martedì 27 ottobre 2009

Viaggio in Iran









Sto mettendo un po' di ordine su foto e video del viaggio per ricavarne una proiezione digeribile per l'assemblea domenicale del primo novembre prossimo alle baracche verdi di Via degli Aceri 1, sede storica della Comunità dell'Isolotto. Ne approfitto per rileggermi online notizie sulle vicissitudini storiche di questa parte di pianeta, posta come una strada sopraelevata sulle grandi direttrici del formicaio umano in corsa perenne tra Europa e Asia, in cerca d'acqua, di pascoli e di seta. Paola cura la parte letteraria e poetica. Le sto scaricando poesie di Hafez e Khayyam...Ma anche di Forùgh Farrokhzàd e
Nadèr Naderpùr





Domenica 1 novembre, alle ore 10,30, zona Isolotto, autobus 9, 1, 17C, vicino alla Piazza del mercato. Per gli amici che sono in zona.

domenica 18 ottobre 2009

S.Ignazio d'oltremare





Anzi: Marino. L'ho sentito stasera al teatro Puccini di Firenze. Confermo quanto detto su FB: domenica 25 andrò al circolo ARCI di via Maccari e lo voterò come Segretario del partito  alle Primarie del PD. Non sono iscritto, ma tutti possono votare. Coraggio.

martedì 13 ottobre 2009

Viaggio in Iran (VI)


Intervista a Shahab





video









(Nota di servizio:  quando Shahab parla inglese puoi trascinare il mouse, senza premere, sul quadrato che si forma al centro dell'immagine per far emergere i sottotili in italiano. Non sono riuscito a far di meglio).





 Sciacob, così si pronuncia, ha guidato per 3600 km il suo furgoncino Toyota per mostrarci città, paesi, montagne, deserti, oasi e giardini, musei e moschee.  Senza risparmio e con grande abilità. Nel video ho inserito immagini  del soggiorno di due giorni a Garmeh, ai confini del deserto centro-nord dell'Iran, e l'intervista fatta a seguito di quella a Soheila, mentre siamo per 3 giorni a Esfahan, città natale di Shahab e città della famiglia di Soheila che è nata a Tehran. Per Garmeh ho fatto onore al gran capo Mazìar che con la moglie (francese) Aryan, il figlioletto Amyar, il fratello di lui e la cognata regge la casa-albergo da quando ha deciso di lasciare Tehran, immensa e per lui poco vivibile, per immergersi nella dura e splendida magia di un'oasi nel deserto, ritornando, d'altronde, alla casa dei suoi avi.



Come puoi approfondire consultando ilsuo sito: 
http://www.ateshooni.com/ (in inglese) o la guida Lonely Planet, IRAN, p.272.



Una menzione onorevole al fratello e cognata di Maziar per la migliore cucina - dice Paola - di tutto il nostro viaggio. 



Quanto a Shahab, questo il suo cellulare: 0098 9133018310.




Le due serate al lago salato il 23 e nel deserto il 24 sono state un'extra per noi coraggiosi e fortunati. Mi ci vorrebbe la penna di Rumiz per descrivere i momenti passati la sera, quando è tramontato il sole per far posto a una luna quasi piena: sul lago salato Soheil, una specie di guru quasi santone, che ripassava con Soheila e Shahab i fondamenti di una sapienza indiana o sufi o che altro, mentre noi turisti occidentali ci si distraeva a puntare il sole che se ne andava, la luna che si illuminava, Giove che la insegue da tutta l'estate, e il triangolo estivo di Vega, Deneb e Altair, con la ricerca della stella polare facilitata dalla mia frequentazione del cielo casentinese, forse ancora più nitido di questo.. La sera dopo è stato commovente vedere Mazìar stendere sul deserto i tappeti, cercare la legna (in parte se l'era portata?), accendere il fuoco, mettere il bricco dell'acqua per il thé a bollire, mentre il piccolo Amyar gli stava addosso, tenuto a freno da mamma Aryan.



Questo è l'Iran "paese canaglia" contro il quale stiamo lucidando (Israele, Stati Uniti, governi NATO e mass media) la superbomba che distruggendo la centrale atomica di Natanz, permetterà alla Francia di costruire per noi le 5 centrali preventivate da SuperSilvio insieme al Ponte d'oro che unirà per la vita e per la morte le penisola continentale con l'Isola  dei famosi, insieme al grande traforo TAV che ci permetterà lo scambio dei beni materiali e delle persone fisiche con la stessa immediatezza di YouTube: grande tubo. E' uno sfogo, amici miei, che avete sgranato gli occhi al vederci ritornare da là vivi e vegeti ostinandovi tutt'ora a rimaner chiusi dentro la trappola mediatica allo stesso tempo stupida e infame...Amen.


sabato 10 ottobre 2009

Testamento biologico e Parlamento italiano

Lectio magistralis







di GiancarloFornari sul testamento biologico







...







Paradossalmente un Berlusconi forte come poteva essere a maggio scorso, prima che esplodessero gli scandali di Villa Certosa, di Palazzo Grazioli e delle feste di compleanno delle ragazzine di Casoria poteva anche assecondare il filone “agnostico” della sua personalità: agnostico, sia chiaro, non per una scelta morale ma, al contrario, per una scelta di immoralità.







Un Berlusconi debole come quello attuale – oltretutto costretto, dopo l'annullamento del Lodo Alfano, a difendersi in tribunale dalle accuse dei giudici come un qualunque cittadino - non può permettersi divagazioni laiciste, la sua leadership si sfalderebbe in una settimana sotto i colpi di un attacco violento del Vaticano.







Tutto lascia supporre, quindi, che il testamento biologico sia la prima delle concessioni che il Cardinal Bertone pretenderà. Seguiranno la RU 486, nuovi finanziamenti alle scuole e agli ospedali cattolici, e via barattando. Lo Stato laico immolato un pezzo dopo l'altro dal Presidente del Consiglio per colpa delle registrazioni sul “lettone di Putin” di una escort barese, il povero Cavour si starà rivoltando nella tomba.







 







Che fare







Se tutto, dunque, lascia credere che alla fine la legge rimarrà più o meno com'è, che cosa potrebbe fare l'opposizione, e che cosa potremmo fare noi?







L'idea del referendum abrogativo, come è ovvio, è la prima che viene alla mente. A quanto si dice, le opinioni degli italiani sarebbero favorevoli. Secondo gli ultimi sondaggi (Renato Mannheimer, sul "Corriere della Sera" del 1° aprile), il 51% della popolazione sa oggi cos'è un Testamento biologico (e un altro 41% ne ha almeno sentito parlare), il 75% (il 55% - cioè la maggioranza assoluta - anche di chi si professa credente e frequenta regolarmente le funzioni religiose) si augura di poter liberamente rifiutare o limitare nel tempo le cure per l'ipotesi di venire a trovarsi un domani in una situazione di coma irreversibile, e il 68% chiederebbe, per quel caso, anche l'interruzione di nutrizione e idratazione artificiali (tra i cattolici il 47%, il 24% lo esclude, mentre il rimanente 29% non ha ancora un'opinione in merito).







Qualunque cosa dicano i sondaggi, il referendum rimane però un argomento su cui meditare, perché il rischio di un insuccesso – davanti a pressioni vaticane prevedibilmente ancora più violente di quelle esercitate nel referendum sulla legge 40, allo strapotere mediatico delle cinque stazioni televisive berlusconiane, allo schieramento maggioritario dei partiti del centrodestra con l'aggiunta dell'Udc, alla debolezza e alle divisioni del PD - sarebbe assai preoccupante. Non dico che il referendum non andrebbe comunque fatto, dico che bisognerebbe pensarci non una ma dieci volte per evitare il flop di quello sulla legge 40.  







Più incoraggiante mi sembra la strada del ricorso alla Corte costituzionale, tali e tanti – come ha confermato anche la sentenza del 17 settembre del Tar del Lazio - sono i profili di illegittimità di una legge che si mette sotto i piedi almeno tre o quattro articoli della Costituzione.







Altrettanti incoraggianti sono i segnali che arrivano dai Comuni italiani, che negli ultimi mesi hanno cominciato a muoversi istituendo registri per il testamento biologico dei cittadini, sotto la spinta di varie associazioni tra cui la nostra (che per prima si è attivata per l'istituzione del registro nel X Municipio di Roma) e l'Associazione Luca Coscioni.







Ad oggi sono 16 i Comuni (oltre ai due Municipi romani Roma X e Roma XI) e due le Province che hanno istituito il registro. In altri 30 comuni sono in atto raccolte di firme da parte delle associazioni - tra cui, per quanto riguarda in particolare Modena e Firenze, l'Associazione LiberaUscita - per presentare proposte di iniziativa popolare o appoggiare mozioni di consiglieri a tali fini. Gli ultimi importanti Comuni in cui è stato istituito, o è in corso di istituzione, il registro dei testamenti biologici sono Vicenza, Siena, Calenzano.







E' di ieri a Firenze l'approvazione di una delibera del consiglio comunale presentata dal Pd, partito di maggioranza, che istituisce il registro dei testamenti biologici. La delibera, prima firmataria la consigliera del Pd Claudia Livi, garantisce la possibilità di inserire in un apposito registro le indicazioni del notaio, del fiduciario o del depositario del testamento, in modo da garantire la certezza della data di presentazione e la fonte di provenienza.







Contro la delibera, tutti i consiglieri dell'opposizione e tre della maggioranza. Il sindaco, Matteo Renzi, ha deciso di non partecipare ai lavori e di non rilasciare dichiarazioni. Polemica l’Arcidiocesi, che ha espresso “rammarico e preoccupazione”. La stessa censura lanciata, tre mesi fa, contro la delibera che aveva concesso la cittadinanza onoraria a Beppe Englaro.










L'attacco è complessivo, dobbiamo prepararci







Come ho detto all'inizio, dobbiamo tenere presente che l'attacco al testamento biologico è solo uno dei punti di emersione di una strategia più ampia. Mettere in discussione il principio di autodeterminazione del malato, presupporre che il nostro corpo, non più nostro, debba seguire il destino imposto non da noi ma da medici, poliziotti, magistrati, stabilire che ciascuno di noi possa essere condannato da una legge dello stato a dieci, venti o trenta anni di coma alimentato da macchine, trasformare quello che loro chiamano “il diritto inalienabile” alla idratazione e all'alimentazione forzate in un “dovere inderogabile” di alimentazione e idratazione, è solo un primo passo verso una normalizzazione clericale del nostro sistema politico. In una situazione di progressivo arretramento e indebolimento dello Stato laico non ci sono limiti alle pretese della Chiesa di riconquistare gli spazi che la secolarizzazione le aveva fatto perdere.







Dopo il testamento biologico la nuova frontiera di questa offensiva sono le conquiste dei diritti civili maturate negli ultimi decenni, a cominciare dall'aborto e dal divorzio. Non a caso nei giorni scorsi Benedetto XVI in visita nella Repubblica Ceca ha aperto un nuovo fronte scagliandosi contro il divorzio e la famiglia allargata, prodotti avvelenati del Demonio che ha corrotto la nostra società.







Dobbiamo quindi prepararci sin da ora a combattere un nuovo “KulturKampf” per la laicità delle istituzioni. Un compito fondamentale in questa battaglia spetta alle associazioni laiche, che dovranno mobilitarsi come poche volte hanno fatto, per raccolte di firme, discussioni, manifestazioni, azioni di disturbo, disobbedienze civili. Prevedendo anche manifestazioni particolari tra cui un sit-in davanti alla Camera da tenere al momento che la legge andrà in aula. Cercando di procedere il più possibile unite, anziché divise come per solito hanno fatto finora.







Leggi tutto l'intervento







Aggiornamento del 16 Ottobre 2009:



Link per il video dell'intervento di Giancarlo Fornari:




http://www.youtube.com/view_play_list?p=B29894F9903F9D72



 




giovedì 8 ottobre 2009

Viaggio in Iran (V)

Intervista a Soheila (terza parte)



 



Esfahan, domenica 27 settembre 2009. Nel giardino antistante il Palazzo delle 40 colonne, due coppie italiane, Mariolina e Nicola, Paola e Urbano, si confrontano con le loro guide Soheila e Shahab...


mercoledì 7 ottobre 2009

Le bugie hanno la bara lunga

Lodo la Corte costituzionale







L'avevo sognato una di queste notti là in Iran. Cercava di fuggire mescolato alle donne dell'harem, ma Lario e D'addario gli hanno tolto il parrucchino.. Come l'altra volta che s'era messo in testa un elmetto da soldato tedesco.


Nota di storia patria


Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti. (Piero Calamandrei)

martedì 6 ottobre 2009

Viaggio in Iran (IV)

Intervista a Soheila

video:


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L'intervista è stata fatta nel tardo pomeriggio di domenica 27 Settembre, al secondo giorno del nostro instancabile (per Soheila e la coppia di amici catanesi) girovagare nella "Isfahan nesf-e jahan" (Isfahan è la metà del mondo): bazar, Moschee, minareti oscillanti, Imam Square davvero spelndida, i 3 ponti dalle 100 archate su un fiume secco da 2 anni ( un'impressione passeggiare la sera sotto le archate pensili, tra gente appoggiata e seduta che ascolta cantanti solitari che si alternano uno dopo l'altro. L'intervista l'avevo chiesta io, ma Solheila la voleva quanto me. Perché ha tante cose da dire. E non solo lei. Ci vorranno altri due Youtube...


Peccato per Soheila che non possa aprire Youtube dall'Iran. Ma lo vedrà Arash, il figlio ingegnere che sta completando il suo perfezionamento a Perugia.



Questo il video fatto per lui da un amico in occasione della sua laurea in ingegneria civile: http://www.youtube.com/watch?v=Rzik-Fem2kg


A proposito (per Mariella che pensava mi avrebbero requisito la mia videocamera): ho sbobinato le 8 cassette di riprese fatte dentro scuole e moschee, piazze e palazzi, caffè e ristoranti..ti facevano festa, curiosi di noi come noi di loro. Così non mi era successo in Tunisia, Marocco, Giordania, Siria. Avrò tempo per perfezionare il programma di montaggio Premiére insieme al mio istruttore Martino. Ne verrà fuori più di un DVD. 

Viaggio in Iran (III)

Le donne dell'Iran




(Esfahan, mattina di sabato 26 settembre, all'entrata di una scuola femminile)


Ho camminato per le strade di Shiraz, Yazd, Esfahan e ancor più che le moschee e i palazzi, maestosi e attraenti nella loro bellezza orientale,  guardavo le donne, sole, a coppie, a gruppi, ma sempre infagottate nei loro mantelli neri o, nei casi migliori, avvolte nel piccolo soprabito che  le copriva quasi fino al ginocchio, là dove spuntavano gli immancabili pantaloni. La stagione era calda, metà settembre, ma raramente ho visto  un piede nudo nel sandalo, mai una testa scoperta. L'attrice del filmetto per famiglie che ho visto in un'affollata sala di Esfahan, molto  elegante, con un grazioso soprabito e tacchi alti, portava il foulard perfino la notte, quando andava a dormire. Però l'argomento del film non  sarebbe dispiaciuto nemmeno qua da noi. La giovane coppia in crisi decideva di scambiarsi i ruoli: lui a casa a districarsi nelle faccende  domestiche e nella cura dei due figli, lei a dirigere la piccola azienda di famiglia per la gestione di una sala per banchetti di nozze. Alla fine il  risultato è quasi femminista: lei si rivela una manager superiore al marito, lui si arrende e desidera ardentemente far pace e detti pure lei le condizioni. Il tutto piuttosto ingenuo e cinematograficamente scontato, ma a suo modo significativo. Mi è anche capitato di vedere un  matrimonio nel momento in cui le donne restano sole e si danno alla pazza gioia, spogliandosi dei mantelli e mostrandosi con vestiti così  scollati, aderenti e rilucenti di lustrini che difficilmente verrebbero indossati da noi in simili occasioni. E i balli, le grida, il tripudio di gioia  liberata che è d'uso in queste occasioni. Per cui, traendo una più che probabile conclusione, viene da dire che la coltre nera che avvolge queste  donne e tanto le imbruttisce resta un funesto quanto superficiale mezzo di repressione che in sostanza intacca poco la vitalità e il desiderio di  affermare le proprie esigenze imprescindibili. So che le donne iraniane sono presenti largamente nelle scuole, nei pubblici uffici (non possono  diventare giudice) in vari ambienti di lavoro, ho visto nel cortile di una scuola superiore gruppi di ragazze che chiacchieravano vivacemente tra  loro e si affollavano e si affollavano intorno al nostro piccolo drappello di turisti, desiderose di scambiare parole e di respirare un'aria diversa. 

Poi è arrivata un'arcigna insegnante a portarle via, ma loro hanno continuato a ridere e a fare cenni amichevoli da dietro le finestre chiuse.

In poche parole quello che si percepisce con sufficiente chiarezza è un livello di maturazione di capacità di autonomia che con difficoltà viene  trattenuto e imprigionato in forme rigide destinate secondo me   a non durare a lungo. Il personaggio di Soheila, la nostra brava guida iraniana,  impersona bene questa situazione. E' una donna giovane e attraente, divorziata da vari anni, che si guadagna la vita con un lavoro che fa con  passione. E nessuno la giudica male, anzi è rispettata e apprezzata. In questo la situazione di Soheila non è diversa da quella di una donna sola in un paese europeo. Mi fermo un momento perché non voglio lasciarmi prendere la mano da queste impressioni positive. "La gabbia d'oro" di  Shirin Ebadi, premio nobel per la pace 2003 e oggi anche firmataria dell'appello a mobilitarsi contro la censura dell'informazione qui in Italia,  e "Un matrimonio a Tehran" di Azadeh Moaveni svelano retroscena piuttosto cupi della situazione politica iraniana e del resto gli avvenimenti  recenti del dopo elezioni del giugno scorso parlano chiaro in fatto di repressione. "Morale della favola", come dice spesso Soheila, è che da  una parte c'è una volontà politica che non esita a imporre un regime intollerante a vari livelli, dall'altra però c'è la presa di coscienza di una  popolazione in buona parte matura, anche culturalmente, che è in disaccordo con questo regime e sceglie, quando può, di battere strade  iverse. In questo senso va la lotta silenziosa delle donne che anche giornalmente, nelle piccole cose quotidiane, fanno quello che possono per  recuperare quello che pretende di togliere loro una visone maschilista e arretrata nel tempo. (Paola)

sabato 3 ottobre 2009

Ronde padane e scorte governative

 


 


Escort

v. (Mil) scortare; accompagnare

s. scorta, accompagnamento; accompagnatore; cavaliere 

  escort

v. accompany, attend (in order to guide, protect, guard, etc.) 
 person or group of persons who protect or guide; armed guard (of ships, planes, etc.); man who accompanies a woman (on a date, to a dance, etc.)    (Babylon )


   Wikipedia Italiano - L'enciclopedia libera    

Escort

Il termine escort o "accompagnatrice" è un termine che, in realtà, si discosta leggermente dalla mera "prostituzione".

Una ragazza escort, solitamente, è un'intrattenitrice. È colta (spesso laureata), conosce diverse lingue, sa come intrattenere una persona attraverso il dialogo. Per questi motivi la si può trovare spesso e volentieri accompagnare uomini d'affari in trasferta di lavoro, che la "sfruttano" per mostrarsi al fianco di una bella ragazza. Non di rado l'accompagnamento è seguito da incontri sessuali, che spesso sono il motivo principe del contatto con la ragazza in questione.

Il termine Escort può riferirsi a:

Ford Escort, un'autovettura

Escort, una rivista per adulti britannica

Escort, termine in lingua Inglese usato per indicare un accompagnatore/accompagnatrice e in senso lato una prostituta di alto bordo.



Estratto da "
http://it.wikipedia.org/wiki/Escort"


Nota letteraria:

Voghiam voghiamo o disperate scorte

ai luminosi porti de l'oblio

a la scogliera bianca de la morte. (G. Carlucci)


Reality italian show:

Lo Scudo Fiscale è passato al Senato per 20 voti. VENTINOVE senatori della più vergognosa opposizione della storia d'Italia erano assenti. VENTIDUE del PDmenoelle, SEI dell'Udc e UNO dell'Idv. Morfeo Napolitano ha detto che firmerà, non avevo dubbi. 300 miliardi di euro di capitali mafiosi e frutto dell'evasione torneranno in Italia ripuliti e con l'anonimato pagando il 5% allo Stato. Tra qualche tempo sapremo di chi sono, prima o poi la verità viene a galla. Sapremo se ci sono dei collegamenti di qualche natura con dei parlamentari. Nel frattempo i cittadini onesti sono spolpati dal Fisco ma, con questi esempi, per quanto pagheranno le tasse? Poco ancora. Domani sul blog l'elenco (permanente) dei dipendenti dell'opposizione che hanno fottuto gli italiani. (Beppe Grillo)

Dove eravate, 32 dipendenti infedeli? (aggiornamento del 4 ottobre 2009)

Trentadue senatori e senatrici sono responsabili di fronte ai loro elettori, e più in generale di fronte alla Nazione, di alto tradimento. Che si tratti di tradimento della fiducia di chi li ha votati è indiscutibile. E che sia alto pure. Al Senato, con il voto di fiducia sullo Scudo Fiscale potevano evitare il rientro di 300 miliardi di capitali mafiosi o sottratti al fisco e far CADERE il Governo. Bastavano 20 voti. Non lo hanno fatto. Non erano in aula. Dove si trovavano? Io vorrei saperlo e anche voi. Oggi parte il concorso: "Dove eravate, 32 dipendenti infedeli?". Datemi una mano. Il blog terrà traccia delle vostre segnalazioni e le riporterà nei prossimi giorni (se corrette) con il vostro nome o nick. Ecco l'elenco: 24 PDmenoelle: Argentin, Binetti, Bucchino, Capodicasa, Carra, Codurelli, D'Antoni, Esposito, Farina, Fioroni, Gaione, Ginefra, Giovanelli, Grassi, La Forgia, Lanzillotta, Madia, Mastromauro, Melandri, Misiani, Pistelli, Pompili, Porta, Portas. 7 UDC: Bosi, Ciccanti, Drago, Libè, Pisacane, Ruggeri, Volontè. 1 IDV: Misiti (elenco da: Il Fatto Quotidiano 3/10/09).

venerdì 2 ottobre 2009

Viaggio in Iran (II)


Home sweet home, si torna sempre volentieri a casa. Dopo aver fatto, via terra, 3600 km in 13 giorni.



Ritrovare il pane lievitato, il rostbeef che sa fare Paola, con l'aiuto di Costantino macellaio a noi vicino,  con la compagnia di una cappella di porcino che profuma di Casentino, di una bottiglia "Amarone della Valpolicella, 2005, classico" portata in tavola da Simone che ultimamente sembra orientato verso la professione di sommelier, probabilmente per la frequentazione sempre più assidua di amici casentinesi.



Perché in Iran si mangia tanto, si digerisce bene, yougurt e frutta a volontà, melanzane pasticciate in tutti i modi, ma il pane è azimo, la carne agnello, montone, pollo, pollo montone agnello...Provato il manzo, ma da lasciarci i denti. Da bere: acqua, pepsicola, birra analcolica.

E poi a me e Paola non corrispondono  le porzioni o proporzioni; montagne di roba con inevitabile spreco, dato che quasi mai trovi il selfservice; chiedi uno spiedino e ti arriva un'alabarda; poi impari a dire "uno in due". Questo discorso non vale per gli altri 4 commensali molto disinvolti nel maneggiare le alabarde. Sì perché eravamo tre coppie: Shahkab e Soheila, driver e guida, Mariolina e Nicola, siculi, Urbi e Paola, toschi. Su un furgone Toyota a 11 posti, un 2500 a benzina. Quando eri stanco ti potevi metter dietro, stenderti e dormire. E questo grazie alla paura che governa il mondo e che ha provocato la rinuncia di un bel gruppo di veronesi ai quali eravamo stati aggregati.

Il furgoncini in Iran vanno tutti a benzina, che costa pochissimo. Il gasolio, che costa niente, è riservato ai TIR.




Nota



La foto è di giovedi 24 settembre, nel deserto Dasht e Kavir, località Garmeh. Dietro il fuoristrada Maziar ha aceso il fuoco per il nostro "Thè nel deserto". Nel frattempo il sole si avvia al tramonto. Bella serata, ne riparliamo.

Viaggio in Iran (I)

Tranquilli!







Esfahan, sabato 26 settembre 2009. Decimo giorno del viaggio di 14 giornate. Per tutti quelli che si sono preoccupati per noi prima e durante la visita alla culla della nostra civiltà.