ma il mio buon prete ha parlato troppo a lungo e togliendo al sottoscritto quarto relatore lo spazio e la voglia. Fortunatamente il prof di diritto, come già detto sopra, aveva anticipato idee e concetti eutanasici di grande livello e di sicura competenza.
Nonostante tutto, dopo due ore e tre quarti quei cento studenti,divenuti ottanta , sono ancora lì, attenti pazienti battenti i denti dal fresco-umido che piano piano è entrato nelle intersezioni tra ossa e muscoli. Vedo un paio di coppie che si riscaldano a distanza ravvicinata: ci sorridiamo; lenimento del dolore; senza, per ora, accanimento terapeutico.
Riflessione fuori campo: se è vero che la storia, nel bene e nel male, la fanno le minoranze, eccole qui, nel bene: un quarto degli studenti, un centesimo dei prof., in maggioranza femmine
A loro suggerisco due libri di Elena Gianini Belotti: “Dalla parte delle bambine”, “Adagio un poco mosso” (come dire: dalla parte delle vecchie signore indegne).
Nella circostanza ho portato con me il secondo, ed. Feltrinelli, costituito da 7 racconti di cui l’ultimo “La Gita”, eutanasico. Da leggere. A fine riunione mi hanno chiesto titolo autore editore.


Quello che ho detto:

Noi Beatrice, per grazia di Dio, Regina di Olanda, Principessa di Orange-Nassau, etc.,etc.etc.
Porgiamo ringraziamenti a tutti coloro che vedranno o sentiranno questo scritto.
Dal momento che abbiamo considerata giusta la richiesta di includere una norma per l’esenzione dalla responsabilità criminale per i medici che, avendo osservato tutti gli adempimenti della cure necessarie, rischiano di essere perseguiti dalla legge per aver posto fine ad una vita su richiesta o per aver assistito nel suicidio un’altra persona, intendiamo qui provvedere ad una modifica di legge e ad una riforma delle procedure.


Il reato come previsto nel primo paragrafo non sarà punibile se è stato commesso da un medico che ha soddisfatto le prescrizioni della cura dovuta, come previsto dall’articolo 2 della Legge sull’Eutanasia su richiesta e sul Suicidio assistito
(letto da Sara, del comitato studentesco).

Eluana, a cui ho dedicato questa occasione di incontro, a nome mio e del comitato studentesco:


Ventinove anni, di cui otto passati in stato vegetativo. Eluana, vittima di un incidente stradale, è stesa su un lettino, apre e chiude gli occhi ma non vede, non parla, non si muove. Respira, però, da sola, il suo cuore batte ma non può cibarsi e la sua vita è legata ad un sondino che la nutre. Il padre della ragazza ora chiede il diritto ad una "morte dignitosa" che viene negata dal tribunale di Lecco e dalla Corte d'Appello di Milano: l'alimentazione è un atto assistenziale dovuto, non si tratta di accanimento terapeutico.


Il mio testamento biologico,
perché contemporaneamente documento giuridico preciso nella terminologia medica e allo stesso tempo portavoce di una esperienza diretta.


Disposizioni generali
Dispongo che.interventi oggi comunemente definiti "provvedimenti di sostegno vitale" e che consistono in misure urgenti quali, ad esempio, la rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione assistita, la dialisi, la chirurgia d'urgenza, le trasfusioni di sangue, l'alimentazione artificiale, non siano messi in atto, qualora il loro risultato fosse, a giudizio di due medici, dei quali uno specialista:
• il prolungamento del mio morire;
• il mantenimento di uno stato d'incoscienza permanente;
• il mantenimento di uno stato di demenza avanzata.
In particolare, nel caso io fossi affetto da una malattia allo stadio terminale, da una malattia o una lesione cerebrale invalidante e irreversibile, da una malattia implicante l'utilizzo permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione, rifiuto qualsiasi forma di rianimazione o continuazione dell'esistenza dipendente da macchine e non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.
Chiedo inoltre formalmente che nel caso fossi affetto da una delle malattie sopra indicate siano intrapresi tutti i provvedimenti atti ad alleviare le mie sofferenze, compreso in particolare l'uso di farmaci oppiacei, anche se essi rischiassero di anticipare la fine della mia vita.
Disposizioni particolari - Eutanasia
Nella prospettiva, inoltre, di un'auspicata depenalizzazione, anche nel nostro paese, dell'eutanasia, nel caso in cui anche la sospensione di ogni trattamento terapeutico non determini la morte, chiedo che mi sia praticato il trattamento eutanasico, nel modo che sarà ritenuto più opportuno per la conclusione serena della mia esistenza.


Quello che non ho detto o fatto:

( per inagibilità dell'ambiente e/o per mancanza di tempo)

- proiezione del video con interviste sull’eutanasia di Montanelli, Hack e altri (durata pochi minuti, intenso ed efficace);
- ascolto del canto di Calaf della Turandot “All’alba vincerò” dal film mare dentro;
- ascolto della canzone “nera sombra” dal film c.s.
- drammatizzazione concordata in precedenza con tre ragazze della Legge Olandese: Noi Beatrice, regina d’Olanda…
- con chiara allusione analogica a Beatrice-Turandot.
- Ricordo di Giorgio Conciani: avrebbe richiesto un intervento preciso, particolareggiato, di una certa durata.


Considerazioni finali:


NO:
La dirigenza scolastica, primo fra tutti il Consiglio di Istituto, per aver mandato 100 studenti a passare il tempo equivalente alla durata elle lezioni in un locale fatto per 6.000 persone, rari nantes in gurgite vasto (oceano dentro), avendo a disposizione-butto là- l’Auditorium della Cassa di Risparmio a due passi dalla scuola, il cinema atelier Alfieri a tre passi, il Teatro delle Laudi a quattro passi, tutti locali messi a disposizione degli anziani che frequentano a Firenze i corsi dell’Università dell’età libera.


SI’:
Gli studenti (la minoranza presente, lievito nella massa):
attenti, presenti, pazienti, liberi e autonomi nella scelta dell’argomento.


Un’impressione forte:
La ragazza che ha parlato al microfono della situazione in famiglia, dove un componente(il padre?), colpito da tumore in fase terminale, chiede la dolce morte che probabilmente non potrà avere.


Una constatazione consolante:
all’uscita un’altra studentessa, parlando con me e Paola, sommessamente accenna al caso del padre che, su richiesta, era stato aiutato dal medico, consenzienti e riconoscenti tutti i familiari.


Nota su Giorgio Conciani
Nel novembre del 1995 l'ordine dei medici di Firenze aveva infatti radiato Giorgio Conciani per "motivi etici", con l'accusa di aver prescritto cocktail di farmaci ad aspiranti suicidi.
"Era molto depresso dopo la radiazione dall'albo e la grave malattia che lo avrebbe progressivamente portato all'immobilità assoluta", ha spiegato all'Ansa Ferruccio Conciani. "Spesso mio padre aveva manifestato l'intenzione di togliersi la vita e alle mie osservazioni rispondeva che le idee di un uomo vanno rispettate. (Repubblica 7 maggio 1997)

NB. Il post sottostante serve come annotazione a completamento di questo.


 ramon sampedro

 Nessun dorma


 




Calaf
Nessun dorma! Nessun dorma!
Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza guardi le stelle
che tremano d'amore e di speranza...
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà…
Ed il mio bacio scioglierà
il silenzio che ti fa mia.
Le donne
Il nome suo nessun saprà…
E noi dovrem, ahimè, morir, morir!
Calaf
Dilegua, o notte! Tramontate, stelle!
All'alba vincerò! Vincerò!
Ping, Pong, Pang
Tu che guardi le stelle, abbassa gli occhi…
La nostra vita è in tuo potere!
Ping, Pong, Pang
Che vuoi? Ricchezze? Tutti i tesori a te!
Rompon la notte nera queste fulgide gemme!
Fuochi azzurri! Verdi splendori!
Pallidi giacinti! Le vampe rosse dei rubini!
Sono gocciole d'astri!
Prendi! È tutto tuo!
Le donne
Va' lontano, va' lontano!
La folla
Fuggi! Va' lontano, e noi ci salviam!
Calaf
Alba, vieni! Quest'incubo dissolvi!
Calaf
Mio fiore! Oh, mio fiore mattutino!
Mio fiore, ti respiro!
I seni tuoi di giglio,
ah, treman sul mio petto!
Già ti sento mancare di dolcezza,
tutta bianca nel tuo manto d'argento...
Calaf
Il mio mistero? Non ne ho più!
Sei mia! Tu che tremi se ti sfioro!
Tu che sbianchi se ti bacio puoi perdermi se vuoi!
Il mio nome e la vita insiem ti dono!
Io sono Calaf, figlio di Timur!



Negra Sombra - Luz Casal - Carlos Nuñez


Cando penso que te fuches,
negra sombra que me asombras,
ó pé dos meus cabezales
tornas facéndome mofa.


Cando maxino que es ida,
no mesmo sol te me amostras,
i eres a estrela que brila,
i eres o vento que zoa.


Si cantan es ti que cantas;
si choran, es ti que choras,
i es o marmurio do río,
i es a noite i es a aurora.


En todo estás e ti es todo,
pra min y en min mesma moras,
nin me dexarás ti nunca,
sombra que sempre me asombras Nera ombra



Quando penso che te ne fugga via
Nera ombra che mi turbi,
al piè del mio capezzale
te ne ritorni facendoti beffa.


Quando immagino che sei andata
Non di meno mi riappari;
sei la stella che brilla
sei il vento che gioca.


Se cantano sei tu che canti
Se piangono sei tu che piangi
E sei il mormorio del fiume,
e sei la notte e sei l’aurora.


In tutto sei e tu sei tutto,
con me e in me stesso tu dimori,
né mi lascerai tu più mai
ombra che sempre mi fai sussultare.



"MAR ADENTRO" (Por Ramón Sampedro)


Mar adentro,
mar adentro.


Y en la ingravidez del fondo
donde se cumplen los sueños
se juntan dos voluntades
para cumplir un deseo.


Un beso enciende la vida
con un relámpago y un trueno
y en una metamorfosis
mi cuerpo no es ya mi cuerpo,
es como penetrar al centro del universo.


El abrazo más pueril
y el más puro de los besos
hasta vernos reducidos
en un único deseo.


Tu mirada y mi mirada
como un eco repitiendo, sin palabras
'más adentro', 'más adentro'
hasta el más allá del todo
por la sangre y por los huesos.


Pero me despierto siempre
y siempre quiero estar muerto,
para seguir con mi boca
enredada en tus cabellos.

Mare dentro ( di Ramon Sampedro)


Mare dentro
Mare dentro


Lì nella leggerezza del fondo
Dove si avverano i sogni
Si uniscono le volontà
Per realizzare un desiderio.


Un bacio accende la vita
Con un lampo e con un tuono
E in una metamorfosi
Il mio corpo non è più il mio corpo,
è come penetrare al centro dell’universo.


L’abbraccio più infantile
E il più puro dei baci
Come parole condensate
In un unico desiderio.


Il tuo sguardo e il mio sguardo
Come un eco che si ripete, senza parole
“più addentro, più addentro”
fino al più in là del tutto
per il sangue e per le ossa.


Però sempre mi sveglio
E sempre voglio esser morto,
per rimaner con la mia bocca
irretita nei tuoi capelli.



domenica 28 novembre 2004

Rassegna-ta stampa


Castelli nella Loira


Condannato con Adriano Sofri a 22 anni di prigione per
l'omicidio, nel 1972, del commissario Calabresi, l'ex
dirigente di lotta continua Ovidio Bompressi sarebbe dovuto
tornare in libertà mercoledì. A causa della malattia di
Bompressi, Carlo Azeglio Ciampi aveva deciso di concedere
la grazia che l'uomo aveva chiesto nel 2001. L'8 novembre
il capo dello stato ha perciò chiesto al ministro della
giustizia, il leghista Roberto Castelli, di preparare il
decreto per rendere effettivo il provvedimento. Ma Castelli
si è rifiutato, provocando un conflitto istituzionale senza
precedenti nella storia della repubblica italiana.
Libération, Francia [in francese]



Vedi Napoli e poi mori


Un'ondata di brutali omicidi compiuti a Napoli ha riportato
l'attenzione dell'Italia al suo sofferente mezzogiorno: il
presidente della repubblica ha parlato di "un grave
problema nazionale". Gli scontri tra clan della Camorra ha
fatto salire la percentuale di omicidi commessi a Napoli al
60 per cento, con un aumento particolarmente sensibile a
novembre. Il fenomeno coincide con l'aumento della
disoccupazione e dell'instabilità politica della regione.


The New York Times, Stati Uniti [in inglese]
Voce dal Loggione: Se lui si fa la legge per se stesso, perché non noi?


Guerre senza confini
Bambini con una lama al collo, obbligati ad avere rapporti
sessuali con gli adulti. Bambini pieni di ferite, segno
inequivocabile dei maltrattamenti subiti prima di essere
violentati. È una galleria degli orrori quella che è venuta
alla luce a seguito di una vasta operazione internazionale
contro la pedofilia su internet avviata dalla polizia
italiana. "Le immagini che abbiamo visto sono tantissime, e
particolarmente raccapriccianti", ha dichiarato il
magistrato veneziano Rosaria Micucci. Decine di persone
sono state arrestate in tutto il mondo.
El Mundo, Spagna [in spagnolo - a pagamento]

Stupro sopraffazione tortura sono sempre strettamente collegati alla mentalità di guerra. Sono prodotti della società, come il vetriolo e lo zucchero (Emile Zola). Le persone da arrestare stanno al governo dei paesi che che sostengono la guerra senza se e senza ma, anche quella preventiva. L'avevo già scritto, ma è giusto ripeterlo:
Insomma, cari amici, questa è la guerra; tutto rientra nella logica; non c’è irrazionalità nella strage e negli stupri di Moggiona: è appunto la Legge della guerra. Anche quella di Nassijria. Ma è già scritto nell’art.11 della Costituzione. Una volta che tu dici sì ad una guerra diventi complice delle sue efferatezze e, se paghi le tasse, dai il tuo diretto contributo pagando di tasca propria. La guerra deve diventare un tabù come l’incesto: al tempo di Caino ed Abele, al tempo dei Faraoni l’incesto era ammesso, ora non più.

.Due super 007 lasciano la Cia
Dopo i suoi numero uno Stephen Kappes e il numero due
Michael Sulik, altri due dirigenti della Cia si sono
dimessi. Per ragioni di sicurezza, il servizio segreto
americano tace i nomi, riferisce solo che sono i
responsabili dello spionaggio in Asia e in Europa. Ma le
dimissioni confermano che alla Cia è ora in atto la più
drastica ristrutturazione dagli anni settanta. Allora, la
ristrutturazione fu dovuta allo scandalo della complicità
dei servizi nei golpe in Vietnam e in Cile. Oggi è frutto
della determinazione del presidente Bush di evitare un bis
dei fiaschi della Cia nella prevenzione del terrorismo e
nella analisi prebellica dell'Iraq.
[Ennio Caretto-Corriere della Sera]


libera interpretazione dell'ultimo paragrafo:
Allora, la ristrutturazione fu dovuta allo scandalo della complicità
dei servizi nei golpe in Vietnam e in Cile. Oggi è dovuta alla necessità del Presidente Bush di castigare i servizi per aver organizzato così bene l'attacco alle torri gemelle senza riuscire, contestualmente, a incastrare Saddam immettendo tra le sabbie del deserto iracheno una millesima parte dell'arsenale di casa penthagon.

Il lato oscuro della democrazia
... è possibile proteggere una democrazia dai nemici reali del
momento senza compromettere l'organismo stesso che si vuole
difendere?
[Vittorio Zucconi - La Repubblica - a pagamento]


Libera trascrizione:
E' possibile difendere la democrazia (americana) dall'assalto della oligarchia imperante al suo interno, senza compromettere la tirannia esercitata all'esterno sul resto del mondo?

giovedì 25 novembre 2004


Rassegnata stampa



Democrazia duratura
Interviene Powell: non accettiamo i risultati.
Gli Stati Uniti non accettano l'elezione di Viktor Vanukovich a presidente dell'Ucraina "perché il voto non ha
osservato gli standard internazionali e perché le numerose e credibili denunce di frode non sono state investigate"
.[Ennio Caretto - Corriere della Sera]


Accanimento terapeutico


Crespi il convertito: "Berlusconi ormai è un uomo disperato"
Fu lui, tecnoracolo del marketing di Forza Italia, a coniare quel fantastico slogan: "Meno tasse per tutti". E spiega: "Come leader ha perso la sua natura. Importante non è la durata del governo, un prolungamento dell'agonia, né le balle che cercherà di
raccontare".
[Filippo Ceccarelli - La Stampa -]


Se otto anni ti sembran pochi


Sciopero dei magistrati contro la riforma... proprio quando il Cavaliere è in attesa di
un verdetto dal processo di Milano, dove rischia una condanna a otto anni di reclusione per corruzione.


Libération, Francia [in francese]




Siniscalco

d
al lat. mediev. siniscalcu(m) o seniscalcu(m), che è dal francone siniskalk, propr. 'lo scalco più anziano, maggiordomo' Trovato qui
A Silvio Berlusconi, ieri sera, il ministro dell'economia, Domenico Siniscalco, ha garantito la copertura "certa",
anche se comunque faticosa e non indolore, per almeno sei miliardi di sgravi fiscali nel 2005, tra ire (l'ex irpef) e l'irap per le imprese.
Mario Sensini


 


 

mercoledì 24 novembre 2004


Il clima sta cambiando





 


 


 Notte tra sabato 13


 e domenica 14 novembre 2004


 


 


 


Dov'è il cipresso solitamente sta la mia Punto common rail. Guarda nell'album qui accanto l'ultima foto della cartella Isolotto: quando si dice il culo. Insomma son caduti due cipressi grandi e grossi nel parcheggio del condominio e non hanno toccato una macchina.





Emozioni



Teatro Verdi,


ieri sera martedi 23 Novembre


qui a Firenze.






Mi erano sembrati tanti 40 euro per il palco n.25, terzo ordine. Ero stato lì lì per rinunciare. Un errore evitato. Intanto il palco 25, molto avanti ma non troppo ti permette di vedere il naso bozzoloso dell’avvocato di Asti e ti fa arrivare agli orecchi l'impasto dei suoni già ben amalgamato. Il Verdi è un teatro molto grande, 7 ordini di palchi; vederlo pieno di gente plaudente, a luci accese, al momento della richiesta del bis finale (concessi 2), vale almeno 15 dei 40 euro. E siamo a 25: un bello sconto.
Ma Paola si è divertita come non mai (e ha coivolto anche me) a guardare la faccia del chitarrista che apriva e chiudeva la bocca in sintonia con quella di Conte, come una maschera muta, mentre le mani le potevi a vedere solo al momento in cui smettevano di suonare – velocità ultrasonica – salvo il momento del pezzo lento assolo quando la chitarra cambiava voce, tenera profonda elegiaca suadente insinuante coinvolgente:Daniele dall’Omo.
Io ho seguito con gli occhi – ripeto ottima posizione per vedere palco e personaggi – i km fatti sul palco da una testa grande semibiancocapelluta che ha fatto un continuo giro di Walzer tra Sax-baritono (destra del palco, grande palco) fisarmonica (sinistra del palco), clarinetto (destra), bandoneon (sinistra) insiem anche a percussioni, nacchere tastiera: Massimo Pitzianti.
La voce degli strumenti, poterla distinguere, sentire quella specie di fisarmonica irlandese che fa il verso al violino, la batteria con le percussioni che ti accarezza l’orecchio con suoni duri frullati e resi morbidi in modo da fare una melodia.M’è piaciuta anche la voce di P.Conte, stasera sempre sui toni bassi, da “elegia” appunto, cavernosa da basso, non un po’ stridula come a volte. Lo stridore stasera è stato quello della ranocchia-nacchera masticata tra naso, baffi, bocca e mani. Se la leva dal taschino, minuta e docile, me la immagino come quella specie di lana d’acciaio per raschiare le pentole che sta sul lavandino della mia cucina.
E poi quel sassofono prima soprano poi tenore poi sostituito dal clarinetto, con assoli studiati, dolci, acuti profondi lievi elegiaci (cioè un po’ lenti e cullanti): Luca Velotti.
Jino Touche contrabbasso è un nerometiccio penso francese capelli a cespuglio intorcigliati faccia quasi invisibile e Lucio Caliendo, con oboe e fagotto, che poi perché fagotto grande strumento con lungo bocchino diritto. Così mi sembra di averli nominati tutti, come Paolo Conte quando, a turno, richiama il fascio di luce a illuminarne le facce. Che tempismo e che precisione nei movimenti di macchina delle luci colorate via via in modo diverso: nulla lasciato al caso, musica e matematica sono gemelle: lo diceva anche Galileo, ne sapeva qualcosa Dante.
Insomma quei sette intorno a Paolo il Conte han dato voce a settanta strumenti, davanti ai miei occhi sgranati e orecchi dilatati e ritti come un cane in caccia, come tutta quella grande magica bomboniera riempita da noi spettatori gaudenti.
E Paolo Conte che ha cantato più volte in piedi lontano dal piano affidato via via alle quattro mani di Pitzianti e Caliendo: tenerezza da “elegia” quando li insuffla da dietro col leggero alito dello spirito santo della pentecoste e poi li circonda con le braccia. Isomma bisognava esserci, peccato per voi che vi siete dovuti accontentare di questa mia pisciatina di parole.


I pezzi: Elegia – Sandwich Man – La Casa Cinese – Frisco – Chissà – Molto Lontano – Non Ridere – Il Regno Del Tango – Bamboolah – La Nostalgia Del Mocambo – Sonno Elefante – India – La Vecchia Giacca Nuova.


Un aggiornamento da Bologna

lunedì 22 novembre 2004

Ovvio


Milano: tossicodipendente trovato in possesso di 'erba'
"La prendo per non ricadere nell'uso della droga pesante"
"Fumo marijuana contro l'eroina"
il giudice gli dà ragione: assolto


Qui


Non ovvio


Averlo portato dal giudice



Parere ed essere
(sobriamente dissacrante)


"The basic tool for the manipulation of reality is the
manipulation of words. If you can control the meaning of words,
you can control the people who must use the words."
(
Philip K.Dick)


 Lo strumento base per camuffare la realtà consiste nel camuffare le parole. Se tu puoi controllare il significato di una parola (p.e. credente - ndr - ) tu puoi controllare coloro che devono usare queste parole.


 


 



Atei, agnostici , non credenti, miscredenti

“Noi verremmo essere tranquillamente atei in privato, ma l’aggressività del cattolicesimo romano ci obbliga a fare gli atei.”
Il nostro principio è la tolleranza, la libertà di pensiero, ma questi ci vengono a dire che dobbiamo tutti piegarci alla verità, cioè al dogma, cioè a loro, cominciando dalla scuola materna”.

Ascoltando queste persone, guardando le loro espressioni, conoscendo il loro disinteresse qui nella sala verde, secondo piano del Palazzo dei Congressi, a Firenze, quasi dentro la stazione, mi viene da pensare a Gesù Cristo condannato come ateo e bestemmiatore dal Collegio cardinalizio presieduto dal papa Anna e dal Segretario di Stato Caifa, portato, in forza del Concordato, davanti al Procuratore imperiale Pilato e dato in pasto alle turbe di comunione e liberazione e alle schiere meglio organizzate dell’opus dei. Lo vogliamo crocifisso, lo vogliamo dappertutto e sempre, come monito: la Via Appia lunga seimila croci dei terroristi di Spartaco. Lo si deve continuare a vedere nelle scuole nei tribunali negli ospedali nei cimiteri negli uffici, come monito ai ribelli di ieri, ai terroristi di oggi.
Non credenti: in cosa non credono? In quel dio intollerante parziale e prepotente di Abramo, bloccato per l’eternità in quelle parole scritte 3000 anni fa e non più modificabili, in quel Sinedrio romano di scribi saccenti ed incompetenti, dispensatori di indulgenze a prezzo scontato, di condanne ad appello negato, di sentenze a buonsenso scacciato, raccoglitori instancabili di otto per mille ed esenzioni fiscali.
Credenti. In che cosa credono? Nel dio ignoto dell'Aeropago di Atene, a cui loro hanno dato il nome di dubbio, come metodo di ricerca, come principio di tolleranza, come mezzo di conoscenza.
Quali sono i loro santi? Cartesio, Voltaire, Galileo, Bruno, Stuart Mill, Darwin, Kirkegard e S.Margherita (Hack)che trionfa in gloria in una grande foto dietro la Presidenza.

Mi risveglia sulla poltrona Paola. L’ultimo delegato ha finito di leggere la sua mozione, i genovesi si stanno affrettando al treno: amici da salutare.
Sono le 14 di Domenica 21 novembre (come passa il tempo, tra un po’ siamo a Natale): il treno riporta a Genova Mercedes, Gianfranco e Carla, il 9 riporta all’Isolotto Barbabianca e Paola. Bruschetta a pane toscano ( a legna, scelto da Paola nel forno che sa lei), olio di frantoio (da Vaiano, in quel di Prato): un sapore che ti fa credere in dio. Ateo è un termine convenzionale, come credente. Questa bruschetta toglie ogni dubbio, dà nome al dio ignoto: gioia di vivere. Amen.

sabato 20 novembre 2004










 


 


 


Oggi e domani, qui a Firenze


 


 


 


 















Sala verde del Palazzo dei Congressi (secondo piano). Sono andato con Paola stamani mattina, insieme a Mercedes, Giampiero e Carla, venuti da Genova, ospiti nostri su segnalazione di Libera Uscita, di cui siamo soci (Paola ad io). Molta polizia di sorveglianza.
Abbiamo capito poi perché: non era per il timore di furto dei crocefissi; c'era anche un Convegno di Forza Italia: altri furti.


Sentiti gli interventi di un biologo, di uno storico, di un sociologo. In effetti si respira un'altra aria, da "finestra a finestra": la luce del sole di oggi a Firenze, il cuore della vignetta di Sergio Staino, lo spirito santo della ragion pura e di quella pratica che aleggiava nell'aria, nei discorsi dei relatori, negli applausi di noi spettatori. Anche Bobo ha parlato e mi è piaciuto.


Post scriptum Qualcuno ha osservato che l'età media dei partecipanti era un po' su; nello stesso tempo Paola mi aveva fatto osservare, quasi con meraviglia, la presenza di un certo numero di giovani. Poi dalla Presidenza hanno annunciato la presenza di una delegazione di studenti napoletani. Mi sono venuti in mente: Gianbattista Vico, Giordano Bruno, il mio vecchio professore di greco a Bologna Carlo Del Grande (che forse non c'entra), la Repubblica Partenopea distrutta dagli Inglesi e dai lazzaroni del card. Ruffo...e tanto sud d'Italia, con dentro Campania, Calabria, Sicilia: quanta storia da riscrivere, quanti santi da santificare. Senza far torto a padre Pio. Ma "le masse agiscono per bisogni, non per ideali. E voi siete minoranza". Questo dicono i real politics, i real fondamentalists, i real perbenists. Io dico che le masse agiscono per paura e per inganni. Una minoranza molto ristretta le impaurisce e le inganna. Questa minoranza va bloccata, in questo caso bloggata. Forza ragazzi. Don't curse the darkness, light a candle.
Domattina ci ritorno. Questo il sito. Ne riparliamo. Buona domenica.

mercoledì 17 novembre 2004

Passata è la tempesta


Domenica 14 Novembre


Isolotto


viale dei Bambini


lunedì 15 novembre 2004






 


 pacchia per gli avvocati


 manna per i comprati


 gabbia per gli sfigati


 Rabbia per gli ingannati



 Lotta per gli scampati


 


 


Nessuna tregua giudiziaria per Silvio Berlusconi, al quarto
posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo

stilata dal Financial Times. Secondo il quotidiano della
City il patrimonio del Cavaliere ammonterebbe a dieci
miliardi di dollari
,
guadagnati nell'ultimo quarantennio
anche grazie a una serie di leggi approvate per tutelare i
suoi interessi. D'altro canto Berlusconi continua la sua
battaglia con la giustizia: prima l'immunità bocciata dalla
corte costituzionale, poi la riforma del sistema
giudiziario, adesso di nuovo il processo Sme.


Berlusconi sotto pressione Le Figaro, Francia [in francese]


 


giovedì 11 novembre 2004

Stamani consoliamoci così
(Per Marisa, sempre così angosciata)


L'ottimismo dell'incertezza
"Vi è una tendenza a pensare che ciò che vediamo nel presente
continuerà ad esistere. Dimentichiamo quanto spesso ci ha
sorpreso il crollo improvviso delle istituzioni, o i cambiamenti
straordinari del modo di pensare delle persone, le eruzioni
inaspettate di ribellione contro le tirannie, il crollo veloce
di sistemi di potere che sembravano invincibili
."


http://www.zmag.org/Italy/zinn-ottimismo.htm

mercoledì 10 novembre 2004

Io diffido di Casarini


Sono un gran fautore del compromesso. So che questa parola gode di una pessima reputazione nei circoli idealistici d'Europa, in particoalre fra i giovani. Il compromesso è considerato come una mancanza di integrità, di dirittura morale, di consistenza, di onestà. Il compromesso puzza, è disonesto.
Non nel mio vocabolario.Nel mio mondo la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c'è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte.
Sempre qui, a pg.17


 


 


 Storiella


Ora mi torna in mente una vecchia storiella , dove uno dei personaggi è seduto in un piccolo caffè, e c'è una persona anziana seduta vicino a lui, così i due cominciano a chiacchierare. E poi salta fuori che il vecchio è Dio in persona. D'accordo, il personaggio non ci crede subito lì per lì, però grazie ad alcuni indizi si convince che è seduto al tavolino con Dio. Ha una domanda da fargli, ovviamente molto pressante. Dice: Caro Dio, per favore dimmi una volt per tutte chi possiede la vera fede? I cattolici o i protestanti o forse gli ebrei o magari i mussulmani? Chi possiede la vera fede?". Allora Dio, in questa storia, risponde: "A dirti la verità, figlio mio, non sono religioso, non lo sono mai stato, la religione nemmeno mi interessa".
Trovato qui, a pg.16.
Me l'ha letto Paola ieri sera, mentre sonnecchiavo sul divano.


 

Tempo da lupi


Guardo fuor di finestra: tempo da lupi (Firenze 10-11.004).


A Falluja tempo da iene.

lunedì 8 novembre 2004

Vanga antiterrorista


Un vecchio arabo residente a Chicago da più o meno quarant'anni vuole piantare delle patate nel suo giardino, ma arare la terra è diventato un lavoro troppo pesante per la sua veneranda età.
Il suo unico figlio, Ahmed,sta studiando in Francia.
Il vecchio manda una e-mail a suo figlio spiegandogli il problema: CaroAhmed, sono molto triste perchè non posso piantare patate nel mio giardino quest'anno, sono troppo vecchio per arare la terra. Se tu fossi qui tutti i miei problemi sarebbero risolti. So che tu dissoderesti la terra e scaveresti per me. Ti voglio bene. Tuo padre.


Il giorno dopo il vecchio riceve una e-mail di risposta da suo figlio: Caro papà, per tutto l'oro del mondo non toccare la terra del giardino! Lì è dove ho nascosto ciò che tu sai... Ti voglio bene anch'io. Ahmed.


Alle 4 della mattina seguente arrivano la polizia, gli agenti dell'FBI, della CIA, gli SWAT, i RANGERS, i MARINES, Steven Seagal, Silvester Stallone, Arnold Sshwarzenegger ed i massimi esponenti del Pentagono che rivoltano il giardino come un guanto, cercando materiale per costruire bombe,antrace o qualsiasi altra cosa. Non trovando nulla, se ne vanno con le pive nel sacco....


Lo stesso giorno l'uomo riceve una mail da suo figlio:
Caro papà, sicuramente la terra adesso è pronta per piantare le patate. Questo è il meglio che ho potuto fare date le circostanze. Ti voglio bene.


Ricevuta da Simone

giovedì 4 novembre 2004

L'aveva capito da quarant'anni












 


 


 


 


La faccia triste dell'America


The Simulacra, 1964


Election day Eleventwo 2004



The Simulacra descrive un’ipotetica America del futuro, dove la struttura sociale si regge su un incredibile inganno. Per conservare una fittizia stabilità dell’universo, infatti, una mitica coppia domina da secoli la Casa Bianca, venerata dalle masse che non hanno più nemmeno la forza di chiedersi come possano i due vivere così a lungo. Il presidente, eletto dal popolo, in realtà è un simulacro elettronico, mentre Nicole Thibodeaux, first lady del paese da più di un secolo, è in realtà morta- e sostituita da comparse- . Il potere reale è detenuto da un consiglio di sconosciuti e da potenti cartelli industriali
Insomma, lo scrittore ci avverte che in America si sta instaurando uno stato dittatoriale, controllato da una stretta oligarchia che falsifica la realtà. Tutti sono catturati dalla ragnatela realtà/non-realtà. Ian Duncan (american boy) è una delle vittime. A chi gli spiega come l'immagine venerata di Nicole Thibodeaux, l'eterna first lady, sia solo un'illusione a uso e consumo delle masse, egli risponde: Per me, lei è reale più di ogni altra cosa, più reale di te. Più reale di me stesso, della mia stessa vita. Ma la piazza rumoreggia e un ebreo, Bertold Goetz dirige addirittura un gruppo nazista. Per completare il quadro, il maresciallo Goering è stato strappato alla sua epoca per manipolare il passato e impedire la morte di sei milioni di ebrei per ordine di Hitler.
Ma Philip Dick* non si accontenta di questi argomenti esplosivi e vi aggiunge un pianista dotato di facoltà psichedeliche che suona a distanza, l'ultimo psicanalista rimasto, gli assassini pubblicitari automatici e gli uomini di Neanderthal che popolano le foreste della California. Da questo cocktail stupefacente, Dick* ha saputo trarre uno dei suoi migliori romanzi, pubblicato quasi contemporaneamente a The Three Stigmates of Palmer Eldritch*.