mercoledì 20 giugno 2007

Viaggio in Sicilia (IV)

Ballarò

29 Maggio 2007.

E’ il centro storico di Palermo, prima di essere la sigla della trasmissione TV. E’ uno dei più grandi centri storici di città europee, mi dirà Umberto Santino, (del Centro di documentazione antimafia...prossimo post): 200.000 abitanti prima dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, 30.000 oggi. Anche grazie agli extracomunitari. I Palermitani rimasti vivi non hanno fatto come i friulani di Gerona; hanno lasciato lì tutto e si sono spostati nella nuova Palermo,oltre che in America. L’ho attraversato da cima a fondo partendo dalla cattedrale. Andavo in cerca delle olive confezionate in Via del Bosco 49, olive trovate lì un mese prima da Carlino, un amico isolottiano doc dei tempi del sessantotto, il quale ne è rimasto incantato e ne vuole assolutamente delle altre. Più di un’ora attraverso case e palazzi disfatti, con Paola terrorizzata dai motorini di ragazzi indiavolati. Vedere tetti sfondati,  case diroccate, pareti scheggiate dalle bombe, sforacchiate dai colpi d’arma mi ha riportato a scene familiari dell’infanzia, alle piazze e strade dei nostri paesi. Da noi tutto è stato rifatto. Ma qui a Ballarò rivedo tedeschi e fascisti a terra, alleati in aria e sul mare...come in un film al primo tempo in attesa del secondo. Impressionante. Per bambini che non hanno idea di cosa è una guerra, una gita scol. a Ballarò. Per me è stato quasi uno choc che confesso ora, senza averne parlato neppure con Paola sopraffatta dal terrore in quel momento per lei attuale dei motorini. Maliziosamente ho anche pensato a quei palermitani e siciliani che votano in buon numero Alleanza Nazionale. Ce l’ho qui sul tavolo e faccio poca fatica ad aprire “Allegro ma non troppo” di C.M. Cipolla, ed Il Mulino, 2005, a pag.45: La prima legge fondamentale della stupidità umana asserisce senza ambiguità di sorta che sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione. E Cipolla non ha scritto l’opuscolo per i palermitani. Coraggio amici.

Se qualche regista amatoriale ha bisogno di inquadrature di città appena bombardate può andare a Ballarò: c’è solo il costo del viaggio.

Ma, canta De André, “dal letame nascono i fiori”: il mercato migliore di Palermo è a Ballarò, olive comprese. Il numero 49 di Via del bosco non è un negozio, è un grande androne che apre su un patio. In fondo a sinistra intravedi un magazzino. Entriamo e dopo un po’ spunta dal fondo un buon uomo al quale racconto dell’amico fiorentino che, dopo aver assaggiato le olive da lui confezionate, mi ha incaricato di ritrovare la ditta e guai se torno a Firenze dalla Sicilia senza le olive di ---

“Dovete tornare domani, perché in questo momento, nel nostro magazzino, stiamo confezionando i prodotti e non siamo pronti”.

E’ così che, mappa alla mano, ho scoperto che via del Bosco dà su via Makeda, come dire su via Cavour a Firenze, e se la prendi da lì puoi evitare Ballarò e i suoi motorini scatenati. Grande sollievo il giorno dopo con i 5 pacchetti da mezzo kilo presi con poco più do 10 (dieci) euro. Fosse stato l’ultimo giorno di permanenza in Sicilia valeva la pena di riempirne un valigia e far contenti tanti amici. La pasta di mandorle la puoi trovare dappertutto, ma le olive di Carlino ce l’ha solo Ballarò...A casa Paola le ha trovate un po’ troppo piccanti per i suoi gusti, io sono d’accordo con Carlo: valgono un bis. L’indirizzo esatto lo metterò da Firenze. Stasera sto digitando dal Casentino con davanti alla finestra la falce della Luna e Venere in passerella. Ieri sera la luna si è sovrapposta a Venere; speravo di veder lo spettacolo, ma mi sono tramontate là tra Pratomagno e Secchieta una buona oretta prima dello show. Voi lo sapevate? Stasera ce l’ho di nuovo avute davanti. La falce di luna e Venere in passerella, tra Pratomagno e Secchieta. Adesso sono sparite. Sparisco anch’io, ma prima mi affaccio a contar le lucciole. A Firenze si contano le gocce di sudore. Bona.

1 commento:

  1. Ciao, sono stato a Palermo un paio di anni fa. Alloggiavo in un albergo dignitoso, come ce ne sono tanti in Italia, ma alle sue spalle uno spettacolo che mi ha del tutto sorpreso.. case diroccate, tende al posto delle porte..lo scenario che anche tu hai descritto. In albergo eravamo con una delegazione libica. Dalle finestre del nostro moderno stabile si osservava insieme questo paesaggio assudo ma reale. I libici si guardavano tra loro perplessi, mi guardavano e rivolgevano nuovamente lo sguardo alle "rovine" abitate. .

    Purtroppo eravamo solo di passaggio e non ho avuto la fortuna di visitare le meraviglie della città. Spero quanto prima..

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