mercoledì 31 dicembre 2008

cittadini di Gaza

Quando Orion dal cielo risplende come stasera su Ortignano-Raggiolo, dopo aver versato pioggia e neve e gelo sopra la terra ottenebrata, è il momento per gli auguri per il 2009.


Il primo: Borsellino presidente della Repubblica, Falcone ministro della Giustizia, Don Puglisi cardinale, Ambrosoli presidente del Consiglio, Fava direttore del Corriere della Sera. (Beppe Grillo)


Il secondo: un augurio sotto forma di spell, di scongiuro.



Sfilate qui, delegazione dopo delegazione - e parlando, avrebbe detto Garcia Lorca, le parole restano nell'aria, come sugheri sull'acqua. Offrite aiuti umanitari, ma non siamo mendicanti, vogliamo dignità libertà, frontiere aperte, non chiediamo favori, rivendichiamo diritti. E invece arrivate, indignati e partecipi, domandate cosa potete fare per noi. Una scuola? Una clinica forse? Delle borse di studio? E tentiamo ogni volta di convincervi - no, non la generosa solidarietà, insegnava Bobbio, solo la severa giustizia - sanzioni, sanzioni contro Israele. Ma rispondete - e neutrali ogni volta, e dunque partecipi dello squilibrio, partigiani dei vincitori - no, sarebbe antisemita. Ma chi è più antisemita, chi ha viziato Israele passo a passo per sessant'anni, fino a sfigurarlo nel paese più pericoloso al mondo per gli ebrei, o chi lo avverte che un Muro marca un ghetto da entrambi i lati? Rileggere Hannah Arendt è forse antisemita, oggi che siamo noi palestinesi la sua schiuma della terra, è antisemita tornare a illuminare le sue pagine sul potere e la violenza, sull'ultima razza soggetta al colonialismo britannico, che sarebbero stati infine gli inglesi stessi? No, non è antisemitismo, ma l'esatto opposto, sostenere i tanti israeliani che tentano di scampare a una nakbah chiamata sionismo. Perché non è un attacco contro il terrorismo, questo, ma contro l'altro Israele, terzo e diverso, mentre schiva il pensiero unico stretto tra la complicità della sinistra e la miopia della destra.

 La benzina di questi aerei è la vostra neutralità, è il vostro silenzio il suono di queste esplosioni. Qualcuno si sentì berlinese, davanti a un altro Muro.
Quanti altri morti, per sentirvi cittadini di Gaza?

Mustafa Barghouti



Il mio augurio per il 2009 è la caduta del muro israeliano. Il più grande ghetto double-face costruito da chi nei ghetti è sempre vissuto e dai più grandi antisemiti dell'epoca moderna: Israele e Stati Uniti. (Europa madrina).

lunedì 29 dicembre 2008

Gaza




·       BOICOTTA ISRAELE





Lista prodotti israeliani:





AHAVA: prodotti estetici e dermatologici distribuiti in Italia da P.M.

CHEMICALS S.R.L./Milano





AMCOR: purificatori e condizionatori d'aria, insetticidi





ALBATROSS: fax e sistemi di posta elettronica





CANTINE BARKAN Ltd: vini con etichetta Reserved, Barkan e

Village





CANTINE DELLE ALTURE DEL GOLAN: vini con etichetta Yarden,

Gamla e Golan distribuiti in Italia da GAJA DISTRIBUZIONE ,

Barbaresco (Cuneo)





CARMEL: prodotti d'esportazione come avocados ,fiori recisi e

succhi di frutta





CALVIN KLEIN: alcuni capi di vestiario sono realizzati in Israele





DATTERI DELLA VALLE DEL GIORDANO varietà Medjoul e Deglet

Nour



EPILADY/MEPRO: epilatori





HALVA: barrette di sesamo





INTEL: microprocessori e periferiche





JAFFA: agrumi





MOTOROLA: prodotti di irrigazione e fertilizzanti





MUL-T-LOCK Ltd: porte blindate, serrature di sicurezza, cilindri e

attrezzature





NECA: saponi





PRETZELS: snack salati della Beigel





SALI DEL MAR MORTO: prodotti cosmetici





Società Gitto Carmelo e Figli Srl di Messina: ha costruito una strada che

passa nei territori occupati ed è a solo uso dei coloni



SODA-CLUB Ltd.: sistemi per carbonare e sciroppi per la preparazione di soda

e soft drinks





SOLTARN Ltd: pentole e tegami in acciaio antimacchia





VEGGIE PATCH LINE: hamburger di soia e prodotti alternativi

Generi : marche

Abbigliamento: Ask Retailer; Gottex, Gideon Oberson, Sara Prints, Calvin Klein





Aromi e spezie: MATA, Deco-Swiss, Israel Dehydration Co. Ltd.





Bevande: Askalon, Latroun, National Brewery Ltd., Carmel, Eliaz Benjamina

Ltd., Montfort, Yarden Vineyards, International Distilleries of Israel Ltd.

(Sabra), Gamla, Hebroni





Budini: OSEM, MATA, Israel Edible Products Ltd. -Telma





Cipolle: Beit Hashita, Carmit, Sunfrost





Formaggi: Kfir Bnei-Brak Dairy Ltd., Tnuva, Central Co-op, MATA, Haolam





Frutta: Assis Ltd., Carmel Medijuice, NOON, PRI-TAIM, Agrexco USA Ltd.,

Yakhin, PRI-ZE, FIT (Federation of Israel Canners), Jaffy's Citrus Products





Prodotti a base di pomodoro: FIT, Medijuice, Pardess, Yakhin, VITA





Prodotti dolciari (caramelle e noccioline): Carmit, Elite, Geva, Rimon,

Karina, Lieber, Oppenheimer, OSEM, Taste of Israel, Israel Edible Products -

Telma





Olive: Beit Hashita, H&S Private Label, Shan Olives Ltd. (Hazayith)





Marmellate, conserve, sciroppi, miele e frutta candita: Assis Ltd., I&B Farm

Products, Meshek Industries (Beit Yitshak 778) Ltd., VITA






Pesce: Noon, Yonah, Carmel, Ask retailer/frozen fillets





Prodotti a base di tacchino: Hod Lavan, Soglowek, Yarden, Ask

retailer/butcher/Deli





Prodotti dietetici: Elite, Froumine, OSEM, Israel Edible Products - Telma,

Kedem, Afifit Ltd., Magdaniat Hadar Ltd., Tivon





Prodotti di forneria: Affifit Ltd., Barth, Elite, Einat, Froumine, Hadar,

Israel Edible Products - Telma, Magdaniat Hadar Ltd., OSEM, Taste of Israel





Prodotti vegetali: Yakhin, PRI-TAIM, PRI-ZE Growers/MOPAZ,

Sanlakol, Carmelit Portnoy, Tapud, Sun Frost





Salse per pizza: Jaffa-Mor, VITA, H&S Private Label, MATA





Software e componenti per computer: Four M, Cimatron, Eliashim

Micro Computers, Sintel, Ramir (Adacom), Rad, Orbotech, Shatek,

Scitex, 4th Dimension Software Ltd., magic Software, 32-bit





Zuppe, salse e dadi: Israel Edible Products Ltd. - Telma, OSEM,

MATA, Gourmet Cuisine


Ho contrassegnato in neretto alcuni prodotti per mia comodità.  Già da tempo controllo datteri e agrumi.


Per un aggiornamento sullo strazio di Gaza puoi dare un'occhiata a Georgiamada e Haramlik  Per l'inglese naturalmente c'è sempre Lawrence of Cyberia (nei miei links).


Purtroppo non posso citare Beppe Grillo che pure ha detto una parola per il Tibet.

sabato 27 dicembre 2008

oggi è un dono

Ieri è storia, domani è un mistero, e oggi è un dono»

KungFu Panda


Buona giornata dal Casentino.

mercoledì 24 dicembre 2008

Veglia di Natale


Da qualunque parte siate vi sentiremo vicini

questo è il nostro augurio

 

Veglia di Natale:

 

"i diritti o sono di tutti o sono privilegio"

 

A chi parla di diritti è giustificata la domanda: da che parte stai, degli inermi o dei potenti?

 

Ritrovare il significato autentico dei "diritti" è possibile solo nella comune tensione all' uguaglianza.

 

Senza comune tensione verso l'uguaglianza i diritti cambiano natura:

 

per coloro che stanno in alto diventano privilegi

 

per quelli che stanno in basso concessioni o carità.

 

Gustavo  Zagrebelski


Faccio la veglia di Natale qui, alle baracche verdi, con gli eretici dell'Isolotto.  L'attacco non è male. Natale di guerra. Auguri a tutti noi per il 2009. Può succedere di tutto.

Domani tra le colline del Casentino. La mia aria. Auguri a tutti.

martedì 23 dicembre 2008

Irricevibili


(ASCA-AFP) - Strasburgo, 22 dic - La Corte europea dei diritti dell'uomo ha respinto come 'irricevibili' gli otto ricorsi presentati da diverse associazioni cattoliche italiane contro la decisione di autorizzare l'interruzione dell'alimentazione artificiale per Eluana Englaro. Secondo la Corte di Strasburgo, chi ha presentato i ricorsi non ha alcun legame con la giovane donna, in coma da oltre 16 anni, e non puo' essere quindi considerato "vittima diretta delle violazioni presunte".

 

Anche questo ennesimo tentativo dei fautori della "vita ad ogni costo" è dunque miseramente fallito, come peraltro avevamo previsto. Siamo ora in attesa di conoscere cosa altro si inventeranno. Intanto il tempo passa, ed ogni giorno che passa cresce il dolore di chi ad Eluana vuole veramente bene. Ma ciò non interessa a chi vuole usarla per dimostrare che i diritti divini vengono prima dei diritti umani.

gps

(email di Libera Uscita)


Credo quia absurdum (ci credo perché è assurdo): è uno dei detti di non so quale Padre della chiesa. Ricordi di collegio della mia educazione salesiana.  Ma non basta il fanatismo religioso a spiegare lo svolgersi delle scene di questa teletragicommedia.

Non basta neppure ripetere che...Giorno dopo giorno, con un'incessante monotonia, si è intralciati e ostacolati nella propria attività da individui pervicacemente stupidi, che compaiono improvvisamente e inaspettatamente nei luoghi e nei momenti meno opportuni. (Carlo M. Cipolla, Allegro ma non troppo, Il Mulino ed. p.46).


Per me questa insistenza demenziale, questa rabbia da bava alla bocca non è solo frutto di stupidità (che va comunque messa sempre nel conto), qui si tratta di gente che da anni porta avanti un progetto di demolizione della Stato nato dalla Resistenza: un lavoro che dura da tanto, tra bombe, attentati, false bandiere (BR, Anarchici), tutto scritto nel promemoria del mio concittadino di Arezzo, lavoro oramai quasi ultimato: i tre poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) devono finalmente riunirsi in uno, come il dio uno e trino rinchiuso tra le mura vaticane. Parlamento e governo sono ormai camicia e culo, molto del secondo. Ma resiste in maniera non prevista il terzo potere che rischia di far saltare il piano, come il terzo stato qualche secolo fa in Francia. Falcone e Borsellino si riproducono come mosche. Ma la Cassazione no! Come il nobile Mirabeau e il vescovoTalleyrand che tradiscono le classi di provenienza e preparano la strada al Napoleone del codice civile contro la Santa Alleanza della restaurazione.  Non era previsto. E questo spiega la "stupidità" di un ministro Wellfare (ministro del benestare) costretto a emettere fiato di tromba come un nuovo Barbariccia a capo di un'armata Brancaleone.   "Questo matrimonio tra terroristi e magistrati non s'ha da fare, questa sentenza non s'ha da applicare."

Ragazzi, siamo all'ultima trincea. la Magistratura è il nostro Piave. Era già pronto  il telegramma della Vittoria: "terroristi, banditi badogliani, cattocomunisti, sindacalisti rossi e magistrati forcaioli risalgono in fuga disordinata quelle colline pseudoriformiste da cui erano discesi con orgogliosa sicurezza negli anni sessanta. Sul Colle sventola ormai la bandiera di Arcore,
tessera N. 1816.  Signori, è fatta."


Popolo delle libertà, la festa è rimandata.


State, missa non est.


E tutto questo per un Peppino come si chiama..Englaro.  Così piccolo, piccolo, così. Pietro Micca che non vale una cicca... Ora poi ci voleva anche lo sbarco di Salerno.

Ma chi è questo pezzo di m. di
Carlo Vulpio?


P.S. La battaglia infuria:


Controcanto di M. Travaglio


Per non perdere il senso: si sono messi in tasca 8 milioni di € destinati a far depuratori, ospedali, scuole. Otto milioni, 16 miliardi di vecchie lire. Così finiscono tutti i contributi europei. Da sempre.

domenica 21 dicembre 2008

I macchiaioli e la fotografia


Firenze

MNAF - Museo Nazionale Alinari della Fotografia

Piazza Santa Maria Novella 14a r

Dal 4 dicembre al 15 febbraio

Orario: 10:00 - 19:00; chiuso mercoledì

Prezzi speciali: biglietto intero € 6,00; ridotto € 5,00;

Scuole € 4,00; gratis bambini fino a 5 anni


Visto oggi.


Gemmea l'aria e il sole così chiaro

che tu ricerchi  i tuoi occhiali da sole.


Con il biglietto vedi anche il Museo Alinari. Con un bel video che ti fa la storia della fotografia dal 1839 a...domani... fino alla mia Canon A 720 IS.  Abbiamo, noi uomini un così bel cervello, una così grande capacità di captare la luce.  Ma perché dobbiamo dipendere da persone che non sanno uscire dalle loro camere oscure? Come Bush, Berlusconi, Ratzinger...Misterium historiae humanae. Vogliono fare una centrale atomica nell'Isola di Pianosa (Beppe Grillo), vogliono surgelare il corpo di Eluana Englaro in attesa del trapianto integrale del cervello umano. Mandano soldati in Afghanistan per finanziare le porcherie dei Servizi Segreti con il monopolio del mercato mondiale del Super Papavero Afghano.  Sanno quello che sa e pensa Dio in ogni momento. 

Coraggio, Montolivo ha infilato la rete della Sampdoria, la Roma ha perso a Catania e siamo terzi in graduatoria.

Nelle foto dei macchiaioli ho rivisto i buoi e i pagliai della mia infanzia, la Firenze di prima del Poggi, Porta S.Gallo prima di Piazza Cavour. Non rimpiango nulla, per amor di dio. Anzi. La fotografia del passato mi fa amare il presente e tutte quelle persone che hanno lavorato in bene per farmelo così com'è (in bene).  Mi sono comprato "Immagini del Casentino, Lo spirito di una valle" ed. Alinari (€ 36).

Il sito riguardante la mostra.


PS Finito il ciclo dei Macchiaioli, mi rifarò col ciclo di Galileo che si apre ora e durerà per tutto il 2009. Questi possono essere i  miei Auguri di buon anno.


Comincio a prepararmi qui. Un gran bel sito.


Foto della visita

mercoledì 17 dicembre 2008

La prima Legge fondamentale

della stupidità umana


 ...un Ministro, ossia un componente del “potere esecutivo”, per di più di radici socialiste, con un “atto di indirizzo” inviato a tutte le strutture del servizio sanitario nazionale, pubbliche e private, reputa "illegale" dare attuazione ad una sentenza esecutiva del massimo organo del “potere giudiziario” basata su leggi emanate dal “potere legislativo” e su una Costituzione approvata da un popolo intero. (dall'email di Libera Uscita)


...Giorno dopo giorno, con un'incessante monotonia, si è intralciati e ostacolati nella propria attività da individui pervicacemente stupidi, che compaiono improvvisamente e inaspettatamente nei luoghi e nei momenti meno opportuni. (Carlo M. Cipolla, Allegro ma non troppo, Il Mulino ed. p.46).

Compra il libro, metti una firma


Parla di morte ma fa amare la vita. Lettura consigliata. Meglio di un giallo di Camilleri, meglio di un dramma da film americano. Compralo e regalalo.


Sono andato con Paola alla presentazione del libro sabato scorso, 13 dicembre. In via Borgognissanti presso la Libreria Claudiana, dentro la chiesa battista annessa. v. foto.


«Il caso Welby raccontato in prima persona dal medico che ne è stato protagonista.

Il punto sulla riflessione bioetica in Italia, dalla penna di un’autorevole giornalista.

Un libro contro la confusione dolosa che boicotta la discussione sui temi di fine vita
. »

Qui trovi
la scheda


Solo una citazione:


Una giornalista locale mi domanda: “Dott. Riccio, come ha conosciuto Welby? Rifarebbe quello che ha fatto? Perché dice che non si è trattato di eutanasia?” Siamo ancora alle solite domande…Anche per questo sto pensando di trasformare i miei appunti in un libro. Spero con questo progetto di poter contribuire a spiegare come sono andate le cose, a far capire come possa succedere che un medico di provincia, quale sono io, decida di mettersi in viaggio  per incontrare una persona come Welby, un navigatore alla deriva, e rispondere alla sua richiesta di una morte opportuna. Accettando di accompagnarlo verso l’anelato approdo” (p.261).


Stamani, aprendo la posta, trovo questo



appello per il diritto alla libertà di cura


Ho voluto promuovere questa iniziativa perché sono convinto che il paese su molte questioni sia più avanti del Parlamento. In questi anni ho girato l'Italia da Nord a Sud, e la maggior parte delle persone che incontravo mi ripeteva sempre lo stesso concetto: vogliamo essere liberi di scegliere. Per questo, mi sono impegnato con tutto me stesso per far approvare una legge sul testamento biologico, che garantisca il diritto costituzionale per tutti i cittadini alla libertà di cura.

Tuttavia esiste il rischio che il Parlamento voti una legge che impone determinati trattamenti terapeutici, ignorando il diritto alla libertà di scelta. Perciò ti chiedo un ulteriore sforzo per questa importantissima causa: ti chiedo di diffondere il più possibile l'appello, invitando tutti i tuoi contatti a sottoscriverlo. Se riusciremo a raccogliere centinaia di migliaia di adesioni, il Parlamento dovrà ascoltare la nostra opinione, che credo coincida con quella della maggioranza degli italiani. Il paese reale ha le idee chiare sulle questioni della fine della vita: tutti i cittadini ritengono che la decisione debba essere personale, che vogliano utilizzare ogni risorsa della medicina o che intendano accettare la fine naturale della vita.

Ti ringrazio infinitamente e conto su di te per far circolare il più possibile l'appello.

Ignazio Marino


PS. grazie per la tua adesione all'appello per il diritto alla libertà di cura sul sito www.appellotestamentobiologico.it, e grazie perché, anche con il tuo contributo, abbiamo già raggiunto 25.000 firme in soli 9 giorni! §



Lo stesso grazie Barbabianca rivolge a te che leggi. Apri il sito e firma l'appello.


Come ho fatto io, con questa motivazione:

#5182  Firenze - Urbano Cipriani

Ho in mente una foto del lager nazista di Dachau: si vede un uomo piuttosto robusto vestito da aviatore mentre viene immerso in una vasca di acqua gelida. Due SS lo guardano. L'esperimento ordinato dall'alto serve a conoscere il tempo di resistenza di un corpo umano, quello ipotetico di un aviatore tedesco caduto in un luogo ghiacciato ed in attesa di soccorso. La didascalia spiega che alle invocazioni rivolte dall'uomo cavia perché fosse affrettata la sua morte, le SS di turno non possono che rispondere negativamente. L'ordine è quello di far seguire il corso naturale del progressivo congelamento e della morte, perché questa è la volontà di Berlino. Bene, mi sembra questa la situazione di Eluana Englaro avvolta nel suo sudario di umiliazione per ordine di una pseudo scienza medica che mette la tecnica moderna al servizio quasi di una pretesa di renderci immortali. L'uso corretto, umano delle terapie di fine vita pone termine a queste storture del tecnicismo fine a se stesso.


Come ha fatto Paola:

#5191  Firenze - Paola Galli

Sono una "diversamente credente" (non mi piace l'espressione "non credente"). Constato sempre in questioni di questo tipo quanto sia evidente la divaricazione fra adesione a principi astratti e solidarietà alle persone concrete. Scelgo la seconda strada.


Quanto è bella questa motivazione:

"Aderisco perché ora è il momento di dire che non si può essere costretti a "vivere" per volere dello Stato o per l'etica imposta da qualche visione religiosa, perché questo è totalitarismo, uguale e contrario al dovere di morire per qualche "superiore" ragione. Quindi firmo molto volentieri".

Gustavo Zagrebelsky

(la sottolineatura è mia).


Firma qui:  www.appellotestamentobiologico.it


Ore 10,13: irrompe il sole alla finestra, sotto casa gli addetti del Comune finiscono di ripulire là dove è caduto il grande olmo. Coraggio, amici: il sole sorge ancora.

domenica 14 dicembre 2008

Pensando a De Magistris

Resistere



La libertà politica è quella tranquillità di spirito che la coscienza della propria sicurezza dà a ciascun cittadino; e condizione di tale libertà è un governo organizzato in modo che nessun cittadino possa temere un altro.


 « Una costituzione può esser tale che nessuno sia costretto a fare le cose alle quali la legge non lo obbliga, e a non fare quello che la legge permette [...]. »


In ogni Stato vi sono tre generi di poteri: il potere legislativo, il potere esecutivo delle cose che dipendono dal diritto delle genti, e il potere giudiziario di quelle che dipendono dal diritto civile.


In forza del primo, il principe, o il magistrato, fa le leggi per un certo tempo o per sempre, e corregge o abroga quelle che sono già state fatte.

In forza del secondo, fa la pace o la guerra, invia o riceve ambasciate, stabilisce la sicurezza, previene le invasioni.

In forza del terzo, punisce i delitti o giudica le controversie dei privati.

 

"Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente": partendo da questa considerazione Montesquieu traccia la teoria della separazione dei poteri, analizzando in particolare il modello costituzionale inglese. Tale teoria, divenne, grazie all'opera di Montesquieu, una delle pietre miliari di tutte le costituzioni degli stati sorti dopo il 1789.


« Tutto sarebbe perduto se lo stesso uomo, o lo stesso corpo di maggiorenti, o di nobili, o di popolo, esercitasse questi tre poteri: quello di fare le leggi, quello di eseguire le decisioni pubbliche, e quello di giudicare i delitti o le controversie dei privati. »


Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e de Montesquieu




 I suoi genitori scelsero per lui un padrino un mendicante affinché egli ricordasse che i poveri sono suoi fratelli. Il fatto fu registrato negli archivi parrocchiali: «Oggi, 18 gennaio 1689 è stato battezzato nella nostra chiesa parrocchiale il figlio di M. de Secondat, nostro signore. Egli fu tenuto al fonte battesimale da un povero mendicante di questa parrocchia, di nome Charles, allo scopo che il suo padrino gli rammenti per tutta la vita che i poveri sono nostri fratelli. Che il Buon Dio ci conservi questo bambino


Da Wikipedia

sabato 13 dicembre 2008

Sì dentro impietrai! (Inferno, XXXIII,49)

Visita a Petra




clicca per ingrandire la foto (e vedere anche i piedi).


Dentro Petra, dentro la pietra. Dalla testa ai piedi.  (Giordania, ottobre 2008)

L'ovovia dell'Abetone

Mai di Domenica



Tanto meno lunedi 8 dicembre. Meglio in Francia, dove è giorno feriale. Santa Madonna!  Ci sono tutti gli italiani in recessione.  L'ho fatto per Michele che non ha mai tempo infrasettimana. Che poi ha dato forfait per una botta al ginocchio. Figlio mio! In compenso ho ritrovato un Piero Martini in buona forma. Non la mia, fuori esercizio, sempre a questa tastiera (vero Paola?). La giornata splendida, ma le neve troppo dura per me. La prima discesa sulla Stucchi mi ha messo in difficoltà. Il miracolo del posteggio trovato alle Regine. Dai discorsi sentiti in ovovia sembra che in val di Luce abbiano chiuso l'entrata alle macchine per mancanza di spazio. Era il più bel posteggio dell'Abetone. L'hanno riempito di cemento. Merdaioli. Saluto Piero Caramelli al cellulare; so che è a Capannella (Dogana, Rotari per chi conosce il posto). Mi risponde beato dal Balzo delle Rose dove è salito con le pelli di foca. Sta discendendo su uno zoccolo di neve ricoperto da uno spolverino morbido; solo con Fiorella e il Marcucci. "Arriviamo con gli sci fino a casa". Grande sherpa, ti saluto. Goditela.

Due modi di stare sulla neve, due modi di stare al mondo. Oggi m'è toccato quello sbagliato.


Penso a quella serie di sventurati rientrati alla base col toboga (leggi: taboga): se ne sono visti almeno quattro; ma in ovovia parlavano di una dozzina. Speriamo sia il solito vizio di drogare le notizie. (Il problema delle tavole con una traiettoria poco compatibile  con quella degli sci; si dovrà arrivare, almeno in certi giorni, a piste differenziate obbligatorie? ).


PS. Ho parlato del ex-posteggio di Val di Luce andato a ramengo. Ma alle Regine le cose non vanno ancora bene: per fare il biglietto 20 minuti di coda su uno spazio a rischio perché coincide con l'arrivo della Chieroni, stretto e in curva. Si sale alla biglietteria dalla strada nazionale su scale di cemento strette e ghiacciate. Penso alle scale ricoperte di caucciù e alle rampe mobili di Ulrich Ortisei. No, gli abetonesi continuano a rimanermi antipatici. Ma le piste sono belle. E loro lo sanno. In queste ultime stagioni hanno avuto un gran culo con la neve. Per piacere, sistemate le Regine.

venerdì 12 dicembre 2008

Prometeo incatenato

Pensando al popolo italiano


12 dicembre - Sciopero generale



Il titano Prometeo è punito da Zeus per i benefici che ha prestato agli uomini.  Due sgherri del re degli dei, Kratos e Bia (Violenza e Forza), lo incatenano ad una rupe ai limiti del mondo, esposto ad ogni tempesta; un avvoltoio gli divorerà in eterno il fegato, che si continuerà a riformare sempre.  Prometeo conosce il segreto della possibile rovina di Zeus: sa che Teti, al cui amore Zeus aspira, è destinata a generare un figlio più potente del padre.   Zeus tenta di estorcergli questo segreto in cambio della liberazione, ma Prometeo rifiuta: egli non rinnega il suo ruolo di protettore degli uomini.  Negli episodi che si susseguono, il coro delle Oceanine tenta di lenire gli spasmi del protagonista, il loro padre Oceano vuole indurlo alla rassegnazione.  Un'altra vittima del sopruso di Zeus, Io, tramutata in vacca e perseguitata in un eterno viaggio da un assillo indomabile che la rende folle, giunge alla sua roccia e Prometeo le preannuncia le sue future peripezie,  il fatto che alla fine la liberazione le sarà concessa, e la sorte della sua discendenza; infine Ermes prova, su incarico di Zeus, ad ottenere la rivelazione del segreto fatale, invano.  Zeus quindi scaglia contro la vetta a cui Prometeo è incatenato un fulmine, in modo che il titano rimanga schiacciato sotto il suo peso.


La colpa di Prometeo è di aver insegnato la tecnica agli uomini rendendoli da infanti quali erano, razionali e padroni della loro mente, e per questo viene incatenato alla roccia, privato della libertà e condannato a soffrire in eterno.


POTERE: Agli estremi confini eccoci giunti

già della terra, in un deserto impervio

tramite de la Scizia. Ed ora, Efesto,

compier tu devi gli ordini che il padre

a te commise: a queste rupi eccelse

entro catene adamantine stringere

quest'empio, in ceppi che non mai si frangano:

ch'esso il tuo fiore, il folgorio del fuoco

padre d'ogni arte, t'involò, lo diede

ai mortali. Ai Celesti ora la pena

paghi di questa frodolenza, e apprenda

a rispettar la signoria di Giove,

a desister dal troppo amor degli uomini.




Promèteo:

   A chi tien fuori dai cordogli il piede,

   dare consigli a chi patisce è facile.

   Tutte io sapevo queste pene. Io stesso

   volli peccare, non lo negherò:

   io stesso volli: gli uomini soccorsi,

   ed a me stesso procaccai tormenti.

   Ma non credeva a strazio tal, che in vetta

   d'aeree rocce io macerar dovessi

   su questa balza inospite deserta.

   Ma non piangete il mio presente male:

   scendete al suolo, e le sciagure udite

   che incombono su me, sí che sappiate

   compiutamente il tutto. Esauditemi,

   compatite al dolente, esauditemi,

   ché la sciagura, ciecamente errando,

   ora su questo piomba, ora su quello.




Non per disdegno o per superbia io taccio,

   non lo crediate; ma l'obbrobrio inflittomi

   veggo, e di conscia doglia il cuor mi struggo.

   Pure, i lor pregi a questi nuovi Numi,

   chi compartiva, se non io? Niun altri!

   Ma di questo non parlo: a voi direi

   cose ben note. Ma i cordogli udite

   che patiano i mortali, e come io seppi

   da stolti ch'eran pria, saggi e signori

   della lor mente renderli. E dirò

   non per muovere agli uomini alcun biasimo;

   ma la benignità mostrare io voglio

   dei doni miei.Ché prima, essi, vedendo

   non vedevano, udendo non udivano;

   e simili alle vane ombre dei sogni,

   quanto era lunga la lor vita, a caso

   confondevano tutto. E non sapevano

   né case solatie, né laterizi,

   né lavorare il legno. E a guisa d'agili

   formiche, in fondo a spechi dimoravano,

   sotterra, senza sole. E segno alcuno

   che distinguesse il verno non avevano,

   né la fiorita primavera, né

   la pomifera estate: ogni loro opera

   senza discernimento era, sin che

   sperti li resi a consultar le stelle,

   e il sorger loro ed i tramonti arcani.

   E poi rinvenni, a lor vantaggio, il numero,

   somma fra le scïenze, e le compagini

   di lettere, ove la Memoria serbasi,

   che madre operatrice è de le Muse.

   Sotto i gioghi primo io le fiere avvinsi,

   obbedïenti ai basti e ai soggóli,

   perché ministre a l'uomo succedessero

   nei piú duri travagli; e sotto i cocchi

   spinsi i cavalli docili a la briglia,

   fulgidi fregi al fasto. E niuno i cocchi

   dei marinai prima di me rinvenne,

   ch'errano in mare, ch'ali hanno di lino.




CORIFEA:

   Dura è la pena tua. Dal primo senno

   erri smarrito, e, come un tristo medico

   preso dal morbo, ti scoraggi, e farmachi

   trovar non sai che a te salute rendano.


[Eschilo, Prometeo incatenato, traduzione di Ettore Romagnoli]


(Dedicato agli operai della ThyssenKrupp)



Postilla


* Una domanda alla Cgil *

Pierluigi Sullo

[12 dicembre 2008]


Il 25 aprile del 1994 una manifestazione attraversò Milano sotto una pioggia

torrenziale. Quel giorno cominciò a sfaldarsi il primo governo Berlusconi,

appena insediato. Oggi, 12 dicembre, la pioggia ha tormentato le decine di

manifestazioni della Cgil, degli studenti, dei sindacati di base, che hanno

riempito le piazze. La Cgil, «sola» secondo i telegiornali, ha registrato

una adesione allo sciopero doppia del numero dei suoi iscritti
. Ieri la

ministra Gelmini si è arresa: il governo della destra è più fragile di

quanto sembri. Quindi lo sciopero generale ­ e generalizzato ­ di oggi ha

buone possibilità di ottenere qualche effetto. La Cgil mette in guardia da

settimane sull¹esplosione della cassa integrazione, e dei licenziamenti, nei

prossimi mesi.
E quel che il governo ha fatto fin qui ­ la «social card» ­ è

solo una insultante elemosina.

Ma quel che la Cgil farebbe bene a considerare è che oltre ai lavoratori

dipendenti nelle piazze c¹erano giovani cui è stato rubato il futuro e

precari di ogni tipo, che non possono sperare nella cassa integrazione
. Ed

altri segnali, come la manifestazione No Tav di sabato scorso a Susa, dicono

non solo che il disagio è sociale, oltre che del lavoro, ma anche che quel

che si deve ottenere non è solo un po¹ di denaro in più per gli

ammortizzatori sociali o per «rilanciare i consumi». Ma misure utili a

prendersi cura della società e del territorio.
Nelle stesse ore, il governo

italiano cercava, a Bruxelles, di sabotare l¹accordo europeo sul clima;

eppure altrove investimenti seri sulle energie rinnovabili hanno sia

ripulito l¹aria che creato centinaia di migliaia di posti di lavoro
. Perché

la Cgil non apre, ora, un grande dibattito su quale politica economica di

nuovo genere può arginare una recessione inedita?


(email di Charta org.)

mercoledì 10 dicembre 2008

Diritti dell'uomo



Dichiarazione islamica dei diritti dell'uomo

 

La dichiarazione del 1981 scaturisce da varie critiche dirette da paesi prevalentemente islamici, come Sudan, Pakistan, Iran ed Arabia Saudita, verso la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo per la mancanza di considerazione per le "esigenze religiose e culturali" dei paesi islamici.

Essa è stata preceduta da un intervento presso le Nazioni Unite da parte del rappresentante iraniano Said Rajaie Khorasani, secondo il quale Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo rappresentava "una interpretazione laica della tradizione giudaico-cristiana" che non avrebbe potuto essere attuata dai musulmani senza violare la legge del'Islam.


Quindi, questa non è la sola versione della Dichiarazione islamica dei diritti dell'uomo; nel 1990, al Cairo, la 19a Conferenza Islamica dei Ministri degli Esteri (dal 31 luglio al 5 agosto) ha proclamato la Dichiarazione del Cairo dei Diritti Umani dell'Islam, un testo molto più compatto in 25 articoli ed un breve preambolo che sembra non riconoscere l'esistenza della Dichiarazione di Parigi, dal quale si legge testualmente "Recognizing the importance of issuing a Document on Human Rights in Islam that will serve as a guide for Member states in all aspects of life;" cioè "Riconoscendo l'importanza dell'emettere un Documento sui Diritti Umani nell'Islam che serva come guida per gli Stati membri in tutti gli aspetti di vita;" come se non ne esistessero di antecedenti.


 Analisi 

Essa si compone di un corposo preambolo e di 23 Articoli, molti dei quali divisi in più commi; nel preambolo possiamo distinguere:


- la descrizione del rapporto tra Islam e società, quale si evince dal primo paragrafo del preambolo stesso: Da oltre quattordici secoli, l’Islam ha definito i Diritti dell’Uomo, nel loro insieme e nelle loro applicazioni, con una Legge divina. Tali diritti sono stati consolidati con un corollario di garanzie sufficienti ad assicurare la loro protezione. L’Islam ha plasmato la società che ha costruito, in conformità a principi e regole giuridiche che danno a questi diritti consistenza e stabilità.

Pertanto, i Diritti esistono in quanto legge divina, coadiuvata da principi e regole che stabilizzano la società stessa sotto i fondamenti di questa legge, e non delle scelte di individui o gruppi, non importa quanto numerosi.


- La considerazione che i credenti sono ... musulmani, pur nella diversità delle nostre origini etniche e geografiche,... , e l'elenco di svariate motivazioni per le quali viene creata come da ... musulmani, araldi dell’invito ad abbracciare la religione di Dio, all’alba del 15° secolo dell’Egira proclamiamo questa Dichiarazione ( Bayān ) dei Diritti dell’Uomo, fatta in nome dell’Islam, a partire dal nobilissimo Corano e dalla purissima Tradizione profetica (Sunna).


- una serie di 12 diritti provenienti quindi dal Corano e dalla Sunna, tale che Per queste loro origini, tali diritti hanno le caratteristiche di diritti eterni e non possono essere soppressi o corretti, abrogati o invalidati. Sono diritti indicati dal Creatore — lode a Lui — e nessuna creatura umana può annullarli o combatterli. Le garanzie che assicurano ad ognuno non possono essere cancellate né dalla volontà di un individuo che vi rinunciasse né dalla volontà di istituzioni che la società stessa ha creato, qualunque sia la loro origine e qualunque sia l’autorità di cui essa le avesse investite.

L’affermazione di questi diritti è condizione reale e preliminare per la costruzione di un’autentica società islamica...


Pertanto ad un individuo non è dato rinunciare ai suoi diritti, quali sono elencati, o sostituirli con altri, né alcuna Istituzione di natura umana può esprimere garanzie differenti, se in contrasto con la Legge Divina. Come si vede più avanti, quindi, l'individuo deve la sua fedeltà in prima istanza all'autorità religiosa che a quella dello Stato, ove le due autorità non vengano a coincidere. Tra i valori condivisi con la società occidentale troviamo la famiglia, l'uguaglianza (ma sempre davanti alla legge islamica), le pari opportunità come indicate nel punto 9) una società che offra a tutti parità di opportunità in modo tale che ogni individuo possa assumere delle responsabilità proporzionali alle sue capacità... ed il senso di missione affidato ai governanti: una società in cui il potere terreno sia considerato un «sacro pegno» affidato alla responsabilità dei governanti, affinché realizzino gli obiettivi definiti dalla Legge islamica... ed il diritto alla sicurezza, 12) ... impegnandosi ad applicare e badando a proteggere quegli stessi diritti che questa «Dichiarazione» proclama di fronte a tutto il mondo.


Tra i 23 Articoli che compongono il testo, va notato come il riferimento al protagonista della Dichiarazione, che nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo è sempre "l'individuo", sia effettuato di volta in volta verso "l'individuo", "l'uomo" o "l'essere umano".

Da rimarcare, tra l'altro, la supremazia della legge islamica rispetto alle leggi nazionali, come in


Art. 4 - Il diritto alla giustizia


1) Ogni individuo ha diritto di essere giudicato in conformità alla Legge islamica e che nessun’altra legge gli venga applicata...


5) Nessuno ha il diritto di costringere un musulmano ad obbedire ad una legge che sia contraria alla Legge islamica. Il musulmano ha il diritto di rifiutare che gli si ordini una simile empietà, chiunque esso sia: «Se al musulmano viene ordinato di peccare, non è tenuto né alla sottomissione né all’obbedienza» ( ḥadīth )[1].


O ancora la definizione di equità di un processo e di presunzione di innocenza:


Art. 5 - Il diritto ad un processo giusto


1) L’innocenza è condizione originaria: «Tutti i membri della mia Comunità sono innocenti, a meno che l’errore non sia pubblico» ( ḥadīth ). Questa presunzione di innocenza corrisponde quindi allo «statu quo ante» e deve rimanere tale, anche nei confronti di un imputato, fino a che esso non sia stato definitivamente riconosciuto colpevole da un tribunale che giudichi con equità.


2) Nessuna accusa potrà essere rivolta se il reato ascritto non è previsto in un testo della Legge islamica... ...


4) In nessun caso potranno essere inflitte pene più gravose di quelle previste dalla Legge islamica per ogni specifico crimine: «Ecco i limiti di Allah, non li sfiorate» (Cor. II:229)...


Inoltre, relativamente al libero pensiero, troviamo delle fondamentali differenze tra le due Dichiarazioni; infatti per i Paesi firmatari della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo si legge:


Articolo 18


Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.


Articolo 19


Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.


mentre nella Dichiarazione islamica troviamo:


Art. 12 - Il diritto alla libertà di pensiero, di fede e di parola


1) Ogni persona ha il diritto di pensare e di credere, e di esprimere quello che pensa e crede, senza intromissione alcuna da parte di chicchessia, fino a che rimane nel quadro dei limiti generali che la Legge islamica prevede a questo proposito. Nessuno infatti ha il diritto di propagandare la menzogna o di diffondere ciò che potrebbe incoraggiare la turpitudine o offendere la Comunità islamica: «Se gli ipocriti, coloro che hanno un morbo nel cuore e coloro che spargono la sedizione non smettono, ti faremo scendere in guerra contro di loro e rimarranno ben poco nelle tue vicinanze. Maledetti! Ovunque li si troverà saranno presi e messi a morte» (Cor., XXXIII:60-61). ... 4) Nessun ostacolo potrà essere frapposto alla diffusione delle informazioni e delle verità certe, a meno che dalla loro diffusione non nasca qualche pericolo per la sicurezza della comunità naturale e per lo Stato: «Quando giunge loro una notizia rassicurante o allarmante, essi la divulgano; se l’avessero riferita all’Inviato di Dio e a quelli di loro che detengono l’autorità, per domandare il loro parere avrebbero saputo se era il caso di accettarla, perché di solito si fa riferimento alla loro opinione» (Cor. 4,83).


Per quanto riguarda i diritti economici e quelli dei lavoratori, molto spazio viene dedicato alla trattazione, con una codifica simile, ma ben più articolata, a quella degli Artt. 23 e 24 della Dichiarazione delle Nazioni Unite:


Art. 15 - I diritti economici ... 6) Per assicurare una saggia direzione dell’attività economica e per garantirne il sano funzionamento, l’Islam proibisce:


- la frode in tutte le sue forme: «Chi viene per frodare non è dei nostri» ( hadīth );


- l’alea, la mancanza di informazione e tutto ciò che potrebbe suscitare conflitti che non si potrebbero definire oggettivamente: «Il Profeta*[2] ha vietato la vendita con il getto della pietra e la transazione indefinita» ( khabar ), «Il Profeta* ha vietato [di vendere] l’uva prima che sia matura (nera) e il grano prima che maturi» ( khabar ); ... - la costituzione di un monopolio e qualsiasi concorrenza sleale... - l’usura e qualsiasi altro profitto che sfrutta la situazione di altrui svantaggio... - la pubblicità mendace e ingannatrice...


7) Il rispetto dei superiori interessi della Comunità islamica e la fedeltà ai valori dell’Islam costituiscono la sola limitazione possibile all’attività economica della società musulmana.


Quindi non è un diritto economico il prestito di denaro remunerato da un tasso di interesse, così come la vendita di un bene non ancora definito, come i futures.


Per quanto riguarda il rapporto tra i sessi, troviamo:

Art. 19 - Il diritto di fondare una famiglia


1) Il matrimonio, nel quadro islamico, è un diritto riconosciuto a ogni essere umano. È la via che la Legge islamica ha riconosciuto legittima per fondare una famiglia, assicurarsi una discendenza e conservarsi casti... Ognuno degli sposi ha dei diritti e dei doveri nei confronti dell’altro che la legge islamica ha definito con esattezza: «Le donne hanno dei diritti pari ai loro obblighi, secondo le buone convenienze. E gli uomini hanno tuttavia una certa supremazia su di loro» (Cor., II:228). Il padre deve provvedere all’educazione dei figli, da un punto di vista fisico, morale e religioso, in conformità alla fede e alla sua Legge religiosa. Egli ha la responsabilità di scegliere la direzione che vuole dare alla loro vita: «Ognuno di voi è un pastore; ognuno di voi è responsabile del suo gregge» ...

dove si vede anche come solo al padre spetti il diritto di guidare i figli verso le loro scelte di vita ed, essendone responsabile, di metterle anche in discussione; inoltre la donna viene subordinata all'uomo de iure "secondo le buone convenienze".




 Considerazioni e annotazioni a margine 



Va comunque notato come questa analisi, basata sul confronto tra i due testi, non esime il lettore dall'obbligo morale di dare una sua propria personale interpretazione e valutazione basata su una attenta e rigorosa lettura dei due testi.

Varrà anche la pena ricordare che il termine ḥadīth si riferisce alla tradizioni riconosciute valide dalla giurisprudenza e dalla teologia islamica e che costituiscono, raccolte nella Sunna, parte integrante - per quanto sottoposte alla primazia del Corano - della Sharīa, ossia la Legge religiosa cui si riferisce il testo suesposto. Il khabar invece è una "notizia" o "informazione" storica, rilevante ma non giuridicamente cogente come la Sharīa.


 La dichiarazione dei diritti fatta dall'ONU (60 anni fa)


La dichiarazione islamica (1981)


 

Tolleranza Zoro

PER SORRIDERE UN PO'



http://www.youtube.com/watch?v=RDC9Hm6fOl4

martedì 9 dicembre 2008

La Procura di Salerno

Da mesi la procura di Salerno


 stava chiedendo a quella di Catanzaro la copia degli atti delle indagini Why Not sulla quale si stava, appunto, indagando per verificarne l'eventuale insabbiamento.

Una volta l'hanno chiesta, due volte, tre, quattro... sette volte la procura di Catanzaro rifiuta a quella di Salerno l'invio delle copie di questa indagine.

Ecco perché l'altro giorno c'è stato il blitz: perché quelli di Salerno, che ormai aspettavano da quasi un anno quegli atti e se li vedevano negare illegalmente - non puoi rifiutarti di esibire un atto che un magistrato competente ti chiede - sono andati a prenderseli.



Non c'è una guerra fra due cattivi: c'è un atto legittimo e doveroso della procura di Salerno al quale si risponde con atti abusivi e abnormi da parte di quella di Catanzaro.

E' questa che viene definita la guerra fra procure, perché bisogna fare pari e patta.




Quindi, chi pensava di archiviare il caso De Magistris e quello collegato della Forleo, adesso è di nuovo preoccupato perché cacciati i due magistrati, la verità sta tornando fuori più prepotente che mai.

Per chi la vuole conoscere fino in fondo suggerisco, per Natale, dei libri: Roba Nostra di Carlo Vulpio, pubblicato da Il Saggiatore; Il caso De Magistris, di Antonio Massari pubblicato da Aliberti; Il caso Forleo, sempre di Antonio Massari pubblicato sempre da Aliberti.

Poi c'è il nostro vecchio Toghe Rotte di Bruno Tinti, che spiega i meccanismi, e c'è il nostro Mani Sporche dove c'è l'inizio del caso De Magistris. Poi tutti gli sviluppi li trovate in un libro che sta per uscire, Per chi suona la banana, pubblicato per Garzanti, che raccoglie gli articoli che ho dedicato anche a questi casi sull'Unità.

Vi saluto e come al solito, dopo la lettura, passate parola!"




Marco Travaglio qui.


 A margine


Ma la Calabria è la Calabria. A volte è anche invisibile. Sono 80 mila i pazienti fantasma - per lo più emigrati e morti da decenni - che erano iscritti regolarmente negli elenchi dell’assistenza sanitaria regionale. A volte è anche imprevedibile. Fra gli indagati in una vicenda di Sanità c’è anche il governatore Loiero, abuso di ufficio e turbata libertà degli incanti per un’ingarbugliata aggiudicazione di forniture elettromedicali. A volte è indegna. In tanti rubano e in tanti fanno rubare. Ma mai c’era stato un monsignore che si era arricchito sulla pelle di poveretti che erano fuori di testa, 363 degenti di una casa di cura che don Alfredo Luberto faceva vivere con la scabbia addosso e nel lerciume dei padiglioni della casa di cura "Papa Giovanni". Raccattava anche lui soldi all’assessorato alla Sanità ma non li portava mai nella clinica che la Curia gli aveva affidato sulle Serre, alle spalle di Cosenza.


Si comprava quadri il monsignore, si arredava l’appartamento con mobili di lusso, aveva acquistato dodici automobili e riempito i suoi conti correnti. Don Alfredo era diventato milionario con la Sanità.


* la Repubblica, 2 febbraio 2008.



 "È ora che il Sud si liberi dei don Rodrigo e dei suoi bravi"

(Clementina Forleo)

Un eroe civile


http://it.youtube.com/watch?v=N5UXmmDCRVE


Collante di tutto questo sono i poteri occulti.

C'è una gestione occulta all'interno delle istituzioni che governa le istituzioni stesse.


 

sabato 6 dicembre 2008

Essere non essere:mobilitarsi per salvare la civiltà


L’aumento della popolazione, che contribuisce ai problemi elencati finora, ha anch’esso il suo punto di non ritorno. Molti paesi si sono sviluppati economicamente in maniera sufficiente da poter ridurre drasticamente la mortalità, ma non abbastanza per contenere la fertilità. Questi paesi si trovano pertanto prigionieri in una trappola demografica: la rapida crescita della popolazione è causa di povertà e la povertà porta come conseguenza l’aumento delle nascite. In tale situazione prima o poi queste nazioni andranno in crisi. O troveranno il modo per interrompere questo circolo vizioso o crolleranno. Negli ultimi decenni, il mondo ha accumulato un numero crescente di problemi irrisolti. Per le tensioni che ne conseguono, i governi più deboli stanno cominciando a cedere, avviandosi a entrare nel novero di quelli comunemente definiti come paesi in via di regresso. I paesi in via di regresso sono il primo segno di una civiltà in declino. Le nazioni in cima alla lunga lista degli stati in decadenza non sono una sorpresa: comprendono l’Iraq, il Sudan, la Somalia, il Ciad, l’Afghanistan, la Repubblica Democratica del Congo e Haiti. La lista si allunga ogni anno e comporta una domanda inquietante: quante nazioni crolleranno prima che fallisca la civiltà stessa? Nessuno conosce la risposta, ma è una domanda che dobbiamo porci.12


La fonte


Ci troviamo di fronte a una sfida straordinaria, ma c’è da essere ottimisti. Tutti i problemi che dobbiamo affrontare possono essere risolti con le tecnologie esistenti. E quasi tutto ciò che è possibile fare per spostare l’economia mondiale verso un percorso sostenibile è già stato fatto in uno o più paesi. Gli interventi del Piano B prevedono l’utilizzo di tecnologie alternative già presenti sul mercato. Sul fronte energetico, per esempio, un avanzato impianto di turbine eoliche può produrre tanta energia quanto un pozzo petrolifero. Alcuni ingegneri giapponesi hanno ideato un frigorifero che utilizza solo un ottavo di elettricità rispetto a quelli in commercio fino a un decennio fa, ed esistono automobili ibride a benzina ed elettriche che sono due volte più efficienti della media delle vetture.62


Molti paesi stanno portando esempi concreti di applicazione del Piano B. La Danimarca, per esempio, oggi produce il 20% della sua elettricità dal vento e ha pianificato di alzare questa percentuale fino al 50%. Circa 60 milioni di europei oggi ricevono l’energia elettrica domestica da centrali eoliche. Entro la fine del 2007, circa 40 milioni di abitazioni cinesi verranno munite di sistemi solari termici per il riscaldamento dell’acqua a uso domestico. In Islanda quasi il 90% delle abitazioni sono scaldate con energia geotermica. Così facendo, questo paese ha quasi eliminato l’uso del carbone per il riscaldamento.63


Per quanto riguarda il cibo, l’India, impiegando come modello la produzione casearia in piccola scala, che utilizza come fonte alimentare quasi esclusivamente residui di colture, ha più che quadruplicato la sua produzione di latte dal 1970, superando gli Stati Uniti come leader mondiale del settore. Il valore della produzione lattiero-casearia in India oggi supera quello dei raccolti di riso.64


Un avanzato sistema di allevamento del pesce in Cina, centrato sulla poli-coltura della carpa, ne ha fatto il primo paese dove la quantità di pesce allevato supera quella del pescato. Infatti i 32 milioni di tonnellate pro-dotte dall’itticoltura cinese nel 2005, rappresentano circa un terzo del pesce oceanico pescato in tutto il mondo.65

La fonte


Da beppe Grillo



giovedì 4 dicembre 2008

Regime mediatico

Coraggio, ragazzi


http://www.pandoratv.it/index.php

Toni Comello

E' rientrato in grembo all'Universo un anno fa


Firenze, ospedale di S.Maria Nuova, ore 23,50 del 5 dicembre 2007.




La lettera autografa (chiedigliela cliccandolo amichevolmente col mouse)


Gli avevo scritto, per tramite di Francesco Bellone - Franz - per chiedergli il testo della prolusione storica da lui fatta al circolo Arci di via Maccari, qui all'Isolotto, al memento della presentazione di Introcque, protagonisti i diavoli di Malebolge del canto XXI dell'Inferno. Mi aveva impressionato la sua storia d'Europa raccontata in 20 minuti: pennellate d'artista di un grafico leonardesco. ( Ho fatto lezione di storia per trent'anni a studenti di 15-18 anni). Un'emozione.  Vedi in Nota di fondo quanto scrissi allora.

In una lettera successiva (2 novembre 2006) mi ringrazia dell'invio del fascicolo "Ivi è Romena" e della sua riduzione teatrale "Processo a Dante" con queste parole: Che bello, lo leggo. comincio a scorrere. riconosco e mi riconosco. Ne parleremo. Se ne può fare un'azione teatrale in città e in Casentino. (a Poppi fui con l'Antigone di Alfieri, nel 67!!!!!! nel cortile del castello dei conti Guidi, mentore Bruno Migliorini, veneto fiorentinizzato come me, e che aveva una casa in Avena, con l'accento sulla A iniziale, ci teneva).




Lettera di Toni

18 gennaio 2006 V dallo Sfàchelos


Caro Cipriani,

sono a Milano (per un po').

Franz mi ha segnalato il tuo scritto - tutto bello - troppo - ma bellissimo là dove tu dici che il mio lavoro invoglia a "resistere", a continuare la lotta. non è politica, non è ideologia, non è programma (cioè:sempre, sì!) ma è vitalità. - manca,  in questi anni, in questa Italia, in questa Europa, la forza vitale- vecchi - vecchi!

mi hanno detto all'Isolotto: "il più giovane sei tu!" e ho 80 anni -  mi dicono (a Milano, a Torino, a Roma, i miei gruppi fanno centinaia di repliche delle  "Favole della Realtà" che sono le lezioni-spettacolo del  Trebbo) mi dicono: "grazie, ci dai fiducia" - questo che conta! e allora, bene- la mia prolusione (o spatagiata, come la chiamo) così come l'hai sentita non l'ho in iscritto. scritta, te la manderò - intanto ti mando qualcosa di Dante, "Introcque", "Ulisse", e un saggio delle mie traduzioni di Omero-

ho finito - no. forse non sai che a Firenze sta nascendo l'associazione "Passo d'Arno" (inferno XIII 156) per dare spettacoli (secchi, spogli, forti, come all'Isolotto) danteschi, la mattina per le Scuole, la sera per il pubblico adulto (soprattutto stranieri: vedono Giotto? Vedono e ascoltano Dante!) - credo nel Palagio di Parte Guelfa (io abito a 20 metri in Via delle Terme al 9)-

la cosa è sostenuta da Ole Mayer, Charles Adler, Venesse Hall, e altri , "fiorentini" di lontane parti- fra i più sensibili, a palazzo Vecchio, è Eugenio Giani, assessore (è lui che ha sollecitato i Centri Culturali Sranieri a fargli proposte)- Franz ti telefonerà - e a Quercioli- intanto di dò il suo numero,,,siamo in contatto continuo-

Un caro saluto, e facciamo.

Toni Comello


Così l'ho ricordato un anno fa.


Nota di fondo


Venerdi 13 bella serata al Circolo di Via Maccari con la Compagnia teatrale “Il Trebbo” (trivio, luogo di incontro tra il poeta, l’attore, lo spettatore). Ed è risultato vero. Mi son trovato perfettamente a mio agio con Dante poeta e Toni attore, io spettatore plurale presente nella sala del Circolo “Pampaloni”, abbracciato al poeta e all’attore nel ballo finale liberatorio che sanciva il superamento della quinta bolgia piena della pece vischiosa della corruzione che sempre minaccia di seppellirmi in quel gran calderone del mondo pieno, oggi come allora, di “ruffian, baratti e simile lordura”. Dante ha ridato – a me spettatore plurale - la spinta per superare le paure, affrontare la lotta, col lume della ragione impersonata da Virgilio, in modo da venir fuori da questa drammatica disperante attuale situazione politica.


Toni Comello è parso rappresentare molto bene quel fascino del palcoscenico fra arte, cultura e un po’ di mistero che per me amante del cinema in bianco e nero aveva a suo modo rappresentato, certo in una veste meno colta e sapiente, ma sempre molto seducente, il caratterista Aldo Silvani, vecchio attore felliniano e di quanti hanno messo in scena ambienti di teatro. Ma Toni Comello non è un semplice attore caratterista, è un grande intellettuale che t’incanta con una rievocazione storica delle vicende d’Italia e del mondo da lasciarti per mezz’ora a bocca aperta e occhi spalancati. Almeno così è successo a tutti i presenti.

 

 Finita la rievocazione mimata della storia d’Europa nel momento in cui essa vede la fine del sistema feudale basato sulle “stelle fisse” dell’Impero e del Papato per iniziare l’avventura dei liberi Comuni, si trasforma – con un naturalissimo trapasso in dissolvenza – da storico a capocomico e guida la schiera degli attori in un’avventura che presto coinvolge tutti i presenti in una euforia di partecipazione che li fa sentire davvero “triplicati” ciascuno nella triplice veste di poeta, attore e spettatore, visivamente fissata dal ballo finale: il poeta rappresentato dalla musica, attori e spettatori tutti i presenti mescolati nella danza liberatoria.Il teatro classico che divide il palco dalla platea qui è scomparso, anzi non è mai apparso: fin dall’inizio gli attori ci avevano chiesto un posto sulle sedie accanto a noi…Tutti al lavoro, tutti partecipi in questo grande “arzanà dei veneziani”.


Il pezzo l'ho Ritrovato qui  


5 foto delle mie


Il post vuole essere anche una risposta a Franz che scrive:


Cari amici e cari soci,

vi ricordo che venerdì 5 dicembre alle ore 21 presso il Trebbo, via de amicis 17 Milano, si terrà

una serata in ricordo di Toni Comello.

Sarà una bella occasione per rivederci ed incontrare i tanti amici di toni sparsi per tutta Italia.

A presto


Francesco ' Franz' Bellone


Un abbraccio a tutti. Consideratemi presente. Urbano.

mercoledì 3 dicembre 2008

Il ponte sullo Stretto

          




 


Parla il presidente del comitato tecnico-scientifico per la verifica della fattibilità del Ponte sullo stretto, ing. Calzona.  La Repubblica, 29 novembre 2008


L'uomo è fallibile.

"In Danimarca il ponte sullo Storebelt ha patìto il fenomeno del cosiddetto galopping. Il nastro d'asfalto si è andato deformando, tecnicamente è una deformazione ortogonale alla direzione del vento".


Su e giù, come fosse un grosso serpente.

"Esattamente così. Una deformazione, dovuta al fluido dinamico che impone di bloccare per motivi di sicurezza il passaggio di cose e persone. Ma il ponte si realizza proprio per permettere il transito ininterrotto".


Se soffia il vento a Scilla, ponte chiuso.

"Anche cento giorni all'anno".


Trovato qui.


 la campata del ponte danese è lunga 1400 metri contro gli oltre 3000 del nostro. Inoltre, la zona dello Stretto di Messina è soggetta a venti più tesi nella direzione perpendicolare al manufatto per più tempo l’anno.


Proprio questo mese ricorre il centesimo anniversario del grande terremoto che azzerò Reggio, Messina e moltissimi comuni limitrofi.

... non so quanti ricorderanno in queste occasioni che un evento del genere nella zona è successo dai tempi di Erodoto mediamente ogni cent’anni, e quindi quasi ci siamo… Chi sa, ad esempio, che Reggio ha avuto fino al cinquecento un quartiere portuale a mare specularmene simile a quello di Messina, sprofondato in mare per un sisma? E che quasi sempre da queste parti il terremoto catastrofico ricorrente è stato accompagnato da un maremoto, che nel 1908 è stato responsabile della maggior parte delle centinaia di migliaia di morti? E cosa succederebbe, in tal caso, ai promontori artificiali o ai piloni in acqua di un eventuale ponte a campata accorciata?


Siamo in crisi, o no? E risparmiamoli, questi soldi! Usiamoli davvero per rilanciare l’economia reale, per ricreare una classe media nel Paese, per creare nel Sud infrastrutture che servono, per realizzare finalmente le tanto auspicate autostrade del mare. Lasciamo il Ponte sullo Stretto dove deve stare: nel cassetto delle idee sbagliate della Storia, nel dimenticatoio.


Giancarlo Fornari su Contrappunti


Qui trovi delle belle foto illustrative con un commento interessante.


Divagazione letteraria


Scilla e Cariddi erano due  mostri marini, sullo Stretto di Messina e mentre Cariddi (da Messina) ingoiava e rigettava tre volte al giorno l'acqua del mare creando dei giganteschi vortici, Scilla (da Reggio) attentava alla vita dei naviganti con le sue orrende fauci.


“Il fianco destro di Scilla, il sinistro Cariddi implacabile

 tiene, e nel profondo baratro tre volte risucchia l’acqua,

 che a precipizio sprofondano, e ancora nell’aria

con moto alternale scaglia, frusta le stelle con l’onda"

 

Dextrum Scylla latus, laevum implacata Charybdis

obsidet, atque imo barathri ter gurgite uastos

sorbet in abruptum fluctus rursusque sub auras

erigit alternos, et sidera verberat unda.


(Virgilio Eneide III 420-23)


Ma non sembrerebbe:


martedì 2 dicembre 2008

De hominis dignitate


Cari amici, il sen. Ignazio Marino ha lanciato un appello pubblico per il diritto alla libertà di cura.  L'iniziativa nasce dalla preoccupazione che la legge in corso di esame possa rendere obbligatoria l'idratazione e l'alimentazione artificiale, come vorrebbe la maggioranza del centrodestra e la maggioranza della Chiesa cattolica. Alcune importanti personalità l'hanno già sottoscritto, e fra esse i ns. soci onorari Corrado Augias e Stefano Rodotà. Invitiamo tutti i nostri soci e simpatizzanti a firmare l'appello tramite il sito:   www.appellotestamentobiologico.it.


Dalla segreteria di Libera Uscita.

 

NB. Ho appena firmatoFirma anche tu.



Buona giornata a tutti. Anche a te, caro Indro, cenere non muto in quel di Fucecchio.


Un bicchier d'acqua fresca (per rifarsi un po' la bocca:)


De hominis dignitate (Pico della Mirandola)


§ 5. Il discorso di Dio all'uomo


17. Stabilì infine l'attimo artefice che a colui cui non si poteva dare nulla di proprio fosse comune quanto apparteneva ai singoli13.


18. Prese perciò l'uomo, opera dall'immagine non definita14, e postolo nel mezzo del mondo15 così gli parlò: «Non ti abbiamo dato, o Adamo, una dimora certa, né un sembiante proprio, né una prerogativa peculiare affinché avessi e possedessi come desideri e come senti la dimora, il sembiante, le prerogative che tu da te stesso avrai scelto.


19.La natura agli altri esseri, una volta definita, è costretta entro le leggi da noi dettate.


20. Nel tuo caso sarai tu, non costretto da alcuna limitazione, secondo il tuo arbitrio, nella cui mano ti ho posto, a decidere su di essa.


21. Ti ho posto in mezzo al mondo, perché di qui potessi più facilmente guardare attorno a quanto è nel mondo.


22. Non ti abbiamo fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale16, perché come libero, straordinario plasmatore e scultore di te stesso, tu ti possa foggiare da te stesso nella forma che avrai preferito.


23. Potrai degenerare nei esseri inferiori, che sono i bruti; potrai rigenerarti, secondo la tua decisione, negli esseri superiori, che sono divini».


Oratio de hominis dignitate

§ 5.

17. Statuit tandem optimus artifex, ut cui dari nihil proprium poteratr commune esset quicquid privatum singulis fuerat.

18. Igitur hominem accepit indiscretae opus imaginis9 atque in mundi positum meditullio10 sic est alloquutus: «Nec certam sedem, nec propriam faciem, nec munus ullum peculiare tibi dedimus, o Adam, ut quam sedem, quam faciem, quae munera tute optaveris, ea, pro voto, pro tua sententia, habeas et possideas.

19. Definita caeteris natura intra praescriptas a nobis leges cohercetur.

20. Tu, nullis angustiis cohercitus, pro tuo arbitrio, in cuius manu te posui, tibi illam prefinies.

21. Medium tes mundi posui, ut circumspiceres inde commodius quidquid est in mundo.

22. Nec te celestem neque terrenum, neque mortalem neque immortalem fecimus, ut tui ipsius quasi arbitrarius honorariusquet 11 plastes in quam [132v] malueris tute formamu effingas.

23. Poteris in inferiora quae sunt brutav degenerare; poteris in superiora quae sunt divina ex tui animi sententia regenerari».


Giovanni Pico della Mirandola nacque da famiglia principesca nel castello dei signori di Mirandola e Concordia.  (Mirandola24 febbraio 1463 – Firenze17 novembre 1494).  31 anni soltanto!


Se vuoi aggiungere un tuffo in piscina (per rinfrancare l'anima):



http://www.brown.edu/Departments/Italian_Studies/pico/


lunedì 1 dicembre 2008

Sudario di conformismo e di menzogne


"Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a Emilio Fede. L'abbiamo sempre dipinto come un leccapiedi, anzi come l'archetipo di questa giullaresca fauna, con l'aggravante del gaudio.

Spesso i leccapiedi, dopo aver leccato, e quando il padrone non li vede, fanno la faccia schifata e diventano malmostosi. Fede, no.

Assolta la bisogna, ne sorride e se ne estasia, da oco giulivo. Ma temo che di qui a un po' dovremo ricrederci sul suo conto, rimpiangere i suoi interventi e additarli a modello di obiettività e di moderazione.

Ce lo fanno presagire certe trasmissioni radiofoniche e televisive (...) della Rai che non ha nemmeno aspettato l'insediamento dei nuovi boss per adeguarsi al clima di `tutto va bene, madama la Marchesa'. - l'ottimismo di cui parla il Cavaliere - Di cui essi devono essersi fatti garanti".

"Oggi, per instaurare un regime, non c'è più bisogno di una marcia su Roma né di un incendio del Reichstag, né di un golpe sul palazzo d'Inverno.

Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrana e irresistibile, la televisione. (...)

Non ci meraviglieremmo se nella corsa alla piaggeria i nuovi officianti della Rai batteranno quelli della Fininvest: come sempre i conversi superano, nello zelo, i veterani.

Ma quale che sia l'esito di questo confronto, è scontato il risultato: il sudario di conformismo e di menzogne che, senza bisogno di ricorso a leggi speciali, calerà su questo Paese riducendolo sempre più a una telenovela di borgatari e avviandolo a un risveglio in cui siamo ben contenti di sapere che non faremo in tempo a trovarci coinvolti".

 Indro Montanelli 11 ottobre 1994

Trovato qui


Ornella ti chiedo scusa: saranno le giornate grige che si susseguono una dopo l'altra, un po' il passare degli anni, un po' l'ozio del pensionante che ti costringe a pensare e riflettere con più agio sulle umane sorti magnifiche e progressive, sul significato del nostro vivere e operare...sta di fatto che oggi mi sento addosso un po' di spleen baudelairiano  e allora ecco che ti ho fatto leggere la profezia del nostro amico di Fucecchio. Lui non ce l'ha fatta, noi sì, a fare in tempo a vederla realizzata la telenovela borgatara.

 Nota di alleggerimento.




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In questi giorni cade la pioggia e la neve ed è un gran bene ( chiedo scusa: non avevo ancora visto la situazione di Venezia). Cadono anche tanti alberi, dice il Tg toscano stasera 1 dicembre 2008.  Il viale dei bambini è pieno di foglie e scivoloso. Ieri notte, verso le 4, è caduto il grande olmo che stava qui a quattro metri dallo studio in cui scrivo: alto una ventina di metri, potato sempre in larghezza, lasciato altissimo, è finalmente caduto come la quercia del Carducci: un gran botto, una Hundai schiacciata, il tetto a me di fronte accarezzato in un cornicione.  Poteva andare peggio. Ce l'ho qui sotto e la gente passa, si ferma, commenta. Ho filmato il lavoro dei pompieri - sia gloria a questo corpo  che serve la patria senza sparare -.


Ho scritto che è caduto "finalmente" perché era troppo vicino, troppo grande e con i fiorellini che gli olmi fanno a primavera prima delle foglie e che lasciano cadere a mille a mille inquinava (intasava) le tegole del tetto. Paola naturalmente è triste perché è morta una creatura.  Un lettore meno assiduo che passa di qui si meraviglierà di leggere in un blog così serio l'indifferenza per la caduta di un albero. Non è così. Anche alle Cascine trovi tanti alberi tagliati via via per la naturale rotazione. Dice che siano tutti monitorati gli alberi di cui è pieno l'Isolotto vecchio in cui noi abbiamo la fortuna di vivere e operare; ma questo era sfuggito alla giusta diagnosi. Sta di fatto che nel mio studio al terzo p. e nel salotto al secondo è raddoppiata la luce, per cui posso scrivere:


dov'era l'olmo

or sé la luce spande.


Non ogni male viene per nuocere.

Ma mediaset sì. E la RAI ni.

martedì 25 novembre 2008

Rita Levi Montalcini

La clessidra della vita




Clicca la foto per leggere la scheda


Apri su Che tempo che fa e rivedi l'intervista.



Indice:

Durata: 26'



13' e 30'':  l'uomo non è cattivo, è gregario...

15' :la mente dell'uomo e il computer, (internet...quantico);

19' : il testamento biologico;

21' e 39'': la vita e la morte;

22' e 30'': la prima donna bigliettaia;

24' e 40'': diritti e doveri, anzi: doveri e diritti.



Dalla stampa:


Roma, 22 nov. (Apcom) - Il testamento biologico è una cosa eccellente". Lo dice la senatrice a vita Rita Levi Montalcini, ospite a 'Che tempo che fa' su Raitre.


"Sono a favore del testamento biologico - afferma - se fatto quando si ha capacità di intendere e di volere è giusto chiedere di mettere fine ad una vita che non ha più senso per dolore o per mancanza capacità cognitive. E' una eccellente cosa che deve essere permessa".


"Ognuno ha il diritto di parlare della propria vita - precisa Rita Levi Montalcini - non degli altri, non abbiamo diritto di parlare degli altri".


Grazie a Gergiamada per la segnalazione


 

Tzitzu Sanna



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Un iscanesu in Medio Oriente: così viene presentato Francesco Sanna, nativo di Scano Montiferro (Oristano). 

Un iscanesu  in Medio Oriente: Francesco Sanna est bistadu tantos annos in giru peri su mundu, e unu pagu da tottue nd'at bogadu ispirazione po sa poesia sua, semper perfetta de istile e carriga de argumentos profundos chi faghen pensare. Sa sua est una poesia universale, chi superat sas costas de s'Isula nostra in chilca de unu confrontu cun sas atteras culturas de su mundu.

...tanti anni in giro per il mondo, un po' ovunque, per trarre ispirazione ai suoi esercizi spirituali in forma di sonetto o di ottava, cercando perfezione di stile e profondità di argomenti, fascinato da una poesia universale che attraversa tutte le culture e ne valorizza il senso.     Alcuni dei componimenti riportati in questa pagina ci sono stati inviati via email dal paese del Medio Oriente dove Tzitzu risiede attualmente. Altri li trascriviamo per gentile concessione dell'autore e del curatore del sito,

Gianfranco De Rosa
 
SU TEMPUS
Caru frade no t'apo immentrigadu
ma su Tempus, tue puru za l'as biu,
mo lu sun dande como a mindighiu
chi mancu l'amos tentu e ch'est boladu.

Ca s'Ispatziu chi est male incarabadu
in dogni domo anzena faghet niu,
e Cronos chi fuit semper bagadiu
como invece in tott'ue est allogadu.

E gai custu progressu materiale
mo che furat sas oras de reposu
destruinde s'afetu familiare:

ischimos novas in "tempus reale"
da dogni logu, ma fattu curiosu,
cun sos de domo no ischimos faeddare.
  
IL TEMPO
Caro fratello non t’ho dimenticato
ma il tempo, anche tu lo stai notando,
a fatica lo stiamo mendicando
e appena l’otteniamo è già volato.

E’ lo Spazio, vieppiù male-educato,   
che dappertutto ormai sta penetrando  
e Cronos ch’era libero vagando
ora invece dovunque è già occupato.

Così questo progresso materiale
ci ruba anche le ore del riposo
distruggendo l’affetto familiare:

sappiamo “news” in tempo reale
da ogni dove ma, fatto curioso,
coi familiari non sappiamo parlare..

    Tzitzu  (Francesco) Sanna


Se conosci il sardo leggi le altre sue poesie qui.

L'ho conosciuto, per telefono, in maniera virtuale, nel viaggio in Siria, presentatomi dalla nostra guida Abdel Nasser. Galeotto il mio libretto "Dante in Casentino". Per email, al ritorno a Firenze, mi scrive che lui è stato sette anni in Casentino, a Papiano, allevando 50 capre, 10 maiali, due cavalli, in località Terricola, a due passi dalla chiesetta di Montalto, sosta obbligata delle  macchine di coloro che vogliono salire sul Falterona, al laghetto degli idoli (etrusco), alle sorgenti dell'Arno, alla cime del Monte Falco...

Per il caso che domina la nostra vita, o per i disegni di Allah come lui sostiene, dopo 15 giorni ci siamo trovati a passeggiare sul lungarno dell'Isolotto, come da foto.

Mi racconta che in Casentino, 20 anni fa, ebbe l'illuminazione che lo portò in Madagascar, Spagna, Eritrea, Giordania, Siria (è difficile seguirlo quando descrive le sue peregrinazioni). Adesso è in Italia, con amici siriani e sta cercando l'ennesima combinazione per continuare la sua vita laboriosa ed errabonda. Sa far di tutto, perfetta macchina da agriturismo natura pura.

L'emozione d'averlo ricondotto, domenica scorsa 23 novembre - una splendida giornata di sole -  fino a Terricola, una casa bellissima ancora in piedi, ma predestinata a veloce deperimento, tutta rifatta da capo a piedi da lui giovane trentenne (qui c'era la fonte, bellissima, in pietra, ma dov'è...se la sono portata via, qui il seccatoio per le castagne, guarda questo pavimento in pietra, il mio capolavoro, hanno tolto la canna fumaria della stufa senza tappare il buco sul tetto, andrà tutto in demolizione...), qui la stalla dove ho dormito a volte per assistere la scrofa o capra gravida... E questo il panorama da lassù.

Caro Tzitzu, lo so che consideri ultimativa ogni tappa della tua vita e che a Papiano non vorrai tornare, ma forse un libretto di memorie potresti anche scriverlo...Magari un libro di ricette o indicazioni su come si fa un pane come quello che ci hai fatto sabato 22 scorso col forno di cucina o sui formaggi e latticini, senza snobbare le pizze, la differenza tra il latte delle pecore e capre siriane e quelle di Terricola ...

Ma a te piace insistere sulle questioni esoteriche, sul quarto significato della Divina Commedia, e Dante che era un affiliato di alto grado dei Templari...e S.Bernardo nel Paradiso...

Sto leggendo il libretto che mi hai voluto regalare:René Guénon, L'Esoterismo di Dante, Adelphi ed. 2006, quarta ed.

Scheda del libro.



Buona fortuna, Insciallà, amico mio.

PS.  Poesia di Tzitzu con traduzione fatta da lui.

«Ahi, anime ingannate e fatte empie,

che da sí fatto ben torcete i cori,

drizzando in vanitá le vostre tempie!» 

( Dante,  Par. IX,, 10-12 )

Suttumissione

I

In su nomen 'e Deus Onnipotente

chi dominat sos mundos Maestosu…

sa laude a su Clemente e a su Grassiosu

Soberanu 'e Zudissiu Universale.

Adoramos a Tie unicamente,

siat grassias po Ti render in su gosu,

siat cando in sa traschìa, Generosu

cunfortu mos aporris a ogni male.

Sottomissione

Nel nome d’Iddio, l’Onnipotente,

che Maestoso domina sui mondi…

Lode al Clemente e Misericordioso

Sovrano del Giudizio Universale.

E’ Te che adoriamo unicamente,

sia per renderTi grazie nella gioia,

sia quando nel bisogno Generoso,

per tutti i mali a noi doni conforto.


Ghíamos in sa ficcada zenitale,

sa chi as mustradu a cussos bene-itos…

e no a sos miscredentes derelittos

castigados da Furias infernales,

ne a cuddos baddinosos ignorantes

ch'in fattu a dogni ‘entu sun’ errantes.

Guidaci nel sentiero zenitale…

quello che Tu hai mostrato ai benedetti,

e non ai miscredenti, abbandonati

ai castighi delle Furie infernali,

e neanche a quegli stupidi ignoranti

che dietro a tutti i venti vanno erranti.



II

Sos astros faghen tottu ballu tundu

e in chelu a su Criadore cantan gloria…

Ma s'omine “modernu”, prenu 'e boria,

frantu si ch'est da s'amorosa dansa.

“O Mere chi gruvenas custu mundu,

torramos de Babele sa memoria

ca galu ripitinde s'est s'istoria

de s'umana superbia e i s'arrogansa.

II

Gli astri tutti fanno il girotondo

e nel ciel del Creator cantan la gloria,

solo l’uomo “moderno” pien di boria

ha abbandonato l’amorosa danza.

“Signore che governi questo mondo,

ridacci di Babele la memoria

ché ripetendo si sta ancor la storia

dell'umana superbia ed arroganza.


Mandamos, o Amorosu, cudda Fiansa

ch'aiat prommissu chi deviat torrare

po che finire su carrasegare

e mos chirrare da sa mala criansa:

da cuddos chi, asservidos a passiones,

si glorian d'esser liberas pessones!”

Mandaci, o Amoroso, quella Guida

che aveva promesso di tornare

per metter fine a questo carnevale

e separarci dalla ‘mala creanza’:

da quelli che, asserviti alla passione,

si glorian d’esser libere persone."

III

Dae ora amos lassadu sa carrela,

chi a faltzas libertades est chimera,

e in betza abbandonada caminera

sas arrastas antigas pressighimos.

Cumpresu amos s'errore de sa mela,

e po torrare a Libertade vera

mos semus suttumissos, de manera

chi volontade 'e Deus ebia faghimos.

III

Da tempo le piazze abbiam lasciato,

che di false libertà sono chimera,

e in un vecchio sentiero abbandonato

antiche tracce andiamo seguitando.

Capito abbiam l’errore della mela …

e per tornare a Libertà, la vera,

ci siamo sottomessi, in modo tale

che il voler di Dio solo seguiamo.

Ca giai da su momentu chi naschimos

semus che semenadu unu giardinu(1)

e custu - chi giamamos ‘su destinu’ -

prantare torra a nou no lu podimos:

ca pertenet a Deus cussu Podere,

nois semus solu giualzos... Issu est Mere.

Poiché gia dal momento che nasciamo

siamo come un giardino seminato(1)

e questo -che noi chiamiamo ‘destino’-

ripiantare di nuovo non possiamo:

perché a Dio appartiene quel Podere,

noi siamo gli operai…. e Lui il Padrone.

IV

Su puite poi divressa est sa sementza(2)

lu cumandat sa terra e s'istasione,

no sas maccas teorias d'evolutzione

a Natura contrarias e a Dottrinas.

Su chi mos at prantau sa Provvidentza

cultivare podimos cun resone,

ma it'ada a mezorare s'istrutzione

‘ue semene non b'ada ne’ raighinas ?

IV

La ragione per cui diversa è la semenza(2)

dipende dalla terra e la stagione,

non da stupide teorie d’evoluzione

contrarie sia a Natura che a Dottrine.

Cio che la Provvidenza ha seminato

coltivare ben possiamo con ragione,

ma che può migliorare l’istruzione

dove non ci son semi ne radici ?


Za est beru chi evolvidu s'est finas

chie innanti no cherian’ mancu a teraccu

ca oe, prus disonestu chi no maccu,

mos bendet primmu males poi meighinas.(3)

E no est sa zente ebbia, fintzas sas baccas

‘evolvinde’ si sun... chi paren’ maccas !

Vero è che tra gli altri si è “evoluto”

colui che non serviva neanche a servo,

ed oggi, disonesto più che stupido,

ci vende prima i mali e poi i rimedi.(3)

E non solo la gente… anche le vacche

evolvendo si stan che sembran pazze !



V

Laudau siat Deus a ogni torrada 'e alientu

gloriadu a dogni fremitu de core,

de ogni cosa est s'Immobile Motore

su Printzipiu e su Fine de ogni motu.

Po Issu calat aba e pesat bentu,

da Issu amos sa lughe e i su calore,

cun Issu est comintzau su Primmu Amore,

a Issu calchi die torramos tottu.

V

Iddio sia lodato, ogni respiro,

glorificato ogni fremito del cuore,

d’ogni cosa è l’Immobile Motore

il Principio ed il Fine di ogni moto.

Per Lui cade l’acqua e s’alza il vento,

da Lui abbiam la luce ed il calore,

con Lui ha avuto inizio il Primo Amore

ed a Lui tutti un dì farem ritorno.



Ma sos chi a sa materia an fattu votu

e a Deus no l'ana crefidu adorare

sa die, a cale chirriu ana a furriare...?

Ogni chirriu lis ad' esser chirriu drotu.

Sos Chelos e sa Terra tottu umpare

sun solu isprumma in su Divinu Mare.

Ma coloro che, votati alla materia,

Iddio non han’ voluto adorare

quel dì, da che parte fuggiranno…?

Ogni posto sarà quello sbagliato.

I Cieli e la Terra tutti insieme

son solo schiuma nel Divino Mare.



            *   *   *

Chelos e Terra sun s'isprumma ebia

chi de s'eternu Mare 'e s'Aba santa

aizu mustran sas laras cando cantan

a gloria de sa Tua Sabiduria…

De fronte a tanta pasida Armonia

fintzas s'animu ruzzu si nd'ispantat

ca li 'enit naturale su pensare

chi si b'at un'isprumma... b'est su Mare.

I Cieli e la Terra son la schiuma

che dell’eterno Mare d’Acqua santa

mostran solo le labbra, quando cantan

per la gloria della Tua Saggezza…

Di fronte a tanta placida Armonia

anche l’animo rozzo si stupisce

e gli vien naturale di pensare

che se c’è una schiuma…c’è anche il mare.

_____________________________________

1)  Custu est su sensu de sas castas in sa traditzione indù.

2)  "Considerate la vostra semenza..."  ( Inf. 118 ).

3)  Gai faghen sos signores de sa chimica petrolica.

                    *   *   *

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1)  E’ questo il senso delle caste nella tradizione indù.

2)  "Considerate la vostra semenza..."   ( Inf. 118 ).

3)  Così  fanno i signori della chimica petrolica.

Altre poesie con testo italiano a fronte le trovi qui.