mercoledì 29 ottobre 2003

Il segno della croce




SCANDALI



Il segno della croce



ENZO MAZZI



Il crocifisso è un simbolo. Il suo significato sta altrove. Dalle pareti di una scuola, di un tribunale, di una chiesa, di una banca, di un carcere, di una caserma, come dalla sommità di una montagna, la croce lancia un messaggio. Anzi ne lancia molti. In questi giorni di polemiche a causa della sentenza del tribunale dell'Aquila, che impone di toglierlo da una scuola, si sono moltiplicati i significati del crocifisso: sigillo dei valori di pace, fraternità, solidarietà alla base dell'identità italiana, testimonianza del dolore universale, riscatto del sangue versato per la giustizia. Tutto vero.
Stringi stringi però a rigore di teologia e di storia tutti i significati finiscono per confluire nel grande mare del potere. Il crocifisso è simbolo non di un qualsiasi volgare potere, ma del potere dei poteri, potere assoluto, trascendente e quindi globale, potere di Cristo morto, risorto e trionfante, potere che vive e si manifesta in ogni tempo nella Chiesa cattolica e nella sua gerarchia. Si dirà che è riduttivo un simile modo di vedere. Come fa ad essere simbolo del potere l'icona della vittima per eccellenza del potere: Gesù pendente dalla croce? Semmai sarà simbolo del valore salvifico universale della sofferenza e della solidarietà. Ma allora com'è che Costantino ha messo la croce sui suoi labari e in quel segno ha ucciso e in quel segno ha vinto? Com'è che da quel momento la croce è trionfo e vittoria? E' vero che poi Costantino in omaggio alla croce ha abolito la crocifissione. Non però la sostanza del supplizio. Si potrebbe continuare sul filo della storia, dalla croce indossata dai crociati alla croce brandita dai conquistatori alla croce usata per accendere i roghi di eretici e streghe. Ma questo appello alla storia è talmente conosciuto da apparire quasi ovvio. Più stringente e meno conosciuto è l'appello alla teologia.


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E' stato facile per ogni potere oppressivo, fino dagli inizi del cristianesimo, fin da Costantino, strumentalizzare la croce come invito alla rassegnazione di fronte alla sofferenza e di fronte alla ingiustizia. Su tale strumentalizzazione è stata costruita la ideologia del dominio e, nell'orizzonte del dominio, la cultura della carità cristiana nel Medioevo e nel tempo della Controriforma. Da tale strumentalizzazione è nata l'ideologia capitalista della guerra di tutti contro tutti.


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Meno croce e più Vangelo valeva anche nella scuola di Barbiana da dove don Milani aveva tolto il crocifisso.


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L'articolo in prima pagina sul Manifesto di oggi, mercoledi 29 ottobre 2003.


Su D.Mazzi vedi qui.

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