giovedì 28 febbraio 2013

Cinquestelle in Parlamento


Trattamento economico:
L’indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all’assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo.

Fonte


domenica 24 febbraio 2013

Sera d'inverno


Quando la neve scende giù lieve
Accanto al caminetto, aspettando l'esito delle elezioni, riandando a tanti momenti della vita vissuta, rivivendo baite e caminetti alpini o appenninici:
Vivere vorrei addormentato
dentro il dolce rumore della vita
(Sandro Penna)


Qualche lieve fruscio sui vetri lo fece voltare verso la finestra. Aveva ricominciato a nevicare. Guardò assonnato i fiocchi, argentei e scuri, che cadevano obliqui contro la luce del lampione. Era venuto il momento di mettersi in viaggio verso l'ovest. Oh sì, i giornali avevano ragione: c'era neve in tutta l'Irlanda. Cadeva dovunque sulla scura pianura centrale, sulle colline senza alberi, cadeva soffice sulla palude di Allen e, più a occidente, cadeva sulle scure onde ribelli dello Shannon. Cadeva anche nel solitario cimitero della collina dove Michael Furey era sepolto. Si posava a larghe falde sulle croci contorte e sulle lapidi, sulle punte del cancelletto, sugli sterili rovi spinosi. E lenta la sua anima s'abbandonò mentre udiva la neve cadere lieve su tutto l'universo, lieve come la loro definitiva discesa, su tutti i vivi, su tutti i morti.
C'è neve sulle foreste casentinesi, sulle colline scivolanti giù tra il Pratomagno e la Giogana, sui castelli e pievi dell'alto Casentino, la neve cade sulle scure onde impetuose dell'Arno. Cade  nel solitario cimitero di Avena dove babbo e mamma riposano con Silvana e Natalino, Ida e Santi, e tutti i Baracchi di Guzzigli, i bigonai e bottegai e contadini di Lierna, dove riposerò in una manciatina di cenere calcinata nei dì a venire quando sarò ritornato una piccola fibra dell'Universo che anche attraverso me ha cercato di capire se stesso usandomi come uno specchio.
"A few light taps upon the pane made him turn to the window. It had begun to snow again. He watched sleepily the flakes, silver and dark, falling obliquely against the lamplight. The time had come for him to set out on his journey westward. Yes, the newspapers were right: snow was general all over Ireland. It was falling on every part of the dark central plain, on the treeless hills, falling softly upon the Bog of Allen and, farther westward, softly falling into the dark mutinous Shannon waves. It was falling, too, upon every part of the lonely churchyard on the hill where Michael Furey lay buried. It lay thickly drifted on the crooked crosses and headstones, on the spears of the little gate, on the barren thorns. His soul swooned slowly as he heard the snow falling faintly through the universe and faintly falling, like the descent of their last end, upon all the living and the dead. "
Jaime Joyce, the dead.
La neve posa lieve sul campo di Bologna, là a porta Saragozza e la vittoria della Fiorentina è rimandata a martedi 26, insieme alla vittoria elettorale che giace dentro le urne della scuola Gramsci di via del Sansovino, qui all'Isolotto di Firenze. Mentre il papa sogna Castelgandolfo lontano da Vaticangaglioffo.

lunedì 18 febbraio 2013

La questione palestinese

Firenze, 13 febbraio 2013

Ai promotori della Lettera aperta ai candidati alle elezioni del 2013 sulla questione palestinese.

Con la presente, noi candidati di Sinistra Ecologia e Libertà alle prossime elezioni politiche, desideriamo comunicare la nostra condivisione ed apprezzamento per la lettera che ci avete inoltrato sulla questione palestinese.Come forse già siete a conoscenza, ispirandosi all’art. 11 della nostra Costituzione, SEL ha inserito nel suo programma di governo la necessità di rilanciare un nuovo ruolo dell’Italia in cui la mission internazionale del Paese sia fondata sull’opzione nonviolenta e sulla cooperazione nel rispetto dei diritti umani. Pensiamo infatti che sia giunto il momento di essere protagonisti di nuovi strumenti a servizio della pace tra i popoli: dal sostegno  attivo alla prevenzione dei conflitti alle mediazioni politico-diplomatiche, fino all’interposizione nonviolenta dei corpi civili di pace. In questo quadro la questione palestinese è un nodo centrale su cui il nuovo governo dovrà impegnarsi per il futuro non solo del Medio Oriente ma di tutto il Mediterraneo e dell’Europa.L’occupazione militare che sta affliggendo il popolo palestinese dal 1967 troppo spesso è stata scambiata dai governi occidentali come un “prezzo minimo” da pagare per garantire la sicurezza dello Stato di Israele. La costruzione della barriera di separazione unilaterale che espropria grandi appezzamenti di terra in Cisgiordania, i continui piani di espansione degli insediamenti, la politica di restrizione della mobilità, i continui spostamenti delle comunità che vivono in Area C, il blocco terrestre e navale della Striscia di Gaza che costringe oltre un milione e mezzo di persone ad una punizione collettiva in un fazzoletto di terra, sono solo alcuni esempi di violazione del diritto internazionale e sono misure che, paradossalmente, minano la sicurezza dello Stato di Israele anziché garantirla. In questo quadro troppo spesso si è cercata l’equidistanza (o l’equivicinanza) nell’affrontare il conflitto israelo-palestinese dimenticandosi però di partire nelle analisi da un fatto oggettivo, ovvero che esiste una potenza occupante ed un popolo occupato, come testimoniato in tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite che in questi 45 anni si sono occupati della questione. Senza il riconoscimento di questo dato oggettivo, nessun processo di pace potrà mai avere successo.

Parlare della violazione dei diritti umani e criticare la politica del governo israeliano non significa essere antisemiti. Noi italiani che fondiamo la nostra libertà sulla cultura antifascista non potremmo mai esserlo. Ma una cosa è riconoscere il diritto dello Stato di Israele ad esistere ed a vivere in sicurezza (cosa che nessuno mette in discussione), un altro è muovere critiche alla politica del governo di un paese, così come potremmo fare in Italia o in Europa.

 Per questi motivi condividiamo con voi che una pace giusta e duratura tra i due popoli non possa altro che nascere dalla fine dell’occupazione militare e dal ripristino della legalità internazionale. Solo così sarà possibile garantire la sicurezza ai due popoli e la nascita di uno stato di Palestina a fianco a quello di Israele.

 In quanto candidati ci impegniamo a promuovere una nuova politica estera del governo italiano che possa giocare un ruolo internazionale nella costruzione di questa pace giusta e duratura tra israeliani e palestinesi.  A tal fine ci faremo anche promotori della costituzione di un gruppo trasversale di parlamentari tra le varie forze politiche che vorranno impegnarsi in questa direzione, mantenendo al contempo un dialogo diretto con tutte le rappresentanze della società civile da tempo impegnate sulla questione palestinese.

Ringraziando per il prezioso stimolo che ci avete fornito, vi inviamo i nostri migliori auguri di buon lavoro.

 

Riccardo Sansone
Marco Andrei
Taira Bartoloni
Gabriele Berni
Andrea Casucci
Luciano Cennini
Vittorio Corsano
Emanuele Cripezzi
Dario Danti
Maurizio De Santis
Grazia Innocenti
Riccardo Lazzerini
Ivan Moscardi
Martina Nardi
Alessia Petraglia
Paolo Pezzati
Luisa Simonutti
Paolo Solimeno
Renzo Ulivieri
Mauro Valiani

mercoledì 13 febbraio 2013

Dimissioni di un Papa, fine di un'epoca?

Non avevo mai apprezzato l'ostinazione del papa polacco a voler rimanere alla finestra anche da moribondo. L'avevo giudicato ostinato esibizionismo, compiacimento teatrale, non un servizio alla grande organizzazione ecclesiale vista nel suo aspetto amministrativo, dogmatico e pastorale. Carol ora è "beato" per delibera di decretale e non sarà questa mia affermazione a togliergli la beatitudine.
Per questo mi è piaciuta la mossa di papa Ratzinger, anche se un po' tardiva. Una semplice decisione di buon senso o di senso obbligato. Mi divertono le espressioni variamente dipinte di grandi e piccini, saggi e sempliciotti, politici, giornalisti e cattedratici...Non mi meraviglia lo sconcerto di tante anime pie, nutrite di quella fede che trovo ben illustrata nella pagine finali di un libro scritto da un mio conoscente ed amico e che qui ripropongo:

 Perché davvero qui gli aspetti appena segnalati segnano con nettezza lo spartiacque fra la religiosità del credente nel Basso Medio Evo e quella nuova che va modellandosi sulle prescrizioni tridentine.  Ai cristiani di quel tempo è estranea infatti la sacralizzazione della  figura papale, che copre con la sua imponenza come una cupola la  Chiesa post-tridentina. Un uomo di fede come Dante, ad esempio, non esita a scaraventare all'Inferno ben cinque papi, cosa sconvolgente ed inconcepibile per il cattolico medio moderno, compreso quello contemporaneo inchiodato ad una ferrea idolatria papale. Forse perche tutti i papi moderni, da Pio IX in poi sono tutti santi e degni del Paradiso, mentre la perversione si concentra interamente in quelli del passato?
Forse che la Chiesa moderna e contemporanea rimane del tutto estranea agli appetiti terreni di potere anche politico e della ricchezza? Solo un fanatismo cieco e di attaccamento idolatrico all'istituzione ecclesiastica ed ai suoi vertici può sostenere una cosa del genere. Ma torniamo al Medio Evo...

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Aggiornamento 14-2-2013

Fra tutti ricordiamo quanto scritto da Barbara Spinelli in un brano dell'articolo "Il miracolo del nulla alle spalle", pubblicato su www.repubblica.it di oggi 13 febbraio:
"È facile parlare di svolte, ma quella vera, che toglie al Vaticano il potere temporale e gli restituisce l'enorme suo peso spirituale, ancora non è avvenuta. Non avvenne dopo la rivoluzione francese della laicità, cui la Chiesa rispose con l'assolutismo, e infine con il dogma dell'infallibilità. Non a caso il cardinale Martini denunciava un ritardo di 200 anni. Il potere temporale sopravvive mutando forme, come Proteo. Oggi la forma è quella dei valori non negoziabili, o supremi. E delle leggi naturali, di cui la Chiesa si erige a custode: come se esistesse un quid che trasforma la legge - il nòmos sempre rinegoziato - in physis immodificabile dall'uomo (la nascita, la morte, il matrimonio infine fra uomo e donna: un sacramento, per i cattolici, solo a partire dal 1439). Oppure il potere temporale s'afferma nella battaglia sulle radici cristiane d'Occidente e d'Europa, con effetti tragici sui cristiani in Medio Oriente.
Non è stata proficua questa lotta in favore della legge di natura o delle radici cristiane, per il trono petrino. La Chiesa precipita in Europa (nel solo ultimo anno: mille preti in meno, unitamente a un clero sempre più anziano). E perduta la Spagna non le rimane che l'Italia, ultimo bastione dove la laicità, chiamata laicismo per degradarla a dottrina, a credo, non ha da entrare. Per questo è difficile vedere nella rinuncia papale una laicizzazione della Chiesa di Roma".

Appunto perchè condividiamo appieno la sua analisi, speriamo che l'evento senza precedenti di una rinuncia volontaria al trono della Chiesa sia dovuta alla consapevolezza della necessità non più rinviabile di una vera svolta rispetto alla politica sinora seguita.
Giampietro Sestini (email di Libera Uscita)