giovedì 30 dicembre 2004

Rassegnata stampa


Vaniloquio
Dio è buono e ci accoglie, non importa il rito funebre
La morte è stata identica per decine di migliaia di esseri
umani, rendendoli uguali anche nel rapporto rituale con il
loro Dio: cristiani, musulmani, induisti, buddhisti, ebrei.
Quei corpi lasciano la terra a caso: fosse comuni, roghi
improvvisati. Nessuna differenza di tradizioni secolari. Di
fronte a una distruzione così indistinta, svaniscono
ostilità antiche quanto le fedi: gli induisti sono sepolti
accanto ai buddhisti, i cristiani sono bruciati con i
musulmani. Per chi crede tutto questo può significare
terrore ancestrale di offendere Dio. Ma la catastrofe
cambia tutto. E quello stesso Dio così esigente può
apparire buono, comprensivo.
[Paolo Conti - Corriere della Sera]


Sproloquio (Chi parla per coprire qualcosa d'altro)
L'orrore nell'epoca della sua riproducibilità
Quaranta mesi: dall'11 settembre 2001 al 26 dicembre 2004.
Dalle torri gemelle allo tsunami. In mezzo, le
decapitazioni, le autobomba, Beslan. Tutte cose che abbiamo
visto. Fino a pochi anni fa i media ci pensavano dieci volte
prima di mostrare un corpo senza vita
. In queste ore,
cataste di morti ci aspettano all'edicola; cadaveri
allineati come pupazzi aprono i telegiornali. Manca la
morte alla radio: arriverà. Cambia il senso del pudore; era
inevitabile, forse, che cambiasse il senso dell'orrore. L'ho
scritto dopo le giornate di Beslan: bisogna guardare il
mostro negli occhi. Mi chiedo però se al mostro non stiamo
facendo l'abitudine.
[Beppe Severgnini - Corriere della Sera]


Nota l'esemplificazione: le decapitazioni, le auto bomba, Beslan: giornalismo arruolato, embedded.
Qui si coprono i morti ammazzati in Iraq e Palestina: chi mandava le foto non c'è più: Enzo Baldoni, i 2 giornalisti francesi, un Ponte per Bagdad, le Ong, i volontari...insomma tutti quelli che si opponevano a questo Tsunami antropoide: via libera al Negroponte.Te lo immagini - ora che tutta la terra è costretta a guardare all'Oceano Indiano - che pacchia per le Intelligence, in questo momento: lo tsunami che ha coperto isole e continenti, ora serve a coprire torture, eliminazioni mirate, imprese sporche, colpi di mano, finanziarie dell'ultimo giorno. Si riposano per qualche ora gli 00killing di Runsfeld, l'Esercito Islamico di Liberazione, il Mossad e prendono respiro anche gli androidi spediti da Putin in Cecenia.
E' sempre la favola del pescatore che pesca nel torpido. E la Natura matrigna è entrata nel gioco. Rileggiamo il messaggio che ci viene dal Giacomo Leopardi della Ginestra: è il messaggio di un (quasi) disperato che si sforza di individuare una via d'uscita che vada oltre il vaniloquio e lo sproloquio.


 Questo pezzo trovato nella mia email denuncia l'ipocrisia dei mass media statunitensi che fanno piangere in questi momenti tutta l'America con l'abbondanza dei servizi, le storie grandi e piccole, le sofferenze, gli atti di altruismo e tutto quanto. Gli stessi mezzi di comunicazione Left uncovered this past year was the massive disaster that has befell Iraqi civilians. Over 100,000 civilians have died since the beginning of the US invasion and hundreds of thousands more are homeless and weakened,... non hanno degnato di una parola durante tutto quest'anno ormai passato l'incommensurabile disastro che si è abbattuto sui civili iracheni. Più di 100.000 civili sono morti da quando è cominciata l'invasione americana e centinaia di migliaia inoltre sono rimsti senza casa e senza mezzi di sussisstenza,...



The US corporate media coverage of the Indian Ocean tsunami disaster, for most Americans, was shocking, and emotional. Empathic Americans, with the knowledge that a terrible natural disaster of huge significant to hundreds of thousands people had occurred, wanted to help in any way they could. Church groups held prayer sessions for the victims, and the Red Cross received an upsurge of donations.


The US corporate media coverage of the tsunami disaster exposes a huge hypocrisy in the US press. Left uncovered this past year was the massive disaster that has befell Iraqi civilians. Over 100,000 civilians have died since the beginning of the US invasion and hundreds of thousands more are homeless and weakened. In late October 2004 the British Lancet medical journal published a scientific survey of households in Iraq that calculated over 100,000 civilians, mostly women and children, have died from war related causes. The study, formulated and conducted by researchers at the Bloomberg School of Public Health at the Johns Hopkins University and the College of Medicine at Al Mustansiriya University in Baghdad, involved a complex process of sampling households across Iraq to compare the numbers and causes of deaths before and after the invasion in March 2003. The mortality rate in these families worked out to 5 per 1,000 before the invasion and 12.3 per 1,000 after the invasion. Extrapolate the latter figure to the 22 million population of Iraq, and you end up with 100,000 total civilian deaths. The most common cause of death was aerial bombing followed by strokes and heart attacks. Recent civilian deaths in Fallujah would undoubtedly add significantly to the total


Corporate Media Ignores US Hypocrisy on War Crimes
By Peter Phillips
http://www.projectcensored.org/


 


Auguri e niente aborti

F.to: il consultorio familiare


 


 


 


Un albero di Natale molto particolare e' quello che e' stato preparato nel consultorio familiare dell'Asl di Cremona: e' addobbato con profilattici, pillole anticoncezionali, diaframmi, spirali e anche un divaricatore vaginale per pap-test. Un preservativo pende dal capo di un angioletto dorato.
ANSA contro ansia.


 


 


 

mercoledì 29 dicembre 2004















 


Giacomo Leopardi

















 


 


 


Magnanimo animale


Non credo io già, ma stolto,


Quel che nato a perir, nutrito in pene,


Dice, a goder son fatto,


E di fetido orgoglio


Empie le carte, eccelsi fati e nove


Felicità, quali il ciel tutto ignora,


Non pur quest'orbe, promettendo in terra


A popoli che un'onda


Di mar commosso, un fiato


D'aura maligna, un sotterraneo crollo


Distrugge sì, che avanza


A gran pena di lor la rimembranza.
Il poeta non considera magnanimo, ma stolto, un essere che, destinato a scomparire del tutto ("perir") e allevato tra le sofferenze, afferma di essere nato per la felicità e il godimento, e riempie di stomachevole orgoglio i suoi scritti, promettendo ai popoli per l'avvenire, su questa terra, altissimi destini e felicità sempre nuove, tali che, non solo sono ignorate dalla terra (cioè che nessun essere umano ha mai provato), ma anche dall'universo intero. E promette la felicità a popoli che un maremoto ("onda di mar commosso"), una pestifera esalazione ("fiato d'aura maligna"), un terremoto ("sotterraneo crollo") possono distruggere in modo tale che di essi sopravvive a stento solo il ricordo.


"EMERGENZA MAREMOTO": Appello urgente di raccolta fondi di


Medici senza frontiere


10 operatori del pool d'emergenza sono stati già mobilitati per valutare i bisogni in India, Malesia e Indonesia.


2 persone sono in stand-by per valutare la situazione. Un altro team di 4 persone è pronto a raggiungerli in 24 ore.


Per sostenere le azioni di soccorso è necessario raccogliere almeno 1,5 milioni di euro: per


questo abbiamo bisogno del tuo aiuto. ORA.


Donazioni on line con carta di credito: www.medicisenzafrontiere.it
ccp 87486007


Banca Popolare Etica c/c 000000115000 ABI: 05018 CAB: 12100 CIN: B Agenzia Unica


Numero verde: 800 99 66 55


Causale "MAREMOTO IN ASIA"
Per informazioni: Medici Senza Frontiere Onlus - Via Volturno, 58 - 00185 Roma
Tel.: 06.4486921 - Fax: 06.44869220 - E-mail:
msf@msf.it
Sede di Milano: Largo Settimio Severo, 4 - 20144 Milano


Prima mandiamo la nostra offerta; poi una riflessione su le umane sorti e progressive, rileggendo la Ginestra di Giacomo Leopardi.

Nobil natura è quella


Che a sollevar s'ardisce


Gli occhi mortali incontra


Al comun fato, e che con franca lingua,


Nulla al ver detraendo,


Confessa il mal che ci fu dato in sorte,


E il basso stato e frale;


Quella che grande e forte


Mostra sé nel soffrir, né gli odii e l'ire


Fraterne, ancor più gravi


D'ogni altro danno, accresce


Alle miserie sue, l'uomo incolpando


Del suo dolor, ma dà la colpa a quella


Che veramente è rea, che de' mortali


Madre è di parto e di voler matrigna.



È veramente di animo nobile colui che ha il coraggio di guardare con i suoi occhi di uomo mortale il destino che attende sia lui sia tutti gli altri (il "comun fato", cioè la morte) e che riconosce apertamente, senza minimamente attenuare la verità, il male che ci è stato dato in sorte e la nostra fragile e bassa condizione (cfr. Dialogo di Tristano e di un amico: "calpesto la vigliaccheria degli uomini, rifiuto ogni consolazione, etc."); (è di animo nobile) colui che si rivela eroico ("grande e forte") nella sofferenza e non aggiunge alle sue miserie, aumentandole, l'odio e l'ira contro i propri simili, che sono un male più grave di ogni altro, e invece di incolpare l'uomo (= i suoi simili, i suoi fratelli) del proprio dolore, dà la colpa a colei che è veramente colpevole.


Costei chiama inimica; e incontro a questa


Congiunta esser pensando,


Siccome è il vero, ed ordinata in pria


L'umana compagnia,


Tutti fra sé confederati estima


Gli uomini, e tutti abbraccia


Con vero amor, porgendo


Valida e pronta ed aspettando aita


Negli alterni perigli e nelle angosce


Della guerra comune.



Non sono quindi gli uomini i nostri nemici, bensì la natura, che ci ha generati come una madre ("è madre in parto") ma che dimostra verso di noi i sentimenti di una matrigna (cfr. Zibaldone, VII, 361-62: "La mia filosofia fa rea d'ogni cosa la natura" e il Dialogo della Natura e di un Islandese: "...sei carnefice della tua propria famiglia"). Chi ha l'animo nobile, dunque, chiama nemica costei; e pensando, a ragione, che la società umana all'inizio si sia unita e ordinata contro l'avversa natura (cfr. Cicerone), considera gli uomini tutti associati fra loro e li stringe a sè come fratelli, porgendo ad essi valido e sollecito aiuto nei pericoli e nelle sofferenze derivati da questa comune guerra, e attendendo da essi, a sua volta, un identico aiuto (i pericoli sono detti "alterni" perchè ora colpiscono gli uni ora gli altri).



Ed alle offese


Dell'uomo armar la destra, e laccio porre


Al vicino ed inciampo,


Stolto crede così qual fora in campo


Cinto d'oste contraria, in sul più vivo


Incalzar degli assalti,


Gl'inimici obbliando, acerbe gare


Imprender con gli amici,


E sparger fuga e fulminar col brando


Infra i propri guerrieri.



Così fatti pensieri


Quando fien, come fur, palesi al volgo,


E quell'orror che primo


Contra l'empia natura


Strinse i mortali in social catena,


Fia ricondotto in parte


Da verace saper, l'onesto e il retto


Conversar cittadino,


E giustizia e pietade, altra radice


Avranno allor che non superbe fole,


Ove fondata probità del volgo


Così star suole in piede


Quale star può quel ch'ha in error la sede.


Un uomo di nobile natura (il soggetto è sempre "nobil natura" del v. 111) crede che sia un'azione da stolti armare la propria destra per offendere gli altri uomini e ostacolare i propri vicini con catene ed inciampi, come sarebbe segno di stoltezza, in un accampamento circondato da eserciti nemici, dimenticare la loro presenza proprio mentre essi incalzano con i loro assalti e intraprendere invece lotte accanite contro i propri compagni, mettendo in fuga i commilitoni e facendone strage con la spada.
Quando queste idee saranno fatte conoscere al popolo come già lo furono, e sarà di nuovo introdotto fra gli uomini per mezzo di una veritiera filosofia quell’orrore della spietata natura che anticamente li strinse in un civile sodalizio, allora gli onesti e retti rapporti tra i cittadini (il "conversar cittadino" = consorzio civile), la giustizia e la pietà avranno ben più solide basi che non quelle orgogliose favole ("superbe fole", cioè la falsità di una filosofia che presume di dare fondamento metafisico ai valori morali), sulle quali – se mai poggi su di esse la rettitudine del popolo si erge assai male, come tutto ciò che poggia sull’errore (cfr. Zibaldone VII, 138-139; IV, 173, e cfr. le Operette morali in, numerosi passi).


La ginestra o il fiore del deserto


Parafrasi della poesia





Leopardi vivo in un ritratto


più umano di quello solitamente


ammannito da quell'insipido clichè


che ci ritroviamo in tutte le pubblicazioni.


La bella fotografia di Leopardi morto me l'ha indicata Paola; io non la conoscevo.


 


 


Leggi il post di Lorenza in Contaminazioni.

venerdì 24 dicembre 2004


Gaspare!


Il re mago
è arrivato solo
alla capannuccia;
agli altri due
hanno fatto la buccia.
l'Italia
da cosa nostra
è diventata
cosa sua.

E così gesù bambin
sul tappeto tecnogym
sogna d'esser già a Parigi
a la gare di chatelet;


pensa poi con l'alpha e l'Omega
salutando con la mano
camminare in mezzo all'acque
del bel lago di Lugano;


mentre invece la madonna
indossando la collana
sogna d'essere qui a Pitti;
voi pastori state zitti;
poi si aggiusta gli orecchini
e a Giuseppe fa gli inchini.


Son regali intelligenti
son regali da padroni;
li può far chi ha tanti denti
e i tre c del Colleoni.


Io mi rodo dall'invidia
e poi penso che la fine
sarà quella del re Mida.


Ma intanto Francia e Spagna
or qui ammiran la cuccagna.

L'anno prossimo i 180 deputati di Forza Italia saranno i
più in forma del parlamento: il premier Silvio Berlusconi
ha regalato a tutti un tapis roulant ultimo modello,
valutato intorno ai quattromila euro, per tenersi allenati
senza uscire da casa. Alla macchina Tecnogym il presidente
del consiglio ha aggiunto personalmente un orologio Omega o
Longines per gli uomini e una collana con orecchini di perle
per le donne. In totale ogni onorevole si porta a casa un
regalo che vale 6.500 euro. Berlusconi regalava orologi
anche ai dipendenti di Mediaset e Publitalia. Il costo del
tapis roulant è molto alto, ma secondo un portavoce di
Forza Italia "è un regalo intelligente, pensato per i
parlamentari che lavorano tanto e non hanno tempo di andare
in palestra".


Abc, Spagna [I regali di Berlusconi - in spagnolo]


Il premier italiano Silvio Berlusconi ha regalato un
orologio svizzero e alcuni gioielli a tutti i deputati e
senatori di Forza Italia, costretti a lavorare anche
durante le feste natalizie per approvare la finanziaria del
2005. I parlamentari hanno ricevuto i doni durante una cena
lo scorso 21 dicembre a Roma: un orologio Longines per gli
uomini e una parure di perle per le donne.


L'Union, Francia [Orologi natalizi - in francese]

mercoledì 22 dicembre 2004

Barbabianca ci sarà
Ma non ci sarà Beppe Dati: alle ore 19,30 del 24 dic. ha telefonato che gli è nato il bambino. A mezzanotte Beppe sarà occupato a cantare l'ultima sua canzone: ninna nanna a Gesù Datino. Auguri.


Veglia di Natale in piazza Isolotto
Vincere la paura nel segno della vita che nasce: questo il tema si cui si svolgerà la Veglia di Natale in piazza Isolotto, in continuità ideale con la festa della Toscana.


Non solo parole. Poesia, musica, canto e una pluralità di simboli.


Un olivo, via via che intorno si svolgeranno girotondi, diverrà "l’albero dei bambini" coprendosi di immagini di bambini e bambine del mondo abbinate a scritte che testimoniano la loro condizione reale, le violenze e le paure che sono scaricate sui bambini, i loro diritti e le attenzioni positive.


Un grande fuoco incenerirà angosce e paure. Sarà solo un augurio e un impegno che ci scambiamo con un gesto simbolico. Abbiamo bisogno anche di questi momenti: non sono gesti vuoti, i simboli sono già un inizio.


Il cantautore Beppe Dati offrirà la sua testimonianza sul tema della Veglia con due canzoni: "L’amore" composta per i bambini dell’ospedale Meyer e "Natale aeronautico" per tutti i bambini che come Gesù nascono nei luoghi della emarginazione.


Ci saranno significative testimonianze di esperienze concrete provenienti da varie religioni e culture e la condivisione dei simboli della eucaristia nella memoria di Gesù.


La Veglia avrà inizio alle ore 22,30 del 24 dicembre. Se in piazza Isolotto si rendesse "impossibile" vegliare a causa di un clima particolarmente inclemente ci rifugeremo anche noi in una "grotta" vicina alla piazza, cioè alle "Baracche" in via degli Aceri 1.

Questo Natale 2004 fra paura e speranza.
Il nostro tempo è gravato dal senso di paura in modo particolarmente invadente. I motivi sono tanti. Fra tutti emerge il terrorismo, la guerra infinita, lo scontro di civiltà, l'immigrazione, l'incertezza del futuro, lo stravolgimento della natura. E tutto questo amplificato dalla strumentalizzazione che ne fanno i poteri che dominano il mondo. I quali tentano di annegare nella paura ogni nostra ricerca di speranza e di cambiamento.


Ma più pressante è la paura più esplode in noi il bisogno di speranza.


E il Natale acquista un significato di notevole attualità.


Natale come festa della vita che nasce, festa della forza vitale che perennemente risorge, festa del bambino e della bambina, raggio di una speranza che non muore, radice di una speranza capace di vincere il dominio della paura. Il Natale festa della nascita di Gesù, bambino fra i bambini, speranza fra le speranze, storia di salvezza fra le storie di salvezza.


Questo vedere la nascita e la vita di Gesù e del cristianesimo delle origini inseriti con tutta la loro originalità nella pluralità dei movimenti storici di speranza, di salvazione e liberazione non è affatto un declassamento. E' invece una enorme valorizzazione.


Lo si capisce ancor meglio oggi in questa cultura della globalizzazione che ha come risvolto positivo il senso della intercultura: tanto più "si è" quanto più si riesce ad "essere insieme agli altri", ai diversi da noi. Non è solo tolleranza o rispetto degli "altri". E' molto di più e di diverso. E' "divenire insieme", "trasformarsi insieme" su un piano di parità. E’ cultura della nonviolenza.


E così viviamo questa veglia così viviamo questa veglia in piazza Isolotto in spirito di accoglienza verso la vita che nasce e come impegno per i diritti dei bambini in tutto il mondo La Comunità dell’Isolotto
Firenze Natale 2004

Le parole delle canzoni di Beppe Dati:


NATALE AERONAUTICO


Giuseppe non aveva mai visto un aeroplano
E aveva paura di perdere i biglietti
Maria si reggeva il pancione con una mano
Nell’altro stringeva una guida e dei fumetti.
Era una sera di grandi partenze all’aeroporto
Circondati di folla, bagagli e mille luci
Nessuno era venuto a portargli un po’di conforto
Ad augurargli buon viaggio nemmeno i loro amici.
Convinti di partire per chissà quale Eldorado
L’aereo urlando prese la rincorsa
Poi s’arrampicò nel cielo come un leggendario drago
Soffiando un fuoco giallo, rosso e nero
A sfida in faccia all’ORSA


Maria serena ascoltava muoversi il bambino
Lontana ormai dalla follia di Erode
Era orgogliosa di regalare un altro destino
A questo figlio d’amore e di una ingenua fede.
La gente intanto confusa dal fuso orario
Dormiva ignorando che avevano cambiato meta
Da quando se erano sganciati dal radio faro
E il pilota sognando seguiva una cometa
All’improvviso si spensero i motori e anche le luci
E l’aereo cominciò a precipitare
Ma mille angeli cantando l’afferrarono veloci
E come un paradisiaco aquilone lo fecero atterrare
Lo fecero atterrare….lo fecero atterrare….


Scesero tutti sani e salvi in mezzo alla campagna
Tra i fuochi dei pastori spaventati
San Giuseppe prese la sua Vergine compagna
L’asino e il bue che li avevano aspettati
E con loro si avviarono verso una capanna
Le donne portarono l’acqua e una lanterna
Poi si misero a cantare una dolce ninna nanna
Per un Dio appena nato nella notte materna!


Tutto quello che sappiamo degli altri viaggiatori
È che si ritrovarono inconsapevolmente
A bordo fra belle hostess, caffè e liquori
Mentre l’aereo volava verso l’Occidente
Nessuno si ricorda più di quella notte strana
Ma nei loro sogni a volta capita una stella
Vorrebbero afferrarla ma nel buio si allontana
Come una lucciola…una buona novella.



L’Amore


Non date retta a chi non ha pazienza
L’amore è come quella tartaruga
Che senza fretta copre la distanza
Fra il desiderio e un pezzo di lattuga
Guardatevi da chi non ha fiducia
L’amore è un uccellino sulla neve
Che cerca in quel deserto qualche bricia
E il sole di una pozza intanto beve
Non ascoltate i miseri discorsi
Che fabbrica di solito la gente
L’amore non ha dubbi né rimorsi
Dà sempre tutto e non si aspetta niente



L’amore l’amore l’amore
È quella luna sopra il davanzale
La bianca infermiera del cuore
Che coccola i bambini in ospedale
L’amore è una calda minestra
Che scioglie quell’inverno di lenzuola
L’amore è una fata-maestra
Che ha dato a noi bambini questa scuola



Non date retta a chi non ha speranza
L’amore è come un cane abbandonato
Che “ sente “ il suo padrone in lontananza
E corre già da lui a perdifiato
Guardatevi da chiunque è insoddisfatto
L’amore è un gatto che nella tristezza


All’improvviso salta sopra il letto
E con una zampina vi accarezza
Non ascoltate il coro dei delusi
Arresi ormai ad un mondo indifferente
L’amore non conosce malintesi
Regala tutto e non si aspetta niente.


L’amore l’amore l’amore
È un sole che si appoggia sul guanciale
È un babbo Natale-Dottore
Che visita i bambini in ospedale
L’amore è un enorme finestra
E per aprirla basta una parola
L’amore è una mamma-maestra
Che ha dato a noi bambini questa scuola



L’amore l’amore l’amore
L’amore l’amore l’amore


L’amore è quell’angelo di carta pesta
Che vola sopra un fiume di stagnola
Per chi è in ospedale è una festa
Un vento che accarezza e ti consola
L’amore è una brava maestra
Che semina l’amore in ogni scuola.


Vai al post,


leggi e firma


Va bene, per far prima, vai qui e manda la firma:
http://www.petitions.medicks.net

martedì 21 dicembre 2004

Rassegna stampa


Vendolano al vento: Cravatte e/o bandiere rosse


Belle cravatte e niente bandiere rosse, la corsa di Nichi
La Gad non è andata in frantumi per Vendola, ma certo non
si sente troppo bene e pure lui, che così fotografa la
situazione: "La rottura non c'è stata, ma se si fosse
verificata io sarei stato soltanto un pretesto". Maria
Latella
racconta sul Corriere della Sera che in un momento
in cui "l'immagine conta troppo", Vendola, che porta
l'orecchino e non sempre mette la cravatta, dice che
"stiamo scivolando verso un'idea pubblicitaria della
politica, per questo voglio affrontare quel tanto di
berlusconismo che è dentro di noi" e convincere la Gad che
si possono vincere le elezioni anche puntando su soggetti
estranei alle tre predilette categorie: funzionario di
partito, imprenditore, giornalista televisivo
.



Peccato, però
Bossi, perché non rileggere un po' Cattaneo? Perché il federalismo rimane una buona cosa; l'Italia è nata male, da quando Garibaldi fu mandato al confino a Caprera. Non essere tanto "identitario", Guarda l'Udinese:
Un portiere abruzzese, un difensore piemontese, uno argentino, uno danese, uno brasiliano, un centrocampista ghanese, un regista cileno, un esterno romano e uno ceco, oppure uno di Monza o di Grosseto. Una punta di Crotone oppure una di Formia, ai lati un romano e un napoletano. (Gianni Mura su La Repubblica)
Nel frattempo potresti dare una mano alla Toscana, anche se non ti vota non è male; eppure, appena fa una legge, i tuoi amici di governo la bloccano subito. Roma capona peggio di sempre?


Lega = neoidentitaria, xenofoba e fondamentalista?


Il Carroccio sulla linea del Bosforo
Le cronache, parole e immagini della manifestazione
leghista di Milano contro l'ingresso della Turchia
nell'Unione europea rimettono a fuoco l'immagine troppe
volte edulcorata della Lega. Lontani i tempi in cui ci si
poteva far sedurre dal suo populismo fino a interpretarla,
come fece qualche dirigente diessino, come "una costola
della sinitra", la creatura di Bossi si conferma una
formazione neoidentitaria, xenofoba e fondamentalista
. Ma
come si fa a invocare il ripristino di un'incontaminata
purezza delle radici europee in tempi di globalizzazione
avanzata? O il protezionismo culturale in tempi di
contaminazione transculturale accelerata?
[Ida Dominijann - Il Manifesto]

Jonathan Shapira


è appena ripartito Jonathan Shapira, il pilota israeliano che insieme ad altri ha deciso di dire "no" all'uccisione di civili e di essere complice di una occupazione militare brutale che opprime il popolo palestinese da ormai più di 37 anni. La sua testimonianza all'incontro organizzato da Action for peace a Roma in occasione del 10 Dicembre, giornata internazionale dell'Onu per i diritti umani, è stata preziosa e il suo gesto una speranza per il popolo israeliano, quello palestinese e per tutti noi.


Vi invio ora un impressionante ed esplicito articolo, apparso il 13 dicembre su Haaretz, che parla invece delle responsabilità dell'esercito israeliano nel portare avanti una politica di crimini. L'articolo è di Reuven Pedatzur, professore nella facoltà di scienze Politiche dell'Università di Tel Aviv, esperto da anni di questoni relative alla sicurezza nazionale, nonché pilota combattente riservista nell'Aeronautica Militare Israeliana.


Leggilo qui, ne vale la pena

lunedì 20 dicembre 2004

Italia mia

















 


 


 


 


 


 


 


Che i più tirano i meno è verità,
Posto che sia nei più senno e virtù;
Ma i meno, caro mio, tirano i più,
Se i più trattiene inerzia o asinità.


Quando un intero popolo ti dà
Sostegno di parole e nulla più,
Non impedisci che ti butti giù
Di pochi impronti la temerità.


Fingi che quattro mi bastonin qui,
E li ci sien dugento a dire Ohibo!
Senza scrollarsi o muoversi di lì;


E poi sappimi dir come starò
Con quattro indiavolati a far di sì,
Con dugento citrulli a dir di no.

(Giuseppe Giusti, I più tirano i meno)



Aggiornamento del 23 dic.2004
Silvio Berlusconi ha ricevuto un magnifico e inatteso
regalo di Natale dai suoi avversari politici. Il
centrosinistra sta offrendo in questi giorni al governo e a
tutto il paese uno spettacolo vergognoso di divisioni e
lotte interne. Dopo mesi di trattative, i partiti che
dovrebbero fare fronte comune contro Berlusconi sotto la
guida i Romano Prodi non sono neanche riusciti a mettersi
d'accordo sulle liste comuni da presentare alle elezioni
regionali.

Buon Natale Berlusconi El Mundo, Spagna [in spagnolo - a pagamento]

venerdì 17 dicembre 2004





 


 


Arma impropria?




CROCIFISSI ordinanza Corte Costituzionale


Il crocefisso nelle scuole non è previsto della Legge.
Le norme regolamentari di 80 anni fa non contengono alcun obbligo per le scuole.


comunicato stampa
Non essendoci una legge specifica, lo Stato e le Scuole devono applicare il principio supremo di laicità dello Stato.
Quindi le scuole devono rispettare tale principio e non devono affiggere simboli religiosi.
Comitato "Per la Scuola della Repubblica"
Tel. 06 3337437 telefax 06 3723742
e-mail scuolarep@tin.it
sito www.comune.bologna.it/iperbole/coscost
Il comitato direttivo dell'associazione
Roma 15 dicembre 2004


Il crocifisso è simbolo non di un qualsiasi volgare potere, ma del potere dei poteri, potere assoluto, trascendente e quindi globale, potere di Cristo morto, risorto e trionfante, potere che vive e si manifesta in ogni tempo nella Chiesa cattolica e nella sua gerarchia.
Costantino ha messo la croce sui suoi labari e in quel segno ha ucciso e in quel segno ha vinto...
vedi a Enzo Mazzi
L'opinione di Barbabianca

mercoledì 15 dicembre 2004

Rassegna stampa


Esteri


Chavez castrista di merda
con tutta questa sanità e istruzione


   "Non si può cambiare il mondo senza prendere il potere, ecco
     l'esempio che ci viene dal Venezuela. Chavez sta migliorando la
     vita della gente comune, e questa è la ragione per cui è
     difficile rovesciarlo - altrimenti sarebbe facile. Questa è una
     cosa che il movimento per la giustizia globale dovrebbe
     intendere, questa è politica nel vero senso della parola. Non ha
     senso intessere slogan e basta, perché per la gente comune, in
     nome della quale il movimento sostiene di star combattendo,
     l'istruzione, la sanità pubblica, il sostentamento sono molto
     più importanti di tutti gli slogan messi assieme."
Ali, Jardim: Sudamerica, tra impero e rivoluzione
http://www.zmag.org/Italy/ali_jardim-rivoluzionesudamierica.htm



Occhio a Lazzaro - Attenti che non passi Gesù Cristo


   "Con l'assassinio del primo ministro Yitzak Rabin il 4 novembre
     del 1995, si concluse un lungo intervallo di relativa apertura,
     liberalizzazione e di tentativi di relazioni pacifiche e normali
     con il mondo arabo. Assassinando Rabin la destra israeliana non
     prese solo il potere politico, anche all'interno del Labour
     Party, ma piantò anche l'ultimo chiodo sulla bara di un certo
     tipo di Israele."
Warschawski: La democrazia israeliana
http://www.zmag.org/Italy/warschawski-israelidemocracy.htm



Maledetti reporter! (con bestemmia)


   "L'esercito degli Stati Uniti ha dichiarato che 'sta esaminando a
     fondo il fatto del marine USA che ha colpito a morte a
     bruciapelo un rivoltoso Iracheno ferito', in una moschea di
     Fallujah. [...]  Il video della fucilazione è stato messo in
     onda dalle reti televisive negli USA e in tutto il mondo. Il
     documento vuole orientare l'impressione che questo sia stato un
     'avvenimento isolato', che non riflette in alcun modo le
     modalità di intervento dell'esercito USA in Iraq.'"
Chossudovsky: I media insabbiano i crimini USA in Iraq
http://www.zmag.org/Italy/chossudowsky-esecuzionimediairaq.htm


 tagliata e/o spezzatino
   "Zittito dalla dimostrazione della catastrofe anglo-americana in
     Iraq, il partito della guerra "umanitaria" dovrebbe essere
     chiamato a render conto della sua, in gran parte dimenticata,
     crociata nel Kosovo, il modello del "progresso della
     liberazione" [...]  Proprio come l'Iraq vien fatto a pezzi dalle
     forze dell'impero, così è stato per la Jugoslavia
, lo stato
     multietnico che, nel corso della guerra Fredda, rifiutò entrambi
     gli schieramenti."
Pilger: Gli invasori "umanitari" del Kosovo?
http://www.zmag.org/Italy/pilger-invasoriumanitari.htm


Il banco vince - les jeux sont fait
   "Presentiamo i casi di 5 paesi allo scopo di illustrare
     l'influenza degli Stati Uniti sulle scelte operate dalla Banca
     Mondiale."
Toussaint: Una banca sotto ascendente II
http://www.zmag.org/Italy/toussaint-banca-ascendente2.htm


Stati Uniti, l'apocalisse dietro l'angolo
Quali sono le prospettive del "sogno americano"? Jeremy
Rifkin ci ha spiegato perché quello europeo ha maggiori
chances di vita. Ma Stephen Roach, economista capo della
Morgan Stanley, sorprendentemente, va molto oltre: gli
Stati Uniti (ha detto in una riunione riservata di cui il
Boston Herald ha avuto conto) hanno non più del 10 per
cento di probabilità di evitare una "Armageddon economica".
Il restante 90 per cento, ha precisato, si divide come
segue: un 30 per cento di probabilità per un disastro a
breve termine e 60 per un disastro leggermente più
dilazionato.
[Giulietto Chiesa La Stampa]


Tenersi a distanza
Indovina da chi


Il mese scorso il disavanzo ha raggiunto il
record: 55 miliardi e mezzo di dollari, il 9 per cento in
più di settembre
.(Corriere)


Interni


Forza Italia


+ poliziotti
- medici e infermieri
- braccianti agricoli
- pescatori
- libri
- Roma (rimedia il Vaticano)
+ tasse (indirette -
non fanno danno ai riccastri, definite indolori o alla vasellina)


Rincari sui bolli ma più soldi alla sicurezza
La diga, alla fine, ha ceduto. E con la finanziaria 2005,
insieme a nuove assunzioni di poliziotti e carabinieri, i
soldi per la sanità, gli stipendi dei forestali e la
disoccupazione per i braccianti agricoli, per la pesca,
l'editoria e Roma capitale, arrivano anche le tasse. Molte:
1.120 milioni di euro per il 2005 e il 2006 con
l'inasprimento delle imposte indirette, cioè bolli, tasse
di concessione governativa, ipotecarie e catastali, più
eventuali addizionali irpef e irap nelle regioni che non
riuscissero a coprire i costi della sanità.
[Mario Sensini Corriere della Sera]



Dulcis in fundo


Ermanno Olmi è uno straordinario narratore. Il regista
dell'"Albero degli zoccoli" e della "Leggenda del santo
bevitore" è sensibile alla materia e al tempo, ma anche al
mistero e al sacro che si celano nelle cose. Il suo cinema
robusto ma allo stesso tempo raffinato gli assomiglia. Dopo
il "Mestiere delle armi", "Cantando dietro i paraventi", il
suo ultimo film, racconta la storia di Ching, un pirata
cinese graziato dall'imperatore. Una favola che parla di
pace in un mondo che cede sempre più alla violenza.

Olmi, spirito bambino   Le Figaro, Francia [in francese]
http://www.lefigaro.fr/culture/20041215.FIG0166.html


 

martedì 14 dicembre 2004







 


    Giuseppe Pinelli



      L'anarchico sbagliato.


 


 
















15 dicembre 1969: era lì in questura da tre giorni; in Questura c'era di casa, questo ferroviere addetto ai magazzini; con Luigi Calabresi, che lo convocava in Questura per abbonamento e gli regalava libri, ci scherzava; lui gli aveva contro-regalato L'antologia di spoon river.
Pinelli aveva un gran carattere, tipo tranquillo, coglioni quadrati; la questura di Milano gli era più familiare del dopolavoro ferroviario.
Dopo tre giorni tra quei poliziotti che avevano avuto l'ordine dall'Intelligence di Aviano di incastrare gli anarchici a tutti i costi e in maggior numero possibile, il Giuseppe aveva capito tutto: ma proprio tutto. In fondo in fondo si trattava di un riguardo speciale per l'Italia: invece di far la fine della Grecia dei colonnelli, bastava un governo di destra-falsosinistra, senza i comunisti, e la cosa si risolveva con 16 morti e 90 feriti. L'alternativa era la devastazione di Emilia e Toscana, la sospensione dei campionati di calcio in tutto il nord per riempire gli stadi degli ex partigiani, chissà forse anche la violazione della estraterritorialità vaticana. Giuseppe, non insistere; non ci costringere...Niente da fare: l'ordine arrivò perentorio - dalla sede Nato direttamente, da Aviano: questo uomo non può tornare libero. E fu il diciassettesimo. Ma il 17 porta sfiga. Questo cadavere non si consumava mai. Entrava nei sogni e disturbava i sonni di Luigi Calabresi, il più intelligente dei nuovi arruolati dell'intelligence; ma con qualche risvolto umano di troppo. Stava cambiando, non era più lui, si mostrava dubbioso, insicuro. Da Aviano arrivò, non subito, l'ordine per il diciottesimo: oportet ut unus moriatur pro populo (quelli tengono tutti la bibbia sul comodino da campo). Altri agenti vanno in crisi di coscienza, anche quelli meno svegli e intelligenti (che formano la grande stratificazione dell'Azienda centrale di inintelligenza); per far capire a loro che Calabresi non è stato anche lui suicidato dagli stessi suicidatori di Pinelli bisogna dare la prova di S.Tommaso che non ci crede finché non ci ficca il naso: forza Marino, deciditi. Ed ora gli agenti sono tranquilli: il nostro l'hanno ammazzato quelli di lotta continua. La Cassazzione non è la cazzazzione. Non siate titubanti; guardate la torre pendente: lì vicino, nel carcere D.Bosco (grande amico dei carcerati torinesi ai suoi tempi), giace la prova provata: si chiama Adriano e ce l'abbiamo in mano. Andate pure tranquilli a Genova e non abbiate timore a rimettere i piedi anche nella scuola, soprattutto se porta il nome del Generale della Vittoria; quello del telegramma: i resti di quello che fu uno dei più grandi eserciti del mondo risalgono in fuga disordinata - peggio di quel cacone di Cadorna mio predecessore a Caporetto - quelle colline da cui erano discesi con orgogliosa sicurezza.
- Ma Adriano, quelli di Aviano aspettano che tu chieda la grazia: così tu vai libero e i nostri rimangono convinti; non siamo sadici, solo un po' sudici. Eh via! -
Forza Adriano! Forza Adriano! (Mancini, stai sbagliando tattica - L'Inter è tutta da rifare).
Ma la finestra della questura di Milano nessuno riesce più a richiuderla.
















 


 






 


 


 



Intervista a Licia Pinelli
...la morte di Luigi Calabresi non mi risarcisce della morte di Pino".
Ha conosciuto il commissario?
"L'ho visto una sola volta, in tribunale durante il processo a Lotta Continua".
Che impressione ne ebbe?
"Mi ha fatto pena. Quando è entrato in aula, hanno preso a gridargli dal pubblico: 'Assassino!'. Per un attimo mi sono sentita nei suoi panni. La gente continuava a gridare e mi ha fatto pena".
Perché?
"Perché erano colpevoli tutti, non soltanto Luigi Calabresi, mentre in quell'aula, agli occhi della gente, soltanto lui era l'imputato, soltanto lui era il colpevole. Per me erano tutti imputati allo stesso modo, il questore, il prefetto, il ministro e ancora più su. Io non volevo, non trovavo giusto che si aggredisse il capro espiatorio. Per questo ne avevo pena".
Per l'assassinio di Calabresi sono stati condannati Sofri, Bompressi e Pietrostefani...
"Io non credo alla loro colpevolezza. Anche a Lotta Continua, come a me, è stata sottratta la verità. La 'campagna' di Lotta Continua aveva lo scopo di dare una verità alla morte di Pino. Avevano ottenuto il processo, non avevano alcuna ragione di ucciderlo. Questo penso...".
Giuseppe D'Avanzo, La Repubblica,18 maggio 2002


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Farsa Italia
(
ab utroque procedit)


Genitori, Genitoque


Laus et jubilatio


Salus, honor, virtus quoque


Sit et benedictio


Procedenti ab utroque


Compar sit laudatio.  A-men


 



 

domenica 12 dicembre 2004











 Torino


 





7-10 Dicembre 2004


 


 


 


 


 










Tre giorni a Torino ospiti di Franco e Pinuccia, zona Murazzi e Valentino; si va a piedi a Porta Nuova e Piazza Castello, a due passi dall’imbarcadero sul Po. Tante impressioni, in ordine di grandezza: il museo del cinema dentro la grande Mole dell’Antonelli, le grandi piazze e i portici di Via Po, i bar e negozi, le librerie, il Lingotto, i Futuristi, il Museo egizio, gli impressionisti sulla neve, il museo d’arte moderna, i ritratti da Budapest, il concerto (piano, violoncello, clarino), il tranvai su rotaie (non è poco che l’abbia mantenuto la città dell’auto). Tutto in tre giorni. Finché è durato il fiato. E poi il rientro in treno, stanco morto.



Città che cambia buccia come una serpe, da industriale a turistica, ma ancora non turistizzata, più genuina; l’augurio di un fiorentino di resistere a McDonald e ai fast food che stanno travolgendo metro per metro le strade di Firenze come ad un tiro al piattello.


Cose viste in un tour di forza e passione.


Voti da 1 a 10


1 – (mostra) la neve e gli impressionisti: 8
2 – (mostra) Il futurismo: 9
3 – (mostra) ritratti da Budapest:7
4 – museo del cinema e la Mole antonelliana: 10
5 –
museo d’arte moderna: 9
6 – Torino bus (giro guidato): 5
7 – gita sul Po in battello: 4
8 – Concerto al Conservatorio: 8
9 - Lingotto (con lo scrigno di Renzo Piano): 10


10 - Torino card (con 15 euro via libera per 3 giorni su tutto (mostre, musei, trasporti):10


Il museo del cinema
dentro la Mole Antonelliana


. Panoramica delle Alpi, Torino lì sotto, il Po, la Dora, Superga: davvero un bell’angolo giro dentro agli occhi. La bombetta di Chaplin, il bustino di Marylin, partendo dalla scatola magica al primo movimento di fotografie sovrapposte su su fino a Fellini e Mastroianni. Le poltrone rosse ergonomiche, due proiezioni continuate con film d’archivio, l’ascensore che ti scivola via via sulla testa.
Una grande rievocazione; la fabbrica dei sogni
dentro la gran Mole con le classi di bambini e meno bambini guidati dai maestri; un museo interattivo come nei paesi anglosassoni. Da vedere, standoci un po’. C’è anche il ristorante.
E poi
i futuristi,
nella casa palazzo di Camillo Benso conte di Cavour, che più “futuro” di lui, peccato che sia morto nel momento più delicato lasciando l’Italia in mano ad una dinastia più che mediocre,condizionata da una gerarchia bigotta, povera Italia ricucita insieme a suon di guerre sterminatrici, fanfare assordanti e cavalli orripilanti, bersaglieri sempre in corsa, monumenti secondo impero, colonne bianche immense insensate per render piccola e insignificante l’umanità strisciante, chiese grandi e invadenti; gradevole eccezione il duomo, nella foto, dimensionato a misura umana, sede d’una divinità che si fa piccola dentro ad un lenzuolo insanguinato.
Già, i futuristi. La prima cosa che ti colpisce, in questa e in altre mostre, la cura didattica e scenografica, la distribuzione degli spazi, l’uso delle didascalie e dei video; ammirevoli.
Sui Futuristi dunque una grandissima mostra e sentimenti contrastanti: genialoidi e teste di c. mescolate insieme, quando vedi - nei loro scritti - che scambiano la violenza con la forza e lo stupro con la conquista, preferiscono il rosso del sangue a quello del barbera, esaltano la guerra come igiene del mondo: non voglio insistere, ma distinguo chi scrive prima del '15 da chi insiste con la guerra dopo il '18.


Certo dovevano respirare un’aria di merda in giro per l’Europa visto che i governanti in quei tempi hanno organizzato in pochi decenni le più grandi stragi di massa da quando l’uomo è sceso giù dagli alberi lasciandoci i primati che a tutt’oggi si son dimostrati più evoluti sotto questo aspetto.
La mostra è da vedere e complimenti, ancora e sempre, a chi l’ha allestita. Questo vale per tutti gli allestimenti torinesi, anche gli impressionisti sulla neve, dove è stato realizzato un video che fa muovere i personaggi, paesaggi e colori stanchi di stare incollati alle tele: geniale.


Mentre sto scrivendo - 12 dic. sera - vedo sul tg toscano il museo della scienza sul lungarno dove i bambini delle elementari incontrano Galileo in persona che spiega il come e qualmente mentre allo Stibbert Giovanni dalle bande nere spiega l’uso delle armi. Qualcosa sta cambiando nel modo di utilizzare i musei: interattivi come da scuola anglosassone.
Sul Lingotto un discorso a parte che rimando. Per ora basta il voto. Veramente una cosa ben fatta, senza Mc Donald né Warner Bros; l'America tenuta a distanza.


A Torino, alle sue strade ancora percorribili, ai suoi negozi ancora non omologati, ai bar dai sapori e odori antichi (il Bicerin di… ritroverò il nome del vecchio caffè) dedico la passeggiata di Palazzeschi con l’augurio che possa mantenersi “antico” in questo grande suo rinnovamento che viaggia sull’onda dei giochi invernali del 2006.

All'arte del ricamo,
fabbrica passamanerie,
ordinazioni, forniture.
Sorelle Purtarè.
Alla città di Parigi.
Modes, nouveautè.
Benedetto Paradiso
successore di Michele Salvato,
gabinetto fondato nell'anno 1843.
avviso importante alle signore !
La beltà del viso,
seno d'avorio,
pelle di velluto.
Grandi tumulti a Montecitorio.
Il presidente pronunciò fiere parole.
tumulto a sinistra, tumulto a destra.
Il gran Sultano di Turchia ti aspetta.
La pasticca di Re Sole.
Si getta dalla finestra per amore.
Insuperabile sapone alla violetta.
Orologeria di precisione.
93
Lotteria del milione.
Antica trattoria "La pace",
con giardino,
fiaschetteria,
mescita di vino.
Loffredo e Rondinella
primaria casa di stoffe,
panni, lane e flanella.
Oggetti d'arte,
quadri, antichità,
26
26 A.
Corso Napoleone Bonaparte.
Cartoleria del progresso.
Si cercano abili lavoranti sarte.
Anemia !
Fallimento!
Grande liquidazione!
Ribassi del 90 %
Libero ingresso.
Hotel Risorgimento
e d'Ungheria.
Lastrucci e Garfagnoni,
impianti moderni di riscaldamento:
caloriferi, termosifoni.
Via Fratelli Bandiera
già via del Crocefisso.
Saldo
fine stagione,
prezzo fisso.
Occasione, occasione!
Diodato Postiglione
scatole per tutti gli usi di cartone.
Inaudita crudeltà!
Cioccolato Talmone.
Il più ricercato biscotto.
Duretto e Tenerini
via della Carità.
2.17.40.25.88.
Cinematografo Splendor
.


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lunedì 6 dicembre 2004


Aspiranti avvocati


"I volontari? (riferito ai galoppini di Falsa Italia) Pagarli non è scandaloso, poi viene la passione" (Studio Previti-ndr)
[Maria Latella Corriere della Sera]




 


Rosso antico


di Toscana


dedicato al Presidente del governo regionale toscano Claudio Martini


e al Principe Pietro Leopoldo di Lorena



Gioietta e Vittorio sono una coppia molto sapiente. Per sfuggire alla TV si rifugiano nella lettura; intendo letture serie, molta storia, tra cui quella degli Etruschi, i quali, al tempo della lotta tra Mario democratico e Silla aristocratico, si schierarono con Mario. Ma Silla fece la guerra preventiva per dare a loro libertà duratura.


Mario e Silla in Etruria
Durante la guerra civile tra Mario e Silla, gli Etruschi si schierarono dalla parte di Mario. Nell'87 Mario sbarca a Talamone e riesce a reclutare un esercito di seimila Etruschi con cui marcia su Roma. Mario muore nell'86. Nella primavera dell'83 Silla sbarca a Brindisi. Sono consoli due mariani: Carbone e il figlio di Caio Mario. In Etruria viene mandato Quinto Sertorio per arruolare un nuovo esercito. Nell'82 Silla entra in Roma. Poi si dirige verso l'Etruria. Un esercito viene inviato lungo la costa e si scontra con i volontari mariani tra i fiumi Ombrone e Albegna. I mariani sono sconfitti. Un'altra vittoria sillana avviene nella Val di Chiana. I mariani si ritirano verso Chiusi. Il console Carbone ferma le schiere sillane in una battaglia dall'esito incerto. Poi giungono le notizie delle vittorie dei sillani su tutti i fronti. Carbone lascia l'Etruria per l'Africa. L'esercito mariano abbandonato a se stesso viene sconfitto da Pompeo. Ma Populonia e Volterra resistono. Quattro legioni assediano Volterra. Silla non riesce a conquistare la città. Il comando viene passato a Caio Carbone, fratello del console fuggito in Africa, per proseguire l'assedio e prendere la città per fame. Solo nel 79 Volterra cederà.Silla è ormai dittatore assoluto. L'Etruria deve scontare l'essersi schierata con Mario. Le nobili famiglie etrusche vengono punite. I loro beni sono sequestrati a favore degli ufficiali di Silla. Si cercano terre da distribuire ai 120.000 veterani sillani. Molti di loro si stabiliranno a Fiesole, Arezzo, Volterra e Chiusi. Tuttavia parte dell'aristocrazia etrusca manterrà i propri averi. Ad esempio i Cecinae di Volterra o i Cilnii di Arezzo.
Nel 78 Silla muore. (Pace all'anima sua).
Trovata qui.


Questa faccenda gli Etruschi se la legarono al dito, da cui deriva il fatto che la Toscana, a tutt'oggi, è una regione rossa e, per quanto farsa italia si sforzi, pare proprio inespugnabile dagli odierni sillani; più dura dell'antica Volterra.


Questa storia l'ho sentita accennare da Gioietta l'altra settimana alle "Baracche verdi"; m'è piaciuta e l'ho qui posta ad epigrafe: un augurio per le prossime feste con una coppa di rosso antico al mondo, a Claudio Martini con tutti i toscani a Pietro Leopoldo con tutti i lorenesi.
La grinta di Volterra.

domenica 5 dicembre 2004

Io ho paura: coraggio.


Il post


Il blog


 




 


 


Giacobbe lotta contro dio (Dorè)


 







Chi è venuto prima? Dio o il bisogno nostro di Dio? (Time, 29 nov.2004)





Il nuovo genoma: l’ultima scoperta americana: dio è un genoma del nostro DNA. L’ultimo numero di Time si apre così:
"The god gene. E’ il nostro DNA che ci spinge a cercare un potere più alto? Che ci si creda o no, alcuni scienziati dicono sì, che è così. "


Mi sembra la scoperta dell’ombrello: Feuerbach l’aveva già detto a suo padre pastore protestante: non dio crea l’uomo a sua immagine e somiglianza; ma l’uomo crea dio a sua immagine e somiglianza; gli americani hanno scoperto il dio-bush vincitore delle elezioni, i palestinesi conoscono bene il dio-Sharon, grande spazio mediatico vien dato dai primi due al dio-Bin Laden, signore del coltello alla gola. Sotto questa trinità giace in questo momento il pianeta terra: al di sopra dei tre c’è Polemos, la Guerra: la gran madre di tutti gli Imperi; il suo messaggero la Paura con i piedi alati: posta prioritaria elettronica che ha messo nel museo la vecchia carrozza postale a cavalli.


Chi detiene il controllo del genoma controlla il nostro DNA, ha in pugno il nostro cervello.


Quello che conta perciò non è l’aspetto filosofico, ma le conseguenze pratiche di questo bisogno umano che sicuramente c’è: lo dicono tutti, anche Marx e Freud. Se per il primo è una droga antidolore e per il secondo una illusione anti paura, il problema concreto è, per noi, quello dello spacciatore di questa droga, del venditore di queste illusioni.


Il Vaticano è così potente da noi perché si è garantito, con l’eliminazione paziente determinata metodica dei concorrenti storici, il monopolio dello spaccio; la gang che domina gli States ha dato l’ultimo colpo agli avversari con l’overdose della nuova miscela “twintowers”, spacciatore incaricato l’amico di famiglia principe saudita. In questo momento viaggiano sulla cresta dell’onda: il card. Ruini vede già il “superamento del laicismo” grazie al terrorismo islamico che ha risvegliato l’identità cristiana (Marco Politi su “Repubblica” 4 dic. Pg.23) e si prepara ai trionfi del prossimo papato.


Machiavelli nostro se la ride tra le ossa e ci sbatte sotto il grugno per l’ennesima volta il cap. XVIII del suo Principe.


Tantum religio potuit suadere malorum.


Chi mi legge pensa: guarda che ateo. Niente vero. Io non ce l’ho con la droga, ma con lo spacciatore che, attraverso essa, mi rende suo schiavo (dellospacciatore non della droga). Io voglio il self service della droga-sentimento religioso. Questo sentimento religioso è profanato dalle caste e reso veleno per le nostre anime da tutte le religioni organizzate, soprattutto quelle fondate su libri sacri e su dogmi irreformabili. Il mio è un dio vivente, anche se ignoto.


Ma come faccio a dire di essere credente? Il card. Ruini griderebbe al miracolo e indirebbe una festa per il ritrovamento del figlio perduto e ritrovato. Si son presi il vocabolario. E chi si impossessa di una parola tiene sotto tutti coloro che fossero costretti a usarla (Philip Dick)



Tutto questo insolito sproloquio per presentare un articolo di Lea Meandri e un invito di Enzo Mazzi al prossimo Forum di febbraio. Lo trovi qui.
Aggiungo una precisazione: qualcuno dice che il fallimento delle teorie non violente deriva, fra le altre cose, dal fatto che i programmi dei movimenti sono stati troppo egemonizzati dall’illuminismo settecentesco e dall’economicismo novecentesco. Può essere vero, ma solo in parte: il fatto è che il "Principe" ( che so, Wolfowitz) legge Machiavelli, se lo tiene sul comodino, lo venera come un libro sacro e lo mette in atto. Il Principe crede nel suo dio, lo insinua, lo inocula, nell’inconscio collettivo, nelle religioni ed è più bravo di noi per il buon motivo che può usare mezzi che a noi sono vietati ed assolda intermediari di tutto rispetto. Non sempre si viene sconfitti per aver sbagliato; a volte si è sconfitti proprio perché onesti. Il centro sinistra può aver perso la Sicilia perché aveva tentato di sconfiggere la mafia con Falcone e Borsellino, ma la mafia è stata più forte. Certo la mafia approfitta delle debolezze altrui, usa mezzi nascosti, striscia come una serpe. E sa che la vittoria assolve da tutti i delitti. Il vincitore si prende la ragione (=giustificazione), prima fra le spoglie di guerra, e non finirà mai di fronte alla corte internazionale: è un concetto che ho sentito esprimere da Mac Namara nella sua lunga e compiaciuta intervista confessione sulla guerra in Vietnam. L’America di Bush deve vincere a tutti i costi perché sa che altrimenti finisce al tribunale di Norimberga, che sanzionerebbe la forca per tutti i Presidenti degli USA, compreso Jimmy Carter, parola di Noam Chomsky.


Se per vincere ci vuole ancora una volta l’atomica, avanti con l’atomo. E noi facciamo i meravigliati scandalizzati per Abu Graib o per un soldato che finisce un "terrorista" ferito. E teniamo i nostri soldati a reggere il moccolo a petrolio.



Finisco davvero. Il resto, meno personale, lo trovi ancora qui.



Anzi, no: non ho finito.


Io penso di essere nello stato d’animo di una grande parte dell’umanità che oggi, scioccata dalla vittoria del diodellaguerra americano si trova disorientata ma non rassegnata.


Io dunque penso di essere Giacobbe che combatte contro dio, quel dio lì (nota 1): durò tutta una notte e ne uscì fuori con le anche rotte.


Stiamo tutti lottando contro il dio di Abramo di Isacco e di Giacobbe o contro quello di Bush, di Sharon, di Bin Laden?
Stiamo lottando contro il dio di Mosè, di Cristo e di Maometto o contro quello del Ku Klux Klan, del Vaticano, dellArabia Saudita?


Giacobbe rimase solo, e un uomo lottò contro di lui fino allo spuntar dell'aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore; e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. Quegli disse: "Lasciami andare, che é spuntata l'aurora". Rispose: "Non ti lascerò partire se non mi avrai benedetto". Gli domandò: "Qual è il tuo nome?". Rispose: "Giacobbe". Riprese: "Non più Giacobbe sarà il tuo nome, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto". Giacobbe allora gli chiese: "Dimmi il tuo nome, ti prego!". Gli rispose: "Perché chiedi il mio nome?". E qui lo benedì. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel, "perché -- disse -- ho visto Dio faccia a faccia eppure la mia vita è rimasta salva".


(Genesi 32, 23-31. La lotta di Giacobbe con l'Angelo)


Mi sento in lotta contro dio in questa notte di rigurgito violento ed assassino.



Ma come faccio a dire di sentirmi Israele? Un altro vocabolo rubato.



(nota 1): Il termine ‘fondamentalista’ deriva da The Fundamentals. A Testimony of the Truth, il titolo di una collana pubblicata tra il 1910 e il 1917, «contro ogni teoria laica, materialista, scientifica, socialista […]», in parallelo con la grande offensiva cattolica «contro il modernismo». La fede evangelica è riassunta in 5 articoli: nascita di Cristo da madre vergine, resurrezione in corpore e sua Seconda Venuta, redenzione grazie alla sua morte sacrificale, infallibilità letterale della Bibbia, autenticità dei miracoli delle Scritture.


Trovato qui


lunedì 29 novembre 2004

Eutanasia
di un’assemblea studentesca


Sabato 27 novembre 2004: il 9 mi porta dall’Isolotto alla stazione, il 17 mi scarica in viale dei Mille nei pressi dello stadio Franchi di Campo di Marte. Un mese prima quattro giovani ginnasiali fiorentine m’avevano chiesto la disponibilità a trattare della eutanasia nella assemblea studentesca di fine mese. Avevano trovato il mio nome in Internet, sito di Libera Uscita. Adesso sono qui con Paola in Via Malta, di fronte al cavalcavia pedonale che unisce Viale Mazzini agli impianti sportivi, costeggio lo stadio militare, la pista di atletica leggera dove fervono i preparati per la Maratona di domani, domenica 28: il cielo è coperto ma non piove né pioverà, gli alberi del viale portano evidenti i segni del tornado di una settimana fa, la temperatura è mite. Alle nove siamo al Palazzetto, come da programma: una trentina di studenti stanno di fronte ad un cancello. “Ci scusi cominceremo alle 9,30 perché siamo in attesa dei professori che devono venirci ad aprire”. I prof. Arrivano alle 9,45. Approfitto della sosta per curiosare un po’ all’interno del Palasport che da poche settimane porta il nome di Mandela: Nelson Mandela Forum. Questo battesimo mi piace.Il Palazzetto è immenso, ovale, dispersivo: seimila posti o giù di lì: ad un tratto mi si rianima, si riempie di gente, in pochi minuti diviene un grande uovo pigolante e in mezzo una band e in mezzo Fabrizio De André: 1997, una serata indimenticabile. La prima volta che vedevo “re carlo tornava dalla guerra” dal vivo. Mi ricordo che fumava in continuazione e io pensavo:”ma se deve cantare, si rovina la voce”. Invece si stava rovinando i polmoni.Tanasia volontaria. Da allora non ero più rientrato in questo immenso spazio ovale. Eccolo di nuovo vuoto, triste, umido non ancora freddo. Entrano gli studenti, un centinaio; si siedono sui gradini a lato della maratona. Quattro sedie davanti a loro attendono prima un tavolino rimediato dietro i soppalchi e poi i 4 relatori invitati: il medico, l’insegnante di diritto ecclesiastico, il prete, il rappresentante di Libera Uscita. Mi colpisce uno dei quattro relatori che chiede spazientito chi è il responsabile dell’organizzazione, dà una mano a sistemare il tavolo, incomincia a parlare. E’ il medico: lavora – ci dice - in un reparto di rianimazione; grande comunicativa, sa farsi intendere con quel microfono sordo e a tratti inutile (se appena lo avvicini alla bocca), crede nel suo mestiere è competente e devess’essere bravissimo come pochi nelle tecniche rianimatorie; ne avrò una chiara impressione di conferma nel breve scambio di vedute avuto con lui fuori del Palazzotto, all’uscita. E’ sicuro di sé stesso, della sua medicina, del giuramento di Ippocrate; non crede ai trattamenti eutanasici disposti per Legge, descrive la malattia e la morte con efficacia e precisione. Credo che abbia una fiducia infinita e definitiva nelle capacità di lenimento del dolore della moderna medicina. E qui si ferma: almeno così credo d’aver capito. Ripeto “credo”, perché parla rivolto agli studenti, a me di spalle o di tre quarti e l’altoparlante mi rimanda spezzoni di frasi. Non dev’essere comunque in totale sintonia col prof. Morino. Stesso problema acustico durante l’intervento del prof. di Diritto ecclesiastico, simpatico, il più preparato dei quattro, buona prossemica e grande comunicativa. Tanto in lui calore meridionale nelle sue parole-gesto quanto nel medico razionalità e scanzonatura fiorentina nelle sue definizioni-epigrammi. Cita Socrate, si muove agile tra tutti i riferimenti storici, cita a memoria tutte le attuali legislazioni relative ai trattamenti eutanasici, rintuzzando garbato e deciso i tentativi di intromissione-intersezione del medico del corpo e di quello dell’anima. Mi risparmierà la fatica di ripetere concetti importanti nella fase finale dell’assemblea quando tutti sono un po’ stanchi.
Il prete, sulla quarantina, affabile e modesto, quasi timido: si sente che sta un po’ stretto, lui giovane prof. di filosofia in una facoltà teologica, nei panni del portavoce di una dottrina anticata, imposta a lui dai “porporati” (definizione di Montanelli) romani, otri vecchie contro il vino nuovo del progresso scientifico e del diritto civile ormai affermato qui da noi in Occidente (non sto parlando del ministro castelli). A fine incontro gli lascerò volentieri una copia del fascicolo “Anche in Italia l’eutanasia”, recente e aggiornato e in più, non richiesto, gli metto tra le mani il documento dei Valdesi che qui a Firenze sono una bel gruppo, sede in Via Manzoni, chiesa in Via Lamarmora, accanto agli scolopi. “Perché non c’è solo Ratzinger né un’unica scuola teologica” - dico sorridendo. Annuisce, non so quanto per cortesia e quanto per convinzione. In questa situazione l’ho visto comunque a disagio. Tipi come lui si saranno trovati certo meglio in questo stesso palazzotto pieno, tempo addietro, dei fedeli osannanti alla madonna di Medjugorie, presenti cento “porporati” e la veggente Marija Pavlovic. Anche la vita ha bisogno di terapie di lenimento dei dolori.
Ma il mio buon prete ha parlato troppo a lungo e togliendo al sottoscritto quarto relatore lo spazio e la voglia. Fortunatamente il prof di diritto, come già detto sopra, aveva anticipato idee e concetti eutanasici di grande livello e di sicura competenza.
Nonostante tutto, dopo due ore e tre quarti quei cento studenti,divenuti ottanta , sono ancora lì, attenti pazienti battenti i denti dal fresco-umido che piano piano è entrato nelle intersezioni tra ossa e muscoli. Vedo un paio di coppie che si riscaldano a distanza ravvicinata: ci sorridiamo; lenimento del dolore; senza, per ora, accanimento terapeutico.
Riflessione fuori campo: se è vero che la storia, nel bene e nel male, la fanno le minoranze, eccole qui, nel bene: un quarto degli studenti, un centesimo dei prof., in maggioranza femmine
A loro suggerisco due libri di Elena Gianini Belotti: “Dalla parte delle bambine”, “Adagio un poco mosso” (come dire: dalla parte delle vecchie signore indegne).
Nella circostanza ho portato con me il secondo, ed. Feltrinelli, costituito da 7 racconti di cui l’ultimo “La Gita”, eutanasico. Da leggere. A fine riunione mi hanno chiesto titolo autore editore.


Quello che ho detto:

Noi Beatrice, per grazia di Dio, Regina di Olanda, Principessa di Orange-Nassau, etc.,etc.etc.
Porgiamo ringraziamenti a tutti coloro che vedranno o sentiranno questo scritto.
Dal momento che abbiamo considerata giusta la richiesta di includere una norma per l’esenzione dalla responsabilità criminale per i medici che, avendo osservato tutti gli adempimenti della cure necessarie, rischiano di essere perseguiti dalla legge per aver posto fine ad una vita su richiesta o per aver assistito nel suicidio un’altra persona, intendiamo qui provvedere ad una modifica di legge e ad una riforma delle procedure.


Il reato come previsto nel primo paragrafo non sarà punibile se è stato commesso da un medico che ha soddisfatto le prescrizioni della cura dovuta, come previsto dall’articolo 2 della Legge sull’Eutanasia su richiesta e sul Suicidio assistito
(letto da Sara, del comitato studentesco).

Eluana, a cui ho dedicato questa occasione di incontro, a nome mio e del comitato studentesco:


Ventinove anni, di cui otto passati in stato vegetativo. Eluana, vittima di un incidente stradale, è stesa su un lettino, apre e chiude gli occhi ma non vede, non parla, non si muove. Respira, però, da sola, il suo cuore batte ma non può cibarsi e la sua vita è legata ad un sondino che la nutre. Il padre della ragazza ora chiede il diritto ad una "morte dignitosa" che viene negata dal tribunale di Lecco e dalla Corte d'Appello di Milano: l'alimentazione è un atto assistenziale dovuto, non si tratta di accanimento terapeutico.


Il mio testamento biologico,
perché contemporaneamente documento giuridico preciso nella terminologia medica e allo stesso tempo portavoce di una esperienza diretta.


Disposizioni generali
Dispongo che.interventi oggi comunemente definiti "provvedimenti di sostegno vitale" e che consistono in misure urgenti quali, ad esempio, la rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione assistita, la dialisi, la chirurgia d'urgenza, le trasfusioni di sangue, l'alimentazione artificiale, non siano messi in atto, qualora il loro risultato fosse, a giudizio di due medici, dei quali uno specialista:
• il prolungamento del mio morire;
• il mantenimento di uno stato d'incoscienza permanente;
• il mantenimento di uno stato di demenza avanzata.
In particolare, nel caso io fossi affetto da una malattia allo stadio terminale, da una malattia o una lesione cerebrale invalidante e irreversibile, da una malattia implicante l'utilizzo permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione, rifiuto qualsiasi forma di rianimazione o continuazione dell'esistenza dipendente da macchine e non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.
Chiedo inoltre formalmente che nel caso fossi affetto da una delle malattie sopra indicate siano intrapresi tutti i provvedimenti atti ad alleviare le mie sofferenze, compreso in particolare l'uso di farmaci oppiacei, anche se essi rischiassero di anticipare la fine della mia vita.
Disposizioni particolari - Eutanasia
Nella prospettiva, inoltre, di un'auspicata depenalizzazione, anche nel nostro paese, dell'eutanasia, nel caso in cui anche la sospensione di ogni trattamento terapeutico non determini la morte, chiedo che mi sia praticato il trattamento eutanasico, nel modo che sarà ritenuto più opportuno per la conclusione serena della mia esistenza.


Quello che non ho detto o fatto:

( per inagibilità dell'ambiente e/o per mancanza di tempo)

- proiezione del video con interviste sull’eutanasia di Montanelli, Hack e altri (durata pochi minuti, intenso ed efficace);
- ascolto del canto di Calaf della Turandot “All’alba vincerò” dal film mare dentro;
- ascolto della canzone “nera sombra” dal film c.s.
- drammatizzazione concordata in precedenza con tre ragazze della Legge Olandese: Noi Beatrice, regina d’Olanda…
- con chiara allusione analogica a Beatrice-Turandot.
- Ricordo di Giorgio Conciani: avrebbe richiesto un intervento preciso, particolareggiato, di una certa durata.


Considerazioni finali:


NO:
La dirigenza scolastica, primo fra tutti il Consiglio di Istituto, per aver mandato 100 studenti a passare il tempo equivalente alla durata elle lezioni in un locale fatto per 6.000 persone, rari nantes in gurgite vasto (oceano dentro), avendo a disposizione-butto là- l’Auditorium della Cassa di Risparmio a due passi dalla scuola, il cinema atelier Alfieri a tre passi, il Teatro delle Laudi a quattro passi, tutti locali messi a disposizione degli anziani che frequentano a Firenze i corsi dell’Università dell’età libera.


SI’:
Gli studenti (la minoranza presente, lievito nella massa):
attenti, presenti, pazienti, liberi e autonomi nella scelta dell’argomento.


Un’impressione forte:
La ragazza che ha parlato al microfono della situazione in famiglia, dove un componente(il padre?), colpito da tumore in fase terminale, chiede la dolce morte che probabilmente non potrà avere.


Una constatazione consolante:
all’uscita un’altra studentessa, parlando con me e Paola, sommessamente accenna al caso del padre che, su richiesta, era stato aiutato dal medico, consenzienti e riconoscenti tutti i familiari.


Nota su Giorgio Conciani
Nel novembre del 1995 l'ordine dei medici di Firenze aveva infatti radiato Giorgio Conciani per "motivi etici", con l'accusa di aver prescritto cocktail di farmaci ad aspiranti suicidi.
"Era molto depresso dopo la radiazione dall'albo e la grave malattia che lo avrebbe progressivamente portato all'immobilità assoluta", ha spiegato all'Ansa Ferruccio Conciani. "Spesso mio padre aveva manifestato l'intenzione di togliersi la vita e alle mie osservazioni rispondeva che le idee di un uomo vanno rispettate. (Repubblica 7 maggio 1997)

NB. Il post sottostante serve come annotazione a completamento di questo.


 ramon sampedro

 Nessun dorma


 




Calaf
Nessun dorma! Nessun dorma!
Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza guardi le stelle
che tremano d'amore e di speranza...
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà…
Ed il mio bacio scioglierà
il silenzio che ti fa mia.
Le donne
Il nome suo nessun saprà…
E noi dovrem, ahimè, morir, morir!
Calaf
Dilegua, o notte! Tramontate, stelle!
All'alba vincerò! Vincerò!
Ping, Pong, Pang
Tu che guardi le stelle, abbassa gli occhi…
La nostra vita è in tuo potere!
Ping, Pong, Pang
Che vuoi? Ricchezze? Tutti i tesori a te!
Rompon la notte nera queste fulgide gemme!
Fuochi azzurri! Verdi splendori!
Pallidi giacinti! Le vampe rosse dei rubini!
Sono gocciole d'astri!
Prendi! È tutto tuo!
Le donne
Va' lontano, va' lontano!
La folla
Fuggi! Va' lontano, e noi ci salviam!
Calaf
Alba, vieni! Quest'incubo dissolvi!
Calaf
Mio fiore! Oh, mio fiore mattutino!
Mio fiore, ti respiro!
I seni tuoi di giglio,
ah, treman sul mio petto!
Già ti sento mancare di dolcezza,
tutta bianca nel tuo manto d'argento...
Calaf
Il mio mistero? Non ne ho più!
Sei mia! Tu che tremi se ti sfioro!
Tu che sbianchi se ti bacio puoi perdermi se vuoi!
Il mio nome e la vita insiem ti dono!
Io sono Calaf, figlio di Timur!



Negra Sombra - Luz Casal - Carlos Nuñez


Cando penso que te fuches,
negra sombra que me asombras,
ó pé dos meus cabezales
tornas facéndome mofa.


Cando maxino que es ida,
no mesmo sol te me amostras,
i eres a estrela que brila,
i eres o vento que zoa.


Si cantan es ti que cantas;
si choran, es ti que choras,
i es o marmurio do río,
i es a noite i es a aurora.


En todo estás e ti es todo,
pra min y en min mesma moras,
nin me dexarás ti nunca,
sombra que sempre me asombras Nera ombra



Quando penso che te ne fugga via
Nera ombra che mi turbi,
al piè del mio capezzale
te ne ritorni facendoti beffa.


Quando immagino che sei andata
Non di meno mi riappari;
sei la stella che brilla
sei il vento che gioca.


Se cantano sei tu che canti
Se piangono sei tu che piangi
E sei il mormorio del fiume,
e sei la notte e sei l’aurora.


In tutto sei e tu sei tutto,
con me e in me stesso tu dimori,
né mi lascerai tu più mai
ombra che sempre mi fai sussultare.



"MAR ADENTRO" (Por Ramón Sampedro)


Mar adentro,
mar adentro.


Y en la ingravidez del fondo
donde se cumplen los sueños
se juntan dos voluntades
para cumplir un deseo.


Un beso enciende la vida
con un relámpago y un trueno
y en una metamorfosis
mi cuerpo no es ya mi cuerpo,
es como penetrar al centro del universo.


El abrazo más pueril
y el más puro de los besos
hasta vernos reducidos
en un único deseo.


Tu mirada y mi mirada
como un eco repitiendo, sin palabras
'más adentro', 'más adentro'
hasta el más allá del todo
por la sangre y por los huesos.


Pero me despierto siempre
y siempre quiero estar muerto,
para seguir con mi boca
enredada en tus cabellos.

Mare dentro ( di Ramon Sampedro)


Mare dentro
Mare dentro


Lì nella leggerezza del fondo
Dove si avverano i sogni
Si uniscono le volontà
Per realizzare un desiderio.


Un bacio accende la vita
Con un lampo e con un tuono
E in una metamorfosi
Il mio corpo non è più il mio corpo,
è come penetrare al centro dell’universo.


L’abbraccio più infantile
E il più puro dei baci
Come parole condensate
In un unico desiderio.


Il tuo sguardo e il mio sguardo
Come un eco che si ripete, senza parole
“più addentro, più addentro”
fino al più in là del tutto
per il sangue e per le ossa.


Però sempre mi sveglio
E sempre voglio esser morto,
per rimaner con la mia bocca
irretita nei tuoi capelli.