venerdì 15 luglio 2005

Lessico e bombe






Sulla foto: push for Bush.

Resilience  vuol dire, in italiano, la capacità di un materiale di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi. In inglese il termine è meno desueto, e più complesso: è indice di una capacità insieme di reazione, di resistenza e di ripresa.

Le sedi in cui il nuovo terrore si è depositato sono principalmente i non luoghi, gli spazi dove non si vive, si transita: gli aeroporti, i mezzi di trasporto, i locali pubblici. La guerra convenzionale ti viene a colpire dove sei, bombarda le abitazioni, entra a fucile spianato "casa per casa". Questo terrorismo (questa guerra non convenzionale) ti colpisce dove passi. La minaccia ti segue, ti accompagna. In questo modo la paura, letteralmente, ti paralizza. Induce a non muoverti per sentirti al sicuro. [...]

Non muoversi per sentirsi al sicuro.

[...] gli attentati, ormai da tempo, non puntano più sui "bersagli alti": leader politici, uomini di Stato e dell'esercito. Non solo perchè è, oggettivamente, difficile raggiungerli. Ma anche perchè i "bersagli bassi", oltre che vulnerabili, sono i più importanti, per le democrazie occidentali.


Leggi il post di Antonio Sofi


Resilienti di tutto il mondo uniamoci.

 Contro la guerra a bassa intensità, quella che punta ai bersagli bassi, tipo le coop agricole e i depositi del caffé del Nicaragua al tempo di Negroponte coordinatore dell'antiterrorismo in Honduras.  Oggi coordinatore generale dell'antiterrorismo su tutto il pianeta. Lo trovano puntualmente addormentato dopo le torri gemelle, Madrid, Londra. .. Parola.

Ma quando dorme il primo, veglia il secondo.

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