mercoledì 24 dicembre 2003

  A Natale, ...


 


A Natale, festa del padre Sole,


la Terra manda un saluto


al fratello minore


Marte il pellerossa.


Qual è l'origine della festa?
Nei primi anni del cristianesimo il Natale non veniva celebrato. La festa fu istituita verso l'anno 138 dal vescovo Telesforo, ma per molti decenni non fu stabilita una data precisa; in alcune zone si festeggiava il 6 gennaio, in altre zone si preferiva celebrare in giorni e mesi del tutto diversi. Fu verso la metà del quarto secolo che il Papa volle fissare una data valida per tutta la Chiesa e a questo scopo chiese il parere dei più eminenti teologi dell'epoca e la maggioranza scelse il 25 dicembre.


Perché il 25 dicembre?
Secondo alcuni Gesù sarebbe morto il 25 marzo, dopo essere rimasto sulla Terra per 33 anni esatti, quindi sarebbe stato concepito proprio un 25 marzo e sarebbe nato nove mesi dopo, cioè il 25 dicembre. Ma è più probabile che si sia scelto quel giorno perché in quel giorno cadevano numerose festività pagane. In Egitto si celebrava la nascita del dio solare Horus; in Grecia quella del dio Dionisio; nei Paesi Scandinavi quella del dio Frey.
Nella Roma pagana si festeggiava il dies natalis urbis, cioè la ricorrenza dell'anniversario della leggendaria fondazione della città, i dies natales di vari templi dedicati a diverse divinità, e anche il dies natalis dell'imperatore in carica. Si celebravano anche i Saturnali e la rinascita del Sole. Al Sole naturale i Cristiani preferirono festeggiare il Sole spirituale, cioè Gesù, che con la sua venuta sulla Terra aveva ridato la luce agli uomini.
(trovato qui)


E siccome il Natale è una festa tuttosommato astronomica, la festa del sole, ricordiamoci che il 25 mattina l'Europa va su Marte con il suo cane da lepre (beagle), molto intelligente e bene addestrato; se non lo colpirà la Sars della rossa polvere tempestosa, se non litigherà con i cagnolini della NASA già da tempo presenti in quel pianeta tormentato continuamente da tempeste di sabbia rossa, chissà che non riesca a mettere il naso nell'acqua nascosta sotto la superficie. Dall'alto il cacciatore della navicella , Mars Express, vigilerà su di lui, mentre sarà occupato a studi e analisi approfondite sull'atmosfera del pianeta rosso. Mars Express trasporta uno dei pacchetti di strumenti più eccitanti della storia dell’esplorazione di Marte. Sfruttando il flusso di dati previsto, inviato dal veicolo spaziale, gli scienziati saranno in grado di svelare la composizione della superficie e la situazione attuale dell’atmosfera e di realizzare un’immagine di come si è modificato il pianeta nell’arco dei 4 miliardi di anni della sua storia.
caratteristiche di Marte
il primo sito italiano su Marte


LEnte Spaziale Europeo


L'Europa va su Marte: foto con animazione.


Ma Dante c'era già stato (anno 1300), vero Eunoe?


Ed ecco intorno, di chiarezza pari,
nascere un lustro sopra quel che v'era,
per guisa d'orizzonte che rischiari.


E sì come al salir di prima sera
comincian per lo ciel nove parvenze,
sì che la vista pare e non par vera,


parvemi lì novelle sussistenze
cominciare a vedere, e fare un giro
di fuor da l'altre due circunferenze.


Oh vero sfavillar del Santo Spiro!
come si fece sùbito e candente
a li occhi miei che, vinti, nol soffriro!



Ma Bëatrice sì bella e ridente
mi si mostrò, che tra quelle vedute
si vuol lasciar che non seguir la mente.


Quindi ripreser li occhi miei virtute
a rilevarsi; e vidimi translato
sol con mia donna in più alta salute.



Ben m'accors'io ch'io era più levato,
per l'affocato riso de la stella,
che mi parea più roggio che l'usato.



Con tutto 'l core e con quella favella
ch'è una in tutti, a Dio feci olocausto,
qual conveniesi a la grazia novella.


E non er'anco del mio petto essausto
l'ardor del sacrificio, ch'io conobbi
esso litare stato accetto e fausto;



ché con tanto lucore e tanto robbi
m'apparvero splendor dentro a due raggi,
ch'io dissi: "O Elïòs che sì li addobbi!".



Come distinta da minori e maggi
lumi biancheggia tra ' poli del mondo
Galassia sì, che fa dubbiar ben saggi;



sì costellati facean nel profondo
marte quei raggi il venerabil segno
che fan giunture di quadranti in tondo.



Qui vince la memoria mia lo 'ngegno;
ché quella croce lampeggiava Cristo,
sì ch'io non so trovare essempro degno;


ma chi prende sua croce e segue Cristo,
ancor mi scuserà di quel ch'io lasso,
vedendo in quell'albor balenar Cristo.


Puoi leggere tutto il canto su Paradiso c.14


Qui puoi saper qualcosa delle stelle nella divina commedia.


1 commento:

  1. Il cielo di Marte, gli spiriti combattenti per la fede, Cacciaguida... Ma anche il pianeta protettore dei musicisti... non a caso Dante e Virgilio, prima di mettervi "piede", lo vedono brillare in alto dal Purgatorio nel II canto, il canto di Casella...

    RispondiElimina