lunedì 27 ottobre 2008

Serjilla

Diario di viaggio

In Giordania e Siria (V)


Le città morte






Serjilla


A un certo punto il pulman si ferma, attraversi la strada e di colpo si scopre ai tuoi occhi, in mezzo al deserto, una città o meglio il suo fantasma: resti di mura, pezzi di edifici ancora in piedi, molti frammenti di terracotta e intorno polvere a non finire. E’ l’aspetto con cui compaiono parecchie di queste antiche città, di cui è costellato il territorio intorno ad Aleppo. Sembrano tutte simili, pallidi fantasmi color ocra che sorgono da un deserto appena un po’ più pallido. Serjilla però ha qualcosa di più di altre città simili e credo sia la bellezza degli edifici o meglio di ciò che ne resta. L’androne il luogo delle assemblee, la dimora signorile, le grandi terme fatte erigere con opulenza da un ricco cittadino, tutto risponde a un criterio di eleganza. Qua un arco che si prolunga in un gioco di prospettiva con un altro arco, là delle nicchie graziose che forse ospitavano statuette a i lati di una porta. Si cerca di immaginare come la vita poteva svolgersi all’epoca, si vorrebbe trovare qualche segno in più, magari un’impronta di piede o di mano nell’argilla cotta al sole, con cui ancora oggi i beduini costruiscono le loro povere case. Ma niente di più esce da queste forme incomplete da cui la vita s’è ritirata tanti secoli fa. Qua e là il vento solleva piccoli vortici di polvere. Chissà quanti ne sono passati sulle costruzioni più piccole delle case comuni di cui non resta più nulla. Mentre Pompei, preservata dalla cenere, è ancora un luogo dove si respira un sentore di vita, Serjilla trattiene solo un’eco fievole della vita che certo dev’essere stata ricca e varia al tempo della fortuna commerciale. Usciamo con un ultimo sguardo a questa bellezza smozzicata fuori del tempo. Dall’altra parte della strada c’è il presente: un bar senza bellezza, allestito alla meglio, l’onnipresente pepsi-cola, i biscotti con la cioccolata e, per fortuna, lo shai bi naa naa , il thè alla menta. Dove la troveranno tanta menta in questa steppa siriana dove l’unica alternativa alla sabbia sono certe piante grasse dure da cui solo le pazientissime pecore possono trarre nutrimento? (Paola)


Noticina storica


 Vicino ad Aleppo, Serjilla si trova in un bacino naturale che si estende verso sud e conserva i resti dell’insediamento bizantino: case, chiese, bagni, tombe e sarcofagi. L`androne a doppio portico, il punto di incontro per gli uomini, è considerato una delle strutture meglio conservate di tutte le città abbandonate  in Siria. L’impressionante chiesa a tripla navata, antecedente al 372 d.c., è una delle più antiche nella regione. Distrutta dal terremoto.


Qualche notizia su  Wikipedia (ma solo in inglese)

 

Qualche foto delle nostre.

2 commenti:

  1. sono un archeologo e subisco il fascino delle vostre foto e dei vostri racconti. Da un lato vi invidio disperatamente (che cosa non darei per allestire un campo in quella città), dall'altro colgo il dolore che si prova davanti alla severità del tempo..



    a presto

    Asrael

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  2. Ma una visita alla culla della nostra civiltà la puoi sempre fare. E come foto non sei affatto male. Molto suggestivo. Qui siamo più realistici. Complimenti per il blog e buona giornata.

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