lunedì 24 gennaio 2005

Il Vaticano brucerà
(per autocombustione)

"Le libertà civili finiscono
quando le regole religiose
si mescolano con le leggi dello Stato"
Teorema Zapatero

Fra qualche mese si terranno i 4 referendum per modificare la legge sulla procreazione assistita. La Chiesa, su proposta del card. Ruini approvata dalla Conferenza Episcopale, si è dichiarata contraria alla modifica della legge n. 40, dopo averla  osteggiata nella fase dell'approvazione parlamentare. A tale scopo, il card. Ruini ha invitato gli italiani a NON VOTARE, in modo da far mancare il quorum e invalidare così la consultazione. Il Presidente del Consiglio, per evitare spaccature nella maggioranza (il SUO Ministro per le pari opportunità nonchè i settori laici della CDL si sono già dichiarati favorevoli al referendum) ha preannunciato la linea della LIBERTA' DI COSCIENZA. Ma quale libertà di scelta avranno le singole persone se viene confermata una legge che la vieta? La questione non è da poco e investe il principio stesso della separazione dei poteri fra Stato e Chiesa, sanciti formalmente nei Patti Lateranensi.
LiberaUscita è direttamente coinvolta nella vicenda: se dovessero passare le indicazioni della Chiesa circa il modo di risolvere i problemi connessi alla bioetica in generale ne andrebbe di mezzo la laicità dello Stato e la stessa possibilità di far approvare le leggi sul testamento biologico e l'eutanasia.
Si allega sull'argomento un estratto dell'articolo di Eugenio Scalfari "Quei vescovi che violano i patti", apparso su La Repubblica di ieri 23 gennaio.
Cordiali saluti
Giampietro Sestini


QUEI VESCOVI CHE VIOLANO I PATTI
di Eugenio Scalfari – (Estratto da “La Repubblica” del 23 gennaio 2005)

“Il Card. Ruini parte da un’affermazione: la legge 40 non soddisfa appieno le esigenze della Chiesa in materia di fecondazione medicalmente assistita; è troppo permissiva per i gusti della gerarchia ecclesiastica. Tuttavia disegna un impianto accettabile che, allo stato dei fatti, è il massimo che si possa raggiungere. Ne consegue che ogni modifica di quella legge non può che peggiorarne la qualità dal punto di vista della Chiesa. Perciò essa non va emendata. Bisogna invece mobilitare le coscienze affinché il referendum abrogativo fallisca. La Chiesa farà di tutto perché ciò avvenga e si riserva di decidere, in prossimità della consultazione, quale sia la via migliore da seguire: se votare “no” oppure disertare dal voto e impedire così il raggiungimento del “quorum” necessario per la validità del referendum.

Eminentissimo cardinale, mi auguro che lei e i suoi confratelli non vi siate resi conto d’esservi inoltrati su un terreno all’ingresso del quale è scritto a caratteri cubitali che a voi, proprio a voi, è precluso l’ingresso.
Voi potete dire e ridire fino alla noia che l’embrione è una persona, così come i vostri confratelli di quattrocento anni fa sostenevano che il sole gira intorno alla Terra e misero in catene il grande scienziato che sosteneva il contrario.
Ciò che invece non potete assolutamente fare è di prescrivere agli elettori quale sia il modo più efficace per impedire l’abrogazione (parziale) d’una legge attraverso il legittimo esercizio del voto popolare.
Qualche dubbio deve averlo avuto anche lei, caro Ruini, quando a conclusione del suo testo ha scritto: ”Siamo consapevoli delle difficoltà che ci attendono e delle critiche cui potremo essere sottoposti. E’ però doveroso per noi esprimerci con sincerità e chiarezza e siamo sostenuti dalla coscienza di adempiere alla nostra missione”.
Lei sarà pur convinto di adempiere alla sua missione prescrivendo agli elettori se debbano votare o no. Ma sta di fatto che con il documento letto a Bari il 17 gennaio lei, presidente della CEI, ha violato gli articoli 1 e 2 del Concordato Lateranense.
Se avessimo un Presidente del Consiglio di normale sensibilità per le prerogative e la dignità dello Stato, lei avrebbe già ricevuto una nota di protesta dall’ambasciatore italiano presso la Santa Sede. “

Aggiornamento del 28.1.05
Il potere perduto dei vescovi nella Spagna sempre più laica
Fra i monsignori e il socialista siamo a un passo dalla
crisi diplomatica, e i tg della sera aprono sul maltempo.
Primo titolo: l'incontestabile evidenza che fa freddo.
Secondo titolo: immagini da Auschwitz, nessun commento sul
fatto che Zapatero in Polonia non c'è, è in Cile. Neanche
sul fatto che per la seconda volta dalla morte di Franco il
governo ha convocato il nunzio apostolico. È stato un
sottosegretario a lamentarsi con lui delle interferenze del
papa nella politica spagnola. Niente sul fatto che Navarro
Valls, portavoce del santo padre, qui celebrità locale, ha
risposto a Zapatero di andarsi a rileggere meglio le parole
di Wojtyla.
[Concita De Gregorio - La Repubblica - 28.01.2005]
 

2 commenti:

  1. Perche' quando un vescovo e' d'accordo con voi, lo applaudite e gli fate pubblicità e quando ha idee diverse lo condannate perche' commette una intollerabile interferenza, fino a violare patti internazionali? Guardate che la gente e' meno scema di quel che sembra e si accorge della mancanza di coerenza. Meglio sarebbe dire che i vescovi (e per coerenza anche preti e cardinali) debbono tacere, salvo magari su questioni dogmatiche o liturgiche (di preti appunto) e sempre dentro una chiesa, mai fuori.

    Cordialità

    Max

    mparadiso@lex.unict.it

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  2. Art. 1 - La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del paese.



    Art. 2 - 1. La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.



    In effetti il problema non sono i vescovi - buoni o cattivi -; Ruini, come rappresentante del Vaticano in Italia, ha violato o no i 2 articoli citati?

    Scalfari dice sì, io dico ni. Nel senso che il Concordato tra Italia e Vaticano sta già lui - nel suo insieme - al di fuori della Costituzione; è un patto di potere e nient'altro. Il Vaticano brucerà per autocombustione o niente da fare. Autocombustione vuol dire scisma interno, rivolta di preti e monache: proprio quello che il Concordato rende impossibile, in quanto prevede l'utilizzo repressivo della Legge civile nei casi di conflitti interni alla chiesa istituzionale.

    In parole povere l'articolo 1 del Concordato è una barzelletta messa lì per coprire tutto quello che viene dopo.

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