mercoledì 29 ottobre 2003

Il segno della croce




SCANDALI



Il segno della croce



ENZO MAZZI



Il crocifisso è un simbolo. Il suo significato sta altrove. Dalle pareti di una scuola, di un tribunale, di una chiesa, di una banca, di un carcere, di una caserma, come dalla sommità di una montagna, la croce lancia un messaggio. Anzi ne lancia molti. In questi giorni di polemiche a causa della sentenza del tribunale dell'Aquila, che impone di toglierlo da una scuola, si sono moltiplicati i significati del crocifisso: sigillo dei valori di pace, fraternità, solidarietà alla base dell'identità italiana, testimonianza del dolore universale, riscatto del sangue versato per la giustizia. Tutto vero.
Stringi stringi però a rigore di teologia e di storia tutti i significati finiscono per confluire nel grande mare del potere. Il crocifisso è simbolo non di un qualsiasi volgare potere, ma del potere dei poteri, potere assoluto, trascendente e quindi globale, potere di Cristo morto, risorto e trionfante, potere che vive e si manifesta in ogni tempo nella Chiesa cattolica e nella sua gerarchia. Si dirà che è riduttivo un simile modo di vedere. Come fa ad essere simbolo del potere l'icona della vittima per eccellenza del potere: Gesù pendente dalla croce? Semmai sarà simbolo del valore salvifico universale della sofferenza e della solidarietà. Ma allora com'è che Costantino ha messo la croce sui suoi labari e in quel segno ha ucciso e in quel segno ha vinto? Com'è che da quel momento la croce è trionfo e vittoria? E' vero che poi Costantino in omaggio alla croce ha abolito la crocifissione. Non però la sostanza del supplizio. Si potrebbe continuare sul filo della storia, dalla croce indossata dai crociati alla croce brandita dai conquistatori alla croce usata per accendere i roghi di eretici e streghe. Ma questo appello alla storia è talmente conosciuto da apparire quasi ovvio. Più stringente e meno conosciuto è l'appello alla teologia.


......
E' stato facile per ogni potere oppressivo, fino dagli inizi del cristianesimo, fin da Costantino, strumentalizzare la croce come invito alla rassegnazione di fronte alla sofferenza e di fronte alla ingiustizia. Su tale strumentalizzazione è stata costruita la ideologia del dominio e, nell'orizzonte del dominio, la cultura della carità cristiana nel Medioevo e nel tempo della Controriforma. Da tale strumentalizzazione è nata l'ideologia capitalista della guerra di tutti contro tutti.


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Meno croce e più Vangelo valeva anche nella scuola di Barbiana da dove don Milani aveva tolto il crocifisso.


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L'articolo in prima pagina sul Manifesto di oggi, mercoledi 29 ottobre 2003.


Su D.Mazzi vedi qui.

Basta con i crocefissi



Basta con i crocifissi


Nella primavera dell'anno 71 a.C


"Ben 6000 croci vennero erette lungo la via Appia, nel tratto che collegava Roma con Capua. 6000 ribelli persero quindi la vita in questo orribile modo, fornendo a detta di Crasso, un valido esempio per tutti gli schiavi che non si erano ribellati, ma che si erano sentiti moralmente vicini all'azione di Spartaco." (dai libri di storia).


Rimembranze delle mie letture storiche portano a 10 milioni gli uomini crocifissi durante alcuni secoli prima di Cristo.


Quei gruppi di uomini che durante il primi anni dell'Impero romano scrissero la storia di questo artigiano ribelle non fecero grandi sforzi a rappresentare così dal vivo la passione e la morte del Salvatore. Ma il segreto era nel finale: un uomo così lo puoi ammazzare 10 milioni di volte che subito rinasce. Questione di ore, tre giorni scarsi.
Che poi i successori dei Sommi Sacerdoti abbiano fatto terminare il racconto al penultimo capitolo è questione su cui riflettere. L'artigiano ribelle è rimasto attaccato ai chiodi, immobilizzato per sempre.Sarebbe forse l'ora di rappresentarlo risorto e vincitore.


Amici miei,schiodiamolo.



Basta con i crocifissi.


(dedicato a Cesare Beccaria)



Così veniva raccontata al popolo.


La leggenda della vera croce



(Testo del XIII secolo di Jacopo da Varagine, La Legenda Aurea)



La storia narra come Adamo, dal suo letto di morte, abbia mandato il proprio figlio Set presso l'Arcangelo Michele, come questi gli diede alcuni semi dell'albero del Peccato Originale da mettere nella bocca del padre al momento della morte. L'albero nato sulla tomba del patriarca viene poi abbattuto dal Re Salomone e il suo legno, inutilizzabile per qualunque cosa, verrà utilizzato come ponte. La Regina di Saba, nel suo viaggio per incontrare Salomone e in procinto di attraversare quel ponte, ha la visione che il Salvatore verrà crocifisso con quel legno. Invece di attraversarlo si inginocchia ad adorare quel legno. Quando Salomone scopre la natura del messaggio divino ricevuto dalla Regina di Saba ordina che il ponte venga rimosso e il legno sepolto. Ma il legno viene ritrovato e, dopo un secondo messaggio premonitore, diventa lo strumento della Passione. Tre secoli più tardi, prima di affrontare Massenzio nella battaglia di ponte Milvio, l'Imperatore Costantino fa un sogno che gli indica di combattere nel nome della Croce per vincere il nemico. Dopo la vittoria, la madre di Costantino Elena va a Gerusalemme per recuperare il legno miracoloso. Nessuno sa dove sia la reliquia della Croce, tranne un ebreo chiamato Giuda. Giuda viene torturato in un pozzo e rivela il nome del tempio dove sono conservate le tre croci del Calvario. Elena ordina la distruzione del tempio; vengono trovate le tre croci e la Vera Croce viene riconosciuta perché provoca una miracolosa resurrezione. Nell'anno 615 il Re persiano Cosroe trafuga il legno per arricchire la sua collezione di oggetti di culto. L'Imperatore d'Oriente Eraclio muove guerra al Re persiano e, dopo averlo sconfitto, ritorna a Gerusalemme col Legno Sacro. Ma un prodigio divino impedisce all'Imperatore di entrare trionfalmente in Gerusalemme. Così Eraclio, messe da parte tutte le forme di pompa e magnificenza, entra nella città portando la Croce, in gesto di umiltà, sull'esempio di Gesù Cristo.


Rappresentata così, chi non l'avrebbe creduta?



martedì 28 ottobre 2003

La via crucis


La via crucis



(Dai giornali)


Prevista a Ofena grande manifestazione di Forza Italia in difesa del crocifisso.



Che pacchia per Forza Italia questa battaglia per il crocefisso.


Altro che divorzio breve, pensioni lunghe, guerra continua.


“E poi, ve l’avevamo detto che razza dannata sono i giudici italiani.


Guardate per esempio la via crucis del nostro Presidente”:



Traffico di droga



Falsa testimonianza sulla P2



Tangenti alla Guardia di finanza



Tangenti a Craxi (All Iberian 1)



Falso in bilancio (All Iberian 2)



Caso Lentini



Medusa cinematografica



Terreni di Macherio



Lodo Mondadori



Toghe sporche-Sme



Spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest



Tangenti fiscali sulle pay-tv



Stragi del 1992-1993



Mafia



Telecinco in Spagna



Non ci credete? Date un’occhiata più attenta qui.




E noi ve lo diamo in testa




E noi ve lo diamo in testa


Non lo volete nelle scuole? E noi ve lo diamo in testa. Non vi accontentate di 3 anni di separazione prima di ottenere il divorzio? Se era per noi...
(F.to: i 6 nuovi cardinali italiani festeggiati dal nostro governo: apri qui)


mercoledì 22 ottobre 2003

I nostri santi



Contro la valanga mediatica di Madre Teresa


Perché non


Annalena Tonelli? "Volontaria, missionaria laica, era nata a Forlì. Si era laureata in Legge per fare contenti i genitori, ma sapeva fin da bambina che voleva fare qualcosa per gli altri. Voleva andare in India, ma i genitori si sono opposti, è andata in Africa come insegnante, in Kenya, da dove era stata cacciata per avere denunciato le stragi dei militari governativi. È passata in Somalia, si è messa a studiare medicina, aveva ideato un metodo per curare la tubercolosi, metodo che l’Organizzazione mondiale della sanità usa ora per tutto il mondo."


Il resto dell'articolo


Stesso gran cuore di Madre Teresa, ma - Carol mi perdoni - miglior cervello.


 


Succederà nel mondo questa settimana
(da lunedì 20 a domenica 26 ottobre)


E' la settimana dell'inizio del ramadan, dell'ultimo volo del Concorde e del ritorno all'ora solare. Sul fronte internazionale riflettori puntati ancora sull'Iraq e la lotta al terrorismo: mentre Bush continua la sua missione asiatica con tappa a Bangkok per il summit dell'Apec alla ricerca di consensi e aiuti, a Madrid si svolge la conferenza internazionale dei Paesi donatori per la ricostruzione dell'Iraq. Giovedì ricorre il primo anniversario della strage del teatro Dubrovka da parte di un commando di terroristi ceceni. Tra gli avvenimenti previsti in Italia, il concistoro del Papa e lo sciopero generale contro la riforma delle pensioni. Per la cultura e il tempo libero da segnalare il nuovo libro della Allende, la prima raccolta di successi dei Rem, il nuovo kolossal di Olmi contro la guerra e il nuovo film con Angelina Jolie. Sul fronte sportivo, Milan, Inter, Juve e Lazio in campo per la Champions, Azzurri contro il Galles e il Canada ai mondiali di rugby, e il ritorno della coppa del mondo di sci a Solden e Dusseldorf


(Punto di vista del Corriere)


Morte assistita di Papa Luciani?



Però, in pro del mondo che mal vive,
al carro tieni or li occhi, e quel che vedi,
ritornato di là, fa che tu scrive.


(Dante, Purgatorio, XXXII,103-105)


Fantarealtà vaticana


Vaticano in fibrillazione. Santa Sede sotto i riflettori. Torna alla ribalta la misteriosa - e mai chiarita - morte di papa Luciani dopo appena 33 giorni di pontificato. Ne parla Giovanni Minoli nella nuova serie di Mixer. Riaffiorano dubbi, incongruenze, versioni contrastanti, una verità ufficiale poco, pochissimo credibile. Un'autopsia mai fatta, rapide perizie nel segreto delle stanze vaticane, un cuore normale che improvvisamente cede; l'incredibile storia delle gocce di cardiotonico ingurgitate in eccesso dal papa, l'altra - invece - a base di una digitalina che non lascia traccia. Morto in piedi, oppure a letto? Mentre leggeva sacre scritture o abbozzava il nuovo organigramma dei vertici pontifici? Oppure cominciava a mettere nero su bianco le nuove regole da impartire a uno Ior recalcitrante davanti a ogni ipotesi di trasparenza, col 'nemico' Marcinkus sempre alacremente all'opera? E poi il sogno di una suora, ricordato in uno scritto da monsignor Balthazar: due ombre si introducono furtive nella camera da letto di Luciani e nel suo bicchiere fanno scorrere il liquido di una misteriosa pozione. Dall'Inghilterra, intanto, lo scrittore-giornalista David Yallop - autore per Tullio Pironti di una celebre ricostruzione di quella 'morte' - continua con pervicacia a sostenere la sua tesi: il papa venne 'suicidato'.


continua

lunedì 20 ottobre 2003


I frutti del mal di tutti.

L’aereo bianco
L’unica cosa bella vista ieri in tv è stato un aereo bianco che si levava dalla pista di Santa Cruz. Portava via il dimissionario capo del governo boliviano che ha fatto sparare sulla folla, provocando 80 morti tra i campesinos. Ora se n’è andato, portandosi via tutti i suoi nomi e cognomi, i suoi familiari e portaborse e sicuramente i suoi conti in banca. La formula ufficiale dice che si è diretto verso una località sconosciuta, ma in realtà è volato verso gli Stati Uniti, il paese che lo appoggiava. Infatti il segretario di Stato Usa si è felicitato con il fuggitivo per il suo attaccamento alla democrazia. Se non fosse stato così attaccato alla democrazia, avrebbe sganciato anche una bomba atomica su La Paz. Nei giorni scorsi solo il Tg3 aveva riferito con continuità sugli eventi della Bolivia, lo stato più povero dell’America latina, mostrandoci immagini da un film che abbiamo visto tante volte: cortei contadini ondeggianti sotto il fuoco dei soldati, corpi trascinati via. E Gonzalo Sanchez de Lozada minaccioso e protetto nei palazzi del potere. Ma intanto era pronto a scappare a Miami, come tanti prima di lui, pensionati d’oro che, al posto dei contributi, hanno versato il sangue del loro popolo. (Maria Novella Oppo )


(Appena trovato nella mia posta, grazie a Marisa, amica di famiglia, conosciuta al corso di Spagnolo).


Già, Miami, mi ami. I fratelli Bush hanno ragione di amarla. Con gli imbrogli documentati così bene in Stupid White Man da Michael Moore e con i voti sicuri dei cubani anticastristi i nostri billionaires si godono i frutti del mal di tutti. Che scorpacciata.



domenica 19 ottobre 2003


SCV Stato Città Vaticano
         Se Cristo vedesse


I festeggiamenti per i 25 anni di papa Wojtyla
FUOCHI D'ARTIFICIO - Uno spettacolo di fuochi d’artificio accenderà la notte romana di domenica 19. Il sindaco Walter Veltroni, lo ha annunciato al termine della seduta straordinaria del consiglio comunale dedicata alle celebrazioni dell'anniversario del pontificato. Lo show pirotecnico partirà dalla terrazza del Gianicolo.
 ( Dal Corriere )


"Qui sarai tu poco tempo silvano;
e sarai meco sanza fine cive
di quella Roma onde cristo è romano.  102
  Però, in pro del mondo che mal vive,
al carro tieni or li occhi, e quel che vedi,
ritornato di là, fa che tu scrive". 
(Dante, Purgatorio, C.XXXII,vv100-105)

venerdì 17 ottobre 2003

Vivo un papa se ne fa un altro



 


Vivo un papa, se ne fa un altro


 




Mi son divertito per un momento a leggere il post del papa sul blog di personalità confusa. Non ho seguito la piena mediatica delle celebrazioni carolingie per reazione allergica ai talk show televisivi. Un pensierino comunque lo voglio esprimere anch’io, ed è questo.


Che pacchia per i curiali di Roma il prolungamento di questo lungo ponte o pontificato. Questo è il momento per mettere alla firma decreti e nomine: santi, nunzi, vescovi, cardinali. Tra viaggi e medicine, la curia rimane sempre più nell’ombra; per i curiali significa ora più che mai via libera. E quando il destino si compirà, tutto è pronto: les jeux sont fait. Ecco Ratzinger nuovo papa. E qui comincia il bello. (continua).

Stupid white men


 


Stupid White Men


Giovedi 16 ottobre, passeggiata per Firenze, con Paola, as tourist. Voglia di fare un giro insieme ai giapponesi sul City Sightseeing, bus rosso, a due piani, scoperto, sull'onda del ricordo dei City Sightseeings di Cadice e Siviglia della scorsa estate. Assoluta novità per Firenze. Paola aveva letto da qualche parte che il giro era gratis per gli over sixty. Parzialmente inesatto: gratis, al piano terra, per chi possiede un abbonamento ATAF (Azienda trasporti fiorentina). Prezzo normale 20 euro. Dicesi venti. A Siviglia e Cadice 8. Non siamo titolari di nessun abbonamento e decidiamo di spendere 40 euro da Feltrinelli International, in Via Cavour. Con 33 euro ne usciamo avendo nel sacchetto Album Calvino di Baranelli e Ferrero, oscar Mondadori, Vergogna di J.M. Coetzee, Einaudi tascabili, (premio Nobel 2003), Stupid White Men di Michael Moore, Penguin Book, London.
Sul 9, bell'autobus nuovo, lungo 18 metri, posto a sedere quasi sempre, sfoglio l'introduzione dello Stupid White Man. Piacere di stare a sedere e poter leggere in questa grande balena rossa che da Piazza della Stazione sguscia per Via della Scala, taglia da Via Bernardo Rucellai, punta diretta su Porta a Prato (Nuovo sottopasso), si sofferma paziente all'ingorgo del Ponte alla Vittoria e finalmente di là d'Arno fila diritta verso l'Isolotto; sulla destra scorrono le Cascine. Mai capito come fa la grossa balena a superare la prima curva che da Piazza della Stazione immette in Via della Scala e la seconda che la fa uscire dalla stessa per entrare in Via Bernardo Rucellai: da balena diventa anguilla nelle mani di un giovane autista di poco più di vent'anni. Per inciso, sempre gratificante vedere un autobus guidato da una ragazza di vent'anni, come ormai se ne vedono tanti: tempi che cambiano, in meglio. La soddisfazione di viaggiare seduti, leggendo, dentro questo corpo di balena, non si può capire senza aver provato a viaggiare per Firenze in macchina o in motorino o anche in bicicletta; non voglio dire a piedi. Tra lavori in corso e turisti in corsa, vien da sospirare il salotto di casa. (Molto meglio il centro storico di Arezzo, ancora fuori dalla marea giapponese. Un grazie comunque ai giovani autisti dell'ATAF. Un grazie anche, caro lettore, - è qui che voglio arrivare - a Michael Moore al quale perdono di essere, così giovane, già un grassoncello americano, perché Moore, mentalmente, è fine e sottile, nonché spiritoso (funny lo definiscono i suoi connazionali). Faccia da buono, sembra quasi un down qui sulla copertina: un down intelligente e sensibile.
Dunque, seduto nell'autobus n.9, sfoglio l'introduzione ed ecco il paragrafo che mi salta agli occhi:


There is nothing sadder than seeing leaders of other countries trying to mimic the leaders of our country. America decides to bomb some country-and your head of state joins right in. We accept a dumbed-down mass media-and your nightly newscasts soon start to resemble ours. We decide to eliminate the safety net for our poor and your legislative bodies can't wait to start cutting numerous social services that have been in place for decades.
Non c'è niente di più triste che vedere capi di stato di altre nazioni provare a copiare i leaders del nostro paese. L'America decide di bombardare qualche paese - e il vostro capo di stato subito dietro. Noi beviamo quello che dicono i nostri mass madia, rintronati come sono, ed ecco i vostri notiziari della sera che li copiano pari pari. Noi decidiamo di far fuori il sistema sanitario per i nostri poveri ed i vostri organi legislativi non vedono l'ora di tagliare i tanti servizi sociali che vi siete conquistati da decenni.
And that last one has been the real shock to this observer. To see you in your countries start to beat up on those who are less-fortunate, to make Iife more difiicult for them. I'm convinced that this will be the unraveling of your soul. If you get a kick out of watching Americans open fire in their schools and workplaces on I monthly basis, if you think it's progress to have infant mortality rates in your cities that are worse than Nairobi, if you'd like to live in a world with even less civil liherties than you now enjoy, just keep following our path.
E l'ultima che ha costituito un vero shock per un osservatore come me. Vedere voi nei vostri paesi cominciare a picchiar forte contro quelli che sono meno fortunati, per render loro la vita ancora più difficile. ...
You'll not only end up being a Mini-Me-America, you'lI get every invitation to join us in our attempts to exploit the poor in other countries so we can all have really cheap running shoes to wear!
... finirete per fare onore a tutti i nostri inviti di sfruttare i poveri degli altri paesi per poter avere scarpe da ginnastica a prezzo stracciato...
HOW CAN YOU PASS THIS UP!
Well, maybe you can. Maybe there is still hope for you. it maybe be too late for us, I dunno. This book will provide you with a look at the US in a way that is normally presented to you even in your media. Consider this book as a mirror to what is happening now in your country. Consider it a warning of what is yet to come. When you are finished, put it down and commit to root out every stupid white guy from every position of power. You'll not only feel good, it may just get the trains back to running on time (and on track) again.
...Quando avete finito di leggere questo libro, buttatelo e datevi da fare per sradicare tutti gli stupidi uomini bianchi da ogni posizione di potere.
Non solo vi sentirete meglio, ma andrà anche a finire che i treni torneranno a viaggiare in orario (e nei giusti binari).



Indice del libro:
cap.1 - A very american coup
cap.2 - Dear George
cap.3 - Dow wow wow
cap.4 - Kill Whitey
cap.5 - Idit nation
cap.6 - Nice planet. Nobody home
cap.7 - The end of men
cap.8 - We're number one
cap.9 - One big happy prison
cap.10 - Democrats, DOA
cap.11 - The people prayer
cap.12 - Tallahassee Hi-Ho
Epilogue
(Michael Moore, Stupid White Men, pg.XXI, Penguin book, London etc.)


24 ottobre 2003: sciopero generale.

mercoledì 15 ottobre 2003

Sturmentrupp



 


Sturmentrupp



Tra i film che hanno ricevuto la collaborazione dell'esercito dopo aver passato il test di ammissibilità abbiamo: Air Force One, Codice d'onore, Da qui all'eternità, Caccia a ottobre rosso, Pearl Harbor, Apollo 13 e Tora! Tora! Tora!. Quelli che non hanno ricevuto sostegno militare ufficiale e nessuna assistenza militare: Apocalypse Now, Comma 22, Dott. Stranamore, Forrest Gump, Ufficiale e gentiluomo, Platoon e il Sergente Bilko. Come riporta un promemoria del governo: "la rappresentazione dell'esercito è più di uno spot pubblicitario".


Leggi l'articolo


sabato 11 ottobre 2003

Speranze che vanno in fumo

Speranze che vanno in fumo.

Chiesa di S.Antonio abate a Saione, Via Vittorio Veneto 108. Arezzo.

Chiesetta di epoca romanica (XII secolo), intitolata a S.Antonio abate. L’hanno vista Francesco d’Assisi e Dante Alighieri.

Nel passato ebbe il patrocinio di nobili famiglie aretine, Testi, Marsupini, Bacci.

Nel 1797 adibita a luogo di sepoltura, in seguito ad una grave epidemia di tifo che colpì la città.

Restaurata nel 1778 a spese del canonico Bucci, che ci tiene a farlo sapere con l’iscrizione sull’architrave della porta d’ingresso. Tutti i canonici e vescovi ci tengono a far sapere dei restauri e rifacimenti: tante lapidi autoelogiative: è umano.

Con le guerre adibita a ricovero, stalla, magazzino, granaio. Ultimo restauro 1953.

Soffocata dagli edifici adiacenti, tutta in pietra. Solo per questo si può distinguere, ma ai forestieri passa lo stesso inosservata. L’interno è suggestivo, pianta rettangolare quasi quadrata, con una bella abside. Direttamente sulla via, grande arteria trafficata da macchine e pedoni, tra panetterie, negozi, supermarket e banca. Basta un passo e ti ritrovi fuori dal mondo, in giusta riposante penombra.

Una mendicante fuori della porta, tante candele accese a 21 immagini di santi, prima fra tutte una grande scultura lignea di Gesù caduto sotto il peso della croce, scolpita dall’aretino Luigi Chiari, alla fine del XVIII secolo. Segue una grande statua di S.Antonio da Padova, una statua più piccola di Padre Pio, una grande immagine murale del titolare S.Antonio abate, e via via, in scala ridotta e diversificata quattro quadri della Madonna, due quadri di Padre Pio e via a seguire. C’è anche papa Giovanni. Candele accese per tutti: 200, per la cronaca. A lato alcuni scaffali di candele nuove, di 25 cm, a self service, 0,30 centesimi l’una. 


La gente qui ha fede, mi dice Loriana. Già.

Andando alla Coop, 20 metri avanti, un prete, ben vestito, col borsetto, come un testimone di geova, parla con una signora; penso che sia l’addetto, ma non è detto; lì vicino c’è la chiesa parrocchiale di Saione, molto grande e imponente, con scalinata di accesso piuttosto ripida: troppo più alla mano il Cristo caduto sotto la croce della chiesetta romanica, proprio a due passi due dal marciapiede, dove passa il mondo turbinoso e a volte maligno che si arresta sulla soglia come per un antico diritto di immunità. Lì la senti nel naso la candela che accendi: impregna l’aria e le tue speranze se ne vanno in fumo, ma un fumo quieto e tranquillo che arriva fino in cielo, ancora meglio di quello dei bastoncini buddisti.

Anche il prete è importante, perché dà la legittimazione alle candele e ai santi: così Loriana può chiamare fede quella che altrimenti sarebbe magia o superstizione. Per queste ultime ci sono altri preti: si chiamano maghi e santoni rappresentati frequentemente anche da donne, altrettanto brave che gli uomini: nell’aretino, mi dice Loriana, i maghi e i guaritori imperversano.

Ma i preti doc sono tutti e solo maschi. Non per caso: quando ci han provato, le donne son finite sul rogo, arse vive. La casta poi ha bruciato il suo senso di colpa o coperto tali nefandezze metabolizzando il tutto nel culto spasmodico di Maria, teotocos, madre di dio, immacolata, assunta in cielo, vergine e madre.

E’ una grande casta, destinata a non sparire proprio per la sua funzione di legittimazione resa a tutte le candele che si consumano bruciando per noi poveri mortali, proprio come l’agnello sacrificato al posto nostro per placare l’ira di Lui. Cristo, secondo Barbabianca, dovrà incarnarsi e morire ancora molte volte per tentare di mettervi fine. La prima gli è andata davvero male: aveva tolto gli intermediari tra dio e gli uomini, ma “loro” si sono dichiarati intermediari tra lui e gli uomini. Che beffa.

venerdì 10 ottobre 2003


Pieve S.Giovanni


(frazione di Capolona, provincia di Arezzo)



Seguito del Ponte di Leonardo.



Oltrepassato il ponte (traffico a senso unico alternato) ho proseguito in direzione Cincelli e Pieve S.Giovanni, così, vagabondo senza meta.
Campi arati, vigne or ora vendemmiate, paesaggio terso, Arezzo alle spalle, là sotto nel contorno delle colline; guardando verso ovest, in secondo piano, lontana, la sagoma dell’Amiata; piacere di vivere. Ma nell’estate del 44 qui la morte danzava, come in tutte queste spendide colline addossate al Pratomagno, mia terra natia. Suggestionato dai ricordi risvegliati dalla targa sul ponte di Leonardo, mi fermo sulla piazzetta di Pieve e mi avvicino al monumento ai caduti: avete mai trovato il più sperduto insediamento d’Italia privo di un monumento ai propri “caduti” delle due guerre? Avete mai provato a cercarne uno in Svizzera?
Leggo dunque, scolpito nel marmo:
del bronzeo ricordo
l’ultima guerra lasciò solo il piedistallo.
Il popolo di Pieve S.Giovanni
Nell’anno 1952 issò questa pietra
E vi incise i nomi degli eroi
di ambo le guerre.
Gli eroi sono elencati per nome e cognome:
guerra 15-18:
8 morti (1 tenente, 7 soldati)
guerra 44-45:
7 soldati
7 civili.
Riflessione, immediata, di Barbabianca: chi ha dettato il termine eroi, ha implicitamente accettato le guerre, le ha considerate legali e quindi doverose; cose da fare, con lealtà, obbedendo agli ordini. Quando verrà la terza, occorreranno altri eroi. Pazienza. Ma dovremo farla.
Barbabianca avrebbe messo il termine “vittime”.
Meglio la lapide letta oggi sulle mura di Arezzo, ai Bastioni di S.Spirito, prospicienti viale Michelangelo:
Ricordando i morti di tutte le guerre
Le donne aretine dellUDI
Fanno solenne promessa
Di difendere la pace con tutte le loro energie
Perché le famiglie italiane non conoscano
Più i lutti e le rovine del triste passato.
Caduti nella Provincia di Arezzo:
guerra 15-18:                         8.800
AOI (Africa orientale italiana)    700
Guerra 39-44:                         1400
Partigiani combattenti:                230
Rappresaglia nazifascista:         1025
Vittime civili:                            1888

(Arezzo, 5.12.1948)


Ma sono tutti vittime civili di comportamenti incivili. Gli assassini sono i governanti. La prima guerra fu fatta tanto per fare una guerra. Fino a pochi mesi prima non si sapeva se andare contro i francesi o contro gli austriaci.
Gli industriali delle armi, le alte gerarchie militari, la Monarchia ce l’hanno sulla coscienza.
Giolitti fu esonerato da capo del governo, perché avrebbe evitato la guerra, ottenendo più o meno le stesse cose con le trattative.
I generali italiani erano delle teste…Si decideva di conquistare quella collina là davanti, senza nessun valore strategico, per mandare a dire al re “stiamo vincendo”; calcolo matematico per raggiungere la vetta: 3 compagnie di soldati: le prime due rimanevano sul campo, i resti della terza cantavano vittoria sui cadaveri degli austriaci. Se qualcuno scappava, i carabinieri di retroguardia lo fucilavano. Dopo qualche giorno o settimana sulla stessa collina tornava a cantare la mitraglia austriaca. 400.000 cause per diserzione, tra i nostri soldati; con autolesionismo e altri mezzi. Non ricordo quante decine di migliaia di condannati a morte dai tribunali militari.
Condannato a morte anche il soldatino che si era sparato a una mano o a un piede: dall’alone provocato sulla ferita dalla polvere da sparo, il tribunale militare capiva che ti eri sparato da solo e finivi al muro. Dovevi ricordarti di mettere tra la mano e il moschetto, che so, una pagnotta…
Sulla seconda guerra… un’altra volta.
Figlioli, o che leggiate Brecht o che ascoltiate il papa, non fatela la guerra.
Si nolis bellum, para pacem (Barbabianca scripsit).







 


Il ponte di Leonardo


In questi primi giorni di ottobre, splendidi di luce autunnale, approfitto del fatto di trovarmi in Arezzo, per una vacanza non prevista, e mi diverto a far passeggiate a piedi o in bicicletta o macchina per vedere quella che io chiamo l’Italia minore: città minori, piccoli musei, località nascoste, natura viva (quella morta è in mostra a Firenze, palazzi Strozzi, da vedere). E’ così che mi son fatto indicare la strada da Loriana e in poco meno di mezz’ora, partendo da Arezzo, mi son trovato a Ponte Buriano, frazione del comune di Arezzo, a pochi passi da Castiglion Fibocchi, versante Valdarno, e non lontano da Capolona, versante Casentino (sempre Arno è). Quindi più o meno là dove l’Arno volge disdegnoso il muso da Arezzo per puntare, non verso Roma, come fa il Tevere, ma verso Firenze. La località porta il nome di Setteponti e ho capito perché: le arcate di questo lungo ponte romanico sono 7. E’il ponte che Leonardo ha messo come sfondo dietro la Gioconda. In effetti Leonardo conosceva a menadito tutto il corso del fiume, particolarmente questa zona, come dimostrano le carte topografiche da lui disegnate ed esposte in questi giorni al Palazzo Comunale di Arezzo.
La giornata serena, i colori dell’autunno, la collina toscana, mi hanno richiamato naturalmente ai colori dei grandi pittori, che ho cercato di emulare con la macchinetta digitale che, dobbiamo, ammetterlo, fa miracoli. Appena posso pubblicherò almeno una foto del ponte di Leonardo visto da Barbabianca addì 7 di ottobre del 2003. Mentre ero immerso nei pensier contemplativi, appoggiato alle spalliere dugentesche del ponte (c’è passato anche Dante, a cavallo o sul mulo), i miei occhi sono caduti su una piccola lapide, seminascosta a co’ del ponte, lato Nord:
“2nd LOTHIANS AND BORDER HORSE, Ponte Buriano, 15 luglio 1944, posto dai reduci dell’azione del 16 luglio 1944”.
Improvvisamente sono riemersi i miei ricordi di allora, tedeschi e partigiani, il crepitio della mitraglia e delle pistolen machinen, il sibilo prolungato delle scheggie di aereo che fendono l’aria, il bombardamento di Arezzo, la mamma di Lando, compagno delle elementari, esposta cadavere il giorno dopo…
Oggi, 9 ottobre, sono stato alla biblioteca ad Arezzo e ho consultato il fascicolo su “la vicenda bellica di Ponte Buriano” di Enzo Droandi: il ponte era stato minato dai tedeschi con 48 mine; al momento di farle saltare il comando ritarda l’operazione perché ci sono ancora 6 carri armati del generale Rodt comandante la 15° panzer granatieri che non hanno ancora oltrepassato l’Arno (in direzione Nord); in questo frattempo sopraggiunge il 2nd Lothians and Border Horse, Reggimento corazzato britannico, Squadrone C ed il ponte è salvo: la Gioconda rimane tale e continua a sorridere, un po’ mefistofelica.
Nota sulla Biblioteca pubblica di Arezzo: vale la pena entrarci per ammirare il palazzo medioevale. In questi giorni vengono esposti manoscritti e incunaboli antichi riguardanti il Petrarca, in calce a un convegno in corso su di lui, nato a 2 passi in via dell’Orto, poco sotto il Duomo, nel luglio del 1304. L’anno prossimo festeggiamenti per il centenario.
Nota 2: nel 1304 Dante, esule in Casentino, era ad Arezzo per farsi imprestare da un Notaio aretino 12 fiorini d’oro, essendo garante il fratello Francesco, residente a Firenze e non sottoposto a condanne. Passando da via dell'Orto, molto probabile, Dante ha sentito i vagiti di Petrarchino, chi lo sa.


v. Foto

martedì 7 ottobre 2003

 


Rai-TV


Guglielmi torna alla tv
con un programma per gli over 60


Vuol dire che non ha più guardato la tv?
"Sì, sono sincero. Da dieci anni non la guardo più. Prima, all'epoca della mia RaiTre, c'era l'occhio sulla realtà, politica e sociale. Ora la tv è diventata l'occhio fisso sul cesso".


Che succederà con l'arrivo di Murdoch?
"L'arrivo di Murdoch distruggerà la Rai.


L'articolo

lunedì 6 ottobre 2003

 


"Il vero punge, e la bugia unge" (proverbio toscano)


copiato da Network Games

venerdì 3 ottobre 2003



 

YE SHALL KNOW THE TRUTH AND THE TRUTH SHALL MAKE YOU FREE



copiato da Farnese

   Fantascienza


Il crepuscolo delle stelle


 Raschiatori


Se non riesci a trovare legalmente quello che stai cercando, c'è buona possibilità che i Raschiatori possano procurarlo, naturalmente dietro compenso. I Raschiatori si specializzano in tutti i tipi di attività normalmente considerate antisociali: gioco d'azzardo, beni del mercato nero e anche il furto. Naturalmente, essi negano tutto, nascondendosi dietro la facciata di gilda addetta al recupero e reclamo di oggetti. Siccome sono in grado di ricattare quasi ogni principale ufficiale (anche i vescovi) c'è poco da fare contro di loro.


Fantarealtà


L’uomo mascherato


  ''Gelli ha una scatola nera  per ciascuno di quelli con cui e' entrato in relazione. Ha  sempre lavorato così: sul ricatto".



Tina Anselmi, ex  presidente della commissione d'inchiesta P2, intervistata da 
REPUBBLICA commenta l'intervista rilasciata domenica scorsa  dall'ex maestro venerabile della P2 Licio Gelli.
(ANSA) - ROMA, 30 SET - ROMA -


Diceva il piano di Rinascita di Gelli: "Dissolvere la Rai-tv in nome della liberta' 
di antenna, impiantare tv via cavo a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del paese"



 


 


 

mercoledì 1 ottobre 2003


Bella Toscana


"E tu prima Firenze udivi il carme


che allegrò l'ira al ghibellin fuggiasco...


Lieta dell'aer tuo veste la luna


di luce limpidissima i tuoi colli


per vendemmia festanti


e le convalli, popolate di case e d'oliveti,


mille di fiori al ciel mandano incensi.


(dedicato alGranduca, ai georgofili toscani, all'ingegner Ferdinando Morozzi)

 


Bella Toscana


Onore al merito


I frati di Camaldoli


 


Il 3° articolo delle Costituzioni camaldolesi comanda di avere cura delle foreste considerate come difesa e custodia della solitudine in cui nasce e vive la virtù. Si diceva che la solitudine dei boschi fosse assai affollata, che la foresta fosse un tesoro spirituale. Mentre il cedro è simbolo di distinzione in sincerità e santità, l'abete è simbolo di altezza in meditazione e sapienza, l’acacia è maestra di punizione correzione e penitenza, il mirto di discrezione, sobrietà e temperanza; il monaco che pianta ed accudisce a queste piante accresce e perfeziona le sua ricchezza spirituale. Il Priore di Camaldoli faceva piantare ogni anno 3.000 abeti. Si compievano tagli sistematici, ma si seguiva un metodo costante di ripiantagione.
Quando Napoleone e le truppe francesi occuparono la Toscana, trovarono un paese assai più evoluto e civile della Francia in ogni possibile aspetto.


Giovanni Caselli, Casentino, Guida storico ambientale, Ed. Le Balze, Montepulciano, luglio 2003, pg.49.