sabato 27 marzo 2010

L'inferno dei viventi; anzi no.


 « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. »

 (Italo Calvino, Le città invisibili, 1972)


 Da wikipedia


NB. Da collegare con Howard Zinn, più sotto (v. gennaio 29, 2010):


Esser pieno di speranza in tempi cattivi non è poi così follemente romantico. Si basa sul fatto che la storia umana è una storia non solo di crudeltà, ma anche di passione comune, sacrificio, coraggio, gentilezza.  Quello che noi scegliamo di esaltare in questa storia così complicata determinerà le nostre vite. Se noi vediamo solo il peggio, questo distrugge la nostra capacità di fare qualcosa. Se noi ricordiamo quei tempi e luoghi - e ce ne sono tanti - dove la gente si è comportata magnificamente, questo ci dà l'energia  per agire, e almeno la possibilità di mandare questa trottola del mondo in una direzione differente. E se noi agiamo, per quanto in piccolo, noi non abbiamo da attendere qualche grande utopia futura. Il futuro è una infinita successione di presenti, e vivere ora come noi pensiamo che gli esseri umani dovrebbero vivere, a dispetto di tutto quello che c'è di male intorno a noi, è in se stesso una meravigliosa vittoria.



 

giovedì 25 marzo 2010

Ci mancava; oh, come ci mancava!

Il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, si complimenta con il papa per la lettera agli Irlandesi sui preti pedofili: Benedetto XVI «è chiamato a confrontarsi con situazioni difficili, che diventano motivo di attacco alla Chiesa e perfino alla sostanza stessa della religione cristiana». Poverino! non riesce a pronunciare la parola «pedofilia».


Qual è il significato di questa lettera insulsa, senza senso, ridicola e immotivata?


Dopo il fallimento del raduno di Roma con precari pagati a cento euro cadauno, il debosciato ha bisogno di ricrearsi una verginità formale e vuole fare sapere al mondo intero che egli sta dalla parte del Vaticano, sempre e comunque. L’immondo travestito da agnello.


Ancora una volta assistiamo alla strumentalizzazione di un momento tragico e doloroso della Chiesa con responsabilità oggettive di papa Ratzinger e contorno e il Caimano ne approfitta subito per fare una genuflessione oscena ad uso personale, perché il fantoccio di uomo non sa vedere altro che usi personali, addomesticati alla sua bisogna.


L’uscita di Bagnasco è calcolata e mira ad essere una diretta fucilata ad Emma Bonino e a Mercedes Bresso in Piemonte. Per la proprietà transitiva chi attacca Bonino e Bresso, appoggiate dal Pd, appoggia il Pdl che è contro il Pd. Povera gerarchia, ridotta a giocare questi mezzucci pur di vincere la Regione Lazio! Se una donna fa così paura, cosa farebbe un esercito di donne?


Si rende conto il cardinale Bagnasco che il fondatore del partito dell’amore è un frequentatore abituale di minorenni e prostitute e un ladro di professione? Sa il presidente della Cei che Berlusconi ha candidato uomini appartenenti alle diverse mafie, senza distinzione di sorta? E’ a conoscenza il porporato che non meno di 26 inquisiti siedono in parlamento nelle fila del partito che difende «i principi non negoziabili»?


Si rende conto che il papa ha ricevuto Bertolaso nel momento stesso in cui lo convocava la magistratura della repubblica per chiedergli conto della corruzione di cui lui è artefice, beneficiario, mandante e controllore a danno e sulla pelle dei terremotati dell’Abruzzi, il cui vescovo, Molinari, è uso fare da scendiletto a Berlusconi?


Che Dio protegga l’Italia e le sue Regioni dalla peste del berlusconismo e dalla miopia della gerarchia cattolica.

D. Paolo Farinella


Leggi per intero qui.


martedì 23 marzo 2010

Rotem Dan Mor II

Seconda parte

(piombo fuso e Gaza)



Terza parte

(la scuola israeliana, due popoli due stati?)


clicca sulle immagini.


 

lunedì 22 marzo 2010

Villa Strozzi e la Limonaia



Sono in vendita qui all'Isolotto
Il patrimonio dello Stato va in fumo, roba di nostra proprietà di cui nessuno ci rende conto. In compenso il debito pubblico esplode. Cornuti e mazziati. Indebitati e depatrimonializzati.
"Il Tesoro ha diffuso i dati aggiornati al 2008, sulla consistenza del patrimonio dello Stato, peggiorato in 4 anni di oltre 165 mld di euro. Si va dalle spiagge, ai siti archeologici, alle divise dei militari agli strumenti delle bande, ma anche scrivanie degli uffici e partecipazioni azionarie. NELLO STESSO PERIODO, IL DEBITO PUBBLICO E' PASSATO DA 1550 MILIARDI A 1800. CON UN AUMENTO DI 250 MILIARDI DI EURO IN 4 ANNI, OVVERO OLTRE 60 MILIARDI ALL'ANNO IN PIU'". Beppe A.


DIRITTO DI MORIRE CON DIGNITA’



ANDALUSIA: APPROVATA LA LEGGE PER IL DIRITTO DI MORIRE CON DIGNITA’


I pazienti terminali o agonizzanti hanno il diritto alla sedazione palliativa (art.14). Per la maggior parte dei cittadini, una morte di qualità è una morte tranquilla, senza dolore, accompagnata; una morte dolce, un transito mentre il paziente dorme, cioè è sedato. La sedazione del paziente in agonia è un imperativo morale per il professionista della medicina. Nel caso del malato terminale in grave sofferenza alla quale non è possibile dare sollievo, si deve rispettare la sua volontà di essere sedato. Negare al malato tale trattamento può essere accanimento terapeutico, un atto inammissibile di fronte ad una sofferenza evitabile. Il professionista della sanità in questo caso è responsabile delle conseguenze di non aver rispettato, come è suo dovere, i valori, le credenze e le volontà del paziente (art.18).


Le leggi non cambiano la società, ma aiutano la società. Con questa legge non sarà più possibile, senza incorrere in reato, denunciare un professionista per la sedazione palliativa consentita dal paziente e dalla sua famiglia, come è avvenuto nel 2005.


Asociación Federal Derecho a Morir Dignamente (AFDMD)


sabato 20 marzo 2010

Rotem Dan Mor

Un augurio di pace da Israele




premi sulla foto


Con un brindisi al popolo iraniano che stasera alle 18,31 alza i calici di birra analcolica per brindare al nuovo anno. A ricordo del bel viaggio fatto lo scorso settembre con le guide Soheila e Shahab.

venerdì 19 marzo 2010

Posta elettronica dall'Iran




Da: soheila pir [mailto:viaggioiniran@yahoo.it]
Inviato: giovedì 18 marzo 2010 20.40
Oggetto: Auguri dall Iran
Carissimi
Vi auguro che la vostra vita sia come un bel fiore che sta sbocciando
BUONA PRIMAVERA
Soheila
www.viaggioiniran.com


La risposta mia e di Paola




جشن نوروز 1389 در میلان
 
بیایید لحظه تحویل سال را با هم جشن بگیریم
اگر دوست دارید لحظه تحویل سال در کنار هم باشیم راس ساعت 18 منتظر شما هستیم
 
پیشنهاد
با لباسهای سنتی یا سنبلهای محلی جشنمان را رنگین کنیم و سنتهایمان را بشناسانیم
CIAO
 
EIDE FARKHONDEYE ' NORUZ BE HAMME' MOBARAK !
AUGURI DI UN BUON NORUZ A TUTTI!
(Il capodanno persiano, l'equinozio di primavera, si festeggerà quest'anno, sabato 20 marzo 2010 alle ore 18.31 ora italiana).

 "Noruz, - dicono i persiani - iraniani che vivono a Firenze- è il tempo in cui dimenticare i rancori in segno dell'amicizia e della solidarietà, mangiando piatti tipici, i cosiddetti Haf -tsin e cantando le poesie di Hafez".
La nebbia, il vento, le nuvole, il sole, la ruota del destino sono al lavoro!
Che nel palmo di una mano tu abbia un tozzo di pane! Non sia mai che tu ne mangi da ignorante.

Quartina di Nuroddin Abdorahman Giamì (Poeta Persiano, 1414-1492)
Grazie, Soheila a te e mammà da parte di  Paola e Urbano. (Sabato alle 18,31 alzeremo gli occhi in direzione est per un saluto virtuale a te, Shahab e mamma tua).
 
Noticina storica
21 marzo ore 6.48 - nou ruz - capodanno persiano
Il calendario persiano è diverso da quello arabo, difatti quello arabo è lunare, ovvero di 354 giorni, quello solare comprende 365 giorni.
Il capodanno persiano coincide con il primo giorno di primavera: il 21 marzo.
I festeggiamenti del "Nou Ruz" (Nuovo Giorno) durano in tutto tredici giorni; sono occasioni di grandi pranzi e rituali antichi.
L'ultimo mercoledì che precede l'anno nuovo, si festeggia il "Ciarsciàmbeh Surì", saltando su piccoli falò di roveti, per "lasciare il male al fuoco e prenderne l'ardore".
A casa, si imbandisce il tavolo del "Hàft Sin" (Hàft=sette Sin='S'), si tratta di sette simboli, il cui nome inizia con la "S".
Sabzì = (verdura) germogli di lenticchie o grano
Sir = aglio
Sib = mela
Sengièd =(giogioba)
Serkè = aceto
Samanù = (un tipo di pappa dolce)
Sekkè = Moneta (d'oro)
Inoltre uno specchio e un corano (introdotto con l'avvento dell'islam in Persia).
Sangak = (un tipo di pane cotto su un letto di ghiaia)
Una ciotola d'acqua con una foglia verde galleggiante in superficie.
Dei pesci rossi in acqua.
Delle uova sode dipinte.
Dei cristalli di zucchero.
 
Tutto il mondo è paese. E l'Iran è un gran bel paese. Un bel popolo, davvero!



Io l'ho visto così.
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giovedì 18 marzo 2010

Il Corno alle scale


Sullo sfondo l'Abetone



Il taglio bianco quasi perpendicolare è la Fivizzani o Chieroni che parte dalle Regine a arriva a Secchieta, verso il Gomito.










Anche Sergio Ducci, mio compagno di giornata è stato contento di rivedere dopo tanto tempo il Corno alle Scale, in località Madonna dell'Acero, provincia di Bologna, mentre il Cimone è Modena e l'Abetone Pistoia.  Mi piace ricordare il Corno perché fu la prima meta collegiale delle domeniche di 30 anni fa quando si andava in pulman con lo Yeti della XXV Aprile di Via Bronzino, oggi Azimuth all'Andrea del Sarto. Si andava: babbo, Paola, Michele, Simone con i Caramelli, il Papini...Ho trovato un Corno alle Scale rimesso a nuovo, la pista delle Rocce raddoppiata, come la parte delle Polle, verso il Cupolino e il lago Scaffaiolo (quello della "Passeggiata Scolastica" primo attore Delle Piane). Mi piace segnalare il Corno, non solo e non tanto perché qui Alberto diventato Tomba veniva a divertirsi da bambino, ma perché...non si paga il posteggio, il biglietto giornaliero costa 23 € cn riduzioni per bambini, giovani fino a 19, anziani over 65, perché con 5€ prendi un bombardino con bombolone, offri un cappuccio a Sergio..Certo i pensionati possono andare un martedi 16 marzo 2010, cielo limpido come da previsioni, neve a sfare come attualmente su tutto l'appennino centrale. Neve un po' troppo dura fino alle 10,30. La miglior neve col miglior sole è stata dalle 12 alle 15,30 quando siamo risaliti in macchina via Vidiciatico, Lizzano, Silla, Porretta, valla buia o come si chiama davvero buia, Pistoia Firenze. Poca gente, niente code agli impianti, poter sciare in larghe serpentine senza guardarsi indietro a schivar tavole e scivolatori folli. Consigliato.

PS. A destra della foto si vedeva tutto il giro delle Alpi, ma un po' offuscato, e non ho una foto all'altezza.


lunedì 15 marzo 2010

19 marzo 2003 – 19 marzo 2010 - sveglia, ragazzi!



Non in nostro nome
19 marzo 2003 – 19 marzo 2010
CHIEDIAMO




►Il ritiro immediato di tutte le truppe occupanti dall’Afghanistan e dall’Iraq (inclusi i contractors),
►La fine della pulizia etnica israeliana a Gerusalemme Est e nelle altre città della Cisgiordania, dell’assedio di Gaza, della repressione in Kurdistan,
►Lo stop ai preparativi di guerra contro l’Iran.


Nell’anniversario dei bombardamenti sull’Iraq nel 2003 scendiamo in piazza in Italia come negli Stati Uniti per dire basta alla complicità dei nostri paesi con la guerra, le occupazioni e l’oppressione coloniale contro altri popoli. Venerdì 19 marzo scendiamo in piazza in Italia insieme a chi il 20 marzo manifesterà nelle città degli Stati Uniti (a Washington, a San Francisco, a Los Angeles, a Chicago) per il ritiro delle truppe dall’Afghanistan e dall’Iraq; insieme a chi in Gran Bretagna sostiene la battaglia di Joe Glenton e degli altri soldati che si rifiutano di continuare a uccidere ed essere uccisi in Afghanistan, insieme ai palestinesi che si stanno opponendo alla pulizia etnica israeliana a Gerusalemme e nelle altre città della Cisgiordania e all’assedio di Gaza che dura ormai da quattro anni, insieme al popolo curdo che resiste alla repressione turca e perché si (ri)stabilisca la pace e la giustizia nei Balcani.




 




Che il governo italiano ritiri le truppe dal mattatoio afghano, smantelli le armi nucleari stoccate nelle basi militari di Aviano e Ghedi, cessi di sperperare miliardi di euro per armamenti e di fornire ufficialmente armi, investimenti economici, collaborazioni scientifiche al governo israeliano condannato dalle istituzioni internazionali per la costruzione del Muro di segregazione, per i crimini di guerra a Gaza e l’occupazione coloniale dei Territori Palestinesi. Chiediamo la revoca degli accordi militari, commerciali, scientifici, culturali tra le istituzioni italiane e quelle israeliane.


mercoledì 10 marzo 2010

Laico dell'anno


Su "la Repubblica" di oggi è stata pubblicata una parte della lezione su "Laicità e governo della vita" che il ns. socio onorario Stefano Rodotà terrà oggi 10 marzo all'Università di Torino, in occasione al premio a lui conferito di "Laico dell'anno".

Nel riportare qui sotto il testo pubblicato, e nel chiedere a Stefano se può inviarci il testo integrale della sua "lectio magistralis", a nome di tutti i soci gli inviamo il nostro sentito ringraziamento per la coerente e continua opera a difesa della laicità delle istituzioni, che costituisce la base della stessa democrazia e ci consente di essere padroni della nostra esistenza.



Cordiali saluti



Giampietro Sestini



ESSERE PADRONI DELLA NOSTRA ESISTENZA - DI STEFANO RODOTÀ



da: la Repubblica di mercoledì 10 marzo 2010



(la seguente è una parte della lezione su "Laicità e governo sulla vita" che Stefano Rodotà ha tenuto il 10 marzo all´Università di Torino, ove ha ricevuto il premio "Laico dell´anno").



Laicità rinvia ad autonomia, e questa si declina come autodeterminazione. Sì che, parlando di laicità, non possiamo più ritenere che l’orizzonte sia individuato soltanto dal rapporto tra due poteri, lo Stato e la Chiesa, «ciascuno nel loro ordine, indipendenti e sovrani», o dallo stesso confronto tra secolarizzazione e religiosità. È avvenuta una più complessa distribuzione dei poteri, che individua la persona come protagonista istituzionale. La laicità, oltre che come principio di organizzazione istituzionale e sociale, si manifesta così anche come principio di governo della vita, che inquieta a tal punto da suscitare la tentazione di mimare un incipit famoso, e annotare che «uno spettro s’aggira per l’Italia – lo spettro dell’autodeterminazione».



«La circostanza che il consenso informato trova il suo fondamento negli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione pone in risalto la sua funzione di sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello all’autodeterminazione e quello alla salute». Queste parole della Corte costituzionale individuano una distribuzione di poteri, la cui portata può essere colta attraverso due rapidi esercizi di riflessione storica. Partiamo dal 1215, dalla Magna Charta e dal suo habeas corpus, con la promessa del re a ogni "uomo libero": «non metteremo né faremo mettere la mano su di lui, se non in virtù di un giudizio legale dei suoi pari e secondo la legge del paese». Siamo di fronte all’abbandono di una prerogativa regia, a un autolimitazione, a un atto che laicizza il potere del re, che non riposa più sulla sovranità/sacralità, ma si cala nel mondo, si presenta come l’esito di una negoziazione complessa, che porterà poi alla "autolimitazione" dello Stato sovrano come atto di fondazione dei diritti pubblici subiettivi.



Sette secoli dopo, nel 1947, l’Assemblea costituente approva l’articolo 32 della Costituzione, che riconosce la salute come diritto fondamentale e prevede che i trattamenti obbligatori possano essere imposti solo per legge. Ma si aggiunge: «la legge non può in nessun caso violare il limite imposto dal rispetto della persona umana». È una delle dichiarazioni più forti della nostra Costituzione, pone al legislatore un limite invalicabile. Quando si giunge al nucleo duro dell’esistenza, siamo di fronte all’indecidibile. Nessuna volontà esterna, fosse pure espressa da tutti i cittadini o da un Parlamento unanime, può prendere il posto di quella dell’interessato. Siamo di fronte ad una sorta di nuova dichiarazione di habeas corpus. Il sovrano democratico, una assemblea costituente, rinnova a tutti i cittadini la promessa di intoccabilità: «non metteremo la mano su di voi», neppure con una legge. La rottura è netta. Non vi è più una autolimitazione, ma un vero trasferimento di potere, anzi di sovranità. Sovrana nel decidere della propria salute, e dunque della propria vita, diviene la persona.



Passiamo al secondo esercizio storico, al quarto secolo prima di Cristo quando Ippocrate formula il giuramento che accompagnerà la professione medica. «Sceglierò il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, e mi asterrò dal recar danno e offesa». Di nuovo una autolimitazione del potere, di cui scopriremo la radicale inadeguatezza ventitre secoli dopo, nel 1946, quando a Norimberga vengono processati i medici nazisti. L’abuso del potere medico attraverso la sperimentazione sugli esseri umani provoca una reazione, affidata al Codice di Norimberga, che si apre con le parole «il consenso volontario del soggetto umano è assolutamente necessario». Dall’autolimitazione del potere del medico, definita unilateralmente dal giuramento, si passa ad un integrale trasferimento del potere alla persona che, sottratta a quel potere, rinasce come "soggetto morale".



L’autodeterminazione si identifica così con il progetto di vita della persona. Qui vita è davvero quella di cui ci parla Montaigne, «un movimento ineguale, irregolare, multiforme», governato da un esercizio ininterrotto di sovranità che permette quella libera costruzione della personalità iscritta in testa alla nostra e ad altre costituzioni. E sovranità e proprietà sono parole che, non da oggi, accompagnano la definizione del nostro rapporto con il corpo, dunque con la vita tutta intera. Respinto sullo sfondo il riferimento alla proprietà, si creava la condizione propizia all’incontro con la sovranità. Certo tra "sovrani" sono sempre possibili tensioni o conflitti. Ma, proprio per evitare che la vita divenga un campo di battaglia, vengono definiti confini che potere politico e medico non possono varcare, escludendo che lo Stato abbia giurisdizione sulla vita, possa considerare il corpo come un luogo pubblico, che è cosa diversa da limiti coerenti con la natura dell’autodeterminazione.



Ma le controversie rimangono. L’iconografia tradizionale e gli antichi scritti sono fitti di descrizioni nelle quali figure diverse si contendono corpo e vita di una persona. La virtù e il diavolo, il sacerdote e il principe, il medico e il soldato, le donne tentatrici e i mercanti avidi sono tutti lì intorno ad una spoglia, privata di libertà e autonomia. Un grumo di quelle rappresentazioni è ancora presente. Il pane e le bottiglie d’acqua sul sagrato d’una chiesa o davanti ad una clinica, le scritte che rivendicano la proprietà d’un corpo e d’una vita, la presentazione del diritto come un’arma che uccide ripropongono con deliberata violenza la negazione dell’autodeterminazione. E il Presidente del consiglio manda una lettera alle suore che avevano ospitato Eluana Englaro, addolorato «per non aver potuto evitare la sua morte». Non è il rammarico di un Re Taumaturgo al quale è stato impedito di imporre le sue mani per una guarigione altrimenti impossibile. È la rivendicazione di un potere sulla vita, di cui il politico vuole tornare a essere l’unico depositario.



Intorno a noi è tutto un cercar di chiudere i varchi aperti perché l’autodeterminazione potesse essere esercitata. In un’ansia di rivincita, l’alleanza tra libertà e tecnologie viene rovesciata. Le tecniche contraccettive avevano reso possibile una sessualità liberata e una maternità consapevole. Ma le tecnologie della riproduzione o la pillola Ru 486 diventano l’occasione per riprendere il controllo del corpo delle donne. Le tecnologie della sopravvivenza vengono trasformate nell’obbligo di sopravvivere attraverso manipolazioni sconosciute alle leggi di altri paesi. Si dovrà rinunciare ai loro benefici per il timore di divenirne, poi, prigionieri?



Via via che si entra nel mondo nuovo della scienza e della tecnologia l’autodeterminazione guadagna nuovi spazi e, proprio per questo, richiede un ambiente pienamente laicizzato, dove tutte le opportunità possano essere valutate senza pregiudizi. Ma scienza e tecnologia avviano anche processi di riduzione drammatica della libertà di scelta che possono essere contrastati solo esaltando al massimo le potenzialità dell’autodeterminazione. Segnalo quella che chiamerei la consegna della persona alla società dell’algoritmo. Scopriamo sempre più spesso un mondo governato dall’algoritmo, quello di Google o quello al quale la finanza aveva affidato le scelte di investimento. E scorgiamo pure una costruzione dell’identità sempre più sottratta alla consapevolezza degli interessati, affidata invece a processi variamente automatici.



Tornando alle parole iniziali, e senza la pretesa di chiudere un cerchio, la laicità si rivela un presidio contro la pretesa di qualsiasi potere di impadronirsi della vita, fino alla sua totale spersonalizzazione.



Non dirò che la laicità sia il più umano dei principi, ma pure ad esso è affidata la nostra problematica umanità.



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LiberaUscita



Associazione nazionale laica e apartitica



per il diritto di morire con dignità 



via Edgardo Ferrati, 12 - 00154 Roma



tel: 366.4539907 ore 9/12 - 16/18 



fax: 06.5127174 ore 0/24



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sito web: www.liberauscita.it 



gruppo Facebook: LiberaUscita



Nota costituzionale







Art. 2









La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.







Art. 13.



La libertà personale è inviolabile.Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.



In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di Pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'Autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.



La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.



Art. 32.La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.



Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.








venerdì 5 marzo 2010

Corsi e ricorsi storici



"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.

Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.

Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."

(Elsa Morante, 1945)

Commento correttivo

Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?

Perché prima ingannato e picchiato. Poi avvelenato, nei propri figli, da un'educazione di mistica fascista con la convergenza di Chiesa e Stato. La mia maestra era cattolica e fascista, onesta, brava e dedicata a noi ragazzi come pochi. La guerra d'abissinia ci fu presentata come il riscatto del proletariato contadino affamato di terra, contrapposto alla ricca borghesia delle plutocrazie di Inghilterra e Francia. "La grande proletaria s'è mossa" aveva cantato il Pascoli per la guerra di Libia nel 1911.  Così eravamo ridotti nel 1940: http://www.youtube.com/watch?v=og0EinKrAVE

"Il 10 giugno, al tramonto, eravamo tutti nel piazzone, davanti al terrazzino di casa Martini (balcone storico) in attesa della parola del duce, via radio". Così scrive la maestra Tita nel suo bel libro "Gente del Ponte" a p.94. Ponte a Poppi, Piazza Garibaldi, la mia piazza.