lunedì 17 marzo 2008

Votare o vomitare? (2)

Grillo insiste


Anche oggi


Ma potrebbe dare anche un'altra indicazione. Gliel'ho ripetuto ora:


Caro Beppe, perché abbandonare al destino l'urna elettorale costata sangue e fatiche a chi ci ha preceduto? Ci sono tra noi quelli che vogliono tentare l'ultima disperata sortita della cavalleria polacca contro i carrarmati russi o tedeschi, perché considerano il governo Berlusconi come la catastrofe in assoluto e vogliono votare Veltroni turandosi il naso, nella speranza, dopo il nuovo XXV aprile, di riconquistare quell'urna. Perché non far dire agli Italiani che l'urna appartiene a loro scrivendo nella scheda, per esempio, un bel 25?

Occupiamo l'urna, non lasciamola in mano a loro, Facciamo come gli spagnoli e non seguiamo l'esempio degli Stati così malamente Uniti. Comunque, grazie.

(v, commento del 17.3.08, 9,55 sul post di Grillo)


Mi vado a rileggere quanto ho già scritto pochi giorni fa (v. sotto il post del 5 marzo). E torno a ripetere: se Salandra sta a Giolitti come Berlusconi sta a Veltroni, tra il primo e il secondo ci stanno novecentomila italiani di vent'anni morti ammazzati e presi per il c. nei monumenti ai caduti che abbelliscono tutte le piazze e piazzette di tutte le città e cittadine, paesi e paesini,  frazioni e frazioncine d'Italia. Cercateli in Svizzera quei monumenti e non ne troverete uno.

Questo discorso è scritto da un vecchio, ma vale per i giovani.


Dimenticavo: I  novecentomila sono morti dopo averne assassinati altri 900.000. Eroi perché assassini. Tutto per coprire l'assassinio dei mandanti, Monarchia e Governo Sonnino-Salandra. Perché se è vero che sono morti per la Patria, vuol dire che sono morti facendo una buona azione. Da cui deriva che i mandanti hanno fatto semplicemente una buona azione. Elementare? E allora rileggiamoci la poesia:


Ninna nanna, nanna ninna,

er pupetto vò la zinna:

dormi, dormi, cocco bello,

sennò chiamo Farfarello

Farfarello e Gujermone

che se mette a pecorone,

Gujermone e Ceccopeppe

che se regge co le zeppe,

co le zeppe dun impero

mezzo giallo e mezzo nero.



Ninna nanna, pija sonno

ché se dormi nun vedrai

tante infamie e tanti guai

che succedeno ner monno

fra le spade e li fucili

de li popoli civili

Ninna nanna, tu nun senti

li sospiri e li lamenti

de la gente che se scanna

per un matto che commanna;



che se scanna e che s'ammazza

a vantaggio de la razza

o a vantaggio d'una fede

per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo

ar Sovrano macellaro.

Ché quer covo dassassini

che c'insanguina la terra

sa benone che la guerra

è un gran giro de quatrini

che prepara le risorse

pe li ladri de le Borse.



Fa la ninna, cocco bello,

finché dura sto macello:

fa la ninna, ché domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima

boni amichi come prima.

So cuggini e fra parenti

nun se fanno comprimenti:

torneranno più cordiali

li rapporti personali.



E riuniti fra de loro

senza l'ombra d'un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la Pace e sul Lavoro

pe quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!


E noi siamo in Afghanistan per reggere il sacco alla "guerra preventiva permanente".  Più coglioni di così. Altro che ninna nanna e zinna.


Sveglia ragazzi.

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