sabato 6 marzo 2004

Umana Commedia –...


Umana Commedia – IV


Oggi


Sale la febbre del pianeta


Il mondo si riscalda, il clima sta cambiando
Gli esperti sono ormai certi che lo strato inferiore dell’atmosfera si è riscaldato sensibilmente durante il ventesimo secolo. La maggior parte del riscaldamento si è verificato tra il 1910 ed il 1945 ed a partire dal 1976. L’analisi dei cerchi degli alberi, del nucleo dei ghiacci e di altri dati attesi indica che tale surriscaldamento è stato il più intenso rilevato negli ultimi duecento anni e forse più.
La velocità del surriscaldamento è in “crescita” nel corso degli ultimi dieci anni del secolo. Almeno nell’emisfero settentrionale, gli anni novanta sono stati i dieci anni più caldi del millennio. Tre degli ultimi cinque anni del millennio – 1995, 1997 e 1998 – sono stati i più caldi registrati dagli strumenti, mentre il 1998 è stato con tutta probabilità, l’anno più caldo del millennio.
A conferma della registrazione termometrica, è sempre più evidente che la neve ed il ghiaccio terrestri si stanno sciogliendo quasi ovunque. I satelliti hanno registrato una diminuzione dello strato di neve sulla superficie terrestre del 10 per cento durante gli ultimi trenta anni. Si è verificato un “ritiro piuttosto esteso dei ghiacciai montani”, dalle Ande alle Alpi (i ghiacciai alpini si sono già dimezzati negli ultimi 100 anni). *.*



Comincia la storia chiamata


Pentàdecon,


nella quale si pongono in evidenza scene di grandi turbamenti e malvagità gigantesche che si stanno verificando in questo nobilissimo Pianeta da sempre sottoposto alle piaghe della peste, della fame e della guerra, ma aggredito in questi ultimi scorci di secolo da afflizioni e miserie via via proporzionate al grandissimo sviluppo tecnico forse non accompagnato da corrispondente sapienza scientifica. In particolare la parte di questo Pianeta che va sotto il nome di Occidente teme la malasorte portata dal nome che la condanna come terra al tramonto.
I grandi turbamenti a cui vediamo assoggettato il bel Pianeta sono provocati da 3 grandi piaghe: il riscaldamento climatico generale, la crescita demografica fuori controllo, il consumismo che scatena tecnologie senza regola e consuma se stesso, bruciando risorse non più reintegrabili. *.*


1 - Immaginando l’impensabile



(Di Peter Schwartz e Doug Randall, Ottobre 2003)



La peste nera


Nel nostro rapporto, come un'alternativa agli scenari di un graduale riscaldamento climatico che sono così comuni, noi configuriamo un improvviso cambiamento di clima modellato sull'evento che si verificò in un arco di 100 anni circa 8.500 anni fa.


 Questo scenario di improvviso cambiamento è caratterizzato dalle seguenti condizioni:


- La temperatura media annuale scende di 5 gradi fahreneit in Asia e Nordamerica, di 6 gradi nell'Europa del Nord.


- La temperatura media annuale sale di 4 gradi Fahreneit in aree chiavi entro Australia, Sud America e sud Africa.
- La siccità persiste per la maggior parte della decade in zone agricole determinanti e in regioni che sono risorse d'acqua per i maggiori centri abitati in Europa e in nelle zone orientali del Nord America.


- Tempeste invernali e venti si intensificano, amplificando l'impatto dei cambiamenti. L'Europa Occidentale e il Nord Pacifico vengono sottoposti a venti sempre più violenti. Il rapporto prende in esame come uno scenario di un così improvviso cambiamento di clima potrebbe potenzialmente destabilizzare l'ambiente geo-politico, portando a schermaglie, battaglie ed anche guerre a causa del bisogno di risorse quali:


1 - Carenza di alimenti dovuta al decremento della produzione agricola in generale
2 - Diminuita disponibilità e qualità di acqua potabile in regioni chiave, a causa delle mutate precipitazioni, causa di più frequenti alluvioni e siccità
3 - interruzione della disponibilità di forniture energetiche causa la glaciazione dei mari e le tempeste.


Via via che le capacità produttive globali e locali si riducono, tensioni potrebbero crescere in giro per il mondo, conducendo a due strategie fondamentali: difensiva e offensiva. Le nazioni ricche di risorse a costruire fortezze virtuali al loro interno per tenersi le risorse. Le nazioni meno fortunate, specialmente quelle dalle vecchie inimicizie con i vicini confinanti possono dare il via a contese per l'accesso alle risorse alimentari, all'acqua potabile o alle fonti energetiche. Insospettate alleanze potrebbero formarsi ove lo scopo primario siano le risorse per la sopravvivenza piuttosto che il credo religioso, l'ideologia o l'orgoglio nazionale.


«Rivolte e conflitti diventeranno parte endemica della società: la guerra tornerà a definire i parametri della vita umana».
La vera minaccia per la sicurezza dell'America e del mondo è quella dell'effetto serra, in conseguenza del quale a partire dal 2007 violente tempeste abbatteranno le barriere costiere rendendo inabitabile, ad esempio, gran parte dell'Olanda. Città come l'Aja e paesi come il Bangladesh saranno sommersi dalle acque e dovranno essere abbandonati.
Tra 2010 e 2020 l'Europa potrebbe essere la regione più colpita dagli effetti del clima. Il rallentamento della Corrente del Golfo dovrebbe portare a un calo di 3,5 gradi della temperatura media contro 2,8 gradi in meno lungo la Costa Est del Nord-America. Il Grande Freddo in meno di vent'anni potrebbe essere così pronunciato da far apparire iceberg lungo la costa del Portogallo. Anche nel migliore dei casi in Gran Bretagna il clima diventerà più freddo e più asciutto: Londra dovrà abituarsi a schemi meteorologici simili alla Siberia.


Disordini e conflitti interni lacereranno l'India, il Sud Africa e l'Indonesia. Aree ricche come gli Stati Uniti e l'Europa diventeranno «vere e proprie fortezze e alzeranno il ponte levatoio per impedire l'afflusso di milioni di profughi da terre sommerse dalle acque o regioni incapaci di produrre raccolti». La bellicosità nei confronti degli Stati Uniti - il paese più ricco, ma anche quello più responsabile dell'aumento dei gas serra - aumenterà e con essa i rischi.
Giappone, Corea del Sud e Germania si doteranno di capacità nucleari al pari di Iran, Egitto, Corea del Nord, mentre Cina, India e Pakistan saranno tentati di usare la bomba.


Entro il 2020 «catastrofiche carenze di acqua e energia diventeranno sempre più acute e faranno precipitare il pianeta nella guerra».

Rapporto del Pentagono ( in inglese, 19 pagine in pdf)



2 - COSA SUCCEDERÀ ALLA TERRA
http://www.consapevolezza.it/notizie/2003/gen-mar/eccessi_consumismo.asp


Negli ultimi dieci anni il numero di eventi meteorologici estremi è balzato da 360 a più di 700 (il calcolo è della Organizzazione mondiale di meteorologia dell'Onu). Del pari, i grandi eventi alluvionali del mondo sono stati 6 negli anni Cinquanta, 18 negli anni Ottanta, 26 negli anni Novanta (calcoli della Geoscienze di Monaco). Inoltre piogge e siccità si spostano. In Italia il divario tra piogge disastrose al Nord e siccità (diminuzione di piogge) al Sud, è crescente: il che mette a rischio una metà della nostra agricoltura.


questo effetto serra - con tutti i malanni che ne derivano - è prodotto dall'uomo. Siamo noi i responsabili dello sfascio del nostro pianeta. Ma "noi" chi? Noi come? Per via dell'eccesso di popolazione? Per colpa di un eccesso di consumismo? O perché la tecnologia che ci salva è anche una tecnologia che ci distrugge?


Il discorso comincia con Malthus, che alla fine del Settecento enunciò nel suo celebre "Saggio sulla Popolazione" tre principii. Primo, che la crescita della popolazione era frenata dal fatto che i poveri morivano di fame (morivano davvero, non figurativamente). Secondo, che altrimenti la popolazione si sarebbe raddoppiata ogni 20-25 anni, il che comportava una crescita in progressione geometrica (1,2,4,8,16...). Terzo, che l'agricoltura, e cioè il cibo, non poteva crescere allo stesso ritmo ma soltanto in progressione aritmetica (1,2,3,4...). Pertanto il buon abate Malthus raccomandava il controllo e la limitazione delle nascite: la dottrina che viene appunto detta malthusiana.


Non è solo che noi stiamo consumando risorse finite (petrolio e carbone) che finiranno presto; è anche che stiamo pericolosamente inquinando l'aria e l'acqua e pericolosamente disturbando gli equilibri climatici.


. E così torniamo alla sovrappopolazione, al problema di Malthus. Con questa differenza: che nel Settecento la popolazione poneva soltanto un problema di cibo, mentre oggi pone anche, in più, un problema di eccesso di consumo, (vedi la pagina dedicata al consumismo NdT) di un "consumo cospicuo" (come diceva Veblen) che si traduce sia in uno spreco di risorse, sia in un fattore di inquinamento. Pertanto i rimedi, le cose da fermare o comunque da frenare, sono essenzialmente tre: la crescita della popolazione, il consumismo inquinante, la tecnologia inquinante.


Resta, allora, soltanto la soluzione di fermare la crescita demografica. la tecnologia aiuta: contraccettivi, pillole del giorno dopo, pillole abortive
L'argomento è tabù. La Chiesa cattolica si oppone, e la sua opposizione riesce a bloccare tutti. Soltanto la Chiesa cattolica? Sì.


...la popolazione mondiale sta aumentando di 70-80 milioni di persone all'anno. Ogni anno nascono, per così dire, due Spagne in più. È folle, è follia
È folle anche perché l'accanimento "procreazionista" del Vaticano è recente, recentissimo. L'enciclica "Humanae vitae" di Paolo VI è del 1968, allora cadde praticamente nel nulla, e non costituisce un pronunciamento infallibile (non è coperto dalla dottrina della infallibilità del papa). Pertanto la crociata pro-nascite della Chiesa di Roma è tutta opera di papa Wojtyla.
Alla fine del 2002 l'uomo europeo è allarmato soprattutto dal clima, e per ora si accorge del fatto che in città respira male, respira veleno. Ma la nuvola asiatica, la nuvola marrone di altri veleni riscaldanti, è in arrivo sul Mediterraneo; e quindi tra poco respireremo male anche al mare. È tempo di cominciare a capire, allora, che è il nostro habitat che è minacciato dai troppi abitanti, e che esiste un punto di non ritorno ecologico oltre il quale l'uomo distrugge le proprie condizioni di vita.


*.* (Giovanni Sartori,L'Espresso (1 gennaio 2003)


3 - Il futuro



" La più potente nazione della storia ha proclamato, forte e chiaro, che intende governare il mondo con la forza, la dimensione in cui regna incontrastata. [...] Hanno anche dichiarato che non tollereranno concorrenza alcuna, né ora, né in futuro. Evidentemente pensano che le risorse della violenza in loro possesso sono talmente straordinarie da poter liberarsi con sprezzo di chiunque li ostacoli. Ci sono buone ragioni per credere che la guerra contro l’Iraq intenda, in parte, impartire a tutto il mondo una lezione su quanto potrebbe accadere qualora l’impero decidesse di colpire."


La lotta per la libertà non finisce mai. Le popolazioni del Terzo Mondo hanno bisogno di tutta la nostra comprensione ma soprattutto del nostro aiuto concreto. Noi possiamo garantire loro un margine di sopravvivenza favorendo all'interno la disgregazione degli Stati Uniti. La possibilità che il Terzo Mondo vinca contro la brutalità che l'Occidente gli impone dipende in larga misura da quel che accade negli Usa.
Il coraggio che quei popoli dimostrano è stupefacente. Io personalmente ho avuto il privilegio - perché è un privilegio - di assistere con i miei occhi ad esempi di tale coraggio nel Sudest Asiatico, in America Centrale, nella West Bank occupata. È un'esperienza commovente e coinvolgente, che non manca mai di riportarmi alla mente le sprezzanti osservazioni di Rosseau sugli Europei che hanno abbandonato la libertà e la giustizia in favore della pace e del riposo "di cui godono in catene". Egli continua affermando:
"Quando osservo le moltitudini di selvaggi ignudi che disprezzano la voluttuosità europea e sopportano la fame, il fuoco, la spada e la morte per difendere soltanto la loro indipendenza, io sento che non si conviene agli schiavi ragionare di libertà".
Chi pensa che queste siano solo parole, non ha capito niente del mondo.
Ma questa è solo una parte del compito che ci attende. C'è un Terzo Mondo che cresce in casa nostra. Ci sono sistemi di autorità illegittima in ogni angolo della nostra vita sociale, politica, economica e culturale. Per la prima volta nella storia dell'umanità, ci troviamo ad affrontare il problema di proteggere un ambiente in grado di assicurare la stessa esistenza dell'uomo. Non sappiamo se uno sforzo serio e impegnativo sarà sufficiente a risolvere, o almeno a mitigare, problemi così vasti. Siamo però praticamente sicuri che la mancanza di tali sforzi condurrà al disastro.
CHOMSKY Affrontare l'impero



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