martedì 22 marzo 2005


L'amnistia del tacchino


La migliore allegoria del Nuovo Razzismo è la tradizione dell’“amnistia del tacchino” negli Stati Uniti. Ogni anno a partire dal 1947 la Federazione Nazionale del Tacchino omaggia il Presidente americano con un tacchino per il Thanksgiving. Ogni anno, a dimostrazione di magnanimità cerimoniale, il Presidente risparmia quel particolare volatile (e ne mangia un altro). Dopo aver ricevuto l’amnistia presidenziale, il Prescelto viene mandato a Frying Pan Park [“Villa Padella”, N.d.T.], un posto in Virginia, dove può continuare a vivere in pace la sua vita. Il resto dei cinquanta milioni di tacchini allevati per il Thanksgiving vengono massacrati e mangiati nel Giorno del Ringraziamento. ConAgra Foods, la compagnia che ha vinto l’appalto del Tacchino Presidenziale, afferma di addestrare i fortunati uccelli ad essere socievoli e ad interagire con dignitari, scolaresche e giornalisti. (E presto parleranno anche inglese!).

Ecco come funziona il Nuovo Razzismo nell’era delle corporazioni. Solo a pochi tacchini “di razza”, attentamente selezionati – le élites locali di vari paesi, una comunità di ricchi immigranti, banchieri, gli sporadici Colin Powell o Condoleezza Rice, qualche cantante, qualche scrittore (tipo me) – viene data l’assoluzione e un biglietto per Frying Pan Park. I milioni di persone rimanenti perdono il loro lavoro, vengono cacciate dalle loro case, viene tagliata loro acqua ed elettricità, muoiono di AIDS. In pratica, sono spacciati. Invece, i Polli Fortunati se la passano bene a Frying Pan Park. Alcuni di loro lavorano persino per l’FMI e il WTO – così, chi mai accuserebbe queste organizzazioni di essere anti-tacchino? Alcuni sono membri di punta del Comitato di Elezione del Tacchino – così, chi mai potrebbe dire che i tacchini sono contrari al Giorno del Ringraziamento? Essi vi partecipano! Chi oserebbe affermare che i poveri sono anti-globalizzazione? C’è già una tale ressa all’entrata di Frying Pan Park! Che importa se la maggior parte delle gente muore lungo la strada?


Arundhati Roy

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