L’aumento della popolazione, che contribuisce ai problemi elencati finora, ha anch’esso il suo punto di non ritorno. Molti paesi si sono sviluppati economicamente in maniera sufficiente da poter ridurre drasticamente la mortalità, ma non abbastanza per contenere la fertilità. Questi paesi si trovano pertanto prigionieri in una trappola demografica: la rapida crescita della popolazione è causa di povertà e la povertà porta come conseguenza l’aumento delle nascite. In tale situazione prima o poi queste nazioni andranno in crisi. O troveranno il modo per interrompere questo circolo vizioso o crolleranno. Negli ultimi decenni, il mondo ha accumulato un numero crescente di problemi irrisolti. Per le tensioni che ne conseguono, i governi più deboli stanno cominciando a cedere, avviandosi a entrare nel novero di quelli comunemente definiti come paesi in via di regresso. I paesi in via di regresso sono il primo segno di una civiltà in declino. Le nazioni in cima alla lunga lista degli stati in decadenza non sono una sorpresa: comprendono l’Iraq, il Sudan, la Somalia, il Ciad, l’Afghanistan, la Repubblica Democratica del Congo e Haiti. La lista si allunga ogni anno e comporta una domanda inquietante: quante nazioni crolleranno prima che fallisca la civiltà stessa? Nessuno conosce la risposta, ma è una domanda che dobbiamo porci.12
Ci troviamo di fronte a una sfida straordinaria, ma c’è da essere ottimisti. Tutti i problemi che dobbiamo affrontare possono essere risolti con le tecnologie esistenti. E quasi tutto ciò che è possibile fare per spostare l’economia mondiale verso un percorso sostenibile è già stato fatto in uno o più paesi. Gli interventi del Piano B prevedono l’utilizzo di tecnologie alternative già presenti sul mercato. Sul fronte energetico, per esempio, un avanzato impianto di turbine eoliche può produrre tanta energia quanto un pozzo petrolifero. Alcuni ingegneri giapponesi hanno ideato un frigorifero che utilizza solo un ottavo di elettricità rispetto a quelli in commercio fino a un decennio fa, ed esistono automobili ibride a benzina ed elettriche che sono due volte più efficienti della media delle vetture.62
Molti paesi stanno portando esempi concreti di applicazione del Piano B. La Danimarca, per esempio, oggi produce il 20% della sua elettricità dal vento e ha pianificato di alzare questa percentuale fino al 50%. Circa 60 milioni di europei oggi ricevono l’energia elettrica domestica da centrali eoliche. Entro la fine del 2007, circa 40 milioni di abitazioni cinesi verranno munite di sistemi solari termici per il riscaldamento dell’acqua a uso domestico. In Islanda quasi il 90% delle abitazioni sono scaldate con energia geotermica. Così facendo, questo paese ha quasi eliminato l’uso del carbone per il riscaldamento.63
Per quanto riguarda il cibo, l’India, impiegando come modello la produzione casearia in piccola scala, che utilizza come fonte alimentare quasi esclusivamente residui di colture, ha più che quadruplicato la sua produzione di latte dal 1970, superando gli Stati Uniti come leader mondiale del settore. Il valore della produzione lattiero-casearia in India oggi supera quello dei raccolti di riso.64
Un avanzato sistema di allevamento del pesce in Cina, centrato sulla poli-coltura della carpa, ne ha fatto il primo paese dove la quantità di pesce allevato supera quella del pescato. Infatti i 32 milioni di tonnellate pro-dotte dall’itticoltura cinese nel 2005, rappresentano circa un terzo del pesce oceanico pescato in tutto il mondo.65
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