giovedì 31 dicembre 2009

Non auguri ma impegno per un 2010 migliore del 2009

Per me l'augurio valido è quello dei 1400 di 42 paesi del pianeta, in marcia dal Cairo verso Gaza. La strada ce la indicano loro, anche con le parole di Debra Sweet: il 2010 sarà felice se noi lo renderemo tale.

Questa direzione fascista non può essere e non sarà rovesciata da leaders che ci dicono di cercare un comune terreno con fascisti, religiosi fanatici e impero. Ciò può solo esser reso possibile dalle persone che costruiscano una comunità di resistenza - un movimento popolare di massa - che agisca nell'interesse dell'umanità per metter fine e portare in giudizio gli autori di questi crimini.



Queste parole di Debra riguardanti i suoi Stati Uniti, valgono pari pari per la nostra Italia, ridotta a satrapia dell'Impero. Questa satrapia non sarà sconfitta da quei nostri leaders " che ci dicono di cercare un comune terreno con fascisti, religiosi fanatici e Impero" (traduci: fascisti, Vaticano, Mafia, USA, l'attuale Israele).



Vale comunque sempre il logo del blog:
don't curse the darkness, light a candle. Non bestemmiare le tenebre, accendi una candela. Ma è dura difenderla dal vento e dalla pioggia di questo clima impazzito.

Un anno felice se noi lo rendiamo tale

 




A Happy New Year if We Make It So



The World Can’t Wait organizes people living in the United States to repudiate and stop the fascist direction initiated by the Bush Regime, including: the murderous, unjust and illegitimate occupations of Iraq and Afghanistan; the global “war of terror” of torture, rendition and spying; and the culture of bigotry, intolerance and greed. This direction cannot and will not be reversed by leaders who tell us to seek common ground with fascists, religious fanatics, and empire. It can only be possible by the people building a community of resistance - an independent mass movement of people - acting in the interests of humanity to stop, and demand prosecution, of these crimes.



Dear Urbano,



...Now lots of those hopes have been dashed on the rocks of the "politics of the possible," and people have the blues.  I have not had a conversation with anyone who thinks 2010 will be an improvement over 2009. 



People mentioned to me the vast expansion of the "war on terror" in Afghanistan, now into Yemen, new threats to attack Pakistan...the coming new restrictions on abortion access in health care "reform" that benefits the insurance companies dramatically...the utter failure of the rich countries to agree to stop global warming.  Barack Obama announced just after the Inauguration that he would close the detention camp in Guantanamo, but it won't be closed by then; worse, he will continue military commission trials and hold some without charges indefinitely.



(dall'email di Debra Sweet, nella foto)







"Il mondo non può attendere" organizza la gente che vive negli Stati Uniti per ripudiare e metter fine alla direzione fascista iniziata col Regime di Bush, includendo le sanguinarie, ingiuste e illegittime occupazioni dell'Iraq e dell'Afghanistan; la guerra globale del terrore , della tortura del rapimento e dello spionaggio; e la cultura del bigottismo, intolleranza e rapacità. Questa direzione fascista non può essere e non sarà rovesciata da leaders che ci dicono di cercare un comune terreno con fascisti, religiosi fanatici e impero. Ciò può solo esser reso possibile dalle persone che costruiscano una comunità di resistenza - un movimento popolare di massa - che agisca nell'interesse dell'umanità per metter fine e portare in giudizio gli autori di questi crimini.




"Un anno felice se noi lo rendiamo tale" Faccio mio l'augurio di Debra Sweet. Leggendo quello che lei scrive su Barack Obama penso a Pio IX che passò dalle libertà costituzionali al Sillabo. E il suo nome divenne un'imprecazione popolare rimasta sulla bocca di tutti fino ai nostri genitori.



Interrompo per pubblicare un comunicato:


31 Dicembre 2009, 



Ora : 11 am



 


INTERNAZIONALI AL CAIRO MARCIANO VERSO GAZA PER




PROTESTARE CONTRO L’ASSEDIO




(Cairo) A seguito del rifiuto Egiziano di consentire ai partecipanti alla Gaza Freedom March di entrare a Gaza, gli oltre 1.300 attivisti per la pace e la giustizia sono partiti a piedi. Nonostante i blocchi della polizia predisposti al Cairo con lo scopo di recintare i dimostranti e impedire loro di manifestare solidarietà con il popolo Palestinese, gli internazionali stanno spiegando i loro stendardi e invitano tutti i pacifisti del mondo di sostenerli e chiedere la fine dell’assedio di Gaza.



L’offerta Egiziana di lasciar entrare a Gaza solo 100 dei 1.400 partecipanti alla Marcia, è stata ritenuta dagli organizzatori della Marcia insufficiente e deliberatamente intenzionata a dividere. Nel frattempo, il Ministro degli Esteri Egiziano ha cercato di far passare questa offerta last-minute come espressione di buona intenzione nei confronti dei Palestinesi per isolare i “provocatori”. La Gaza Freedom March ha rifiutato categoricamente queste affermazioni. Gli attivisti sono al Cairo perché il governo Egiziano ha impedito loro di raggiungere Gaza. “Noi non vogliamo rimanere qui, Gaza è sempre stata la nostra destinazione finale”, afferma Max Ajl , partecipante alla Marcia.



Alcune persone hanno cercato di superare i blocchi della polizia e iniziare a marciare verso il punto di incontro a Tahreer Square al centro del  Cairo. A loro si sono uniti Egiziani che volevano denunciare il ruolo del proprio governo nel sostenere l’assedio di Gaza. Le autorità hanno cercato di tenere separati gli internazionali dai locali. La polizia sta attaccando brutalmente i partecipanti , non violenti, alla Marcia. Molti poliziotti in borghese si sono infiltrati tra la folla e assaltano I partecipanti violentemente. “Sono stata sollevata dalla polizia Egiziana e sbattuta letteralmente contro le transenne” afferma Desiree Fairooz, una dimostrante. I partecipanti alla Marcia stanno cantando slogan di protesta e resistono ai tentativi di disperderli e giurano di rimanere nella piazza fino a quando non saranno autorizzati ad andare a Gaza. Lo striscione GFM è appeso ad un albero della piazza. Alcuni partecipanti alla Marcia stanno sanguinando e i celerini hanno distrutto le loro videocamere.



 



La Gaza Freedom March rappresenta persone da 43 nazioni con background diversi. Tra loro ci sono persone di ogni fede, leader di comunità, attivisti per la pace, dottori, artisti, studenti, politici, scrittori e molti altri. In comune hanno l’impegno alla nonviolenza e la determinazione a interrompere l’assedio di Gaza.



"L’Egitto ha provato in tutti i modi possibili ad isolarci e ad abbattere il nostro spirito” dicono gli organizzatori della Marcia. “Ma noi restiamo fedeli più che mai al nostro obiettivo di manifestare contro la tirannia e la repressione. Marceremo il più vicino possibile a Gaza, e se saremo fermati con la forza, chiederemo ai nostri sostenitori di protestare. Chiediamo a coloro che credono nella giustizia e nella pace ovunque siano nel mondo di sostenere le nostre iniziative per la libertà dei Palestinesi."



Tra i partecipanti c’è anche Alice Walker, scrittrice e vincitrice del Premio Pulitzer, Walden Bello , membro del Parlamento Filippino, Luisa Morgantini, ex membro del Palamento Europeo per l’Italia. Più di 20 partecipanti alla marcia, tra cui l’ 85enne sopravvissuta all’Olocausto,  Hedy Epstein, hanno intrapreso uno sciopero della fame contro il pesante ostruzionismo Egiziano, oggi entrano nel quarto giorno.



 

mercoledì 30 dicembre 2009

Gaza chiama Il Cairo

"quest’assedio medioevale "

Comunicato Stampa



Gaza - Comitato Direttivo della Gaza Freedom March



Gaza 30.12.2009



Nel corso delle ultime settimane, in rappresentanza di vari settori della società civile di Gaza, siamo rimasti colpiti dai sacrifici che voi, 1.400 persone, state compiendo per venire ad aiutarci ad interrompere l’assedio.



 Nonostante la delusione per non riuscire ancora ad incontrarvi tutti  a causa di quest’assedio medioevale che ci separa, noi sentiamo che il vostro arrivo al Cairo ha già dato i suoi frutti. La vostra insistenza ad interrompere l’assedio per potervi unire in solidarietà con noi ha ispirato e ha stupito molte persone. Grazie per la vostra presenza al nostro fianco: insieme abbiamo istituito una rete per interrompere l’assedio e liberare la Palestina.



 Sosterremo ogni decisione che il Comitato Coordinatore della Gaza Freedom March vorrà prendere nei riguardi dell’ingresso a Gaza di soli 100 dei 1.400 delegati presenti al Cairo. Ovviamente questa è una decisione di maggioranza, come tutte quelle prese finora. Noi del Comitato Direttivo a Gaza della GFM, ribadiamo la nostra posizione, e cioè che la decisione spetta al Comitato Coordinatore della Gaza Freedom March al Cairo. Inizialmente pensavamo che se tutti i delegati dalle 40 e passa nazioni potessero entrare a Gaza e unirsi ai Palestinesi nella Marcia, si riuscirebbe a trasmettere un messaggio molto forte  all’opinione pubblica nel mondo. Se dovessero decidere di accettare l’offerta Egiziana, saranno ugualmente i benvenuti e apprezzeremo profondamente la loro solidarietà.



 La decisione di inviare 100 delegati, in ogni caso, sembra dividere la crescente campagna di solidarietà con il popolo Palestinese. L’unità della campagna globale di solidarietà è di fondamentale importanza per noi, i Palestinesi assediati a Gaza. Spesso abbiamo ripetuto che la marcia in sè non avrebbe dovuto essere solo un gesto simbolico, ma piuttosto parte di una serie di iniziative che porteranno a far cessare l’assedio, una volta per tutte. Vogliamo continuare a intensificare la campagna di solidarietà, non dividerla.



 Salutiamo i delegati della GFM e li ringraziamo per l’enorme quantità di lavoro che stanno facendo qualsiasi sia la decisione che infine prenderanno.



  Gaza-GFM Steering Committee



 Gaza 30.12.2009

GAZA FREEDOM MARCH





(Questa è Ann Wright fotografata da me nel giugno del 2007 presso "Il Giardino dei Ciliegi", Via dell'Agnolo 5, Firenze. Era il tempo di Bush e ne chiedeva l'impeachment.)







COMUNICATO STAMPA:



Contatti:



Ann Wright, Egypt (19) 508-1493



Ziyaad Lunat, Egypt +20 191181340



Ehab Lotayef, Egypt +20 17 638 2628 (Arabic)




I PARTECIPANTI ALLA GAZA FREEDOM MARCH RIFIUTANO L’OFFERTA EGIZIANA DI FAR ENTRARE SOLO 100 PERSONE A GAZA




Dopo tre giorni di veglie e dimostrazioni al Cairo, il Comitato Coordinatore della Gaza Freedom March e molti contingenti (tra cui quello Francese, Scozzese, Canadese, SudAfricano, Svedese e dello Stato di New York,U.S.)   hanno rifiutato l’offerta di Suzanne Mubarak di consentire solo a 100, dei 1.300 delegati, di entrare a Gaza.







“Rifiutiamo categoricamente l’offerta Egiziana di un gesto simbolico. Rifiutiamo continuare a coprire l’assedio di Gaza. Il nostro gruppo continuerà a lavorare per consentire a tutti i 1.362 partecipanti alla Marcia di entrare a Gaza, come primo passo verso l’obiettivo finale che è quello di far cessare completamente l’assedio e liberare la Palestina” afferma Ziyaad Lunat , membro del Comitato Coordinatore della Marcia.



La Gaza Freedom March è stata organizzata per attirare l’attenzione sul primo anniversario dei 22 giorni di assalto Israeliano, che ha ucciso più di 1.400 Palestinesi, e ferito più di 5.000. Nonostante l’invasione sia tecnicamente terminata, gli effetti sulla popolazione sono solamente peggiorati negli ultimi 12 mesi. Non è consentito l’ingresso a Gaza al materiale da ricostruzione e più dell’80% degli abitanti di Gaza dipendono attualmente dalla beneficienza  per mangiare.



I partecipanti alla Marcia avevano programmato di entrare a Gaza attraverso il valico Egiziano di Rafah, il 27 dicembre, per unirsi a circa 50.000 Palestinesi residenti e marciare verso il valico di  Erez in Israele per chiedere pacificamente la fine dell’assedio.  Invece, il governo Egiziano del Presidente Hosni Mubarak ha annunciato, solo qualche giorno prima che centinaia di delegate iniziassero ad arrivare al Cairo, che non avrebbero consentito alla Marcia di proseguire. Citando la tensione crescente ai confini. Quando i partecipanti alla marcia hanno dimostrato contro la decisione, il governo si è incrinato, utilizzando spesso poliziotti antisommossa pesantemente armati per circondare e intimidire i partecipanti alla Marcia non violenti. La decisione dell’Egitto di lasciar entrare solo 100 persone a Gaza dimostra che la motivazione della “sicurezza” è falsa.










Nota su Ann Wright:




Ha fatto parte dell´esercito statunitense per 29 anni. Lasciato l´esercito è passata al Dipartimento di Stato dove per 16 anni ha lavorato nel corpo diplomatico statunitense in Nicaragua, Grenada, Somalia, Uzbekistan, Kyrgyzstan, Sierra Leone, Afghanistan, Micronesia e Mongolia. Si è dimessa dal Dipartimento di Stato nel marzo del 2003 per protesta contro la guerra in Iraq. Da allora si è dedicata a tempo pieno al movimento per la pace. Ha lavorato molto con Cindy Sheehan nel Texas, ha viaggiato con le donne di Code Pink a Cuba per chiedere la chiusura di Guantànamo, e ha fatto parte della giuria di una commissione internazionale per i crimini di guerra dell'amministrazione Bush. Ha testimoniato nell´udienza per la corte marziale del Tenente Ehren Watada, il primo ufficiale a rifiutarsi di partire per l´Iraq. È stata bandita da diverse basi militari statunitensi per aver distribuito informazioni sul movimento dei militari contro la guerra ed è stata arrestata diverse volte per atti di disobbedienza civile non violenta, l´ultima volta il 1 aprile 2007 insieme ad altri 39 attivisti alla Nevada Test Site, centro per gli esperimenti nucleari, durante una protesta contro il progetto Complex 2030, il piano per la nuova generazione di armi nucleari.

Lasciateli passare

Scriviamo per esprimere il nostro completo appoggio per la Gaza Freedom March del 31 dicembre 2009. Sollecitiamo il governo egiziano affinché permetta agli oltre 1.300 delegati di entrare nella Striscia di Gaza attraverso l’Egitto.

Lo scopo della marcia è di fare appello  a Israele perché  ponga  fine all’assedio. I delegati porteranno anche aiuti medici di cui i Palestinesi hanno estrema necessità e anche materiali scolastici e capi di abbigliamento invernali per i bambini di Gaza.

Certamente i Palestinesi di Gaza che hanno sofferto e continuano a soffrire a causa dell’assedio meritano sia  questo aiuto che pace e giustizia.

Per favore, fate in modo che questa storica Marcia possa proseguire.

Grazie, Urbano Cipriani e Paola Galli, Firenze, Italia.

Inviata a:

martedì 29 dicembre 2009

Dietro le quinte

Della grande Holliwood del mondo


1 - Circa 1.400 persone - di 42 diverse nazionalità - sono bloccate al Cairo dalle forze di sicurezza Egiziane.


2 - Un gruppo di circa 30 cittadini statunitensi, sono stati trattenuti in tre separate aree di isolamento all’interno dell’Ambasciata americana

Leggilo qui


Chiedono aiuto:


FATECI MARCIARE!


Cari/e amici e amiche,

Negli ultimi giorni la situazione per i delegati della Gaza Freedom March è diventata critica.

Per favore, aiutateci a fare pressione sul governo egiziano perché cambi la sua decisione,  presa una settimana fa, di negare agli oltre 1.300 delegati internazionali di entrare a Gaza attraverso Rafah per effettuare  la Gaza Freedom March.

Fin dal loro arrivo al Cairo, ai partecipanti alla Gaza Freedom March e ad altri gruppi internazionali è stata negata la libertà di movimento e di assemblea – è stato loro impedito dalle forze di sicurezza di ricordare le oltre 1.300 vittime palestinesi dell’assalto denominato “Piombo Fuso” fatto l’anno scorso da Israele – ed essi stanno affrontando continue vessazioni da parte della polizia.  Ai delegati italiani è stato proibito ieri di salire sugli autobus da loro prenotati per portarli al punto di passaggio; essi si sono poi diretti verso la loro ambasciata del Cairo. Altri si sono radunati davanti alla sede dell’ONU del Cairo. Oggi, 32 delagati americani sono stati detenuti dalle forze di sicurezza egiziana davanti all’ambasciata USA, ma poi rilasciati.

URGENTE

Decine di migliaia di Palestinesi aspettano l’arrivo dei partecipanti alla Gaza Freedom March. Mandate la mail secondo il campione che trovate qui di seguito o telefonate o mandate un fax all’Ambasciata Egiziana in loro favore.

*Esempio di testo (potete personalizzarlo liberamente e attaccarlo al messaggio principale)

Scrivo/chiamo per esprimere il mio completo appoggio per la Gaza Freedom March del 31 dicembre 2009. Sollecito il governo egiziano affinché permetta agli oltre 1.300 delegati di entrare nella Striscia di Gaza attraverso l’Egitto.

Lo scopo della marcia è di fare appello  a Israele perché  ponga  fine all’assedio. I delegati porteranno anche aiuti medici di cui i Palestinesi hanno estrema necessità e anche materiali scolastici e capi di abbigliamento invernali per i bambini di Gaza.

Certamente i Palestinesi di Gaza che hanno sofferto e continuano a soffrire a causa dell’assedio meritano sia  questo aiuto che pace e giustizia.

Per favore, fate in modo che questa storica Marcia possa proseguire.

Grazie, ----

Continuate con le mail e le telefonate -- basta anche una riga e poche parole!!


le mail:

Palestine Division in Ministry of Foreign Affairs

ahmed.azzam@mfa.gov.eg <http://it.mc277.mail.yahoo.com/mc/compose?to=ahmed.azzam@mfa.gov.eg>

Ambasciata d'Egitto in Italia (all’attenzione di S.E. Ashraf Rashed, Ambasciatore della Repubblica Araba di Egitto).

ambegitto@yahoo.com <http://it.mc277.mail.yahoo.com/mc/compose?to=ambegitto@yahoo.com>

amb.egi@pronet.it <http://it.mc277.mail.yahoo.com/mc/compose?to=amb.egi@pronet.it>

Ambasciata italiana in egitto

ambasciata.cairo@esteri.it <http://it.mc277.mail.yahoo.com/mc/compose?to=ambasciata.cairo@esteri.it>

consolare.cairo@esteri.it <http://it.mc277.mail.yahoo.com/mc/compose?to=consolare.cairo@esteri.it>

i numeri di telefono:

Farnesina

06 36225

all'ambasciata egiziana in Italia

06 8440191

all'ambasciata italiana al Cairo

0020 101994599

al consolato d'Egitto a Milano

02 29518194 o 02 29516360


Grazie per il vostro appoggio.

U.S. Citizens for Peace & Justice – Rome

www.peaceandjustice.it

info@peaceandjustice.it


 

Al Qaeda e la Main Rouge

OGGI - 29 dicembre 2009


Terroristi (ADN Kronos)

Al Qaeda: "Guerra totale ai crociati"

L'organizzazione rivendica prima il rapimento dei turisti Italiani, poi il fallito attentato di Natale. E dichiara guerra
Il teatrino dell'Impero in serie difficoltà

Al Qaeda, sezione araba della CIA (Webster Tarpley

La Main Rouge:

Date: 1956-1960

La Main Rouge dissimulerait l'action homicide des services spéciaux français entre 1956 et 1960, placés sous la direction de Constantin Melnik et sous la responsabilité du Premier ministre Michel Debré. Il était alors vital, pour notre gouvernement, isolé diplomatiquement, de ne pas être désigné comme l'organisateur d'actions de guerre sur le territoire de pays amis.

Les services français bâtissent un organigramme, créent un état-major fictif et commencent à fournir à la presse des déclarations enflammées, revendiquant chacun des attentats. Dans le même temps, les mêmes services font semblant de tenter de saisir cette organisation.

Dans son livre "Un espion dans le siècle", Constantin Melnik donne la parole à l'inventeur de La Main Rouge, le général Grossin: "Chaque fois que nous tirons un coup de pistolet, les flics du cru trouvent malin de rendre publiques les fausses identités que nous avons employées. Pour stopper les rumeurs qui, dès avril 1960, attribuent les attentats aux livres piégés aux services secrets, ces derniers convoquent quelques journalistes bien intentionnés pour leur livrer des informations inédites sur "La Main Rouge".

La Mano Rossa coprì dal 1956 al 1960 l'azione omicida dei servizi speciali francesi  posti sotto la direzione di Costantino Melnik e sotto la responsabilità del Primo Ministro Michel Debré. In quel momento era vitale per il nostro governo, isolato diplomaticamente, non essere indicato come l'organizzatore di azioni di guera sul terriotorio di paesi amici.

I Servizi francesi costruiscono un organigramma, creano uno stato-maggiore fittizio e cominciano a consegnare alla stampa delle dichiarazioni infiammate, rivendicando gli attentati. Nello stesso tempo gli stessi servizi fanno finta di voler metter le mani su questa organizzazione.

Nel suo libro "una spia nel secolo", Costantino Melnik dà la parola all'inventore della Mano Rossa, il generale Grossin: "Ogni volta che noi tiriamo un colpo di pistola, i poliziotti componenti della ciurma trovano il modo di rendere pubbliche le false identità che noi abbiamo utilizzato. Per metter fine alle dicerie che, dall'aprile 1960, attribuiscono gli attentati ai servizi segreti, questi ultimi convocano qualche giornalista ben intenzionato per fornirgli delle informazioni inedite sulla Mano Rossa.


Nota italica: Tra i giornalisti ben intenzionati vedo anche Repubblica. Il  ministro degli esteri di S.Silvio è il primo della classe tra i suoi colleghi europei. Ma la NATO geme in Afghanistan, gli USA sono prigionieri di se stessi in Iraq, Israele ha il tumore Gaza nello stomaco, la bombée Gerusalemme in gola, il traffico di organi palestinesi in borsa, e la La signora Epstein (orfana di caduti ad Aushwitz) in sciopero della fame davanti all’edificio dell’ONU nel World Trade Center del Cairo dichiara che “è importante che la popolazione sotto assedio di Gaza sappia che non è sola. Voglio poter dire alla gente che incontrerò nelle strade di Gaza che rappresento molti nella mia città e negli USA che sono indignati per le politiche adottate da Israele, USA e Europa nei confronti dei Palestinesi e che siamo sempre di più a pensarla cosi”.

Al Qaeda è la Mano Rossa incaricata della guerra a bassa intensità, condotta sotto falsa bandiera.

Su, mortali, destatevi. Il dì rinasce: torna la verità in sulla terra e partonsene le immagini vane. Sorgete; ripigliatevi la soma della vita; riducetevi dal mondo falso nel vero. (Il cantico del Gallo silvestre – Leopardi, operette morali)


Hedy Epstein

COMUNICATO  STAMPA DELLA GAZA FREEDOM MARCH

Lunedì 28 Dicembre, 2009

contatto: Hedy Epstein

hedy@hedyepstein.com



Oggetto: Hedy Epstein, una sopravvissuta all'Olocausto di 85 anni, inizia lo sciopero della fame per protestare contro la chiusura della Striscia di Gaza.



Hedy Epstein, una pacifista di 85 anni sopravvissuta all'Olocausto, ha annunciato di aver iniziato lo sciopero della fame per protestare contro il rifiuto del Governo Egiziano di consentire ingresso a Gaza ai partecipanti della 'Freedom March'.



La Signora Epstein fa parte di una delegazione di internazionali provenienti da 43 paesi, che si sarebbero uniti a migliaia di Palestinesi in una marcia non violenta che dal Nord della striscia avrebbe raggiunto Eretz, il confine con Israele, chiedendo la fine dell’assedio. L’Egitto sta impedendo ai manifestanti di lasciare il Cairo, costringendoli a trovare vie alternative per dar voce alla propria protesta.



La signora Epstein rimarrà davanti all’edificio dell’ONU nel World Trade Center (Cornish al-Nil 1191, il Cairo) per tutta la giornata, insieme ad altri 10 attivisti che come lei hanno iniziato lo sciopero della fame. “E’ importante che la popolazione sotto assedio di Gaza sappia che non è sola. Voglio poter dire alla gente che incontrerò nelle strade di Gaza che rappresento molti nella mia città e negli USA che sono indignati per le politiche adottate da Israele, USA e Europa nei confronti dei Palestinesi e che siamo sempre di più a pensarla cosi” dice la Epstein.



Nel 1939, a soli 14 anni, per fuggire alla persecuzione nazista la Epstein fu mandata in Inghilterra dai genitori attraverso il programma chiamato Kindertransport. Epstein non rivide più i suoi genitori che morirono ad Auschwitz nel 1942. Finita la guerra, lavorò come analista ai processi di Norinberga contro i dottori nazisti che avevano eseguito ricerche mediche sperimentali su i prigionieri dei campi di concentramento.  



Dopo essersi trasferita negli USA, la Epstein si è dedicata alla causa della pace e della giustizia. Diversamente da molti sopravvissuti all’Olocausto, una delle cause che ha abbracciato è quella Palestinese. Ha viaggiato in Cisgiordania, ha raccolto aiuti umanitari e ora vorrebbe poter entrare a Gaza.



    Per ulteriori informazioni:

    Ann Wright, Egypt (19) 508-1493

    Ziyaad Lunat,  Egypt +20 191181340

    Medea Benjamin, Egypt +20 18 956 1919

    Ehab Lotayef, Egypt +20 17 638 2628

sabato 26 dicembre 2009

Bianco Natale




Divino amore communiti


« Noi, rafforzati dall’amore divino, spinti dalla carità Cristiana, e costretti dagli obblighi nel nostro ufficio pastorale, desideriamo, come si conviene, incoraggiare ciò che è pertinente all’integrità e alla crescita della Fede, per la quale Cristo, nostro Dio, ha versato il suo sangue, e sostenere in questa santissima impresa il vigore delle anime di coloro che sono fedeli a noi e alla vostra Maestà Reale. Quindi, in forza dell’autorità apostolica, col contenuto di questa lettera, noi vi concediamo la piena e libera facoltà di catturare e soggiogare Saraceni e pagani, come pure altri non credenti e nemici di Cristo, chiunque essi siano e dovunque abitino; di prendere ogni tipo di beni, mobili o immobili, che si trovino in loro possesso (…); di invadere e conquistare domini, terre, luoghi, villaggi, campi, possedimenti  a qualunque re o principe essi appartengano e di ridurre in schiavitù i loro abitanti; di appropriarvi per sempre, per voi e i vostri successori, i re del Portogallo… »


papa Niccolo V. (nato Tomaso Parentucelli) che con la sua bolla del 16 giugno 1452 detta “Dum Diversas” al re del Portogallo Alfonso V°  diede l’inizio alle deportazioni dalla Guinea di questi “clandestini”, allora chiamati Saraceni, che duro’ 400 anni.


Trovato qui


(parte di una lettera da Ginevra A Franco Claretti,   sindaco leghista di Coccaglio (Brescia)  sull’iniziativa della WHITE CHRISTMAS.


mercoledì 23 dicembre 2009

2 torri 2 denti

Sognato stamani tra le 6 e le 7



Ma se presso al mattin del ver si sogna,



tu sentirai, di qua da picciol tempo,



di quel che Prato, non ch'altri, t'agogna.



E se già fosse, non saria per tempo.



Così foss' ei, da che pur esser dee!



ché più mi graverà, com' più m'attempo.





Inf XXVI, 7-12



2 torri per una guerra permanente










2 denti per un governo permanente





 





 Ma forse non tutti


 

 


 Ho sognato l'Opus Piduense alle prese con la tessera 1816. 1815 frati verdi + 1815 frati neri alle soglie della disperazione di fronte all'Onda Viola, alla Costituzione, a Internet. "Questa tessera sta bruciando e noi con lei". 

 Cominciamo con 2 denti? Ma a canali riuniti. L'amore vincerà l'odio, Salvio vincerà Facebook, Youtube, internet, i nuovi terroristi. Schifani, Maroni pronti? TG1 sveglia, Minzolino dove ti sei cacciato: didascalia continua sullo schermo per qualche giorno: "ma l'amore vincerà l'odio" ( della Corte Costituzionale, dei magistrati comunisti ma non scriverlo), dei 17 maledetti bloggers inventori dell'Onda Viola. Non gli è bastata la lezione della scuola Armando Diaz che il diavolo se lo porti, lui e il suo bollettino della Vittoria?  Intervistare immediatamente Violante e D'Alema, senza dimenticare Napolitano, Bersani e Rosi Bindi fino al papa. 



Sostituire Babbo Natale con Gesù Bambino: non quello; troppo bianco; quello grigio, Obama in fasce. Solo fino alla Befana, dai Umbertino nostro. Preghiamo, fratelli affiliati! Stille nacht, aiutaci anche tu.Devo smettere di sognare la mattina presto. Ma se qualcosa di vero c'è nei sogni mattinieri, padre Dante, allora avvertiamo la gente: occhio al dentista.


Antifona dell'Avvento:

 Su, mortali, destatevi. Il dì rinasce: torna la verità in sulla terra e partonsene le immagini vane. Sorgete; ripigliatevi la soma della vita; riducetevi dal mondo falso nel vero. (Il cantico del Gallo silvestre – Leopardi, operette morali)




Divagazione letteraria




Da: "La umana commedia"



BOCCACCIO -DECAMERON-



“SER CIAPPELLETTO”


Giornata I, Novella I, Panfilo (leggi: Licio di Gello).


Licio-Panfilo, cui Pampinea (leggi: Loggia Propaganda 2), la "regina" della prima giornata, ha affidato il compito di narrare la prima novella, afferma che sia necessario che l'uomo inizi qualsiasi cosa nel nome di Dio, che di tutte le cose fu creatore.

Fa quest'affermazione perché è intenzionato a raccontare una delle "sue meravigliose cose", in modo che, una volta udita la sua novella, la speranza che ognuno ha in Dio esca rafforzata, immutabile ed eterna.



Inizia la narrazione chiedendo conferma in maniera retorica al suo pubblico di un luogo comune, secondo cui tutto ciò che è terreno sia soggetto a pericoli, dolore ed angoscia, per poi affermare che senza la forza e l'intelligenza forniteci dalla Grazia divina, l'uomo non sarebbe in grado di sopravvivere in esse, cioè né resistere né trovare riparo durante la vita terrena.

Licio continua la sua digressione sulla Grazia divina, sottolineando come Essa non venga in aiuto dell'uomo per qualche suo merito particolare, ma solo perché mossa dalla generosità divina e dalle preghiere che i Santi gli rivolgono sollecitati dalle preghiere che noi rivolgiamo a loro, non sentendoci adatti a rivolgerle direttamente a "tanto giudice", e considerandoli intermediari adatti in quanto hanno conosciuto la fragilità della condizione umana.

A volte però, vedendo in Dio qualcosa di così grande da non poter essere raggiunto dall'acutezza dell'occhio (e della mente) umano, accade che per rivolgerci a lui, ingannati da una falsa opinione, usiamo come intermediario qualcuno che da lui è stato condannato all'Inferno.



Dio, al quale nessuna verità è celata, sa comunque capire la purezza della preghiera e la buona fede con cui il "pregatore" si è servito di un intermediario sbagliato, e perciò esaudisce comunque le richieste di coloro che gli si rivolgono.



Licio afferma infine che tutto ciò che lui ha provato ad esprimere a parole sarà palesato dalla novella che sta per narrare, non dal punto di vista di Dio, ma degli uomini.



Si racconta che Musciatto Franzesi, grande e ricco mercante toscano che aveva ottenuto titoli nobiliari alla corte di Francia, dovendo accompagnare Carlo "Senzaterra" in Italia, e sapendo che i suoi affari erano molto intricati e disseminati in molti luoghi, e che non si potevano concludere velocemente, pensò di affidarli a diverse persone: rimase solo indeciso sul chi mandare a riscuotere i suoi crediti in Borgogna.



Il motivo della sua titubanza era che conosceva i "borgognoni" come uomini litigiosi, di carattere cattivo e sleali, e non gli veniva in mente nessun uomo così cattivo che potesse a loro opporre.



Dopo aver riflettuto a lungo su questo problema, gli venne in mente un certo Ser Cepparello da Prato che spesso gli aveva chiesto riparo nella sua casa di Parigi, e che i francesi chiamavano erroneamente Ser Ciappelletto.

Questi era un notaio che provava grandissima vergogna quando doveva redigere un documento autentico, infatti, faceva documenti falsi gratis meglio che chiunque altro a pagamento. Diceva il falso per divertimento, sia quando era necessario per la sua professione, sia quando non lo era, e siccome allora in Francia si prestava gran fede ai giuramenti, aveva vinto molti processi giurando il falso, cosa che faceva senza nessuno scrupolo o preoccupazione.

Inoltre si divertiva e s'impegnava molto a far sorgere tra amici e parenti odi, scandali, inimicizie, e più ne scaturivano malvagità più era contento e divertito.



Invitato ad assistere ad un omicidio o a qualsiasi altro reato, vi andava di propria volontà senza mai negarlo, e più volte si trovò a ferire e uccidere uomini con le proprie mani, provandone un gran piacere.

Bestemmiava inoltre per ogni piccola cosa, poiché era la persona più irascibile che potesse esistere; non andava mai in chiesa, insultava i sacramenti con orrende parole e, al contrario, visitava volentieri e frequentemente le taverne e tutti gli altri luoghi disonesti.



...



Avrebbe rubato con astuzia e violenza, mettendosi gli stessi scrupoli che si mette un sant uomo per fare l'elemosina.



...
Essendosi ricordato di Ser Cepparello, Messer Musciatto pensò che fosse proprio la persona che la malvagità dei borgognoni richiedeva, e perciò dopo averlo fatto chiamare gli chiese di assumersi questo incarico in cambio di una cospicua ricompensa e della protezione della corte reale.

Ser Ciappelletto che sapeva di avere problemi economici e di essere senza lavoro, e che vedeva andarsene colui che a lungo era stato il suo protettore, senza nessun indugio accettò volentieri.



Ricevute da Messer Musciatto le lettere di raccomandazione firmate dal re e la procura per agire nelle veci del suo protettore, partì per la Borgogna dove nessuno lo conosceva, e qui, diversamente dalla sua natura, cominciò a comportarsi in modo benevolo e comprensivo, cominciando a svolgere il compito per il quale era lì, come se si stesse accumulando la propria rabbia e violenza, per scatenarla poi tutta in una volta alla fine.



E comportandosi in questa maniera trovò alloggio in casa di due fratelli fiorentini i quali svolgevano la professione illecita di usurai, e che gli riservarono ogni cortesia in onore di Messer Musciatto, e qui accadde che Ser Ciappelletto fu colto da infermità.

I due fratelli fecero subito accorrere servitori e medici in modo che li servissero e che facessero di tutto per fargli recuperare la salute. Ma ogni aiuto si dimostrò inutile, e visto che l'uomo era ormai anziano e aveva vissuto in maniera sregolata, i medici sentenziarono che peggiorava ogni giorno di più come colui che sta andando in contro alla morte.

Un giorno passando vicino alla camera dell'infermo, i due fratelli cominciarono a discutere su come liberarsi di colui che era diventato per loro un grosso problema: liberarsene dopo averlo accolto e fatto medicare in maniera così sollecita, sarebbe stato un segno di poco senno che la gente non avrebbe accolto bene. D'altra parte però, loro sapevano benissimo che genere di uomo era stato fino ad allora Ser Ciappelletto, e perciò sapevano anche che non avrebbe mai accettato di confessarsi, e perciò nessuna chiesa avrebbe mai accolto il suo corpo e probabilmente sarebbe stato gettato in una fossa come un cane. E se anche avesse deciso di confessarsi, i suoi peccati dovevano essere così tanti che avrebbe fatto la stessa fine.



E se mai egli avesse subito questa fine, la gente di questa città, che sempre parlava male del loro lavoro che considerava il peggiore di questo mondo, avrebbe causato dei tumulti per derubarli e forse per ucciderli; in ogni caso avrebbero avuto comunque da rimetterci.

Ser Ciappelleto, che giaceva lì vicino e avendo l'udito fine aveva udito questi discorsi, fece chiamare i due fratelli e li rassicurò, assicurando loro che non avrebbero dovuto temere di nulla a causa sua, infatti, egli aveva ormai commesso così tanti peccati, che uno più o uno meno non avrebbe ormai fatto differenza, perciò li istruì affinché quando egli si trovasse in punto di morte gli chiamassero il più valente frate della regione, garantendogli che avrebbe pensato lui ad aggiustare gli interessi suoi e loro.



I due fratelli, nonostante non avessero mola fiducia nell'infermo, andarono in un convento a chiamare uno dei frati più conosciuti e rispettati della regione, il quale una volta giunto al capezzale del moribondo, dopo averlo confortato, gli chiese quando fosse stata l'ultima volta che si era confessato.

Ser Ciappelletto, il quale non si era mai confessato, a questa attesa domanda rispose che era solito confessarsi una volta la settimana, se non più spesso, ma che purtroppo, da quando l'infermità l'aveva colpito, non aveva più potuto confessarsi, e purtroppo erano già passati otto giorni.



Il frate allora si compiacque dell'assiduità con cui egli si confessava e gli suggerì di continuare a fare così in futuro, e affermò con piacere che per questo la confessione sarebbe stata molto rapida.

Ser Ciappelletto allora, deciso a recitare la sua parte fino in fondo, confidò al frate che nonostante si fosse già confessato in più e più occasioni, ogni volta voleva confessarsi di tutti i peccati che poteva ricordarsi, dal giorno della sua nascita a quello della confessione; e per questo lo pregò di interrogarlo con precisione come se non si fosse mai confessato, senza avere riguardo e compassione per la sua condizione di infermo.



Queste parole piacquero molto al sant uomo e gli parvero indizio di una mente ben predisposta, ragione per cui dopo averlo lodato di questa sua usanza cominciò ad interrogarlo, chiedendogli se avesse mai peccato di lussuria con alcuna donna.

Messo da parte su invito del frate il timore di farsene vanto, Ser Ciappelletto confidò a questi di essere Vergine come era uscito dal corpo di sua madre, e a sentir questo l'interrogatore se ne compiacque molto, tanto più perché egli non era vincolato a questa scelta da alcuna regola, come invece lo sono coloro che appartengono ad un ordine religioso.

Il frate ben disposto passò allora ai peccati della gola, ed il malato, molto rattristato, gli confessò che in quelli era caduto molte volte, infatti, sebbene oltre ai giorni preposti dalla religione, egli solesse digiunare tre volte la settimana, spesso gli era capitato che soprattutto in seguito al lavoro o alla preghiera ad alta voce, non era riuscito a resistere e aveva comunque bevuto con piacere e appetito l'acqua che si era preposto di abbandonare, altre volte aveva desiderato cibarsi di verdure come le donne quando vanno in campagna, e altre volte ancora il cibo gli era sembrato più buono di quanto dovesse apparire a chi se ne priva per devozione.

Il frate Alfano di Ghedina allora lo rincuorò assicurandogli che erano peccati di piccola entità dei quali la sua anima non sia sarebbe dovuta preoccupare, in quanto era cose più che normali; sempre più conquistato dalla devozione di Ser Ciappelletto, l'uomo gli chiese se mai avesse peccato in avarizia, desiderando più di quello che si conviene o tenendo ciò che non avrebbe dovuto tenere.

Ser Ciappelletto subito cercò di far capire al frate che il fatto che si trovasse in casa di due usurai non doveva trarlo in inganno, perché lui era lì per ammonirli, punirli e fargli abbandonare quel lavoro che li faceva arricchire in maniera ignobile.



Raccontò al confessore di come la ricchezza che il padre gli aveva lasciato in eredità fosse da lui stata devoluta alla Chiesa, e di come in tutti i piccoli commerci che aveva dovuto attuare per sostentarsi avesse sempre rifiutato di trarne alcun guadagno, dividendo ogni proprio bene con i poveri e, con l'aiuto di Dio, era sempre riuscito a farsi i fatti propri.

Continuando nella sua menzogna l'infermo affermò di essersi purtroppo adirato molte volte, non riuscendo a trattenersi di fronte ai peccati che gli uomini compiono ogni giorno, senza rispettare i comandamenti di Dio e senza temere le sue punizioni.



Il frate lo rassicurò nuovamente, assicurandogli che in questo caso si trattava di buona ira, per la quale non avrebbe ricevuto nessuna punizione, a meno che questa non l'avesse portato a commettere atti violenti.

Quasi offeso, Ser Ciappelletto assicura invece che ciò non gli mai neanche passato per la mente, altrimenti Dio non l'avrebbe tollerato così a lungo.



Il frate sempre più impressionato dalla finta santità di quest'uomo deprecabile gli chiese se avesse mai mentito, offeso o rubato, e questi fiero di sé gli rispose che una volta aveva parlato male di un uomo con i parenti della moglie che lui picchiava ogni volta che si ubriacava.

L'uomo di chiesa indagò allora sul suo passato da mercante, chiedendogli se non avesse mai truffato nessuno e Ser Ciappelletto confessò che una volta gli era capitato di incassare più denaro del dovuto senza accorgersene, ma una volta resosene conto aspettò di poterli restituire per un anno, ma non avendo più avuto l'occasione di incontrare questa persona, aveva poi devoluto la somma in eccesso in beneficenza.

Il frate gli fece tante altre piccole domande, ma mentre sempre più convinto della sua rettitudine morale si stava avviando a dargli l'assoluzione, Ser Ciappelletto gli confidò di non aver ancora rivelato alcuni suoi peccati, cioè di non aver rispettato in un'occasione il riposo domenicale, e poi di aver sputato per sbaglio in chiesa, e una serie di piccolezze che il frate definì inezie delle quali non doveva preoccuparsi, ma sentite queste parole, il malato cominciò a piangere dicendo di avere un ultimo peccato che non aveva mai avuto il coraggio di confessare, essendo certo che Dio non l'avrebbe mai perdonato.



Sollecitato dal frate al quale aveva chiesto di pregare per lui, e sempre piangendo, Ser Ciappelletto confessò di aver una volta da bambino offeso la propria madre; il religioso allora lo rassicurò una volta per tutte dicendogli che se lui se ne era pentito sicuramente Dio l'avrebbe perdonato.



Il frate vedendo che non c'era altro da fare assolse Ser Ciappelletto e lo benedì considerandolo un sant'uomo, avendo creduto in pieno alle sue parole, cosa che avrebbe fatto chiunque sentendo parlare così un uomo in punto di morte.

Il frate infine gli augurò che con l'aiuto di dio potesse guarire, e gli disse che se anche Egli avesse deciso di prenderlo a Sé, sarebbero stati più che contenti di seppellirlo nel loro monastero.

Ser Ciappelletto allora disse al frate che, avendo sempre avuto particolare devozione per il suo ordine, non avrebbe potuto desiderare di meglio, e prima che questi se ne andasse gli chiese di poter ricevere a casa il Corpo di Cristo perché se visse nel peccato desidera almeno morire da cristiano; ed il frate soddisfò immediatamente questo suo desiderio.

I due fratelli che, temendo che Ser Ciappelletto potesse ingannarli, si erano appostati in una camera contigua per poter ascoltare la sua confessione, spesso erano stati sul punto di scoppiare a ridere sentendo le bugie che questi stava raccontando all'ignaro frate, e fra loro si dicevano:

"Che uomo è costui, il quale né vecchiezza né infermità né paura di morte, alla qual si vede vicino, né ancora di Dio, dinanzi al giudicio del quale di qui a piccola ora s'aspetta di dovere essere, dalla sua malvagità l'hanno potuto rimuovere, né far che egli così non voglia morire come egli è vivuto".

Ma appena ebbero sentito che i frati l'avrebbero seppellito presso di loro, non si curarono di ascoltare oltre.



Ser Ciappelletto prese la comunione, e peggiorando le sue condizioni, ebbe l'ultima unzione, e il giorno stesso morì e i due fratelli subito prepararono tutti i particolari della sepoltura, pagando con i soldi del defunto.

Saputa della sua morte il santo frate convinse gli altri suoi confratelli che fosse loro dovere accogliere il corpo di quel sant uomo presso di loro; la mattina seguente si tenne la processione funebre a cui partecipò tutta la città e giunti in chiesa il frate che lo aveva confessò portò la sua vita ad esempio per tutti i credenti.



Questi lo lodò così a lungo e in maniera così convinta che tutti vollero, alla fine della messa, baciarlo e prendere un brandello delle sue vesti, e la notte stessa egli fu seppellito in una grande arca di marmo.



Tutti cominciarono ad adorarlo come ad un santo, cominciando a chiamarlo San Ciappelletto, attribuendogli molti meriti e miracoli.



Così visse e morì dunque ser Cepparello da Prato il quale infine divenne santo.

Non voglio negare che sia possibile che sia divenuto veramente beato per volere divino, poiché per quanto la sua vita fu malvagia e scellerata, potrebbe aver suscitato in fin di vita la misericordia di Dio, il quale potrebbe averlo preso nel suo regno veramente, ma per quello che mi è dato sapere, io credo che sia più facile che si trovi in perdizione nelle mani del Demonio che in Paradiso.

E anche nel caso fosse così, la Grazia di Dio è così tanta che non guarda al nostro errore nel servirci di intermediari sbagliati per rivolgerci a lui, ma solo alla purezza della nostra fede, come se rivolgessimo le nostre preghiere ad intermediari legittimi.



Ed è per questo che noi (leggi PDL-Lega), nel pieno della pestilenza, ci ritroviamo in questa lieta e allegra compagnia, sani e salvi, lodando il suo nome e rivolgendoci a lui per ogni nostro bisogno, sicurissimi che ci ascolterà.



A questo punto Licio terminò la sua narrazione.

leggi qui la novella originale



Per il bambino che è in noi: (arrivata dalla Svezia)

http://www.jacquielawson.com/viewcard.asp?code=2109545922358&source=jl999

Per i bambini intorno a noi:



prova ad aprire.

martedì 22 dicembre 2009

Dimissioni subito

l blog tace:tutto bene? Mi scrive Ornella.



DRITTO

Tutto bene, Ornella. Siam tornati ora dalla Val Zoldana (Simone e me), -15 °, cielo terso, neve splendida, piste libere (V. Facebook). Michele e Giovanna sono in Russia, secondo viaggio per l'adozione di un bambino abbandonato di poco più di un anno. Paola sta ultimando la stesura del suo libro-documentario sulle donne rom, a giorni apriranno la tranvia che passa sotto casa e sarà uno scherzo arrivare alla stazione qui da Piazza Batoni.



ROVESCIO



Tutto male: 1 - poco fa ho avuto un colloquio con un brav'uomo che s'è presentato alla porta per conto dell'ENEL, cartellino di riconoscimento sul petto, ha verificato che a suo tempo abbiamo fatto la scelta giusta nello scegliere la tariffe differenziate notte-giorno, che pochi hanno fatto nei quartieri popolari, ha presentato una promozione di riduzione sulla tariffa notturna di 0,00..di cui non vedevo l'urgenza e la ragione di tanto scomodo da parte sua, poi al momento di riempire il modulo è saltato fuori che l'ENEL mi propone di sostituire l'ENI nella distribuzione e fatturazione del GAS - non della luce!  Ho preso tempo e non ho sottoscritto.

2 - Ieri pomeriggio si è presentato alla porta un ragazzino compito e ben vestito, due occhi azzurri che contrastavano il suo cognome Napoletano, mi ha incantato con la presentazione di due agenzie librarie fiorentine che ti guidano nell'acquisto dei libri e pubblicazioni, l'ho fatto accomodare nella speranza di rendergli un servizio ripagabile dall'Agenzia che lo inviava di casa in casa..Al momento di strigere avrei dovuto sottoscrivere un impegnativa all'acquisto di un saggio di cucina del prezzo di € 23: mi sarebbe arrivato per posta contrassegno se non lo ritiravo entro pochi giorni in una delle due agenzie librarie presenti in Firenze...Ha dovuto stracciare il modulo che gli avrebbe fruttato una gratifica natalizia suppletiva. Quando la più bella soddisfazione è s t a r e nelle librerie, bracare, toccare, dire fare baciare.

3 - Tutti i giorni, quando sei seduto a tavola, squilla il telefono ...omaggio per i clienti, offerta Wind, Tele2, Infostrada, prodotti surgelati. Presto partirà lo sbranamento per la distribuzione dell'acqua privatizzata da questi analfabeti che hanno preso il comando al servizio delle Multinazionali...

4 - In montagna un bellissimo albergo a tre stelle, spazioso, arredato con cura maniacale di ottimo gusto, orgoglio della signora, conduzione familiare, efficenti, servizievoli: sul tavolo del soggiorno LIBERO, faccia del Berluska insanguinata, articoli di rabbia e commozione da tregenda. Unico giornale, sicuramente imposto in omaggio.

5 - La notte sogno il Sud: ospedali non finiti, depuratori nuovi lasciati a mezzo dopo aver distrutto i vecchi malandati ma funzionanti. Come le centomila case senza tetto, lasciate con le armature in ferro in attesa del cemento che non arriverà. I soldi dell'Europa che servirebbero al monitoraggio delle scuole ospedali case a rischio sismico che sarebbero distribuiti a mille comuni buttati TUTTI sul Ponte della Mafia per una abbuffata storica programmata dal sottosegretario all'economia sottratto all'arresto da questo Parlamento truffaldino, eletto con Legge truffa, dove il 30% di italiani frutta il 70% dei deputati.

6 - E poi la seconda abbuffata senza fine di 6 centrali nucleari che MAI entreranno in funzione sottraendo i fondi ai pannelli solari ai mulini a vento alla ricerca alla sanità,

7 - 1000 nuovi bersaglieri-carabinieri aramati pagati corredati con armi che non ripudiano la guerra d'attacco in Aghanistan di qui a pochi giorni, mentre Giuseppe, incarico di ricercatore sulla "soluzione pacifica dei conflitti" qui a Firenze da 5 anni, ha perso l'incarico e fa il pendolare Firenze-Inghilterra con non so quale contratto annuale con quale Università per quale disciplina (Una giovane moglie con bambina di due-tre anni adottata ad Hanoi).

8 - D'Alema e Violante d'accordo per una Legge impossibile per far terminare a Berlusconi il completamento del progetto P2, Bersani e Rosi Bindi che evocano, insieme al Presidente Napolitano, la strategia delle riforme da fare insieme (a lui!).



FINALE



Mi sembra di essere Romain Rolland che prevedeva e profetizzava a voce alta la catastrofe d'Europa alla vigilia della grande merdata che passa sotto il nome di prima guerra mondiale. I popoli europei che si sono fatti ingannare-inculare per due volte nel giro di una generazione per far sì che il mio zio Santi Baracchi, capofamiglia di mezzadri contadini casentinesi, finisse prigioniero a Caporetto nel 1917, rimpatriato subito con una scambio di crocerosse per la pleura e polmoni pressoché marciti, (si salvò dalla fame mangiando mele dell'attuale Alto Adige, allora tutto Tirolo austriaco) e finisse nel luglio del 44 sotto le rovina della sua casa colonica, fatta saltare dai tedeschi per far terra bruciata sulla Linea Gotica; salvo ancora una volta tra un buratto di legno massello e una trave che gli fece da cappello di protezione. Ninna nanna di Trilussa per il popolo coglione risparmiato dal cannone. 

Ma io, per fortuna tua, non sono Romain Rolland. Non compro giornali, non vedo i 7 canali (solo RAI News 24) per evitare la depressione. Mi sento una merda. forse lo sono. Continuerò a cambiar mutande ogni due giorni, in attesa del pannolone. Perché, cari amici, siamo tutti nella m. 

E  Bersani e Rosi Bindi continuano a non chiedere le sue dimissioni.

Ecco perché, cara Ornella, il blog stava tacendo.



Ora riprenderò la parte dello snob garantito da due pensioni, una moglie paziente e buona cuciniera, due figli che non chiedono supplenze economiche, casa in proprietà. Senza pensare al debito pubblico su cui Tremorti fa sopravvivere noi della terza età e sotto cui cadranno i nipoti. Al diavolo anche loro.

E lo zio Santi non sarà lì a sopravvivere la terza volta. Riposa in pace nel cimiterino di Avena (Poppi) insieme a tutta la mia gente campagnola. Caro Santi, il mio pensiero è per te: ti ricordi quando il prof.Bruno Migliorini imparava da te i termini del linguaggio italiano per il suo dizionario? Ti sia la terra lieve (in vita ti è stata pesantuccia). ciao.



Per non finire più pessimista di Leo:

1 - Su, mortali, destatevi. Il dì rinasce: torna la verità in sulla terra e partonsene le immagini vane. Sorgete; ripigliatevi la soma della vita; riducetevi dal mondo falso nel vero. (Il cantico del Gallo silvestre – Leopardi, operette morali)

sabato 12 dicembre 2009

Bignamino del terrorismo

da Piazza Fontana a Nicola Cosentino 12 dicembre 1969-10 dic 2009
Non ci sono misteri: la bomba partì dalla base americana di Aviano, fu portata da un broker che doveva rassomigliare a Valpreda, anarchico preordinato, mostro già confezionato nelle impaginazioni dei grandi giornali e nelle redazioni dei telegiornali. Meglio che in Iran alle ultime elezioni: neppure il tempo di finire lo spoglio e i risultati già fuori (c'è sempre qualche giornale o agenzia che sbaglia tempo, ma i nostri sono più sofisticati).Si chiama guerra a bassa intensità, condotta sotto "false flag", falsa bandiera, nel grande supermarket dell'Impero (leggi: wall street, London City): Al Qaeda, BR, Esercito di liberazione antiimperialista, Bin Laden, anarchia...La main rouge  francese al tempo della guerra d'Algeria.
Non occorrono carri armati né missili, solo giornali e telegiornali. Pochi morti, previsti anche morti amici tipo Calabresi o Calipari o uomini delle scorte. Ma vuoi mettere con i colonnelli greci e la NATO e tutto il casino di proteste, arresti, torture inevitabili e Panagulis, theodorakis...Già la NATO, il grande utero europeo dei mostri, affittato agli USA, ora in forze in Afghanistan. Perché Aviano è base NATO. Alla guida un Presidente abbronzato permio Nobel della pace...
Trovatemi un giallo o un romanzo di fantascienza di questa portata. Trovatemi in natura un camaleonte di queste capacità mimetiche. "Il gran teatro del mondo", come diceva Sa Che Sperare. Ma una maschera teatrale come Bin Laden neppure William l'avrebbe saputa immaginare. Né l'apparato teatrale pur sofisticatissimo del Cinquecento era in grado di creare un effetto illusionista come quello delle due torri. Qui si è toccato l'apice e credo che rimarrà a lungo insuperato.  Ma allora tutti credevano ai fantasmi. Oggi quasi tutti. L'Onda Viola pare non l'abbia bevuta. Buona giornata e al prossimo capitolo. Che giallo ragazzi!

Nota esplicativa (o guida alla lettura)
Il divertimento mio non consiste nell'indovinare il colpevole. So già chi è. Come  con il Tenente Colombo. L'interesse te lo dà il seguito di strattagemmi e accorgimenti che il killer mette in atto per sviare le indagini. In più - cosa che sfuma nella fiction cinematografica - c'è da osservare il comportamento della varia umanità che si trova coinvolta in questo dramma reale. Un film nel film: chi crede e scommette su un mandante o su un altro, chi la beve tranquillo come l'acqua minerale con targhetta di garanzia, chi capisce e non lo dice, chi capisce ma non vuol ammettere - si chiama Bias (baias) - E poi i giornali e telegiornali, giornalisti e telegiornalisti, giudici e politici, questi ultimi i più imprevedibili.
L'americanata più bella è quella dell'attacco alle due torri: nessuno dei 16 imputati era in volo, tutte riprese fatte durante simulazioni organizzate dall'US army, Cheney, Wolfowitz, e quell'altro come si chiama amico di Saddam. Bin Laden è una figurina Panini: si vede anche a occhio che è una fiction. Come l'improvvido recente messaggio delle BR del giornale di famiglia, quando il servo è anche stupido e non conosce l'orologio, tanto meno il calendario. La storia poi dell'attacco al Pentagono dove un grande aereo di linea riesce a passare per la cruna di un ago. Anche la storia dei due mafiosini arrestati su 7 canali TV sintonizzati il giorno in cui il Parlamento decide che la Mafia continuerà a tenersi il sottosegretariato all'economia e mentre  Spatuzza spruzza..Dario Fo e Mistero Buffo sono meno divertenti. La variabile discriminante consiste nel fatto che tutto si fa per metterlo a me. Mi rigiro sulla sedia e continuo a fare il guardone; tra sado e maso un po' di sodisfazione rimane. dio mio dove son caduto.
Nota 1  - Donald Rumsfeld: non mi veniva il nome.
Nota 2 - La mano rossa
Date: 1956-1960
La Main Rouge dissimulerait l'action homicide des services spéciaux français entre 1956 et 1960, placés sous la direction de Constantin Melnik et sous la responsabilité du Premier ministre Michel Debré. Il était alors vital, pour notre gouvernement, isolé diplomatiquement, de ne pas être désigné comme l'organisateur d'actions de guerre sur le territoire de pays amis.
Les services français bâtissent un organigramme, créent un état-major fictif et commencent à fournir à la presse des déclarations enflammées, revendiquant chacun des attentats. Dans le même temps, les mêmes services font semblant de tenter de saisir cette organisation. Dans son livre "Un espion dans le siècle", Constantin Melnik donne la parole à l'inventeur de La Main Rouge, le général Grossin: "Chaque fois que nous tirons un coup de pistolet, les flics du cru trouvent malin de rendre publiques les fausses identités que nous avons employées. Pour stopper les rumeurs qui, dès avril 1960, attribuent les attentats aux livres piégés aux services secrets, ces derniers convoquent quelques journalistes bien intentionnés pour leur livrer des informations inédites sur "La Main Rouge".
Mano rossa brigate rosse: un gioco da ragazzi.

Betori alle Piagge

La notizia


Ad un mese dall’allontanamento forzato di don Alessandro Santoro, il vescovo di Firenze si è finalmente recato in visita alla Comunità delle Piagge, come questa richiedeva ormai da tempo per poter avere un confronto diretto in merito proprio a quel provvedimento duro e immediato che la Comunità non può accettare né condividere. E affinché il vescovo potesse conoscere direttamente una realtà che fino a questo momento non aveva avuto modo e tempo di visitare.

Leggi il resto qui


Tra i commenti al testo sopra indicato ho trovato due commenti che mi hanno interessato, anche perché il secondo è firmato da un mio omonimo.


Ninalu  dicembre 11th, 2009 - 17:20

mi è sembrato quasi un lapsus freudiano quando il vescovo ha detto “chi tocca i fili, muore” e poi “se tocchi quei fili, salta tutto l’impianto”… come dire, tutta la costruzione della chiesa si fonda su pilastri di sabbia.. .quando i dogmi, le regole, gli artifici, si scontrano con la realtà delle persone fatta di carne e sangue, di desiderio e dolore, crolla tutto. Crolla tutto perché a tenere insieme l’impianto vi siete dimenticati il cemento dell’amore, della pietà in senso vero, della comprensione! Ma non vi vergognate? Ma vi credete di essere Dio?




Urbano dicembre 12th, 2009 - 00:03Il tuo commento è in attesa di moderazione

E’ un lapsus freudiano, è vero. L’impianto sta saltando da dopo il concilio vaticano II. Il Concilio è l’ombra di Banco che non dà pace a quel gruppo di maschi che si riproduce per partenogenesi da tanti secoli e che si dà coraggio con quei parrucconi in capo. Non è stato sempre così. All’inizio c’erano davvero le elezioni…Anche Corrado Augias ha stentato a riconoscere in Alessandro Santoro un componente di quella grande Setta. Questo termine (setta) l’ha usato Hans Kung, primo maestro di Josef Ratzinger…In parole povere: il Concilio di papa Giovanni sta al Vaticano (non alla chiesa) come la Costituzione repubblicana sta al berlusconismo.

Ora scendo al piano terra: la baracca del centro sociale e della Curia, la terra incolta e la casa che la comunità ha reso azienda di Villore sono della Curia. Betori ha praticamente detto che la Comunità potrà continuare ad esserne usufruttuaria. Va bene così. Alessandro ha diritto dopo 14 anni di lavoro stressante ad un po’ di riposo. Il problema è come sostituirlo. Qui si apre la prospettiva che chiama in causa la responsabilità personale di tutti e quella politica delle pubbliche amministrazioni…in base all’art.2 della Costituzione: “la repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità”. La Comunità che ho avuto l’occasione di intravedere nei venerdi di piazza S.Giovanni è una grande formazione sociale e rientra nei doveri dell’Amministrazione di garantirne l’esistenza anche in controtendenza con chi agisce in senso contrario, pur approfittando a sua volta di mezzi finanziari forniti dalla stessa Repubblica.

Una parola su Betori: probabilmente è un ottimo uomo, buono di carattere e gentile di persona, ma non l’hanno indicato i preti fiorentini, tanto meno i consigli pastorali dei fedeli non preti. E’ stato mandato dalla suprema Curia, quella che ha la effettiva proprietà della baracca del Centro sociale e dell’azienda di Villore. Se Betori non eseguisse le indicazioni superiori sarebbe anche lui trasferito, perché anche lui, fuori da qualla logica, non conta niente. Come non conta niente il cardinal Piovanelli che pure è responsabile di qualcosa. In questo momento la logica di lassù viaggia su binari targati Opus Dei. E un tipo come Alessandro Santoro è fuori da quei binari. Completamente. Il matrimonio non c’entra niente. Lo ripeto: non c’entra niente. Firenze poi è un punto sensibile, molto sensibile al virus dell’autonomia di giudizio, della libertà d’azione, della – lo dico – “teologia della liberazione”. Che per l’Opus Dei è come il comunismo per Berluscone.

- Ma Urbano, che ci racconti. Te chi sei. Cosa c’entriamo noi con le beghe romane. Non venir qui a confondere le idee.

- D’accordo. Ma preparatevi mentalmente e organizzatamente a continuare senza Alessandro. Tra voi ci sono qualità che neppure vi immaginate.

Siete parte del mondo nuovo

che viene fuori dall’uovo

della lunga storia

di cui rimarrà memoria.

Per questo sono venuto a filmarvi il venerdi in Piazza S.Giovanni.


Trovati qui

mercoledì 9 dicembre 2009

Mene Tekel Peres

Presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a darle una notizia: lei è un uomo del secolo scorso.




Siamo qui a comunicarle che lei è un uomo del tempo in cui bastava avere tre o quattro televisioni per imporre un modello culturale, un sogno fasullo, un partito creato a tavolino in una concessionaria di pubblicità.








Un uomo del tempo in cui comunicazione voleva dire pochi grandi proprietari di mass media che potevano fare e disfare la realtà a loro piacimento, stabilire ciò di cui si doveva avere paura e ciò che si doveva desiderare.




Un uomo del tempo in cui lei poteva entrare nelle case, nelle teste e nell’anima delle persone mescolando bugie e illusioni per modellarle secondo i suoi interessi prima economici e poi politici.




Bene, presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a dirle che quel tempo è finito.




Lo sappiamo, queste sera le sue tivù pubbliche e private faranno finta che noi non ci siamo mai stati, che oggi non sia successo niente e nessuno sia venuto qui a dirle quello che è già accaduto: e cioè che lei è diventato l’uomo del passato, è diventato l’uomo di un secolo che non c’è più.




Noi oggi siamo qui a comunicarle che il suo giocattolo si è rotto e non le servirà più a niente perché milioni di persone lo sapranno lo stesso, su Twitter e su Facebook, sui blog e su YouTube e in mille altri posti ancora di cui lei nemmeno conosce l’esistenza.




Oggi siamo qui a dirle che noi non siamo caduti nella sua trappola della paura e non crediamo più al modello conformista e al pensiero unico che lei, come i suoi amici dittatori sparsi per il mondo, ha imposto per vent’anni ingannando soprattutto i meno avveduti e i più vulnerabili: gli anziani, i poco istruiti, quegli elettori che lei stesso ha definito «bambini di quinta elementare e neppure tanto svegli».




Presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a dirle che la bolla d’aria in cui voleva tenerci per sempre chiusi è scoppiata.




Noi ora sappiamo aprire le finestre e vedere il mondo fuori che ride di lei, che la disprezza, che la sbugiarda. Non servono più a niente le censure delle sue tivù, non servono più a niente i piccoli e grandi servi che riempiono di bugie i suoi mass media. Perché noi sappiamo aprire le finestre e sconfiggere la paura del nuovo.




Presidente Berlusconi, ci guardi, non c’è niente di virtuale in questa piazza. Perché lei non lo sa ma il Web è soltanto uno strumento, un grande strumento che lei, uomo della tivù, semplicemente non conosce.




Noi non siamo virtuali, signor presidente, siamo persone in carne e anima che usano la Rete perché è il luogo della pluralità culturale, delle mille idee e dei mille confronti, della comunicazione orizzontale e degli unici miracoli davvero possibili, come quello che abbiamo creato oggi: una piazza piena di gente che si è organizzata in Rete e ora è qui tutta insieme, per dare a questo paese una scossa che è d’amore e non di rabbia.




Noi non siamo pirati informatici o aspiranti assassini via Facebook, signor presidente, siamo persone appassionate e forti, tolleranti e libere, curiose e coraggiose, innamorate della biodiversità intellettuale, culturale, etnica, etica, religiosa, politica.




Cioè proprio il contrario del suo modello, signor presidente: monocratico, verticale, impositivo, fasullo. E davvero sì, virtuale, quello.




Presidente Berlusconi, qui ci sono ragazzi che avevano 15 anni quando l’hanno vista per la prima volta in televisione a insultare i giudici, ad accusare ogni dissidente di essere comunista, a raccontare barzellette stupide e bugie pietose.




Adesso quei ragazzi hanno trent’anni, magari si sono sposati e hanno dei figli, ma se accendono la televisione trovano ancora lei – con i capelli dello stesso colore – lì a insultare i giudici, ad accusare ogni dissidente di essere comunista, a raccontare barzellette stupide e bugie pietose.




Ma loro e noi , insieme, nel frattempo abbiamo aperto le finestre, anche se lei non se n’è accorto, impegnato com’era a fare affari, ad allargare il suo potere e il suo io, a inventarsi nuove leggi che la mettessero al di sopra di ogni giudizio.




E noi oggi le mandiamo questa lettera per dirle che anche se lei cercherà di nascondere a se e agli altri la realtà e il nuovo secolo, saranno la realtà e il nuovo secolo a venirla a prendere.




Noi, presidente Berlusconi, oggi glielo diciamo con le parole di Aurelio Peccei, partigiano, imprenditore, pioniere del suo tempo.




«Quanto accadrà d’ora in avanti» diceva Peccei, «dipende da noi in una misura mai concepita nel passato, che noi dobbiamo fare appello a nuove forme di coraggio perchè uscire dal pozzo non è un’utopia ma una prospettiva assolutamente verosimile.




Lo è se vogliamo che lo sia».




Ecco perchè, per quanto cerchi di prolungare il suo giorno più in là, signor presidente, per lei la sera è arrivata.




Onorevole Berlusconi, noi oggi siamo qui a darle la notizia che il suo tempo è finito.




Tag:No B day



http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/12/05/un-uomo-del-secolo-scorso/


Nota biblica


Tu, Baldassàr suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu fossi a conoscenza di tutto questo. 23Anzi tu hai insolentito contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. 24Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello scritto, 25di cui questa è la lettura: MENE, TEKEL, PERES, 26e questa ne è l'interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine. 27Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. 28Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani". 29Allora, per ordine di Baldassàr, Daniele fu vestito di porpora, ebbe una collana d'oro al collo e con bando pubblico fu dichiarato terzo signore del regno. (Daniele V 21-29)

lunedì 7 dicembre 2009

Comunità delle Piagge - VI - Firenze



video (originale)




Venerdi 4 dicembre 2009, la Comunità delle Piagge di nuovo in Piazza S.Giovanni, davanti alla sede della Curia fiorentina per aprire gli occhi alla gente e sturare gli orecchi a Betori, ennesimo vescovo killer di tutto ciò che di meglio produce la chiesa fiorentina. Isolotto docet.


 

L'onda viola

Fiorentina a Prandelli



Per un'Italia non più ridotta a brandelli!





Foto di Marco la Mastra - clicca per ingrandire.

sabato 5 dicembre 2009

No Berlusconi Day

 ÇA IRA



Ai sanculotti (senza partito) oggi a Roma



clicca su Edith Piaf



Ah ça ira ça ira ça ira

Les aristocrates à la lanterne

Ah ça ira ça ira ça ira

Les aristocrates on les pendra

Et quand on les aura tous pendus,

On leur fichera la pelle au cul!





clicca su Pietrangeli


Sta, sta, bianco mugnaio. Oggi il destino

Per l’avvenire macina l’evento,

E l’esercito scalzo cittadino

Dà co ’l sangue a la ruota il movimento.

— Viva la patria — Kellermann, levata

La spada in tra i cannoni, urla, serrate

De’ sanculotti l’epiche colonne
.

La piattaforma del No Berlusconi Day, è nata e cresciuta a partire dalle conversazioni di dodici bloggers.  L’obiettivo della marcia, che partirà alle 14.00 da Piazza della Repubblica e finirà in Piazza di San Giovanni, è protestare contro chi “nega l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, oltraggia l’etica pubblica e la dignità dell’Italia, antepone i propri interessi al bene comune, calpesta la libertà di informazione ed attacca la Costituzione”. Da cui: dimissioni.







Roma 5 dicembre

Roma 5 dicembre

Bel tempo
. Vento da Nord con intensità di 16 Km/h. Raffiche fino a 19 Km/h. Temperature comprese tra 7°C e 14°C .

Auguri e grazie ai caminanti.


Viandante, non c’è una strada,

la si costruisce camminando.

Mentre vai si fa la strada





martedì 1 dicembre 2009

2 dicembre - ore 12,25

Altracitta Le Piagge 

Altracitta Le Piagge domani 2 dicembre su RAI 3 Alessandro Santoro sara' ospite della trasmissione "Le storie - Diario italiano" condotto da Corrado Augias. ore 12,25.


Comunità delle Piagge - V - Firenze

Microcredito alle Piagge





L'azienda agricola di Villore (Mugello)



video







 PS: baccalà alla livornese per la mensa della Curia fiorentina:






Clicca sulla civetta