domenica 2 gennaio 2011

MESSAGGIO DI FINE ANNO 2010 DI BEPPE GRILLO


Commento di Maria Pia Caporuscio


Se solo venti anni fa qualcuno ci avesse detto in che modo avremmo festeggiato l'arrivo del 2011 lo avremmo rinchiuso in un manicomio. Chi poteva pensare che gli stipendi e le pensioni si sarebbero bloccati a quella data, che tutte le lotte sostenute, per raggiungere una dignità nel lavoro, sarebbero state cancellate e gli operai consegnati proprio dai sindacati a mastro Titta? Che avremmo avuto al governo indagati per mafia, ladri e deficienti che si sarebbero spartite tutte le risorse, arricchendosi come porci mentre tutto il Paese precipitava nella miseria? Che i nostri figli laureati avrebbero dovuto emigrare perché colpevoli di essere troppo colti, perché l'intelligenza, il sapere, la conoscenza sono cose dannose per un governo di scemi e mafiosi? Chi avrebbe detto che i figli dei PARTIGIANI si sarebbero fatti sottomettere e che il coraggio di lottare si sarebbe trasformato in rassegnata umiliazione? Chi avrebbe detto che la Patria di Leonardo, Michelangelo, Francesco d'Assisi, sarebbe stata derisa dal mondo intero per colpa di una brutta copia del duce che la dirige? Chi avrebbe detto che un Paese nobile e bello, ricco di storia e di tradizioni avrebbe fatto vergognare i suoi figli migliori? Chi avrebbe detto che gli italiani non avrebbero imbracciato le armi e provocato una RIVOLUZIONE per cacciare i bastardi dal potere?


CHI PUO' DIRE OGGI CHE DOMANI GLI ITALIANI NON SI RISVEGLINO E FACCIANO QUELLO CHE IN VENTI ANNI NON SONO STATI CAPACI DI FARE?


CREDIAMOCI PERCHE' QUANDO LA NOTTE E' PIU' NERA, L'ALBA E' PROSSIMA!


AUGURI A TUTTI.


 


http://mariapiacaporuscio.wordpress.com/




Io credo nell'imprevisto, che spesso la storia ci presenta (caduta del muro di Berlino, fucilazione di Ceausescu, demolizione del mito di Stalin...)

"Res optime procedunt" (nunzio vaticano in Spagna alla vigilia della rivoluziione; Joseph Ratzinger quando si alza la mattina e accende un cero di fronte al ritratto di S.Silvio benefattore).

Ha da passà a nuttata (Eduardo napoletano).

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