http://www.zmag.org/Italy/roy-giornosciacalli.htm
" Pochi giorni dopo l’inizio delle guerra, il commentatore
televisivo Tom Brokaw ha affermato. 'Una delle cose che non
vogliamo fare è distruggere le infrastrutture irachene, perché
fra pochi giorni saremo noi i padroni del paese.' [...]
Adesso i nuovi atti di proprietà sono stati firmati. L’Iraq non
è più un paese, è un valore patrimoniale. [...] La nostra
battaglia, dunque, deve essere non solo contro chi occupa
l’Iraq, ma anche contro i suoi nuovi padroni."
Quando ho sentito Berlusconi (radio radicale,discorso al Parlamento Europeo) enumerare, a memoria, partitamente, come da inventario di magazzino, i beni artistici di cui è piena l’Italia, mi son sentito emozionato e confuso: da una parte l’orgoglio italiano, il ricordo dell’ammirazione professata verso di noi da tutti gli stranieri con cui abbiamo in questi anni scambiata la casa, dall’altra un brivido: quest’uomo nomina partitamente i singoli beni (musei, chiese, monumenti, città, castelli...) come se di ognuno avesse in mente anche il prezzo di vendita. Come se l’Italia non fosse per lui un paese, ma un valore patrimoniale.
“O mia patria sì bella e venduta”.
Resistere, resistere, resistere.
Lo trascrivo dal mio taccuino con un po' di ritardo, ma per certe cose non è mai troppo tardi.
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