giovedì 1 maggio 2008

Primo Maggio: liberiamoci dalla guerra

In solidarietà con i portuali


gli insegnanti della California


e i postini di New York :



NO PEACE NO WORK.


Oggi scioperano contro la guerra in Iraq e in Afghanistan (v. più sotto il post del 26 aprile)



Questa foto è presa dal blog di Eugenio Baronti, di cui riporto alcune espressioni che possono essere una buona medicina per chi sente in bocca il sapore amaro della sconfitta...


La buona politica si nutre di passione, di valori, di idealità ma anche di concretezza e di umiltà.


Di cosa c’è bisogno oggi? Di immergersi dentro la società, per un bagno rivitalizzante di concretezza e di umiltà, confrontarsi con tutti e non solo tra di noi, confrontarsi con realtà diverse , in luoghi diversi, costruendo legami e relazioni fuori dal solito giro divenuto, con il passare degli anni e con l’acuirsi della crisi della politica e della militanza, sempre più chiuso e ristretto.


La sinistra tutta ha bisogno di chiudere con il politicismo e anche con il politichese, deve tornare a parlare un linguaggio semplice che possa essere compreso da tutti, nelle fabbriche e nei quartieri popolari, senza per questo adeguarsi e adagiarsi sull’esistente, riscoprendo e rilanciando la funzione pedagogica della politica come palestra ed esercizio di democrazia e di partecipazione, dobbiamo caratterizzarsi come la sinistra del fare, per dare risposte concrete alle esigenze, ai bisogni e alle domande sociali. Una sinistra parolaia che strilla e chiede la luna senza indicare il come, il quando e con chi e non è capace di costruire niente, ha stancato ed è diventata insopportabile.


Bisogna iniziare un’opera di costruzione nella società di buone pratiche virtuose e luoghi aperti dove si manifesti nel concreto la nostra diversità e alternatività rispetto alla politica e alla cultura dominante, luoghi che assumono progressivamente i connotati di una comunità di lavoratori e di popolo, aperta e solidale, in cui si costruisce organizzazione, azione e lotte ma anche cultura, mutualità, socialità, relazioni umane e sociali che rompono una condizione esistenziale di solitudine in cui oggi sono condannati a vivere una moltitudine di cittadini dei tanti quartieri popolari dormitorio delle periferie delle nostre città .


L'intervento per intero lo trovi qui.

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