"Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a Emilio Fede. L'abbiamo sempre dipinto come un leccapiedi, anzi come l'archetipo di questa giullaresca fauna, con l'aggravante del gaudio.
Spesso i leccapiedi, dopo aver leccato, e quando il padrone non li vede, fanno la faccia schifata e diventano malmostosi. Fede, no.
Assolta la bisogna, ne sorride e se ne estasia, da oco giulivo. Ma temo che di qui a un po' dovremo ricrederci sul suo conto, rimpiangere i suoi interventi e additarli a modello di obiettività e di moderazione.
Ce lo fanno presagire certe trasmissioni radiofoniche e televisive (...) della Rai che non ha nemmeno aspettato l'insediamento dei nuovi boss per adeguarsi al clima di `tutto va bene, madama la Marchesa'. - l'ottimismo di cui parla il Cavaliere - Di cui essi devono essersi fatti garanti".
"Oggi, per instaurare un regime, non c'è più bisogno di una marcia su Roma né di un incendio del Reichstag, né di un golpe sul palazzo d'Inverno.
Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrana e irresistibile, la televisione. (...)
Non ci meraviglieremmo se nella corsa alla piaggeria i nuovi officianti della Rai batteranno quelli della Fininvest: come sempre i conversi superano, nello zelo, i veterani.
Ma quale che sia l'esito di questo confronto, è scontato il risultato: il sudario di conformismo e di menzogne che, senza bisogno di ricorso a leggi speciali, calerà su questo Paese riducendolo sempre più a una telenovela di borgatari e avviandolo a un risveglio in cui siamo ben contenti di sapere che non faremo in tempo a trovarci coinvolti".
Indro Montanelli 11 ottobre 1994
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Ornella ti chiedo scusa: saranno le giornate grige che si susseguono una dopo l'altra, un po' il passare degli anni, un po' l'ozio del pensionante che ti costringe a pensare e riflettere con più agio sulle umane sorti magnifiche e progressive, sul significato del nostro vivere e operare...sta di fatto che oggi mi sento addosso un po' di spleen baudelairiano e allora ecco che ti ho fatto leggere la profezia del nostro amico di Fucecchio. Lui non ce l'ha fatta, noi sì, a fare in tempo a vederla realizzata la telenovela borgatara.
Nota di alleggerimento.
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In questi giorni cade la pioggia e la neve ed è un gran bene ( chiedo scusa: non avevo ancora visto la situazione di Venezia). Cadono anche tanti alberi, dice il Tg toscano stasera 1 dicembre 2008. Il viale dei bambini è pieno di foglie e scivoloso. Ieri notte, verso le 4, è caduto il grande olmo che stava qui a quattro metri dallo studio in cui scrivo: alto una ventina di metri, potato sempre in larghezza, lasciato altissimo, è finalmente caduto come la quercia del Carducci: un gran botto, una Hundai schiacciata, il tetto a me di fronte accarezzato in un cornicione. Poteva andare peggio. Ce l'ho qui sotto e la gente passa, si ferma, commenta. Ho filmato il lavoro dei pompieri - sia gloria a questo corpo che serve la patria senza sparare -.
Ho scritto che è caduto "finalmente" perché era troppo vicino, troppo grande e con i fiorellini che gli olmi fanno a primavera prima delle foglie e che lasciano cadere a mille a mille inquinava (intasava) le tegole del tetto. Paola naturalmente è triste perché è morta una creatura. Un lettore meno assiduo che passa di qui si meraviglierà di leggere in un blog così serio l'indifferenza per la caduta di un albero. Non è così. Anche alle Cascine trovi tanti alberi tagliati via via per la naturale rotazione. Dice che siano tutti monitorati gli alberi di cui è pieno l'Isolotto vecchio in cui noi abbiamo la fortuna di vivere e operare; ma questo era sfuggito alla giusta diagnosi. Sta di fatto che nel mio studio al terzo p. e nel salotto al secondo è raddoppiata la luce, per cui posso scrivere:
dov'era l'olmo
or sé la luce spande.
Non ogni male viene per nuocere.
Ma mediaset sì. E la RAI ni.
Sono contenta di risentire la tua voce, anche se per il racconto della caduta dell'albero. Anch'io sarei triste perché è un essere vivente. Le ore con Paola sono passate cosìvelocemente... Ciao Orni
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