domenica 9 giugno 2013

Il partito povero


Il 7 giugno mattina mi sono recato all'ufficio delle competenze parlamentari e ho rinunciato totalmente all'indennità di funzione ovvero all'indennità aggiuntiva a cui avrei avuto diritto come Presidente. Il risparmio per i cittadini è esattamente 26.712,00 euro l'anno che moltiplicato per cinque anni fa 133.560 euro. L'esempio è sempre più importante di mille parole. (Roberto Fico sul blog di Grillo).


Io sono contrario alla privatizzazione economica dei partiti, perché non credo nel partito democratico di Obama, tanto meno in quello contrapposto (o giustapposto), anche se fa riferimento ad Abramo Lincoln. Non voglio l'estensione all'Italia della grande Oligarchia foraggiata dalle banche, dalle multinazionali, dalle industrie di guerra e dal Pentagono. Considero i partiti come la sanità e la scuola: patrimonio pubblico. In questo non sono d'accordo con Beppe Grillo né con Renzi quando riducono la questione allo slogan: abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. 

Detto questo, io approvo il rifiuto di questo sistema di finanziamento agli attuali partiti, come personalmente rifiuto l'attuale sistema di finanziamento alla Chiesa cattolica, cioè allo IOR. 
Io penso che i grillini non abbiano per niente perso tempo a parlare di ricevute e di scontrini. Grillo ha imposto loro la regola di S.Francesco, il voto di povertà. Se riusciranno ad osservare questa regola porranno le basi della rinascita del sistema politico italiano; se riusciranno davvero a resistere al profumo dei soldi andranno avanti e saranno sempre più seguiti e potranno permettersi anche diversi sbagli senza pagare dazio. E' questione di tempo, un tempo medio, non immediato e a scadenza di governi. La penicillina ci ha salvato dalla poliomielite, la povertà-onestà è il primo antibiotico contro la poliomielite conclamata dei partiti.
Non mi illudo (anche i seguaci di S.Francesco furono ricondotti alla "ragion di Stato"), ma mi piace affermare l'importanza centrale dei Cinquestelle in questo momento storico. E mi rattrista più la defezione di due deputati tarantini che non le battute di Beppe Grillo su Rodotà. E concludo: se povertà-onestà resisteranno in Cinquestelle, poi verrà anche l'efficacia e l'efficienza, insieme alla capacità di crescere in età in sapienza e in grazia. 




Al Movimento Cinquestelle dedico queste terzine dell'XI canto del Paradiso, dedicate a donna Povertà:

      ché per tal donna, giovinetto, in guerra
del padre corse, a cui, come a la morte,
la porta del piacer nessun diserra;
63
      e dinanzi a la sua spirital corte
e coram patre le si fece unito;
poscia di dì in dì l'amò più forte.
66
      Questa, privata del primo marito,
millecent'anni e più dispetta e scura
fino a costui si stette sanza invito;
69
      né valse udir che la trovò sicura
con Amiclate, al suon de la sua voce,
colui ch'a tutto 'l mondo fé paura;
72
      né valse esser costante né feroce,
sì che, dove Maria rimase giuso,
ella con Cristo pianse in su la croce.
75
      Ma perch'io non proceda troppo chiuso,
Francesco e Povertà per questi amanti
prendi oramai nel mio parlar diffuso.
78
      La lor concordia e i lor lieti sembianti,
amore e maraviglia e dolce sguardo
facieno esser cagion di pensier santi;
81
      tanto che 'l venerabile Bernardo
si scalzò prima, e dietro a tanta pace
corse e, correndo, li parve esser tardo.
84
      Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!
Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro
dietro a lo sposo, sì la sposa piace.
87
      Indi sen va quel padre e quel maestro
con la sua donna e con quella famiglia
che già legava l'umile capestro.
90
      Né li gravò viltà di cuor le ciglia
per esser fi' di Pietro Bernardone,
né per parer dispetto a maraviglia;
93
      ma regalmente sua dura intenzione
ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe
primo sigillo a sua religïone.
Poi che la gente poverella crebbe
dietro a costui, la cui mirabil vita
meglio in gloria del ciel si canterebbe,
99
      di seconda corona redimita
fu per Onorio da l'Etterno Spiro
la santa voglia d'esto archimandrita.

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