giovedì 31 marzo 2005

Calendario laico



Cartesio



31 marzo 1596

11 febbraio 1650



«La lettura dei buoni libri è una sorta di conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati.»

«Conquista te stesso, non il mondo.» 

«A parte i nostri pensieri, non c'è nulla che sia davvero in nostro potere.»

«Penso, quindi sono.»

 

René Descartes (conosciuto in Italia con il nome latinizzato di Cartesio) nasce il 31 marzo del 1596 a La Haye in Turenna, terzo figlio di Joachim Descartes, avvocato e consigliere al Parlamento di Bretagna a Rennes e di Jeanne Brochard. La famiglia, che possiede rendite e terre, conta numerosi magistrati, medici e funzionari delle imposte: il padre è insignito del titolo di "escuyer", primo grado della nobiltà. Alla morte della madre per parto, René è affidato alla nonna materna. Di salute delicata, impara a leggere ed a scrivere in casa, sotto la guida di un precettore.


Compie gli studi canonici nel collegio gesuita di La Fléche, dove resterà circa nove anni seguendo i tre corsi regolari di grammatica, retorica e filosofia che comprendevano insegnamenti di logica, dottrine umanistiche, fisica, metafisica e matematica con elementi di teoria musicale. Uscito dal collegio, ubbidendo ai desideri del padre, si reca a Poitiers per studiare diritto.


 Nell'Europa agitata dal grande conflitto che sarà ricordato come la Guerra dei Trenta anni, Cartesio compie lunghi viaggi. Dopo la vendita di alcune terre di sua proprietà, si reca in Italia, soggiornando a Venezia, Roma e Firenze, tornando in Francia quando ritiene di aver viaggiato a sufficienza.

Con lo scienziato Reneri, invece, cui è legato da una profonda amicizia, si applica a studi sui fenomeni fisici che preannunciano gli esperimenti di Torricelli . In questi anni inizia la redazione di "Il Mondo o Trattato della Luce" e la stesura dei due saggi "La Diottrica" (ultimato nel 1634) e "Le Meteore" (terminato nel 1635).

Nel 1633 venuto a conoscenza della condanna da parte del Sant'Uffizio del "Dialogo sopra i due massimi sistemi" di Galilei, fedele al suo temperamento schivo e poco incline a porsi al centro dell'attenzione, rinunzia a proseguire e a pubblicare il trattato "Le monde".

Comincia invece a lavorare al celeberrimo "Discorso sul Metodo", con l'intento di esporre le linee essenziali della sua filosofia e soprattutto con l'idea di farsi capire da tutti "in modo tale che anche coloro che non hanno studiato potranno intenderlo".


Formulando una radicale critica del sapere tradizionale fondato sul principio di autorità (in primo luogo sulla filosofia di Aristotele) e sulla persuasività della tradizione, elabora un nuovo metodo d'indagine che consenta di distinguere il vero dal falso in ogni campo della conoscenza, non meno che nella vita pratica. Tale metodo è da lui ricercato nella matematica, la quale unisce il criterio dell'evidenza intuitiva con il rigore della deduzione.


La situazione precipita talmente che nel 1642 il senato accademico dell'università di Utrecht vieta l'insegnamento della "nuova filosofia" cartesiana. Nell'infuriare delle polemiche è per Cartesio di conforto l'interesse che per le sue ricerche manifesta la principessa di Boemia, figlia di Federico V, in esilio dopo la sconfitta della Montagna Bianca (1620). Nell'inverno si reca a L'Aja per conoscerla. Tra la fragile e melanconica principessa e il filosofo si stabilisce una forte intesa intellettuale; Cartesio ne ammira lo spirito pronto e riflessivo. A lei dedicherà i "Principia philosophiae".


Ma l'opposizione contro Cartesio continua: a Utrecht escono due libri di Voet e del suo ex allievo, Martijn Schoock, nei quali è accusato di ateismo. Cartesio reagisce con l' "Epistola ad celeberrimum virum D. Gisbertum Voetium".


Anche l'università di Leida condanna sul piano teologico Cartesio, accusato ora di essere "più che pelagiano e blasfemo". Amareggiato da questi voluti fraintendimenti del suo pensiero, parte per la Francia. Dopo un soggiorno in Bretannia e in Turenna, a Parigi incontra Blaise Pascal, fragile e malato, e con lui discute problemi relativi al vuoto, alla pressione dell'aria e alle esperienze condotte da Torricelli. Tornato in Olanda, rielabora alcuni suoi precedenti appunti di ricerche nel campo della fisiologia e inizia la redazione di "Primae cogitationes circa generationem animalium"


...accetta l'invito di recarsi in Svezia rivoltogli dalla regina Cristina. Ai primi di ottobre, dopo una navigazione di circa un mese, è a Stoccolma. La giovane regina, che può dedicare agli studi filosofici le ore in cui è libera dagli affari di stato, impone a Cartesio, da sempre abituato a lunghi riposi mattutini, di trovarsi nella sua biblioteca ogni giorno alle cinque del mattino.


1650. Il 1° febbraio, tornato dal palazzo, Cartesio avverte dei brividi. Colpito da una grave forma polmonare con febbri altissime, muore l' 11 febbraio alle quattro del mattino. Il 20 novembre 1663 le sue opere vengono messe all'indice dalla Congregazione romana.


Per il testo completo premi sull'immagine.

mercoledì 30 marzo 2005

  









 







Dottor Jackill e Mr. Hyde


 

 









Dottor Jackill

 

La vista di un uomo anziano, stanco, malato, che continua nonostante tutto a farsi carico di un compito immane, desta un senso di rispetto, simpatia o pietà. L'attaccamento di immense folle popolari, in tanti paesi del mondo, continua a essere impressionante. Una personalità che unisce a un vasto sapere la conoscenza di numerose lingue, un comportamento sportivo, un reale coraggio fisico, una profonda spiritualità, la fedeltà nell'amicizia e una grande forza di persuasione suscita ammirazione.

 

Quanto alle questioni morali, è nota l'insistenza del papa sul rispetto per la vita fin dal suo concepimento, così come la sua radicale opposizione all'aborto, alla contraccezione, al divorzio, all'eutanasia, ma anche alla pena di morte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In nome del Vangelo, il papa ha condannato con estrema durezza gli abusi e gli eccessi del capitalismo, e ha persino denunciato - a Cuba - il neoliberismo e i suoi effetti perversi.

 

 

Il secolarismo occidentale, caratterizzato dal relativismo, dal consumismo e dall'edonismo, è stato il secondo avversario di Giovanni Paolo II. Il quale ha ricordato con forza i valori dell'amore per il prossimo, della solidarietà, della moderazione nell'uso dei beni materiali.

 

 

 

 

 

 

Un suo leitmotiv costante è la pace tra i popoli, fondata sulla giustizia nei loro rapporti. Si è dimostrato attento alle sofferenze delle vittime, condannando ad esempio l'embargo contro l'Iraq e contro Cuba, che sottopone la popolazione a restrizioni devastanti. Tutte posizioni ispirate alla fedeltà al Vangelo.

Si è opposto alla guerra del Golfo, ha messo in guardia contro quella del Kosovo, ha dichiarato le sue riserve sull'attacco all'Afghanistan, ha rivendicato il diritto dei palestinesi a uno stato.

 

 

La missione che Giovanni Paolo II si è assegnato alla testa della Chiesa cattolica era duplice: restaurare una Chiesa scossa dal concilio Vaticano II, e rafforzarne la presenza nella società, onde consentirle di attuare il suo compito di evangelizzazione.

Il cardinale Karol Wojtyla aveva partecipato attivamente al concilio Vaticano II. Aveva sostenuto la modernizzazione dell'immagine della Chiesa cattolica, appoggiando molte delle riforme adottate dall'Assemblea del vescovi. E tuttavia osservava con preoccupazione, dalla natia Polonia, le conseguenze del concilio su una Chiesa che si stava riformando in profondità, non senza traumi e conflitti interni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nessuno può dubitare che Giovanni Paolo II, il prelato sportivo, l'ex operaio dello stabilimento Solvay di Cracovia, dilettante di teatro e moralista dell'Università cattolica di Lublino, il sacerdote dalla personalità mistica, il pastore dei Carpazi sia destinato a rimanere nella storia come un gigante dell'era contemporanea: il papa di un quarto di secolo che ha trasformato profondamente l'umanità, il papa della globalizzazione.

 

 


Mr. Hyde

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quanto alle questioni morali, è nota l'insistenza del papa sul rispetto per la vita fin dal suo concepimento, così come la sua radicale opposizione all'aborto, alla contraccezione, al divorzio, all'eutanasia, ma anche alla pena di morte.

 

Ma l'attaccamento del pontefice a una filosofia della natura superata dalle conoscenze contemporanee, la sua riluttanza a prendere in considerazione le condizioni sociali e psicologiche concrete degli esseri umani, così come le drammatiche conseguenze - come nel caso dell'Aids in Africa - di talune posizioni dogmatiche, hanno finito per far perdere alla Chiesa cattolica buona parte della sua credibilità.

 

Ma se nell'enciclica Centesimus Annus ha condannato il socialismo nella sua essenza, in quanto veicolo di ateismo, quando ha stigmatizzato il capitalismo selvaggio lo ha fatto denunciando le sue pratiche, non la sua logica. E laddove si fa riferimento, in questo stesso documento, a un'«economia sociale di mercato», non si menzionano le pratiche «selvagge» attuate nei paesi del Sud e nell'Est europeo da quegli stessi agenti economici che si richiamano a questo modello. Allo stesso modo, i frequenti e insistenti appelli alla «globalizzazione della solidarietà» non sfociano mai in una denuncia delle cause profonde della povertà e delle disuguaglianze.

 

 

 

Purtroppo, questi richiami ai valori sono rimasti il più delle volte astratti, dato che il papa non ha mai esplicitato le cause reali delle guerre e le loro connessioni con l'imperialismo economico.

Peraltro, l'alleanza di fatto tra la Santa Sede e i poteri economici e politici dell'Occidente continua ad esistere, sulla base di una logica istituzionale (la riproduzione sociale dell'istituzione ecclesiastica), e ha fatto perdere al discorso contro le guerre gran parte della sua credibilità.

 

 

 L’affossamento del Concilio vaticano II

 

Quanto alla collegialità episcopale - uno dei punti forti del concilio Vaticano II - Giovanni Paolo II l'ha chiaramente subordinata all'autorità romana.

In numerose diocesi, i nuovi vescovi, su ispirazione della Santa Sede, hanno iniziato a esercitare un controllo sui centri di formazione, smantellando l'opera pastorale dei loro predecessori e introducendo congregazioni religiose o organizzazioni cattoliche conservatrici. In America latina, il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), che aveva svolto un ruolo di punta nel rinnovamento, organizzando, nel 1968, la Conferenza di Medellín per l'applicazione del concilio Vaticano II nel subcontinente, fu trasformato a poco a poco in un organismo di restaurazione. Le conferenze episcopali furono riorientate attraverso nuove nomine, Come nei casi delle diocesi di Chur, in Svizzera, con la nomina di mons. Haas, di Recife con il successore di Dom Helder Camara, di San Salvador con la nomina di un vescovo dell'Opus Dei come successore di mons. Rivera y Damas e di mons. Oscar A. Romero.

La Teologia della liberazione è stata oggetto di una repressione specifica.

Questa teologia parla di liberazione, al presente, come espressione dell'amore di Dio per il suo popolo. E dunque appariva pericolosa per l'ordine, sia sociale che ecclesiastico

 

Vicino all'Opus Dei (1), che lo aveva accolto in occasione di alcuni suoi viaggi all'estero, guardava con riprovazione non soltanto a taluni sviluppi eccessivi in campo liturgico, ma anche a numerose applicazioni concrete delle decisioni conciliari.

Nel 1982, quattro anni dopo l'elezione di Giovanni Paolo II, l'Opus Dei acquisì uno status di prelatura personale, al di sopra della giurisdizione dei vescovi. Il suo fondatore fu canonizzato nel 2002, a soli 27 anni dalla sua morte; molti dei suoi membri vennero nominati vescovi, spesso in diocesi importanti, e alcuni furono fatti cardinali.

(1) L'«Opera di Dio», fondata nel 1928 in Spagna da mons. Escriva de Balaguer, definita da molti «massoneria bianca», conta più di 80.000 membri, in maggioranza laici, in un centinaio di paesi

…Sotto l'attuale pontificato, le istituzioni bancarie del pontificato hanno dato luogo a clamorosi scandali, tra cui quello del Banco Ambrosiano (2).

 

Tutti i poteri - giudiziari, politici, economici e mediatici - hanno congiurato per tacitarle, nel timore di mettere a repentaglio un'istanza morale che ai loro occhi costituisce una garanzia dell'ordine sociale.

 

La «nuova evangelizzazione» promossa da Giovanni Paolo II è caratterizzata da due principali orientamenti: da un lato quello dell'Opus Dei, volto a evangelizzare attraverso il potere, facendo della spiritualità un segno di eccellenza sociale; dall'altro, quello dei vari movimenti carismatici, esigenti in materia di comportamenti personali, con una tendenza a valorizzare aspetti di tipo affettivo, ma generalmente poco inclini a integrare una dimensione sociale. D'altro canto, le comunità ecclesiali di base nate in America latina, caratterizzate dall'autogestione, in cui a prendere la parola erano i poveri, sono state emarginate e talvolta distrutte.

la Gioventù Operaia Internazionale (GIOC), nonostante il sostegno di varie conferenze episcopali, è stata emarginata, con l'abrogazione del suo status di organizzazione internazionale cattolica, mentre una Federazione concorrente è stata creata di sana pianta.

Con le sue visite in Polonia ha promosso una mobilitazione religiosa, e assicurato - anche sul piano finanziario, tramite il Banco Ambrosiano - l'appoggio a Solidarnosc.

 

in Nicaragua si arrivò nel 1983 allo scontro con il Fronte sandinista. Nell'omelia tenuta a Managua, il papa condannò la Chiesa popolare e il «falso ecumenismo» dei cristiani impegnati nel processo rivoluzionario.

 

Il viaggio a Cuba segue la stessa linea.

…al suo ritorno a Roma, dichiarò che la sua visita avrebbe avuto lo stesso effetto del viaggio compiuto dieci anni prima in Polonia.

 

Da qui i numerosi compromessi con il potere americano, per cui molte delle sue organizzazioni cattoliche, in Europa e a Roma, hanno canalizzati fondi, sia ufficiali che segreti, in favore di Solidarnosc. E da qui anche la tolleranza nei confronti di regimi dittatoriali di destra, come quelli del Cile, dell'Argentina (3) o delle Filippine.

 

Da qui infine l'intervento in favore del generale Augusto Pinochet. E sul piano simbolico, la beatificazione, proclamata nel 1998, del cardinale Stepinac, che era stato molto vicino al regime fascista della Croazia durante la seconda guerra mondiale.

 

Ma per aver voluto ricostruire una Chiesa più solida in un mondo più umano, questo papa ha finito per distruggere un gran numero di forze vive emergenti, che portavano l'impronta di una visione evangelica e profetica.

 

Il governo centrale della Chiesa, che avrebbe dovuto essere al servizio del «popolo di Dio», è divenuto un apparato reazionario, alleato di fatto dei poteri oppressori.

 



(2) Il Banco Ambrosiano finanziava tra l'altro il regime del dittatore Anastasio Somoza in Nicaragua. Il suo presidente, il banchiere Roberto Calvi, fu trovato impiccato sotto il Ponte dei frati neri, a Londra. Il 16 aprile 1992, nella sua sentenza sul fallimento del Banco ambrosiano, il Tribunale di Milano spiegò i collegamenti esistenti tra quest'ultimo e l'Istituto per le Opere di Religione (Ior), la banca del Vaticano, diretta all'epoca da mons. Paul C. Marcinkus, di nazionalità americana, già invischiato in altre vicende scabrose. Si legga Fernando Scianna, «La mafia au coeur de l'Etat et contre l'Etat», Le Monde diplomatique, ottobre 1982.

 

(3) In Argentina, il nunzio all'epoca della dittatura militare, l'attuale cardinale di curia Pio Laghi, aveva rivolto alla guarnigione di Tucuman le seguenti parole: «Voi che sapete cos'è la patria, ottemperate agli ordini con obbedienza e coraggio mantenendo la serenità dello spirito» (La Nación, Buenos Aires, ottobre 1976). Nel Cile di Pinochet, il nunzio era l'attuale cardinale Angelo Sodano, poi nominato Segretario di Stato, che a proposito del regime ebbe a dichiarare: «Anche i capolavori possono avere qualche macchia. Vi invito a non soffermarvi sulle macchie del quadro ma a guardare l'insieme, che è meraviglioso».

 

 

 

 

 

 

 

La cristianità - aveva detto Harvey Cox, teologo battista, docente a Harvard - ha bisogno di un papa, ma non come potere, bensì in quanto espressione simbolica dell'unità.

 


 

Il testo integrale dell'articolo da me schematizzato lo trovi qui:


 

venerdì 25 marzo 2005





Dai un colpetto sull'uovo

Due squadre, due Costituzioni

 Leggilo su Beppe Grillo

Segnalato da Paolo

giovedì 24 marzo 2005

Né ammesso né concesso: ovvio.


Enzo Bianchi, fondatore e priore del monastero di Bose. Nella sua ultima “Lettera agli amici”, diffusa alla fine della Quaresima, Bianchi ha negato che sia in atto in Europa un attacco contro la Chiesa e i cristiani. Questo attacco non c’è stato in passato: “da secoli i cristiani vivono liberi e rispettati”. E ancor meno c’è oggi. Piuttosto è la Chiesa, a suo dire, che si ostina a non rinunciare ai suoi privilegi e a tenersi stretta ai poteri dominanti.

Leggi l'articolo di Sandro Magister

mercoledì 23 marzo 2005

Eluana Englaro come Terry Schiavo


Should the federal government intervene to restore the feeding tube for Terri Schiavo?


Dovrebbe intervenire il governo federale per riallacciare il tubo di alimentazione per Terry Schiavo?




















Yes 19 %19 %19 % 19.29 % (173)
No 77 %77 %77 % 77.26 % (693)
Not Sure 3 %3 %3 % 3.46 % (31)



Total votes: 897

We allow one vote per day


Provate a leggere le banalità scritte anche oggi da grandi giornalisti:



Terri condannata nel nome della legge

Apparentemente crudele, e incomprensibile per noi che

assistiamo ogni giorni allo spettacolo grottesco di leggi

dello stato e addirittura costituzioni stravolte per

interessi privati e per calcoli elettorali, il principio

costituivo della democrazia americana è stato riaffermato

dal giudice federale: nessun cittadino, neppure questa

signora che ci sta strappando il cuore, è più importante

del rispetto della legge,
delle procedure, dei principi

federali, dell'autonomia della magistratura dalle invasioni

di campo della politica. In chiave umana infinitamente più

toccante è la riaffermazione della superiorità delle legge

sugli uomini.

[Vittorio Zucconi - La Repubblica 23 marzo- ]


Forse ho capito male; bisognerà che legga l'articolo per intero. Ho davanti l'articolo:

Prima pg di Repubblica: "Terry Schiavo deve morire" Il giudice sfida Bush: non bisogna nutrirla.

Il titolo tra virgolette attribuisce parole da boia al giudice e fa fare a Bush la figura di chi si contrappone al boia. Il titolo poi all'inizio dell'articolo è "Nel nome della Legge" e rende giustizia a Vittorio Zucconi che si sofferma a evidenziare i meriti di una tradizione americana fondata su uno stato di diritto forte e consolidato, costretto sempre più alle corde dall'Amministrazione attuale che con la Leggina per Terry Schiavo, fatta di notte a tamburo battente intende ottenere due scopi: apparire tutta dedita alla difesa della vita e dare un colpo ulteriore alle garanzie della carta libertatum rappresentata dalla Costituzione americana. Comunque anche nel discorso di Zucconi la sentenza del giudice appare come una condanna a morte; non si legge di accanimento terapeutico, di non vita, di stato vegetativo. Zucconi insomma pensa all'America più che a Terry Schiavo. Per cui, amici che mi leggete, anziani come me o giovani come i più, se volete un consiglio, se la pensate come il 77% della statistica qui sopra, fate un pensierino alle "Direttive anticipate" o "Testamento biologico" o "Living will". Pare che in America ci sia la corsa a sottoscriverlo. Avverto, sono di parte, sono socio di Libera Uscita; ma si può far testamento anche da non iscritti. Il modello lo trovate qui.


Quando la tortura e l'umiliazione di Eluana Englaro diverranno materia di interesse per noi italiani?  Intorno al padre di Terry ci sono tre frati francescani e il Vaticano; intorno al padre di Eluana - che non la pensa come il Vaticano - non c'è un cane. Che almeno un pastore valdese si faccia avanti. Date un occhiata a questo documento.

E' molto lungo e vi trascrivo il paragrafo finale:

5.6 Nell’ambito della pastorale si parla molto del rispetto della spiritualità del malato. Ma questo rispetto sembra arrestarsi improvvisamente di fronte alla richiesta del malato inguaribile che chiede di poter morire. Quasi che questa domanda nascesse da un mondo che non gli appartiene. Che cosa impedisce di leggere anche questa domanda come segno di una spiritualità viva e cosciente, radicata nel Dio della vita e nelle sue promesse? Con quale autorità spirituale posso io contrastare la libertà e responsabilità di un altro di decidere il tempo della sua morte quando il vivere è un’umiliazione quotidiana senza speranza? Qual è la fonte dell’autorità che mi impone di costringere una persona inguaribile a continuare a vivere una vita di morte? Chi sono io per sottrarre al malato inguaribile questo diritto di poter morire? Da quale parte sta il Dio della vita e della promessa? Dalla parte del non-senso del dolore acuto di un malato inguaribile o dalla parte del suo umano desiderio di morire? Per quanto paradossale possa essere, in una tale situazione accogliere la domanda di morte significa accogliere la domanda della vita, accogliere il diritto di morire coscientemente la propria morte. Il medico che accoglie questa domanda del malato inguaribile l’accoglie all’interno di un lungo processo di cura e di relazioni. Il medico che si rende disponibile al suicidio assistito o all’eutanasia non commette un crimine, non viola alcuna legge divina, compie un gesto umano, di profondo rispetto, a difesa di quella vita che ha un nome e una storia di relazioni.


Roma, 7 febbraio 1998

Il Gruppo di lavoro sui problemi etici posti dalla scienza


 

martedì 22 marzo 2005


L'amnistia del tacchino


La migliore allegoria del Nuovo Razzismo è la tradizione dell’“amnistia del tacchino” negli Stati Uniti. Ogni anno a partire dal 1947 la Federazione Nazionale del Tacchino omaggia il Presidente americano con un tacchino per il Thanksgiving. Ogni anno, a dimostrazione di magnanimità cerimoniale, il Presidente risparmia quel particolare volatile (e ne mangia un altro). Dopo aver ricevuto l’amnistia presidenziale, il Prescelto viene mandato a Frying Pan Park [“Villa Padella”, N.d.T.], un posto in Virginia, dove può continuare a vivere in pace la sua vita. Il resto dei cinquanta milioni di tacchini allevati per il Thanksgiving vengono massacrati e mangiati nel Giorno del Ringraziamento. ConAgra Foods, la compagnia che ha vinto l’appalto del Tacchino Presidenziale, afferma di addestrare i fortunati uccelli ad essere socievoli e ad interagire con dignitari, scolaresche e giornalisti. (E presto parleranno anche inglese!).

Ecco come funziona il Nuovo Razzismo nell’era delle corporazioni. Solo a pochi tacchini “di razza”, attentamente selezionati – le élites locali di vari paesi, una comunità di ricchi immigranti, banchieri, gli sporadici Colin Powell o Condoleezza Rice, qualche cantante, qualche scrittore (tipo me) – viene data l’assoluzione e un biglietto per Frying Pan Park. I milioni di persone rimanenti perdono il loro lavoro, vengono cacciate dalle loro case, viene tagliata loro acqua ed elettricità, muoiono di AIDS. In pratica, sono spacciati. Invece, i Polli Fortunati se la passano bene a Frying Pan Park. Alcuni di loro lavorano persino per l’FMI e il WTO – così, chi mai accuserebbe queste organizzazioni di essere anti-tacchino? Alcuni sono membri di punta del Comitato di Elezione del Tacchino – così, chi mai potrebbe dire che i tacchini sono contrari al Giorno del Ringraziamento? Essi vi partecipano! Chi oserebbe affermare che i poveri sono anti-globalizzazione? C’è già una tale ressa all’entrata di Frying Pan Park! Che importa se la maggior parte delle gente muore lungo la strada?


Arundhati Roy

Trovato qui

domenica 20 marzo 2005

Bush e Michael


  L’eutanasia di Michael

 "Terri non morirà di fame. Le verrà tolto il nutrimento e l'idratazione. La morte che sopraggiunge è del tutto priva di dolore, ed è stato il tribunale ad affermarlo più di una volta. Sono venuti dei medici a testimoniarlo. Terri non ha corteccia cerebrale. Ciò che accadrà sarà una lenta diminuzione del suo potassio e dei suoi elettroliti. Piano piano scivolerà nel sonno e alla fine morirà e si ritroverà accanto a Dio". (Dalla stampa - Michael, marito di Terry schiavo)

 L’eutanasia di Bush

   Bush a Washington per firmare una legge che mantenga in vita Terri Schiavo Il presidente Usa George W. Bush sta tornando a Washington, in anticipo sui tempi previsti, per firmare...

(20 marzo 2005 Rai news)

Iraq, due anni dopo.  Anniversario bagnato dal sangue: otto vittime in tre attentati.

Bush: «Una guerra giusta»
: grazie all'invasione la libertà è in marcia». (Corriere del 20.03.05)



 Prima domanda:

perché Bush non crede nel dio di Michael ( oppure: perché non vuole che altri credano nel dio di Michael?)


Seconda domanda:

perché il suo dio vuole 8 vittime "sane" e rifiuta Terry?


Da riparlarne. Buona domenica.



 


Aggiornamento serale: ritorno da un pranzo a base di tortelli di zucca preparati da Meri, rappresentante toscana di Libera Uscita.


Menù di Meri Babette


-         Antipasti a base di acciuga e prosciutto, in forma di cilindretti arrotolati,


-         Bomboniere di pasta riempite di verdure crude, assortite nei sapori e nei colori,


-         Tortelli di zucca gialla, ricetta mantovana a burro e salvia e, in alternativa, ragù di carne,


-         Faraona al forno, guarnita di crostini toscani bagnati,


-         Contorni di zucchine al forno, asparagi lessati con uova di quaglia,


-         Biscottini sllr mandorle e scorza di arancio candita,


-         Crostata con marmellata di more e fichi,


-         Fragole naturali


-         Vini: lambrusco secco.


Commensali: Meri, Fabio, Alessandro, Paola, Stigli.


 Un pranzo squisito, raffinato. Il sapore delicato di quei tortelli. E' proprio vero; solo chi ama i piaceri della vita può volere per sé e per chi lo desidera - finché possibile - la dolce morte. Ora che le facce di Terry Schiavo ed Eluana Englaro hanno sfondato lo schermo televisivo, ora che abbiamo visto e sentito Peppino padre di Eluana e Michael marito di Terry difendere il diritto alla vita felice e dignitosa e - di conseguenza - alla dolce morte, penso sia il momento di insistere. Intanto rileggiamoci questo:

"Lavoravo in ospedale. Con i malati terminali. Ho visto tante, troppe persone morire tra le sofferenze più atroci. Uomini, donne, dilaniati dal dolore, devastati dalle piaghe, senza che i farmaci potessero fare più nulla. Ho visto persone ridotte ad uno stato vegetativo che imploravano, per favore, un aiuto per chiudere gli occhi... Sono specializzato nelle malattie dell'apparato naso-bocca: sentivo la disperazione dei miei pazienti, colpiti da tumore alla gola, alla laringe, dopo due, tre operazioni, dopo cicli di chemioterapia, di radioterapia, quando le cure palliative non leniscono più i tormenti, quando anche l'ospedale ti congeda perchè non c'è più nulla da fare se non aspettare la morte... Ho capito che come medico potevo e dovevo aiutare ad alleviare la sofferenza".


Spiega Jérome Sobel: "In Svizzera l'eutanasia attiva non è permessa. Non è consentito cioè che un medico, o un volontario, o un parente, facciano un'iniezione letale. E' possibile invece aiutare qualcuno a suicidarsi. Non è esattamente consentito, ma la polizia, quando si trova in presenza di questa situazione, non apre nemmeno il fascicolo. Il medico o il volontario dell'associazione che ha fornito il veleno, che ha accompagnato il decesso, non viene in alcun modo perseguito. Ma, ed è fondamentale, l'ammalato deve bere da solo la soluzione che lo farà andare via...". E' anche possibile, nelle confederazione elvetica, decidere di staccare la spina, smettere cioè di tenere in vita artificialmente una persona in coma irreversibile. "Si possono fermare le macchine - continua Sobel - si può interrompere l'alimentazione forzata. Ma poi si deve aspettare la morte "naturale". Cioè giorni di agonia. Per questo noi di Exit chiediamo di poter cambiare la legge e di poter agire invece con una iniezione diretta".


Trovato qui



 Aggiornamento del giorno dopo



Ho sognato Abu Graib

reparto donne; due corpi di donna nudi, le facce dietro il cappuccio nero; intorno marines americani e un cappellano militare, con la faccia di Mons.Sgreccia della trasmissione di venerdi 18 marzo su canale 5, ore 23,50 - nota la fascia oraria - Un marine con la faccia del suo Presidente toglie i due cappucci dalle facce di Terry e di Eluana. Shock emotivo e risveglio. Finito l'incubo è entrato in opera il tarlo del pensiero.

... Congresso americano, arrivo trafelato del Presidente reduce dall'ultimo consiglio di guerra, seduta d'urgenza: Terry sta per porre termine alle sue sofferenze; delitto contro la vita, Patriot Act: trasferimento dei poteri dai 52 Stati alla Corte Federale.

Quasi presago, mi alzo, 6 del mattino, apro la posta e leggo:

Florida. Il tubo che alimenta e idrata artificialmente da 15 anni Terri Schiavo è stato staccato e la sua vita sta scivolando via lentamente e senza dolori. Ma stanotte è prevista una seduta straordinaria del Congresso USA per approvare una legge che trasferisce la competenza giudiziaria sul caso dalle Corti dei singoli Stati alla Corte di Giustizia Federale. Dalle notizie apparse sulla stampa, sembra che esista un accordo in tal senso fra repubblicani e democratici.Se la legge sarà approvata, i genitori di Terri potrebbero rivolgersi con procedura d’urgenza alla Corte Federale affinché disponga il riallaccio del tubo, manovra già avvenuta per ben tre volte. “LiberaUscita” è addolorata al pensiero di questa povera donna che da 15 anni è torturata in nome di principi inumani ed attende inutilmente la sua liberazione. Siamo vicini a suo marito Michael che sta lottando perché la sua volontà sia attuata, così come siamo vicini a Beppino Englaro, che vuole liberare sua figlia Eluana da tredici anni in coma irreversibile.
Cordiali saluti. Giampietro Sestini



Apro su Repubblica ed ecco la conferma:
Usa, il Congresso approva la legge per salvare Terri

Dopo il Senato, "sì" della Camera con 202 voti favorevoli e 58 contrari. Bush è pronto a firmarlo subito. Ora un giudice federale della Florida dovrà decidere se e come riprendere ad alimentare la donna che da 15 anni vive allo stato vegetativo. Ma l'opinione pubblica americana era largamente favorevole all'eutanasia richiesta e ottenuta dal marito



Il tarlo mi entra dall'orecchio, perfora la corteccia del mio cervello e produce questo flash allucinatorio:

USA: esportati strumenti di tortura  per 20 milioni di dollari

Nel 2002 gli Usa hanno esportato strumenti per elettroshock del valore di 14,7 milioni di dollari e 4,4 milioni di dollari di strumenti di costrizione (ceppi, manette...) a Paesi denunciati dal dipartimento di Stato per il continuo uso della tortura. Lo rivela il recente Rapporto "I mercanti del dolore" di Amnesty International che denuncia come nello stesso anno gli Usa hanno esportato in Arabia Saudita oltre nove tonnellate di ceppi per incatenamento di ferro. "Nonostante la tortura sia tuttora in auge in Arabia Saudita, la Smith and Wesson non si è fatta alcun problema ad esportare 10mila ceppi a Riyadh e l'Amministrazione Bush ad approvarne la vendita" - nota William F. Schulz, Direttore Esecutivo di Amnesty International Usa (AIUSA).

Il sogno è l'infinita ombra del vero; l'incubo si è fatto Legge: il dio della guerra non si accontenta dell'assassinio, vuole anche la tortura.

 Nota di cronaca

La Camera ha approvato il provvedimento con 202 sì e 58 no.  Quasi i tre quarti dei repubblicani hanno votato sì. Meno della metà dei democratici hanno votato. La legge ora approvata verrà subito portata alla firma del presidente George W. Bush, che s'è già impegnato a firmarla. Poi, un giudice federale di Tampa in Florida dovrà decidere se ordinare, in base a essa, e con quale procedura, il ripristino dell'alimentazione della Schiavo. 

Il ripristino, se sarà ordinato, potrebbe richiedere un leggero intervento chirurgico e il trasferimento della Schiavo dalla clinica di lunga degenza dove si trova a un'altra struttura sanitaria. 

   Un sondaggio condotto per conto della FoxNews indica che  il 59% degli americani è favorevole a sospendere l'alimentazione e solo il 24% vuole ripristinarla; e, se si trattasse di decidere per se stessi, solo un americano su cinque vorrebbe vivere nelle condizioni della Schiavo. (RAI News 24)



 

sabato 19 marzo 2005


premi sulla candela


19 marzo 2005 - Ramadi Iraq.


 Ricorrono oggi due anni dall'inizio della guerra.



 





Università dell'età libera






Giorgio Vasari scrive la “Vita di Iacopo Carrucci detto il Pontormo”- dal paesino di nascita, vicino a Empoli - e si diffonde a parlare delle stranezze del pittore.

Nel suo racconto, il biografo aretino non esprime una opinione positiva su Pontormo per svariati motivi: la mancanza di “fermezza nel cervello”, il fatto che andasse “sempre nuove cose ghiribizzando”, per il suo invaghimento della maniera tedesca di Dürer: una pittura nordica, secca, arrovellata, dura, e poi per la sua incontentabilità e la sua solitudine, che neanche gli amici fraterni riuscivano a scalfire.

Ce n'è a sufficienza per rendercelo simpatico, perché originale e aperto al nuovo; sulla sua maestria siamo tutti d'accordo.


Rifacciamoci gli occhi con Maria ed Elisabetta che si incontrano a "Carmignano", qui a due passi da Firenze.

E' anche giusto che i pittori moderni si ispirino a lui, seguendo il suo esempio.

Guardate cosa non fa Viola (leggi Vàiola)

Si tratta di un video al rallentatore, suggestivo e unico nel suo genere.


A proposito di antichi e di moderni, guardate la deposizione del Pontormo, quella del Rosso Fiorentino e poi questa!


A Pasolini fruttò un processo in piena regola, come ateo e bestemmiatore.


E ancora i colori di Viola

 



Emozioni


Una piacevole sorpresa


venerdì 18 marzo, al teatro Puccini


Non era nel mio abbonamento. Spettacolo scelto a orecchio in sostituzione di un altro annullato per motivi tecnici. Una sorpresa, tante emozioni: il protagonista e tre suonatori (Flauto, violino, mandola, chitarra...) che ti accarezzano l'orecchio con canzoni conosciute, in un impasto musicale soffuso, a volte magico, spesso originalissimo nella rielaborazione scenica,  nell'impasto dei suoni strumentali: Via Broletto di Endrigo, Vecchio frack di Modugno, Il treno va di Paolo Conte, Guarda che luna di Buscaglione...Mi son sentito cullato dalle canzoni della mia giovinezza.


- La musica, l’espressione della voce e del suono, mi ha sempre affascinato. Sono sempre molto curioso di provare a mescolare i vari linguaggi per arrivare alle sensazioni, alle emozioni.

Recitar canzoni è un esperimento. Sono tutte canzoni che hanno fatto la storia della musica e quei cantautori sono stati fondamentali per me. Ho adorato cantarli
.-
( Di Francescantonio in una intervista)


Franco Di Francescantonio in RECITARCANZONI


Venti canzoni d’autore per cantattore e tre musicisti

Piccoli monologhi musicali dei migliori cantautori italiani (Fabrizio de Andrè, Luigi Tenco, Paolo Conte, Umberto Bindi, Piero Ciampi, Enzo Jannacci, Modugno, Buscaglione, Sergio Endrigo, Francesco Guccini),

 Non un concerto, non un recital, ma un vero e proprio percorso drammaturgico affidato al talento e alla sensibilità di un interprete come Franco Di Francescantonio.

Un materiale senz’altro inusuale per uno spettacolo che vuole essere teatrale a tutti gli effetti, ma che affida alla musica e ai testi delle canzoni il compito di raccontare storie di vita e personaggi italiani. Recitare le canzoni, per sondare le possibilità di una scrittura scenica in grado di armonizzare teatro e musica, mettendo sempre al centro l’attore/interprete, da un lato, e i temi e le storie, dall’altro.

(Scheda distribuita dal teatro Puccini)


Se ti capita, vai a vederlo.

lunedì 14 marzo 2005

Università dell'età libera


Questo è il Tondo Doni


 


Venne volontà ad Agnolo Doni, cittadino fiorentino amico suo, sí come quello che molto si dilettava aver cose belle, cosí d'antichi come di moderni artefici, d'avere alcuna cosa di mano di Michele Agnolo, perché gli cominciò un tondo di pittura ch'è dentrovi una Nostra Donna, la quale, inginocchiata con amendua le gambe, alza in su le braccia un putto e porgelo a Giuseppo che lo riceve. Dove Michele Agnolo fa conoscere, nello svoltare della testa della madre di Cristo e nel tenere gli occhi fissi nella somma bellezza del Figliuolo, la maravigliosa sua contentezza e lo affetto del farne parte a quel santissimo vecchio. Il quale con pari amore, tenerezza e reveren|zia lo piglia, come benissimo si scorge nel volto suo, senza molto considerarlo. Né bastando questo a Michele Agnolo per mostrar maggiormente l'arte sua esser grandissima, fece nel campo di questa opera molti ignudi appoggiati, ritti et a sedere; e con tanta diligenzia e pulitezza lavorò questa opera, che certamente delle sue pitture in tavola, ancora che poche siano, è tenuta la piú finita e la piú bella che si truovi. Finita che ella fu, la mandò a casa Agnolo coperta e, per un mandato con essa con una polizza, chiedeva settanta ducati per suo pagamento. Parve strano ad Agnolo, che era assegnata persona, spendere tanto in una pittura, se bene e' conosceva che piú valesse, e disse al mandato che bastavano xl (quaranta) e gliene diede, onde Michele Agnolo gli rimandò in dietro, mandandogli a dire che cento ducati o la pittura gli rimandasse in dietro. Per il che Agnolo, a cui l'opera piaceva, disse: “Io gli darò quei settanta”; et egli non fu contento, anzi per la poca fede d'Agnolo ne volle il doppio di quel che la prima volta ne aveva chiesto, per il che se Agnolo volse la pittura, fu sforzato mandargli 140 ducati.


Lo racconta il Vasari  ( le sottolineature sono mie, la taccagneria del Doni, l'incazzatura di Michelangelo)


A me l'ha raccontato Maria Grazia Trenti Antonelli, mercoledi 9 marzo, durante il corso settimanale, al Saloncino della Pergola, in Firenze.


Agnolo Doni e la moglie Maddalena Strozzi che vedi nel dipinto di Raffaello si dilettavano di collezionare "cose belle, così d'antichi come di moderni"; solo che loro ebbero come artisti contemporanei Raffaello, Michelangelo, Leonardo...Però, la Firenze dei primi anni del Cinquecento!

martedì 8 marzo 2005



8 marzo della madonna




“Vergine e madre, ancora e sempre. Con un figlio morto ammazzato, consegnato dai soliti inquisitori al braccio secolare per la morte sul patibolo più crudele vergognoso e sadico della storia umana. Lui sempre appeso a quel supplizio, io imbalsamata nelle statuine di marmo con lacrime di sangue finto sugli occhi.


Lui che voleva abolire i preti intermediari esaltato come capo e fondatore dai loro successori, ed io, in perenne fuga da tiranni e dittatori, indicata a modello di donna bella come il sole, bianca come la luna, ma coperta dal chador della sottomissione al padre e al figlio, avvolta in un burka di rapporto maritale ridotto a puro dovere e privo di piacere. Il che, lo dovete sapere, è pura invenzione di maschi frustrati e prepotenti.  Da quando Costantino mise la croce sulle bandiere dei suoi eserciti e Teodosio sostituì Caifa con Pietro, (povero Pietro, proprio lui…) è stata, per me, una continua fuga in Egitto. Ma oggi non c’è più un Egitto; dovunque ci sono loro, gli sgherri di Erode, i proconsoli dell'Impero. Mascherati nei modi più impensati…E qui mi fermo, altrimenti finisco con delle porchema..., che sarebbe un ossimoro autolesionista. Ma tu sei maschio: attento anche te a non pigliarmi in giro, altrimenti ti metto contro la Paola.


Mi potrei ritrovare e consolare un po’ con le parole del Magnificat, ma anche lì c’è l’insidia: oggi come oggi si dovrebbero saltare la quart’ultima e terz’ultima strofa, perché si sono appropriati anche di quel nome e giocano sull'equivoco. Che pena.”


Questo del 2005 è davvero un 8 marzo della madonna.


 


 


 Lo confermano anche i più casti della casta (aggiornamento dell'ultimo momento - solo per i vaticanisti)




 

Investite nella cura della vita, non della

http://www.globalwomenstrike.net/Italian04/ItalianIndexPage.htm

2 citazioni

 

“Il rapporto immediato, naturale, necessario, dell’uomo all’uomo è il rapporto dell’uomo alla donna”. “il rapporto dell’uomo alla donna è il più naturale rapporto dell’uomo all’uomo”. “da questo rapporto si può giudicare ogni grado di civiltà dell’uomo”.

 

Se tu ami senza suscitare un’amorosa corrispondenza, cioè se il tuo amore come amore non produce una corrispondenza d’amore, se nella tua manifestazione vitale di uomo amante non fai di te stesso un uomo amato, il tuo amore è impotente, è un infelicità.

 

(Marx, Manoscritti 1844)

 

Lo puoi trovare qui  (con un po’ di rigiri di parole, come fa lui)

 

Se la donna non è mai stata condizionata dalla logica del potere, essendone stata esclusa per secoli,è di un altro potere che può cominciare a parlare: il potere di fare, di cambiare le cose, di imporre una strada diversa, altri rapporti, di imporre i propri bisogni vitali come esigenze di un mondo che ha necessità di diventare più umano.
(Franca Ongaro Basaglia – Enciclopedia Einaudi – voce Donna)

lunedì 7 marzo 2005

 Ho visto Roma-Juventus
In TV, sabato 5 marzo

Il rigore poteva essere non dato in base al beneficio del dubbio. Seguendo il corso della partita, interessante comunque per le qualità tecniche di tanti giocatori presenti sul campo, mi sono sentito via via portato a far tifo per la perdente, un po' per il naturale sentimento di "compassione" per i perdenti, che sento più vicini a me, un po' per l'agonismo e la volontà di rimonta dei romani, con i tocchi di prima di Totti, le carambole di Cassano...Ma poi, via via è subentrato il malessere, la tristezza, il disagio, quasi un'angoscia... fino al disgusto. Una luce in quelle tenebre: la calma consapevole e matura mantenuta da Del Piero di fronte al giocatore romanista che gli ha messo le mani in faccia. Grazie davvero al primo piano dell'operatore. Giocatori romani quanto più bravi tanto più litigiosi; sulla tifoseria romanista mantengo da anni un pregiudizio negativo di cui chiedo scusa.

Due flashes dalla stampa:

Sabato c'era un ragazzino addolorato nella tribuna dello
stadio Olimpico. Si chiama Filippo Calipari, ha 13 anni ed
è il figlio dell'agente dei servizi segreti morto venerdì a
Baghdad per proteggere Giuliana Sgrena dagli spari degli
americani. A Filippo, che forse non era ancora pienamente
cosciente di essere rimasto orfano, e che a 24 ore dalla
terribile notizia aveva bisogno di un momento di serenità e
allegria, la sua amata Roma e l'odiata Juventus hanno
offerto uno spettacolo orrendo: scontri tra tifosi, falli e
irregolarità in campo, e solo pochi istanti di autentico
calcio.

El País, Spagna [Impunità - in spagnolo - a pagamento]


... Il sabato c'è una partita molto attesa,
con 180 paesi collegati, in cui l'arbitro fischia 72 falli,
ammonisce 10 giocatori, non è aiutato da nessuno. Né da
giocatori imbizzarriti né da guardalinee mediocri. Così
succede che nel primo tempo si giochino 16' su 48. Così
succede che si convalidi un gol in fuorigioco, se ne
annulli per fuorigioco uno regolare, si conceda un rigore
che non c'era e non se ne conceda uno che c'era. Ridurre
questa partita tra Roma e Juve a una condanna di Racalbuto
(e di designatori ormai con data di scadenza) è
inevitabile, ma non c'è solo questo.
[Gianni Mura - La Repubblica - a pagamento]

Riportiamo l'intervista rilasciata a "il corriere della sera" di oggi 7 marzo 2005 dal prof. Umberto Veronesi, nostro socio onorario. Cordiali saluti. Giampietro Sestini

« La legge sulla fecondazione è anti scientifica e illiberale »

Il professor Umberto Veronesi: ecco perché va cambiata
MILANO — « È grave quando uno Stato arriva a porre delle barriere alla ricerca con ricadute cliniche concrete e con limitazioni alle libertà individuali dei cittadini, malati o sani che siano » .
La legge sotto accusa è la numero 40, quella che regolamenta in Italia la procreazione medicalmente assistita, anche nota come fecondazione artificiale. La voce di dissenso è quella del professor Umberto Veronesi, oncologo di fama internazionale, ex ministro della Sanità e promotore, tramite la fondazione che porta il suo nome, di una pubblicazione nella quale otto giuristi spiegano che cosa non va nella legge 40. Pubblicazione in edicola con il Corriere della Sera , prefazione firmata dallo stesso Veronesi.
Professore, che cosa intende con ricadute cliniche negative? « Un esempio pratico riguarda proprio l'oncologia. Finora noi potevamo congelare gli ovociti fecondati di una paziente che doveva essere sottoposta a chemioterapia, con possibili conseguenze proprio su una successiva vita procreativa, per poi reimpiantarli a cura completata. La legge attuale, la 40, appunto, lo impedisce. E quindi alle donne malate, oltre al peso fisico e psicologico di una malattia come il cancro, viene impedita per legge una progettualità di vita possibile. Questo non mi sembra un fiore all'occhiello per una società moderna » . « In questo caso la legge 40 nega uno dei maggiori progressi della medicina. Pare che il legislatore ignori il vero obiettivo delle analisi preimpianto: quello di dare la possibilità a chi è portatore di una malattia genetica di non trasmetterla ai propri figli. È stata vanificata la grande speranza di ridurre in modo consistente il tragico peso umano e sociale di 30 mila bambini che ogni anno nascono in Italia con gravi malformazioni » .
Ma prima delle legge la fecondazione artificiale era una sorta di Far West. E in un campo così delicato occorrono regole rigide a tutela della coppia con problemi di fertilità, a tutela della donna aspirante mamma, a tutela del nascituro. O no? « Una cosa è controllare i centri autorizzati, stabilendo le caratteristiche di efficienza e sicurezza, fissare una legge quadro a cui fare riferimento...
Altra cosa è limitare le libertà individuali e porre barriere alla ricerca. La legge 40 è un passo indietro, non da Stato laico, moderno, che crede nelle scoperte scientifiche da mettere a disposizione di tutti » .
Prima di arrivare a varare la legge c'è stato un dibattito etico politico decennale, che appare assolutamente non risolto visto il prossimo appuntamento con i referendum. Nella prefazione al libro con i pareri degli otto giuristi, lei parla di spirito anti scientifico e di rivincita dell'irrazionale, ricordando il Seicento, quando contemporaneamente migliaia di donne venivano bruciate sul rogo come streghe e Newton, Cartesio e Galileo davano un nuovo assetto alla concezione del mondo. E' così anche la società attuale, quella che ha portato alla legge 40? « Non proprio come in quell'epoca, ma " schizofrenica" sì: siamo travolti da un'ondata di nuove scoperte e nuove tecnologie con le quali il nostro sistema etico culturale fa fatica a rapportarsi, a volte arrivando addirittura a negarle. E al tempo stesso dilaga il fenomeno dei maghi o dei cartomanti che promettono di raccontarci come sarà il futuro » .
Anche la legge 40 sarebbe espressione di questa schizofrenia? « È un esempio di come si vogliano allontanare le scoperte scientifiche che il nostro sistema etico culturale non è pronto a elaborare. Per esempio, a dispetto o forse a causa dei progressi della genetica, questa legge rappresenta dal punto di vista scientifico e civile un passo indietro rispetto alla 194, che stabiliva che la libertà riproduttiva è parte inalienabile dei diritti della persona e fa capo a quel principio di responsabilità individuale che è caratteristica fondamentale di tutte le civiltà democratiche. La nuova legge, invece, fissa precisi limiti alla procreazione assistita proprio ora che la genomica e le biotecnologie hanno ampliato di fatto le possibilità tecniche della procreazione assistita. Addirittura vieta la fecondazione eterologa, la tecnica più semplice e antica ( risale al ' 700) per risolvere la sterilità di un maschio. È come se la libertà di autodeterminazione di un individuo fosse inversamente proporzionale alla sua effettiva possibilità di esercitarla » .
Paura e sfiducia nell'individuo o nella scienza? « In tutti e due » .
Trovata nella mia email, da parte di Libera Uscita.  

domenica 6 marzo 2005


La soglia della paura e domande senza risposta circa l’11 settembre
.

Per molti americani c’è un profondo bisogno psicologico di por fine alla tragedia dell’11 settembre. Lo shock di quel giorno è bene impresso nella mente e i continui allarmi da parte dei nostri apparati di sicurezza servono a mantenere perduranti tensioni e timori. La relazione della  Commissione 11-Settembre diede a molti un senso di precarietà e incompletezza – in contrasto con gli sperticati elogi dei mass media filogovernativi. C’è una naturale resistenza contro i critici che continuano a metter sotto giudizio la versione governativa su ciò che veramente accadde l’11 settembre 2001. La resistenza affonda le sue radici nella nostra tendenza che ci rende incapaci di concepire come malvage persone che noi conosciamo; i malvagi invece non possono che essere altri, totalmente diversi da noi stessi.

Leggi il post

E anche questo


Million dollar baby


Visto oggi


Ulisse di toritto

...giunge da oltre oceano un film in cui l'america si legge dalla periferia dal basso, senza le consuete visioni dall'alto dei grattacieli ... Un america grama che non poteva che esserci presentata da un Clint disincantato, pane al pane vino al vino. La metafora della Box, attraverso la quale un tempo molti aspiravano ad ascendere dalle stalle alle stelle, ovvero di conseguire il successo(il milione di dollari) si presta magnificamente per indicare quanto si muove al di sotto di quell’america che ci presentano quotidianamente i mass media della globalizzazione. Le vie del successo con tutti i suoi contrappassi, come la morte dello sport, del dilettantismo (come sta accadendo con il Calcio in Italia) che tiene a cuore il vecchio e romantico allenatore (Clint). Al punto di far disdegnare il raggiungimento del primato mondiale, per le complicazioni che conseguono tali eroismi.

www.euromedi.it


Misia

   A mio giudizio l'oscar maggiormente meritato è quello assegnato a Freeman.

La Swank è sorprendente nelle scene di box e la recitazione; è valida ma credo che nel complesso il film non abbia meritato in pieno un così elevato riconoscimento.

La storia ha faticato ad avviarsi nelle prime scene e durante tutto il film si intuiva molto chiaramente cosa sarebbe successo dopo: forse perchè l'evolversi della vicenzaè qualcosa di già visto e utilizzato molte volte (il riscatto dalla miseria quotidiana attraverso la fatica e l'impegno, la passione che compensa la mancanza di amore, la ricerca di un senso nella vita).

Onestamente non sono rimasta molto coinvolta da questo film perchè sembra sia stato confenzionato appositamente per suscitare commozione.

Ma nei film emozionare è un'altra cosa, e in questo Eastwood non è riuscito a colpire al cuore.

E' tutto troppo tragicamente scontato: la ragazza che trova nella box la sua unica evasione da una vita tutt'altro che gratificante, la mancanza totale di qualsiasi relazione di amore o di amicizia o familiare (con una madre e i fratelli che paiono davvero esageratamente senza cuore), la tenacia e la forza dimostrate in ogni occosione nonostante i sistematici rifiuti di Frank Dunn alle alle sue richiesta di allenamento, la sopportazione del dolore e della fatica decisamente superiore alla media e così via...

Non posso inoltre paragonare questa pellicola al film di Amenabar (Mare dentro) nonostante trattino un argomento simile.

La poesia, l'interpretazione profonda e l'ottima realizzazione di "Mare dentro" rendono il film di Eastwood a maggior ragione decisamente dimenticabile.


Visti qui



Emanuela Zini

 Ci sono in ballo sentimenti forti raccontati magistralmente sottovoce. Non ci sono scene madri, Eastwood le sfuma prima, e in questo modo arrivano al cuore e ci rimangono. Una palestra diroccata gestita da due anziani, un ex pugile diventato cieco da un occhio, Eddie, che è la voce narrante ed è un grande Morgan Freeman, e un vecchio allenatore, che non sa più portare i propri atleti all'apice, non vuole vederli massacrati, non vuole o non sa più rischiare. Arriva una donna, Maggie, e tutto cambierà. I valori non sono solo parole, sono gesti, anche estremi, sono presenze, sono sguardi e sorrisi, sono lacrime e dolore. Il patto fra Frankie (Eastwood) e Maggie è uno di quelli che non si sciolgono, perchè non hanno a che fare con le parole, ma con i sentimenti, è un patto di sangue. La Chiesa non è capace di dare risposte, nè alle domande irritanti di Frankie dell'inizio nè a quelle fondamentali alla fine. Non conta l'età, non contano i soldi,  quello che conta è vivere, poter dire alla fine di averci provato, di essere riusciti ad afferrare quell'unica occasione. Non ha importanza nemmeno il risultato, si può anche perdere, ma di questa esperienza ne hai il cuore pieno ed è sufficiente. La vita vera sono i calzini da giorno troppo bucati, la sveglia alle tre per correre, i risparmi messi via per comprarsi un sacco veloce, il mezzo sorriso fra un uomo e una ragazza, l'innocenza di un ragazzo con troppo cuore per fare il pugile, una fetta di torta con la crema di limone fatta in casa, mantenere una promessa, un patto estremo anche se il cuore ti si strazia. Sfido chiunque a non piangere, anche solo quando Frankie svela a Maggie il significato di quell'unica parola ricamata sulla sua vestaglia da pugile; io solo a pensarci ho ancora gli occhi lucidi.



Paola e Stigli

Un tantino noioso e scontato, con un po' di retorica; scontato invece non è il fatto che gli americani abbiano premiato un film che non punta sui grattacieli di new York e sui grandi palazzi di Chicago, sulle imprese grandi e magniloquenti, che abbiano premiato un film ambientato in una palestra di periferia, dove vive un'umanità di semifalliti. Anche Las Vegas porta male.

La giuria in questo è più avanti di certa america pacchiana che, a quanto pare, non fa grandi code dinanzi alle sale dove si proietta million dollar...nonostante il titolo borsaiolo.

Pur apprezzando il giudizio di Emanuela Zini, noi ci sentiamo più vicini all'analisi di Misia che ridimensiona un po' l'entusiamo incondizionato degli encomi. Condividiamo anche le osservazioni di Ulisse che danno merito al "disincanto" con cui  Eastwood guarda alla sua America.


Tre poesie del poeta irlandese letto dal protagonista:



 William Butler Yeats


L'INDIANO PARLA DI DIO


Passavo lungo il margine dell'acqua sotto gli alberi umidi,

Il mio spirito si cullava nella luce della sera, i giunchi intorno alle ginocchia,

Il mio spirito si cullava nel sonno e nei sospiri; e vidi gli uccelli palustri camminare

Tutti stillanti su un pendio erboso, e li vidi cessare dall'inseguirsi

L'un l'altro in cerchio, e udii il più anziano parlare:

Colui che tiene il mondo nel Suo becco e fece noi forti o deboli

E' un uccello palustre immortale e vive oltre il cielo.

Le piogge cadono dalle Sue ali stillanti, i raggi della luna dal Suo occhio
.

Passai poco più oltre e udii parlare un fiore di loto:

Colui che fece il mondo e lo governa, è sospeso a uno stelo,

Perché io sono fatto a Sua immagine, e tutta questa tinnula marea

A solo una goccia di pioggia che scivola tra i suoi petali ampi
.

Un po' addentro nell'ombra un daino levò gli occhi

Colmi di luce stellare, e disse: Colui che foggiò i Cieli

E' un daino grazioso; come, vi prego, poteva Egli altrimenti

Concepire una creatura triste e delicata e graziosa come me?

Passai poco piú oltre, e udii un pavone dire:

Colui che fece l'erba e fece i vermi e fece le mie gaie penne,

E' un immenso pavone, e agita tutta la notte

La Sua languida coda sopra di noi, accesa da miriadi di faville
.




GLI UOMINI MIGLIORANO CON GLI ANNI


Sono logoro di sogni;

Un tritone di marmo, roso dalle intemperie

Tra i fiutti;

E tutto il giorno guardo

La bellezza di questa signora

Come avessi trovato in un libro

Una bellezza dipinta,

Lieto d'aver riempito gli occhi

O l'orecchio sapiente,

Felice d'essere saggio e non altro,

Perché gli uomini migliorano con gli anni;

Eppure, eppure,

E' un mio sogno questo, o è la verità?

Oh, ci fossimo incontrati

Quando avevo la mia ardente giovinezza!

Ma io invecchio tra i sogni,

Un tritone di marmo, roso dalle intemperie

Tra i flutti.


 Egli Desidera il Tessuto del Cielo 


Se avessi il drappo ricamato del cielo,

Intessuto dell’oro e dell’argento e della luce,

I drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte

Dai mezzi colori dell’alba e del tramonto,

Stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:

Invece, essendo povero, ho soltanto sogni;

E i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;

Cammina leggera, perché cammini sui miei sogni. 


 He Wishes for the Cloths of Heaven 


Had I the heaven’s embroidered cloths

Enwrought with golden and silver light

The blue and the dim and the dark cloths

Of night and light and the half-light,

I would spread the cloths under your feet:

But I, being poor, have only my dreams;

I have spread my dreams under your feet;

Tread softly because you tread on my dreams 




Scherzo finale


TRE TEMPI (Yeats)


I pesci shakespeariani nuotavano in mare, lontano dalla terra;

I pesci romantici nuotavano in reti che facevano capo a una mano;

Che cosa sono tutti quei pesci che boccheggiano sulla spiaggia?


Tre stampi (Stigli)

 

Italia partigiana

Italia democristiana

Italia forzista