domenica 29 maggio 2011

Testamento biologico

Cari amici,



il quotidiano "IL Riformista" ha pubblicato ieri, 28 maggio, la seguente "Lettera al Direttore", scritta dalla ns. Presidente nazionale prof.ssa Maria Laura Cattinari.




Al Direttore Emanuele Macaluso e alla collega Graziella Falconi il ringraziamento dell'intera associazione.



Giampietro Sestini







TESTAMENTO BIOLOGICO: QUEL TESTO CHE LIMITA LA LIBERTÀ SUL PROPRIO CORPO



Caro Direttore,



nei prossimi giorni è previsto il voto a Montecitorio sul ddl Calabrò, un disegno di legge che un autorevole giurista come Stefano Rodotà ha definito «ideologico, autoritario, menzognero, sgrammaticato e soprattutto incostituzionale».



Infatti con tale ddl le dichiarazioni anticipate di trattamento non saranno vincolanti per il medico, ma semplici desiderata dei pazienti e I'alimentazione e I'idratazione forzata saranno obbligatarie per tutti.



Una legge che né i medici né le società scientifiche in campo medico, né la stragrande maggioranza degli italiani vogliono.



Una legge che, se sarà approvata, obbligherà i medici a praticare terapie anche contro l'esplicita volontà dei loro assistiti, obbligandoli a vivere in uno stato di incoscienza, attaccati ad un sondino di Stato che avrebbero potuto rifiutare.



Tutto questo in nome della difesa della vita, del rispetto della dignità della persona e dell'alleanza terapeutica!



Una legge che ci farà scivolare ancor di più fuori dall'Europa dove, ad eccezione di Grecia e Portogallo, sulle cure di fine vita la scelta è nelle mani di ogni singola persona che questo diritto intenda esercitare.



Occorreva invece una legge che indicasse regole più semplici e meno onerose per il singolo e per la collettività a garanzia della volontà della persona e a tutela dei medici che quella volontà vogliono rispettare, una legge per poter esercitare questo diritto costituzionale senza dover ricorrere ai tribunali.



Se il Parlamento dovesse approvare la legge Calabrò, la società civile, che si è già attivata per istituire i registri comunali dei testamenti biologici, saprà reagire per modificarla attraverso il ricorso alla Corte Costituzionale, così come già ottenuto per la legge 40, oppure abrogarla ricorrendo al referendum.



A questo punto, come sostiene Veronesi, meglio nessuna legge che una cattiva legge.



Maria Laura Cattinari



Presidente LiberaUscita



Associazione nazionale laica e apartitica per il diritto di morire con dignità


















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giovedì 26 maggio 2011

Giovanni Caselli

Il 25/05/2011 23:17, Urbano Cipriani ha scritto:




Caro Giovanni, voglio con questa esprimere l'apprezzamento e l'emozione per le giornate della via Romea che ci hanno visto percorrere antiche strade poco conosciute dentro al paesaggio ben conosciuto del nostro Casentino. Un percorso della memoria che si è dimostrato un buon ricostituente psicofisico in questa nostra condizione di oggi che ci vede stretti tra palazzi e autostrade, nervosi al volante per la fretta di arrivare prima dell'orologio legato al polso. Camminare insieme ai figli e nipoti di quei soldati tedeschi che mostravano a me bambino le foto di quegli stessi figli; giovani soldati che incontravo in quel di Camaldoli e dintorni, in Piazza Nova a Ponte a Poppi, in Avena e Lierna: il camminare insieme ai loro figli mi ha fatto riflettere sulla nostra vita, sulle nostre storie e sulla stupidità della guerra. Corezzo, Frassineta, Giona, Casa Santicchio, Gello, il Moscaio, Banzena, Campi con donne e uomini indaffarati per noi intorno alle tavole imbandite di formaggio prosciutto porchetta olio pomodori e tutto il sapore del buon tempo antico..Onore al merito a voi che per primi vi siete incontrati in Italia e Germania ed avete aperto la strada all'intervento delle amministrazioni locali di qua e di là dalle Alpi. Bibbiena, Chitignano, Chiusi e Subbiano hanno fatto gli onori di casa insieme a Santa Sofia e agli altri comuni di Romagna. Peccato per l'assenza della Comunità montana che sono sicuro avrà modo nelle prossime occasioni di essere presente. Perché occasioni prossime ce ne dovranno pure essere; questo è solo l'inizio. Onore a te e al tuo collega sassone come si chiama che avete aperto questa breccia-traccia di via Romea. Sono contento di essere stato con voi a fare questo bel cammino; fare anche nel senso di creare. Perché, come dice il poeta, "il cammino si fa camminando". Alla prossima. Urbano.

 






Caro Urbano,




non sai quanto mi fa piacere questa tua riflessione, ne faccio tesoro, la metto in archivio.




Mi dispiace solo di non aver partecipato a tutte le camminate, avendole già fatte in precedenza circa un mese prima per la verifica del terreno e archeologica delle strade.










Stavo anch'io facendo riflessioni sui volti di questo "fratelli" tedeschi, alcuni dei quali somigliavano a quelli delle SS che un giorno del 1944 cercavano mio padre e portarono via mio nonno. Qualcosa è cambiato in senso positivo. Il mio progetto è quello di creare una rete di strade pedonali che comprenda tutto l'ex Vecchio Mondo e possibilmente anche il continente americano. Come ho detto anche nel mio breve intervento: le persone che si incontrano a piedi su un sentiero si salutano e parlano, mentre quelle che si incontrano in macchina si offendono nel migliore dei casi.










Per quanto riguarda la guerra occorre combatterne le cause, quando la guerra è in corso è difficile fermarla perché le cause rimangono. Allora la prima cosa e non stringere mai alcun patto, politico o commerciale (niente real politics) con capi di stato andati al potere con la violenza e protetti da eserciti specializzati nella repressione interna.








La guerra che noi abbiamo subito da ragazzi era inevitabile quando scoppiò e sarebbe stato un disastro fermarla perchè non riesco ad immaginare un mondo in cui Mussolini e Hitler fossero stati i vincitori.








Continuiamo a lavorare sulle "erterie della civiltà globale", le differenze - spesso fasulle- culturali ed etniche sono anch'esse alla radice di querre prive di senso, essendo alla radice del nazionalismo. L'umanità è mista sia geneticamente che culturalmente, io sono contrario a qualasi discorso riguardante la nazione-stato, e in particolare gli stati coinfessionali, come Israele o gli stati basati sulla legge coranica.






Giovanni






Caro Giovanni, grazie del tuo gradimento che viene a valorizzare il mio. Quanto alla guerra, non confonderla però con la resistenza alla guerra. La guerra stupida è quella di Hitler e Mussolini che vanno al macello trascinandosi i popoli di mezzo mondo. La loro stupidità è frutto di un'altra stupidità che è il trattato di pace del 1918 imposto da Francia e Inghilterra alla Germania di Weimar che, ridotta alla fame, si piegò al mito nazionalsocialista. La madre di tutte le stupidità è la prima guerra mondiale fatta davvero senza motivo e comunque contro Giolitti e la quasi totalità dei parlamentari di allora. Bastarono Casa Savoia, 4 industriali e 4 generali più il poeta vate che si liberò dai debiti vendendosi ai 4 industriali...non più solo stupidi ma criminali. Dalla guerra mondiale è nato il fascismo italiano che ha aperto la strada a quello europeo. Tanto cammino ancora da fare con i piedi e con la testa su " una rete di strade pedonali che comprenda tutto l'ex Vecchio Mondo e possibilmente anche il continente americano" come tu dici. Mi piace questo tuo pensare in grande. Di nuovo grazie per il lavoro che fai. Urbano.






Caro Urbano, la tua simpatia mi ripaga per queste attività. L'idea di una rete globale di fratellanza costituita dalle vie che fecero il mondo ossia " le arterie della cultura globale" potrebbe essere la nostra salvezza.




Le spiegazioni date dagli storici ai fenomeni del fascismo e del nazismo non mi sembrano corrispondere a quamto ho  osservato ed appreso negli anni riguardo ai sentimenti delle folle.




La folla è un animale non pensante, che agisce emotivamente senza analizzare.






Non ci sono scuse per questi fenomeni, secondo me sono frutto dell'inciviltà, ossia della civiltà non penetrata a fondo nelle masse, ma rimasta agli intellettuali che hanno voluto tenersi il monopolio della cultura.






Oggi le cose cambiano. La rivoulzione in atto è nuova, nasce dalle masse informate grazie a media quali ad esempio Al Jazeera, strumentale nella rivoluzione dei popoli islamici in corso.






I cinesi hanno paura a ragione di Google e di Al Jazeera, ma non ce la faranno, la Cina sarà presto in fiamme. Spero di sbagliarmi, ma questa rivoluzione genuinamente popolare avrà effetti imprevedibili. Una cosa è certa, i dittatori avranno bisogno di armi sempre più potenti per uccidere ed opprimere le popolazioni. Vedi cosa accade in Siria, ma il popolo vincerà.






Giovanni





Foto fatte nella circostanza

sabato 21 maggio 2011

La via Romea





 Venerdi 20 maggio 2011

Lungo la via Romea, nel tratto casentinese, da Corezzo a Giampereta, Casa Santiccchio,  Giona, Moscaio, Banzena, Campi.

 Quaranta camminatori, italiani, tedeschi, guardie forestali, guida storico archeologica (Giovanni Caselli), interprete italotedesca. Soste di lezioni illustrative e di tavole alternative: acqua cotta, crostini campagnoli, prosciutto del Casentino e cacio della Verna, bruschetta, paste dolci al forno di casa, cantuccini e vinsanto. Una mangia-longa con soste a Casa Santicchio, Giona, Campi. Tra sole, nuvole, minaccia di temporale mai posta in essere, provvidenziale auto stop Banzena-Campi per me che nella salita da Corezzo verso Giampereta, sotto il sole cocente, avevo lasciato gran parte delle energie; dove si dimostra che l'età comincia ad essere davvero un dato anagrafico. Da mettere in conto il lavoro di video reporter...A Campi, terminate le bottiglie di vino bianco, esploit finale a base di Volare, Firenze stanotte sei bella e canti della Franconia: tedeschi affiatati e corali, italiani pieni d'esubero al vin santo e urlatori scamiciati, con picche soliste  più apprezzabili.
  Sono arrivato morto alle Lame. La doccia mi ha un po' rianimato, ma non troppo. Sabato 21 siesta.
 Durata complessiva 9-16, che significano 7 ore. Un filmato di 44 minuti e una trentina di foto. Domenica 22 sarò al castello di Valenzana per la giornata conclusiva della 4 giorni italo-tedesca e mi programmo per non più di un'ora ci cammino.
Foto della giornata
Links
Comune Subbiano
programma evento
programma convegno

giovedì 19 maggio 2011

E DANTE CREÒ UNA LINGUA METICCIA
















E DANTE CREÒ UNA LINGUA METICCIA































La Repubblica 16 maggio 2011 —   pagina 43   sezione: CULTURA































Fra le tante eccezioni di cui gode l' Italia, terra delle eccezioni, quella della lingua non è certo fra le più marginali. Come un unico fiume millenario, la sua letteratura deriva infatti da una sola sorgente, rappresentata da un singolo testo fondatore: La Divina Commedia. (Prendiamo per buona quest' approssimazione, sorvolando sulla scuola siciliana, toscana, bolognese, come su un autore quale Cavalcanti, e proviamo a sviluppare la metafora). Dalla cima di quell' opera somma, un autentico Everest europeo, scaturisce la lingua che irriga la nostra poesia, la nostra prosa, il nostro teatro. Ma in cosa consiste il segreto di un simile capolavoro? Direi in una capacità di concentrazione e immagazzinamento sillabico senza precedenti. Dante, cioè, procede a un inaudito stoccaggio del senso. La fatica con cui lo leggiamo, dipende dal fatto che ogni suo verso possiede un peso specifico immenso, dovuto appunto alla spaventosa quantità di senso che contiene. Per ricorrerea un' altra analogia, siamo di fronte a una sorta di congelamento: ogni verso della Commedia reca in sé, sprofondata nel freddo, una massa di senso quasi intollerabile. Cosa fare, allora? Bisognerà passare questi versi al micro-onde del commento: il processo di comprensione richiede cioè di tradurre il cibo dell' autore in un nuovo stato fisico. Altrimenti detto, all' interno di quest' opera il commento equivale a un percorso di riconversione. Da qui la lentezza del procedere: è come se ogni verso fosse un nodo, un algoritmo, un' equazione da risolvere. Sotto questo aspetto, la lingua di Dante suona straniera, talmente straniera che in certo modo solo uno straniero ha saputo coglierne fino in fondo il segreto. Penso ovviamente al grande Ospi Mandel' stam, (foto di Ospi) che ne affrontò la lettura usando la penna «come il martelletto del geologo». Mille immagini sgorgano dal suo saggio, tra cui questa osservazione illuminante: «Il commento è parte integrante della Commedia <...& la Commedia, nave portento, esce dal cantiere con lo scafo già incrostato di conchiglie». Ma forse non è un caso che ad afferrare così bene la struttura dell' opera sia stato un poeta di un' altra lingua e di un' altra cultura, che amava sillabare Dante nei campi di prigionia, che usava Dante per resistere al silenzio della tirannia. Ciò spiega quanto risulti profonda la sorgente della nostra letteratura, e aperta a chiunque voglia attingervi. Prodotta da quelle matrici latine, greche, provenzali, arabe, normanne che concorsero alla nascita del Dolce Stil Novo, la poesia, e dunque la lingua italiana, sorsero insomma meticce, e come tali sono pronte oggi a ricevere i lettori che giungono a noi da mondi lontani. È in questa prospettiva che va intesa la "funzione-Dante" descritta da un critico come Gianfranco Contini. Plurilinguismo, espressionismo, dinamicità, sono iscritti nel nostro testo fondatore come altrettante forme di accoglienza verso la parola dello straniero, l' ospite sacro venerato da Omero. - VALERIO MAGRELLI

















La via Romea

!8-22 maggio: da Ravenna a Subbiano, attraverso Vallesanta.





Link
















































































martedì 17 maggio 2011

E' stato sempre da quella parte

Cosa stanno guardando?















Simulazione di un attacco sotto falsa bandiera al Pakistan.



(la foto da Georgiamada)


martedì 10 maggio 2011

Una historia Fiorentina e non solo




UNA “HISTORIA FIORENTINA”






 



            Simone di Piero della ricca e influente famiglia Vespucci, visse e operò a Firenze nel 14° secolo. Tra il 1382 e il 1388 fondò l’ospedale di Santa Maria dell’Umiltà, corrispondente all’odierno San Giovanni di Dio in Borgo Ognissanti. Prima di morire, nell’anno 1400 lo donò alla Compagnia di Santa Maria del Bigallo, che già si occupava di altri luoghi di cura. Simone era avvezzo agli affari e ben sapeva come va il mondo, perciò articolò la sua donazione in precisi dettati e clausole: i beni mobili e immobili da lui lasciati alla Compagnia si dovevano destinare unicamente “…all’ospitalità e al servizio uso e vantaggio, utilità accoglienza sostentamento dei poveri e degli infermi  e delle persone miserabili per il tempo che verrà”  [sott. nostra] ad esclusione di ogni altro “uso e servizio”.



            Nei secoli successivi la volontà di Simone è sempre stata rispettata dalla Compagnia del Bigallo e dagli altri gestori di quel bene che la saggia previdenza del donatore aveva destinato  al miglioramento della vita nella città al tempo suo e “per il tempo che verrà”.



 



            E’ venuto un tempo, il presente, in cui previdenza e civica saggezza sono virtù generalmente poco praticate. Né si distingue dall’andazzo l’attuale gestore dello storico ospedale di Borgo Ognissanti, l’ASL fiorentina, che infatti progetta di  continuare le insensatezze della sua finanza creativa (e probabilmente di sanarne le voragini di bilancio) con un piano di  vendite che include pure quegli edifici.



            Si dà il caso però che Simone abbia tuttora in Firenze delle degne eredi. Tre di queste, appresi gli sciagurati progetti, per quel che le riguarda, hanno rinverdito la civile cura dell’antenato per il bene collettivo, che evidentemente sentono come propria. Consultati gli opportuni documenti, hanno incaricato un avvocato di produrre una Osservazione all’adottando Piano Strutturale della città con cui si avvisano Comune e ASL che non è possibile fare ciò che si vuole dell’ospedale in questione alterando le volontà del donatore chiaramente espresse e vincolanti. Di fatto hanno preannunciato una diffida alle due amministrazioni verso qualsiasi disegno speculativo che volessero attuare sugli edifici che Simone ha voluto pubblici anche “per il tempo che verrà”.



            Il comitato “San Salvi chi può” pratica altre e differenti forme di conflittualità nella difesa dei beni pubblici, in particolare dell’ex ospedale psichiatrico da cui prende il nome, in consonanza con quanti lottano contro l’esproprio dei beni comuni cittadini e metropolitani da parte di avidi e potenti interessi privati, molto ascoltati dalle Amministrazioni locali. Da questo punto di vista e di azione, ritiene originale e certamente incardinata nel ricchissimo contesto storico e culturale toscano, la difesa di un bene pubblico attraverso l’uso di un testamento risalente al 1400.



            Ritiene inoltre, che quelle lontane parole dell’estensore suonino di attualissimo rimprovero politico a quanti – pubblici amministratori o politici di professione – solerti al “decoro” dei territori  loro affidati, nella sostanza servono i poteri forti e le loro logiche di profitto, nell’ostentato disinteresse e perfino nell’ostilità verso i “poveri”, gli “infermi” e “le persone miserabili” del nostro tempo, che si risolve in disinteresse e danno per lo svolgersi di una civile  e umana vita di tutti.



 

lunedì 9 maggio 2011

Riemergere
















L’ULTIMO SCRITTO DI SCANSANI – «Riemergo […] con poca voglia di moralismi in grasse mutande alla Ferrara barattate per libertà e per un presidente, delle cui balle siamo stanchi e di cui ci vergogniamo, un presidente ridicolo con nessun rispetto delle regole, chiunque sia a portarle o a doverle portare, se le regole si devono portare. Non sono mai stato comunista, per cultura, sono stato duramente antifascista con rispetto attuale per Fini, coscientemente repubblicano, e socialista municipale. Sappiamo che la sinistra cela la realtà, la destra spesso la svela. La sinistra rischia di nascondere, non vedere, la destra invece di vedere. Ho apprezzato e apprezzo alcuni ministri e sottosegretari, vedo con disgusto e con vergogna quel codazzo di servi sottosegretari e ministri piduisti di avvocati portati in Parlamento, gli esperti! per salvare Berlusconi dalle istituzioni, dalle regole dagli errori mai ammessi. Se ne torni a casa, alle sue ville, il puritanesimo falso, il moralismo famigliare. E anche la Chiesa, con questo presidente, ha imparato a vergognarci: la grande Chiesa che fa orrore e la piccola Chiesa che fa tenerezza, come Macondo. L’editoria ha consumato troppe parole, e la cultura vive di parole che sono vive e libere e che non possono continuare a vivere con vergogna nella menzogna di un popolo. Che qualcuno abbia anche il coraggio o l’orgoglio di dire no. Questa è una classe politica a cui la cultura, e la cultura politica, non interessano, che ride, che si diverte, che non ha il senso della solidarietà, che non ha cura dei nostri figli, che baratta la cura dei tumori per il milleproroghe. Mi auguro che mio figlio rimanga ancora a lungo al suo dottorato di Hong Kong». (Alessandro Scansani)







Altra Fonte

















martedì 3 maggio 2011

La morte di Bin Laden










Death of "Bin Laden" an Unproven Assertion by Obama Regime; Door Wide Open to New NATO False Flag Terror Provocations Disguised as Retaliation; US-UK Target Pakistan for China Ties, Self-Defense Pact with Saudi Arabia



 La morte di Bin Laden, un'affermazione non provata dal Regime di Obama; porte spalancate per nuove provocazioni terroristiche da parte della NATO, rivendute  come rappresaglia (di Al Queda). Obbiettivo il Pakistan per i legami stretti con la Cina e il trattato di mutua difesa con l'Arabia Saudita.



Parola di Tarpley (video in inglese)

















lunedì 2 maggio 2011

Il santo e l'assassino

1 maggio 2011 Vojtila beato, concilio sotterrato.



2 maggio 2011 Bin Laden defunto, terminata la fase Bush. Si apre ufficialmente la nuova fase. Ci aspettano imminenti sorprese dall'isola Diego Garcia. La vera SP.E.C.T.R.E. (acronimo di SPecial Executive for Counter-intelligence, Terrorism, Revenge and Extortion) dell'Impero statunitense.



Appendice

O era morto da 9 anni, come dice Massimo Mazzucco che ne sa più di tutti noi, oppure è andata così:



Nell'isola sperduta nell'Oceano Indiano, base della SPECTRE angloamericana, è venuto a mancare l'agente n. 001, rampollo della famiglia Bin Laden-Bush,  gravemente malato da almeno 9 anni,  amorevolmente assistito da badanti broker saudite ed infine cremato e le ceneri gettate in mare con tutti gli onori della SPECTRE. Morte opportuna che favorisce la nuova edizione del reality show imposta dai tempi nuovi che suggeriscono l'alleggerimento del fronte militare in Iraq-Afghanistan con spostamento nell'Africa maghrebina dove la Libia produce petrolio abbondante e di ottima qualità. Il tutto facilitato in questo caso da un governo italidiota bacianelli  completamente asservito da anni all'asse usisraeliana. 



Ma aspettiamo più sensatamente quale sarà il parere di Webster Tarpley

 
(che sulla Libia scrive:Dopo due settimane di attacchi imperialistici, la Libia viene ora straziata dai terroristi di al Qaida, dalla guerra civile, dai raid aerei della NATO, dai missili Cruise, dai droni Predator e dagli aerei da combattimento C-130, tutte cose rese possibili dai ribelli della Cirenaica sostenuti dalla CIA. Commandos statunitensi, britannici, francesi e olandesi hanno assunto la leadership delle forze ribelli e le stanno armando con armamenti moderni in flagrante violazione dell’embargo sulle armi specificato nella risoluzione ONU 1973. Inoltre al Qaida, per conto suo, sta già rubando armi pesanti, come ha riferito il presidente del Ciad. La fatua retorica delle rivoluzioni colorate di matrice angloamericana si è dissolta, per mostrare alla luce del sole l’orrenda realtà di una cinica e brutale furia imperialistica volta a distruggere lo stesso Stato-nazione moderno.)