mercoledì 31 marzo 2004

Appendice a La Umana...

Appendice a La Umana Commedia VII



La preghiera a San Carletto


Padre nostro che sei in Washington, sia santificato il tuo nome, venga la tua impresa, sia


fatta la tua volontà sulla terra così come nella Carlyle


Dacci oggi il nostro terrore quotidiano e perdonaci le nostre pratiche sessuali


Come noi vorremmo perdonare te che hai compiuto tali pratiche contro di noi.


E non guidarci verso il blocco mentale, ma liberaci dai malfattori


Perché tuo è il regno e il potere e la gloria fino a che continuerai a dirlo


O la fine del mondo in un modo o nell’altro arriverà prima.


The Bush's Prayer


Our father

who art in washington

hallowed be thy name

thy corporation come

thy will be done

on earth as it is in carlyle

give us this day our daily dread

and forget us our sex practices

as we would forgive you who make sex practice against us

and lead us not into obfuscation

but deliver us from evildoers

for thine is the kingdom

and the power

and the glory

until you say so

or the end of the world

whichever comes first



Salmo 23 per il nostro tempo



Bush è il mio pastore, io sarò nella miseria.


Egli mi ha condotto nei silenziosi stabilimenti, egli mi ha fatto dormire sulle panchine


pubbliche, egli ha confermato i miei dubbi sul Partito Repubblicano,


egli mi ha guidato sui sentieri della disoccupazione per la salvezza del Partito.


Io temo davvero I malfattori, perché tu ne parli continuamente.


I tuoi tagli alle tasse per i ricchi e il tuo deficit di bilancio mi rattristano profondamente.


Tu mi consacri con un debito che mai finirà e i miei risparmi e beni se ne voleranno via molto


presto. Con certezza povertà e vita dura mi seguiranno e i miei figlioli disoccupati


dovranno abitare nel mio scantinato, per sempre.



Psalm 23 for Our Time


Bush is my shepherd, I shall be in want.

He leadeth me beside the still factories,

He maketh me to lie down on park benches,

He restoreth my doubts about the Republican party.

He guideth me onto the paths of unemployment for the party's sake.

I do fear the evildoers, for thou talkst about them constantly.

Thy tax cuts for the rich and thy deficit spending,

They do discomfort me.

Thou anointeth me with never-ending debt,

And my savings and assets shall soon be gone.

Surely poverty and hard living shall follow me,

And my jobless children shall dwell in my basement forever.




martedì 30 marzo 2004

Cepparello aggiornato a oggi



La umana Commedia VII (divertissement)


La prima novella riportata a



Oggi  Si racconta che Scudo Rosso, grande e ricco mercante americano che aveva ottenuto titolo azionari alla corte di Wall Street, dovendo accompagnare Tony Bliar in Europa, sapendo che i suoi affari erano molto intricati e disseminati in molti luoghi, , e che non si potevano concludere velocemente, pensò di affidarli a diverse persone: rimase solo indeciso sul chi mandare a riscuotere i suoi crediti in Borgogna.


Il motivo della sua titubanza era che conosceva i "borgognoni" come uomini litigiosi, di carattere cattivo e sleali, e non gli veniva in mente nessun uomo così cattivo che potesse a loro opporre.

Dopo aver riflettuto a lungo su questo problema, gli venne in mente un certo Carletto from Texas

che spesso gli aveva chiesto riparo nella sua casa di Georgia e chei francesi chiamavano erroneamente Nice Guy .


Questi era un notaio, che provava grandissima vergogna quando doveva redigere un documento autentico, infatti, faceva documenti falsi gratis meglio che chiunque altro a pagamento. Seguendo le orme della "famiglia", diceva il falso per divertimento, sia quando era necessario per la sua professione, sia quando non lo era, e siccome allora in Pensylvania si prestava gran fede ai giuramenti, aveva vinto molti processi giurando il falso, cosa che faceva senza nessuno scrupolo o preoccupazione.

Inoltre si divertiva e s'impegnava molto a far sorgere tra amici e parenti odi, scandali, inimicizie,sporchi giochi (dirthy triks) e più ne scaturivano malvagità più era contento e divertito.



Invitato ad assistere ad un omicidio o a qualsiasi altro reato, vi andava di propria volontà senza mai negarlo, e più volte si trovò a ferire e uccidere uomini con le proprie mani, provandone un gran piacere.

Ma perché mi dilungo tanto a descriverlo? Egli era probabilmente solo il peggior uomo che mai fosse nato.

La potenza e la situazione sociale di Messer Scudo Rosso a lungo protessero la sua malvagità, così che fu trattato con ogni riguardo sia dai privati cui spesso arrecava oltraggio, sia dai tribunali, ai quali ne faceva continuamente.

Essendosi ricordato di Ser Carletto, Messer Scudo Rosso pensò che fosse proprio la persona che la malvagità dei borgognoni richiedeva, e perciò dopo averlo fatto chiamare gli chiese di assumersi questo incarico in cambio di una cospicua ricompensa e della protezione della corte reale.

Ser Carletto, ricevute da Messer Scudo Rosso le lettere di raccomandazione firmate dal re Pentagon e la procura del Congresso per agire nelle veci del suo protettore, partì per la Borgogna, trovando alloggio in casa di due fratelli i quali svolgevano la professione illecita di usurai, e che gli riservarono ogni cortesia in onore di Messer Scudo Rosso, e qui accadde che Ser Carletto fu colto da infermità. I due fratelli fecero subito accorrere servitori e medici in modo che li servissero e che facessero di tutto per fargli recuperare la salute. Ma ogni aiuto si dimostrò inutile, e visto che l'uomo era ormai anziano e aveva vissuto in maniera sregolata, i medici sentenziarono che peggiorava ogni giorno di più come colui che sta andando incontro alla morte….I due fratelli, nonostante non avessero molta fiducia nell'infermo, andarono in un convento a chiamare uno dei frati più conosciuti e rispettati della regione, il quale una volta giunto al capezzale del moribondo, dopo averlo confortato, gli chiese quando fosse stata l'ultima volta che si era confessato.


Ser Carletto allora, deciso a recitare la sua parte fino in fondo, confidò al frate che nonostante si fosse già confessato in più e più occasioni, ogni volta voleva confessarsi di tutti i peccati che poteva ricordarsi, dal giorno della sua nascita a quello della confessione; e per questo lo pregò di interrogarlo con precisione come se non si fosse mai confessato, senza avere riguardo e compassione per la sua condizione di infermo.



Il frate allora lo rincuorò assicurandogli che erano peccati di piccola entità dei quali la sua anima non sia sarebbe dovuta preoccupare, in quanto era cose più che normali; sempre più conquistato dalla devozione di Ser Carletto, l'uomo gli chiese se mai avesse peccato in avarizia, desiderando più di quello che si conviene o tenendo ciò che non avrebbe dovuto tenere.

Ser Carletto subito cercò di far capire al frate che il fatto che si trovasse in casa di due usurai non doveva trarlo in inganno, perché lui era lì per ammonirli, punirli e fargli abbandonare quel lavoro che li faceva arricchire in maniera ignobile.


L'uomo di chiesa indagò allora sul suo passato da mercante, chiedendogli se non avesse mai truffato nessuno e Ser Ciappelletto confessò che una volta gli era capitato di incassare più denaro del dovuto senza accorgersene, ma una volta resosene conto aspettò di poterli restituire per un anno, ma non avendo più avuto l'occasione di incontrare questa persona, aveva poi devoluto la somma in eccesso in beneficenza.

Il frate vedendo che non c'era altro da fare assolse Ser Carletto e lo benedì considerandolo un sant'uomo, avendo creduto in pieno alle sue parole, cosa che avrebbe fatto chiunque sentendo parlare così un uomo in punto di morte.

Il frate infine gli augurò che con l'aiuto di dio potesse guarire, e gli disse che se anche Egli avesse deciso di prenderlo a Sé, sarebbero stati più che contenti di seppellirlo nel loro monastero.Ser Carletto prese la comunione, e peggiorando le sue condizioni, ebbe l'ultima unzione, e il giorno stesso morì e i due fratelli subito prepararono tutti i particolari della sepoltura, pagando con i soldi del defunto.

Saputa della sua morte il santo frate convinse gli altri suoi confratelli che fosse loro dovere accogliere il corpo di quel sant'uomo presso di loro; la mattina seguente si tenne la processione funebre a cui partecipò tutta la città e giunti in chiesa il frate che lo aveva confessato portò la sua vita ad esempio per tutti i credenti.

Questi lo lodò così a lungo e in maniera così convinta che tutti vollero, alla fine della messa, baciarlo e prendere un brandello delle sue vesti, e la notte stessa egli fu seppellito in una grande arca di marmo.



Tutti cominciarono ad adorarlo come ad un santo, cominciando a chiamarlo San Carletto from Texas, attribuendogli molti meriti e miracoli.


Così visse e morì dunque ser Carletto from Texas il quale infine divenne santo.


E anche nel caso fosse così, la Grazia di Dio è così tanta che non guarda al nostro errore nel servirci di intermediari sbagliati per rivolgerci a lui, ma solo alla purezza della nostra fede, come se rivolgessimo le nostre preghiere ad intermediari legittimi.

Ed è per questo che noi,occidentenel pieno della pestilenza, ci ritroviamo in questa lieta e allegra compagnia, sani e salvi, lodando il suo nome e rivolgendoci a lui per ogni nostro bisogno, sicurissimi che ci ascolterà.


A questo punto Panfilo terminò la sua narrazione.




ATTENTATO ...


ATTENTATO GENOVA, PISTA ANARCO-INSURREZIONALISTA
Due ordigni esplosi vicino al commissariato di polizia del quartiere di Sturla. Nessun ferito. Il questore, volevano uccidere


(Ansa)

lunedì 29 marzo 2004

  ...





 




La storia non siamo noi


Esiste ed è tuttora dominante una concezione della storia basata sull' "emergere" di fatti e personaggi. È la storia fatta di eroi o di martiri, di santi o di demoni, di vittorie o di sconfitte, di oppressioni o di rivoluzioni, di piramidi-obelischi-cupole-campanili-torri-necropoli.
Non è l'unica prospettiva storica, però di norma pretende l'esclusività. In quanto esclusiva, è profondamente carente. Ignora o sottovaluta i processi di trasformazione, frantuma il divenire storico, isola personaggi o avvenimenti, oscura il significato della quotidianità e svalorizza l'apporto delle persone comuni, dette appunto "i senza storia". Si crea così un vuoto interpretativo che può essere agevolmente colmato dalle varie ideologie.


(Trovato sulla parete della stanza d'archivio della Comunità dell'Isolotto, Baracche Verdi, via degli aceri 1, Firenze
Il titolo è di Barbabianca

giovedì 25 marzo 2004

Uomini(no) e Mascher...

Uomini(no) e Maschere (sì)
ca' nisciuno è fesso



C'erano tutti: i presidenti delle camere, i governatori, i parlamentari, i sindaci, gli assessori, i portavoce, i portaborse, i portagonfaloni, gli autisti, gli uomini di scorta, i vigili, gli agenti, i carabinieri, i fotografi, i giornalisti e qualche turista giapponese e un venditore di bandiere sbuffante per i magri affari. Alla Grande Manifestazione Unitaria contro il terrorismo c'erano tutti.
Meno la gente.


Poi possiamo pure raccontarci che, visto l'orario, le circostanze, il sole, lo scirocco, la fase lunare e l'equinozio poteva andare peggio.
[Gian Antonio Stella - Corriere della Sera]

giovedì 18 marzo 2004

"Per vivere in quest...

"Per vivere in questo mondo armatevi di pazienza"



Sono passati lustri da quando George Michael eccitava stadi pieni di ragazzine urlanti Oggi è un caso controverso, una scomoda rockstar sorprendentemente lucida e responsabile, perfettamente consapevole del suo ruolo e delle sue prerogative, e in lotta contro il mondo, sia esso rappresentato dalle major discografiche, dai pregiudizi, o da Blair e i guerrafondai del mondo.
[Gino Castaldo su La Repubblica)



Ca' nisciuno è fesso
"Andrò sabato a una manifestazione che è insieme contro la guerra e contro il terrorismo, preparata da tempo, che vedrà una grande partecipazione. L'iniziativa di giovedì, invece, separa questi due temi, quasi a dare l'idea che chi manifesta per la pace non è contro il terrorismo, e chi manifesta contro il terrorismo non è per la pace".Achille Occhetto
[da La Stampa - ]


Balla coi lupi
"Questo bagno di sangue è la conferma che non si possono
abbandonare né la guerra al terrorismo né la guerra
all'Iraq". Al telefono dal suo albergo", sta tenendo una
serie di conferenze negli Stati Uniti, Michael Walzer, il
maestro del pensiero neoliberal.
Dal Corriere della sera

Feste, Farin...


Feste, Farina, Forche


Sofri, affossata proposta Boato
L'opposizione lascia la Camera
Cancellata la parte del pdl che permetteva a Ciampi di concedere da solo la clemenza.


Fassino: "Forcaioli"



Il voltafaccia di GIORGIO BOCCA


(La Repubblica, 18.03.004)

mercoledì 17 marzo 2004

Guardati dal 18 di m...

Guardati dal 18 di marzo

"Quando e' l'ora di marciare contro il nemico molti non sanno che il nemico marcia alla loro testa".


B. Brecht


Dedicata al mio Sindaco, Leonardo Domenici.

lunedì 15 marzo 2004

O mangiar qu...


O mangiar questa minestra...


I tentacoli di Silvio


Gabriele Salvatores sembra imbarazzato. Ha appena finito di criticare il governo Berlusconi, ma deve fare una confessione: il suo ultimo film, "Io non ho paura", è stato finanziato proprio da Berlusconi. È uno dei paradossi del cinema italiano di oggi: anche i più fermi oppositori del presidente del consiglio devono ricorrere ai suoi soldi. "Ci sono due scelte possibili", spiega Salvatores. "I finanziamenti privati, tramite Medusa, e quelli pubblici, tramite la Rai". Medusa è di proprietà di Berlusconi e la Rai è di fatto controllata dal suo governo.


The Guardian, Gran Bretagna [in inglese]



<BR> Gracias, amigo...



Gracias, amigos.










 


 


 


 


 


 


 

domenica 14 marzo 2004

La Umana Commedia VI...

La Umana Commedia VI


La mancanza di rispetto non è nel giocare o nel fare sport. E' in tutto ciò che sta attorno, di corrotto e falso, è nella incapacità di mettere le cose nella giusta prospettiva e di ricordare che la scala dei valori non è la classifica della seria A. Ma di fronte a chi vuole imporci il lutto, anche il gioco è resistenza. Giocare, giocare, giocare.

Vittorio Zucconi su Repubblica


...

Pampinea, fatta reina, comandò che ogni uom tacesse... e disse:


- Acciò che io prima essemplo dea a tutte voi, per lo quale, di bene in meglio procedendo, la nostra compagnia con ordine e con piacere e senza alcuna vergogna viva e duri quanto a grado ne fia, io primieramente costituisco Parmeno, famigliar di Dioneo, mio siniscalco, e a lui la cura e la sollecitudine di tutta la nostra famiglia commetto e ciò che al servigio della sala appartiene. Sirisco, famigliar di Panfilo, voglio che di noi sia spenditore e tesoriere e di Parmeno seguiti i comandamenti. Tindaro al servigio di Filostrato e degli altri due attenda nelle camere loro, qualora gli altri, intorno a' loro ufici impediti, attendere non vi potessero. Misia mia fante, e Licisca, di Filomena, nella cucina saranno continue e quelle vivande diligentemente apparecchieranno che per Parmeno loro saranno imposte. Chimera, di Lauretta, e Stratilia, di Fiammetta, al governo delle camere delle donne intente vogliamo che stieno e alla nettezza de' luoghi dove staremo; e ciascuno generalmente, per quanto egli avrà cara la nostra grazia, vogliamo e comandiamo che si guardi, dove che egli vada, onde che egli torni, che egli oda o vegga, niuna novella, altro che lieta, ci rechi di fuori.


E questi ordini sommariamente dati, li quali da tutti commendati furono, lieta drizzata in piè disse:


- Qui sono giardini, qui sono pratelli, qui altri luoghi dilettevoli assai, per li quali ciascuno a suo piacer sollazzando si vada, e come terza suona, ciascun qui sia, acciò che per lo fresco si mangi.


Licenziata adunque dalla nuova reina la lieta brigata, li giovani insieme colle belle donne, ragionando dilettevoli cose, con lento passo si misono per uno giardino, belle ghirlande di varie frondi faccendosi e amorosamente cantando.


E poi che in quello tanto fur dimorati quanto di spazio dalla reina avuto aveano, a casa tornati, trovarono Parmeno studiosamente aver dato principio al suo uficio, per ciò che, entrati in sala terrena, quivi le tavole messe videro con tovaglie bianchissime e con bicchieri che d'ariento parevano, e ogni cosa di fiori di ginestra coperta; per che, data l'acqua alle mani, come piacque alla reina, secondo il giudicio di Parmeno tutti andarono a sedere.


Le vivande dilicatamente fatte vennero e finissimi vini fur presti; e senza più chetamente li tre famigliari servirono le tavole. Dalle quali cose, per ciò che belle e ordinate erano rallegrato ciascuno, con piacevoli motti e con festa mangiarono. E levate le tavole (con ciò fosse cosa che tutte le donne carolar sapessero e similmente i giovani e parte di loro ottima mente e sonare e cantare), comandò la reina che gli strumenti venissero; e per comandamento di lei Dioneo preso un liuto e la Fiammetta una viuola, cominciarono soavemente una danza a sonare. Per che la reina coll'altre donne, insieme co' due giovani presa una carola, con lento passo, mandati i famigliari a mangiare, a carolar cominciarono; e quella finita, canzoni vaghette e liete cominciarono a cantare.


E in questa maniera stettero tanto che tempo parve alla reina d'andare a dormire: per che, data a tutti la licenzia, li tre giovani alle lor camere, da quelle delle donne separate, se n'andarono, le quali co' letti ben fatti e così di fiori piene come la sala trovarono, e simigliantemente le donne le loro; per che, spogliatesi, s'andarono a riposare.


Non era di molto spazio sonata nona, che la reina, levatasi, tutte l'altre fece levare, e similmente i giovani, affermando esser nocivo il troppo dormire di giorno; e così se n'andarono in uno pratello, nel quale l'erba era verde e grande né vi poteva d'alcuna parte il sole; e quivi sentendo un soave venticello venire, sì come volle la lor reina, tutti sopra la verde erba si puosero in cerchio a sedere, a' quali ella disse così:


- Come voi vedete, il sole è alto e il caldo è grande, né altro s'ode che le cicale su per gli ulivi; per che l'andare al presente in alcun luogo sarebbe senza dubbio sciocchezza. Qui è bello e fresco stare, e hacci, come voi vedete, e tavolieri e scacchieri, e puote ciascuno, secondo che all'animo gli è più di piacere, diletto pigliare. Ma se in questo il mio parer si seguisse, non giucando, nel quale l'animo dell'una delle parti convien che si turbi senza troppo piacere dell'altra o di chi sta a vedere, ma novellando questa calda parte del giorno trapasseremo. ... Le donne parimente e gli uomini tutti lodarono il novellare.


- Adunque, disse la reina, se questo vi piace, per questa prima giornata voglio che libero sia a ciascuno di quella materia ragionare che più gli sarà a grado.


E rivolta a Panfilo, il quale alla sua destra sedea, piacevolmente gli disse che con una delle sue novelle all'altre desse principio. Laonde Panfilo, udito il comandamento, prestamente, essendo da tutti ascoltato, cominciò così.


Per il testo completo qui


("SER CIAPPELLETTO" Giornata I, Novella I, Panfilo)


"Si racconta che Musciatto Franzesi, grande e ricco mercante toscano che aveva ottenuto titoli nobiliari alla corte di Francia, dovendo accompagnare Carlo "Senzaterra" in Italia, e sapendo che i suoi affari erano molto intricati e disseminati in molti luoghi, e che non si potevano concludere velocemente, pensò di affidarli a diverse persone: rimase solo indeciso sul chi mandare a riscuotere i suoi crediti in Borgogna.

Il motivo della sua titubanza era che conosceva i "borgognoni" come uomini litigiosi, di carattere cattivo e sleali, e non gli veniva in mente nessun uomo così cattivo che potesse a loro opporre.

Dopo aver riflettuto a lungo su questo problema, gli venne in mente un certo Ser Cepparello da Prato che spesso gli aveva chiesto riparo nella sua casa di Parigi, e che i francesi chiamavano erroneamente Ser Ciappelletto.

Questi era un notaio che provava grandissima vergogna quando doveva redigere un documento autentico, infatti, faceva documenti falsi gratis meglio che chiunque altro a pagamento. Diceva il falso per divertimento, sia quando era necessario per la sua professione, sia quando non lo era, e siccome allora in Francia si prestava gran fede ai giuramenti, aveva vinto molti processi giurando il falso, cosa che faceva senza nessuno scrupolo o preoccupazione.

Inoltre si divertiva e s'impegnava molto a far sorgere tra amici e parenti odi, scandali, inimicizie, e più ne scaturivano malvagità più era contento e divertito.

Invitato ad assistere ad un omicidio o a qualsiasi altro reato, vi andava di propria volontà senza mai negarlo, e più volte si trovò a ferire e uccidere uomini con le proprie mani, provandone un gran piacere.

Bestemmiava inoltre per ogni piccola cosa, poiché era la persona più irascibile che potesse esistere; non andava mai in chiesa, insultava i sacramenti con orrende parole e, al contrario, visitava volentieri e frequentemente le taverne e tutti gli altri luoghi disonesti.

Desiderava le donne come i cani le bastonate, mentre più che ogni altra persona provava piacere nell'andare con altri uomini.

Avrebbe rubato con astuzia e violenza, mettendosi gli stessi scrupoli che si mette un sant uomo per fare l'elemosina. Così goloso e amante del vino che spesso i suoi vizi gli procuravano orrendi malesseri, accanito giocatore e abile baro ai dadi.

Ma perché mi dilungo tanto a descriverlo? Egli era probabilmente solo il peggior uomo che mai fosse nato.

...


Essendosi ricordato di Ser Cepparello, Messer Musciatto pensò che fosse proprio la persona che la malvagità dei borgognoni richiedeva, e perciò dopo averlo fatto chiamare gli chiese di assumersi questo incarico in cambio di una cospicua ricompensa e della protezione della corte reale.


Ricevute da Messer Musciatto le lettere di raccomandazione firmate dal re e la procura per agire nelle veci del suo protettore, partì per la Borgogna dove ...

maniera trovò alloggio in casa di due fratelli fiorentini i quali svolgevano la professione illecita di usurai, e che gli riservarono ogni cortesia in onore di Messer Musciatto, e qui accadde che Ser Ciappelletto fu colto da infermità.


...Un giorno passando vicino alla camera dell'infermo, i due fratelli cominciarono a discutere su come liberarsi di colui che era diventato per loro un grosso problema: liberarsene dopo averlo accolto e fatto medicare in maniera così sollecita, sarebbe stato un segno di poco senno che la gente non avrebbe accolto bene. D'altra parte però, loro sapevano benissimo che genere di uomo era stato fino ad allora Ser Ciappelletto, e perciò sapevano anche che non avrebbe mai accettato di confessarsi, e perciò nessuna chiesa avrebbe mai accolto il suo corpo e probabilmente sarebbe stato gettato in una fossa come un cane. E se anche avesse deciso di confessarsi, i suoi peccati dovevano essere così tanti che avrebbe fatto la stessa fine.


E se mai egli avesse subito questa fine, la gente di questa città, che sempre parlava male del loro lavoro che considerava il peggiore di questo mondo, avrebbe causato dei tumulti per derubarli e forse per ucciderli; in ogni caso avrebbero avuto comunque da rimetterci.

Ser Ciappelleto, che giaceva lì vicino e avendo l'udito fine aveva udito questi discorsi, fece chiamare i due fratelli e li rassicurò, assicurando loro che non avrebbero dovuto temere di nulla a causa sua, infatti, egli aveva ormai commesso così tanti peccati, che uno più o uno meno non avrebbe ormai fatto differenza, perciò li istruì affinché quando egli si trovasse in punto di morte gli chiamassero il più valente frate della regione, garantendogli che avrebbe pensato lui ad aggiustare gli interessi suoi e loro.

I due fratelli, nonostante non avessero molta fiducia nell'infermo, andarono in un convento a chiamare uno dei frati più conosciuti e rispettati della regione, il quale una volta giunto al capezzale del moribondo, dopo averlo confortato, gli chiese quando fosse stata l'ultima volta che si era confessato.

Ser Ciappelletto, il quale non si era mai confessato, a questa attesa domanda rispose che era solito confessarsi una volta la settimana, se non più spesso, ma che purtroppo, da quando l'infermità l'aveva colpito, non aveva più potuto confessarsi, e purtroppo erano già passati otto giorni.

.................

Il frate gli fece tante altre piccole domande, ma mentre sempre più convinto della sua rettitudine morale si stava avviando a dargli l'assoluzione, Ser Ciappelletto gli confidò di non aver ancora rivelato alcuni suoi peccati, cioè di non aver rispettato in un'occasione il riposo domenicale, e poi di aver sputato per sbaglio in chiesa, e una serie di piccolezze che il frate definì inezie delle quali non doveva preoccuparsi, ma sentite queste parole, il malato cominciò a piangere dicendo di avere un ultimo peccato che non aveva mai avuto il coraggio di confessare, essendo certo che Dio non l'avrebbe mai perdonato.

Sollecitato dal frate al quale aveva chiesto di pregare per lui, e sempre piangendo, Ser Ciappelletto confessò di aver una volta da bambino offeso la propria madre; il religioso allora lo rassicurò una volta per tutte dicendogli che se lui se ne era pentito sicuramente Dio l'avrebbe perdonato.

...

Ser Ciappelletto prese la comunione, e peggiorando le sue condizioni, ebbe l'ultima unzione, e il giorno stesso morì e i due fratelli subito prepararono tutti i particolari della sepoltura, pagando con i soldi del defunto.

Saputa della sua morte il santo frate convinse gli altri suoi confratelli che fosse loro dovere accogliere il corpo di quel sant'uomo presso di loro; la mattina seguente si tenne la processione funebre a cui partecipò tutta la città e giunti in chiesa il frate che lo aveva confessato portò la sua vita ad esempio per tutti i credenti.

Questi lo lodò così a lungo e in maniera così convinta che tutti vollero, alla fine della messa, baciarlo e prendere un brandello delle sue vesti, e la notte stessa egli fu seppellito in una grande arca di marmo.

Tutti cominciarono ad adorarlo come ad un santo, cominciando a chiamarlo San Ciappelletto, attribuendogli molti meriti e miracoli.


Così visse e morì dunque ser Cepparello da Prato il quale infine divenne santo.


Per la lettura completa apri qui. ( Da leggere tutta la parte della confessione, dove il gioco della finzione giunge al parossismo, nel momento che Ciappelletto comincia a "piangere forte", provocando una inversione delle parti, tale che il santo frate confessore non si sente all'altezza del penitente, quasi si inginocchia davanti a lui e lo proclama santo).


Per la versione originale qui.

sabato 13 marzo 2004

&nbsp; L'Abeton...



 


L'Abetone ieri, 12 marzo



Record di neve all'Abetone


Mai vista tanta neve in questo periodo.


Testimoni Lucignolo, Barbabianca e il guru S.Ducci,.( in ordine: Dioneo, Panfilo, Filostrato - anche se un po' stagionati) ieri felici fruitori di questo spettacolo di natura.


Salendo su per la vecchia vecchissima lentissima seggiola delle Regine così si presentavano gli abeti.


Un incanto. E senza freddo. Gioia di vivere.
Val di luce bombardata con gli elicotteri per provocare slavine e garantire l'apertura per l'Week End.


Ma la seggiovia del Gomito aperta da subito fin dalle 11 per il tuffo di Barbabianca sul muro iniziale, per le serpentine sinuose del Guru e la solita picchiata di Lucignolo, che deve arrivare sempre primo, anche quando è fuori forma, come appunto.


Dedicato agli assenti: Simone, Guido, Roberto. Ma c'è ancora tempo.

Caro Rumfield, lasci...

Caro Rumfield, lascia in pace l'Europa.


According to a classified document, "Special Operations and Joint Forces in Countering Terrorism" prepared for Secretary of Defense Donald Rumsfeld by his Defense Science Board, a new organization has been created to thwart potential terrorist attacks on the United States. This counter-terror operations group— the "Proactive Preemptive Operations Group" (P2OG) will require 100 people and at least $100 million a year. The team of covert counter-intelligence agents will be responsible for secret missions designed to target terrorist leaders. The secret missions are designed to "stimulate reactions" among terrorist groups, provoking them into committing violent acts which would then expose them to "counterattack" by U.S. forces.


This means that the United States government is planning to use secret military operations in order to provoke murderous terrorist attacks on innocent people. In a strange twist of logic, it seems the plan is to somehow combat terrorism by causing it.


Trovato qui (in inglese)


Il libro verrà pubblicato in Italia tra pochi giorni col titolo "Censura 2004" Ed. Nuovi Mondi Media.
V. anche Televenerdi di Repubblica diquesta settimana, pg.63 (Ciò che gli USA non dicono)



In parole povere:


Runsfeld ha a disposizione 100 uomini e 100 milioni di dollari l'anno per sobillare e pagare "diecimila" uomini in tutto il mondo, e in tutta Europa, compresa Spagna, "per programmare segrete operazioni militari in modo da provocare sanguinosi attacchi terroristici contro persone innocenti. In una strana spirale di logica si tratta di un piano per combattere in un modo o in un altro il terrorismo, producendolo."


Vedi anche Morire a Madrid


PS.(Ballarò, ven. 13 marzo) Fassino, sveglia. - Un po' meno Buttiglione + Un po' più Giulietto Chiesa.

giovedì 11 marzo 2004

La Umana...

 




La Umana Commedia V


Struttura generale del Decameron. E' questa: stampatela e tenetela sotto gli occhi via via che procediamo nella visita a questo mondo "favoloso" che noi useremo come uno specchio, e ci divertiremo a guardare sotto le maschere dei personaggi per ritrovare le nostre facce e giocheremo con le analogie per ritrovare le nostre vicende vere dietro quelle fantasiose avventure. Mentre scrivo sto sbirciando, sul secondo canale, l'incontro di calcio Villareal-Roma. I morti e i feriti dei tre attentati alle stazioni ferroviarie di Madrid sono lì, ai bordi del campo, invisibili e presenti, con il loro silenzio assordante: questa è la cornice con la peste: la favola odierna è lieta, Il gioco del calcio è un bel gioco, pieno di accortezze, armonicamente intessute in un gioco di gruppo, a lieto fine. Ma i protagonisti hanno tutti la fascia nera intorno al braccio. Potrebbe essere una favola della terza giornata: ingegno e abilità. La cosa molto desiderata che si desidera acquistare o ritrovare: la Coppa Uefa. (Stampate il file, se non l'avete ancora fatto).

Lo striscione portato sul campo dai giocatori recita: sì alla pace, no al terrorismo. Occhio al gioco delle furbizie, a chi tira le fila a spese, ora come allora, dei gonzi che sono miriadi, nel gran Decameron della vita reale: Sì alla pace, no al terrorismo. Manca una cosa: no alla guerra. Manca e continuerà a mancare, perché chi tira le fila del gioco sta già scrivendo sul campo verde del nostro cervello-Calandrino: sì alla guerra contro il terrorismo: quella degli angloamericani in Iraq e quella di Israele in Palestina. Anche Vojtila, per bocca del N.2 Cardinal Sodano si attesta sulla lotta "contro il terrorismo.


Ma chi è Sodano?


Domandare ai cileni.


Su Virgilio inchieste, il 78% degli interpellati non crede che la strage sia di matrice basca. Io non credo neppure ad Al Quaeda, per lo meno non da sola.

Festa del pubblico spagnolo, secondo goal del Villareal, 36' del primo tempo.

Flash back: Fiesole, 1348.

Le prime tre novelle della prima giornata sono molto significative e tra loro ben collegate. Ma prima un intermezzo musicale.

I musici del Decameron

Dioneo e Fiammetta sono i soli membri della brigata indicati come suonatori di strumenti - liuto e viola rispettivamente. Dopo aver fatto l'accompagnamento alle canzoni, alle danze e alla ballata di Pampinea alla fine della prima giornata, i due si divertono cantando delle canzoni, durante gli intervalli prima e dopo ogni storia, mentre gli altri 8 dormono, giocano a scacchi, tirano i dadi. Nella terza giornata, dopo le novelle, mentre il resto della brigata sguazza nelle acque fresche, i due cantano una lunga canzone su Palamone e Arcita (personaggi della Teseida del Boccaccio stesso). Queste sono le uniche due canzoni della cornice,contro i testi di 10 ballate presenti nel Decameron.

Dioneo, il suonatore di liuto ed il più estroverso della brigata, mette in chiaro all'inizio del ritiro che lui sarebbe ritornato in città se il gruppo non avesse deciso di far festa. Proprio per questa sua impetuosità e per l'impossibilità a tenerlo sotto controllo, la brigata gli fa raccontare l'ultima storia di ogni giornata, quando può fare il minimo danno.

Le novelle di Dioneo hanno a che fare quasi sempre sfrontatamente con il sesso e alla fine della quinta giornata prova pure a cantare uno stornello ardito tipo "alzati la gonnella".L'abilità musicale è una delle più salienti caratteristiche di Fiammetta. Lei è, dopo tutto, la suonatrice della viola. Proprio il giorno che lei guida come regina, Viene svegliata dalla musica delle melodiose canzoni degli uccelli che dagli alberi festeggiano l'arrivo dell'alba.

Alla connotazione musicale si unisce il suo bel personale : lunghi biondi capelli sciolti le coprono le spalle, una faccia ovale del colore dei gigli e delle rose, due occhi lucenti come d'un falcone, una bocca piccola con labbra di rubino.La sua "musicalità" è dovuta all'influenza del pianeta Venere che favorisce i "cantautori" in Maggio e Agosto. Anche le sue storie sono centrate sul potere dell'amore, ma in maniera più elevata. Fiammetta è incaricata di cantare l'ultima ballata prima del rientro in Firenze, ancora in preda alla peste. La sua canzone rispecchia lo stato d'animo della brigata a quel momento.Boccaccio associa Fiammetta e Dioneo alla musica per evidenziare il loro significato allegorico: Dioneo e Fiammetta impersonano le qualità sensuali del gruppo, rispettivamente la sessualità e l'amore, tradizionalmente collegate alla musica.

Tindaro, servente di Filostrato, è l'unico altro personaggio della Cornice specificamente indicato come capace di suonare uno strumento. Ed infatti suona la cornamusa due volte nel corso del racconto: dopo la ballata nella sesta giornata e quando la brigata se ne ritorna dalla Valle delle donne nella settima giornata. In entrambi i casi fa l'accompagnamento alle danze.

Significativo il fatto che l'entrata della classe subalterna avviene all'inizio della sesta giornata, cioè al crinale centrale del Decameron: Tindaro suona e gli altri servitori interferiscono in maniera così rumorosa da provocare l'intervento ammonitore della regina.)

(la fonte in inglese)

(scritto nell'intervallo Villaroel-Roma:2-0. II giornata: fortuna e peripezie; per chi il lieto fine?)

Tg nell'intervallo: 190 morti, 1250 feriti in Spagna. Audiocasseta col Corano e 7 detonatori in un furgoncino a 30 Alkatar km da Madrid, comunicato di Al Quaida. I terroristi saranno sconfitti, ma senza scambiare il sistema politico (promessa di Aznar). Il Patriot Act ancora no. Presto si faranno vivi qui gli anarcosindacalisti. Preparazione alla grande festa della pace indetta in tutto il mondo per il 20 marzo, su iniziativa dell'opposizione americana.

Entrerà Cassano nel secondo tempo?E' entrato.

lunedì 8 marzo 2004

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8 March 2004 - Calling all women
5th GLOBAL WOMEN’S STRIKE


In italiano


Per il maschio al potere la politica è quasi sempre totalizzante, copre tutti gli spazi dell’esistenza, coincide con la vita tout court.La loro esistenza è una monocultura. Il richio è trasformare la politica in patologia.Le donne invece, per lo più,”attraversano” i ruoli, senza annodarvi intorno così disperatamente la loro identità. Si sentono innanzittutto persone: possono, sì, ricoprire – e anche bene – un incarico importante in Parlamento e al governo, ma senza annullare il loro essere figlie, madri, mogli, amanti, amiche. Amano la complessità del quotidiano, non identificano politica e vita.


Grazia Francescato, l’Unità del 7.03.04, Appassite mimose d’Italia -  pg.29


(Segnalato a Barbabianca da Paola.)


 

domenica 7 marzo 2004

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8 marzo


 


 


 


 


Il rapporto immediato, naturale, necessario dell’uomo con l’uomo è il rapporto dell’uomo alla donna. In base a questo rapporto si può giudicare interamente il grado di civiltà cui l’uomo è giunto in una determinata società.


(Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, Einaudi 1968)

sabato 6 marzo 2004

Umana Commedia –...


Umana Commedia – IV


Oggi


Sale la febbre del pianeta


Il mondo si riscalda, il clima sta cambiando
Gli esperti sono ormai certi che lo strato inferiore dell’atmosfera si è riscaldato sensibilmente durante il ventesimo secolo. La maggior parte del riscaldamento si è verificato tra il 1910 ed il 1945 ed a partire dal 1976. L’analisi dei cerchi degli alberi, del nucleo dei ghiacci e di altri dati attesi indica che tale surriscaldamento è stato il più intenso rilevato negli ultimi duecento anni e forse più.
La velocità del surriscaldamento è in “crescita” nel corso degli ultimi dieci anni del secolo. Almeno nell’emisfero settentrionale, gli anni novanta sono stati i dieci anni più caldi del millennio. Tre degli ultimi cinque anni del millennio – 1995, 1997 e 1998 – sono stati i più caldi registrati dagli strumenti, mentre il 1998 è stato con tutta probabilità, l’anno più caldo del millennio.
A conferma della registrazione termometrica, è sempre più evidente che la neve ed il ghiaccio terrestri si stanno sciogliendo quasi ovunque. I satelliti hanno registrato una diminuzione dello strato di neve sulla superficie terrestre del 10 per cento durante gli ultimi trenta anni. Si è verificato un “ritiro piuttosto esteso dei ghiacciai montani”, dalle Ande alle Alpi (i ghiacciai alpini si sono già dimezzati negli ultimi 100 anni). *.*



Comincia la storia chiamata


Pentàdecon,


nella quale si pongono in evidenza scene di grandi turbamenti e malvagità gigantesche che si stanno verificando in questo nobilissimo Pianeta da sempre sottoposto alle piaghe della peste, della fame e della guerra, ma aggredito in questi ultimi scorci di secolo da afflizioni e miserie via via proporzionate al grandissimo sviluppo tecnico forse non accompagnato da corrispondente sapienza scientifica. In particolare la parte di questo Pianeta che va sotto il nome di Occidente teme la malasorte portata dal nome che la condanna come terra al tramonto.
I grandi turbamenti a cui vediamo assoggettato il bel Pianeta sono provocati da 3 grandi piaghe: il riscaldamento climatico generale, la crescita demografica fuori controllo, il consumismo che scatena tecnologie senza regola e consuma se stesso, bruciando risorse non più reintegrabili. *.*


1 - Immaginando l’impensabile



(Di Peter Schwartz e Doug Randall, Ottobre 2003)



La peste nera


Nel nostro rapporto, come un'alternativa agli scenari di un graduale riscaldamento climatico che sono così comuni, noi configuriamo un improvviso cambiamento di clima modellato sull'evento che si verificò in un arco di 100 anni circa 8.500 anni fa.


 Questo scenario di improvviso cambiamento è caratterizzato dalle seguenti condizioni:


- La temperatura media annuale scende di 5 gradi fahreneit in Asia e Nordamerica, di 6 gradi nell'Europa del Nord.


- La temperatura media annuale sale di 4 gradi Fahreneit in aree chiavi entro Australia, Sud America e sud Africa.
- La siccità persiste per la maggior parte della decade in zone agricole determinanti e in regioni che sono risorse d'acqua per i maggiori centri abitati in Europa e in nelle zone orientali del Nord America.


- Tempeste invernali e venti si intensificano, amplificando l'impatto dei cambiamenti. L'Europa Occidentale e il Nord Pacifico vengono sottoposti a venti sempre più violenti. Il rapporto prende in esame come uno scenario di un così improvviso cambiamento di clima potrebbe potenzialmente destabilizzare l'ambiente geo-politico, portando a schermaglie, battaglie ed anche guerre a causa del bisogno di risorse quali:


1 - Carenza di alimenti dovuta al decremento della produzione agricola in generale
2 - Diminuita disponibilità e qualità di acqua potabile in regioni chiave, a causa delle mutate precipitazioni, causa di più frequenti alluvioni e siccità
3 - interruzione della disponibilità di forniture energetiche causa la glaciazione dei mari e le tempeste.


Via via che le capacità produttive globali e locali si riducono, tensioni potrebbero crescere in giro per il mondo, conducendo a due strategie fondamentali: difensiva e offensiva. Le nazioni ricche di risorse a costruire fortezze virtuali al loro interno per tenersi le risorse. Le nazioni meno fortunate, specialmente quelle dalle vecchie inimicizie con i vicini confinanti possono dare il via a contese per l'accesso alle risorse alimentari, all'acqua potabile o alle fonti energetiche. Insospettate alleanze potrebbero formarsi ove lo scopo primario siano le risorse per la sopravvivenza piuttosto che il credo religioso, l'ideologia o l'orgoglio nazionale.


«Rivolte e conflitti diventeranno parte endemica della società: la guerra tornerà a definire i parametri della vita umana».
La vera minaccia per la sicurezza dell'America e del mondo è quella dell'effetto serra, in conseguenza del quale a partire dal 2007 violente tempeste abbatteranno le barriere costiere rendendo inabitabile, ad esempio, gran parte dell'Olanda. Città come l'Aja e paesi come il Bangladesh saranno sommersi dalle acque e dovranno essere abbandonati.
Tra 2010 e 2020 l'Europa potrebbe essere la regione più colpita dagli effetti del clima. Il rallentamento della Corrente del Golfo dovrebbe portare a un calo di 3,5 gradi della temperatura media contro 2,8 gradi in meno lungo la Costa Est del Nord-America. Il Grande Freddo in meno di vent'anni potrebbe essere così pronunciato da far apparire iceberg lungo la costa del Portogallo. Anche nel migliore dei casi in Gran Bretagna il clima diventerà più freddo e più asciutto: Londra dovrà abituarsi a schemi meteorologici simili alla Siberia.


Disordini e conflitti interni lacereranno l'India, il Sud Africa e l'Indonesia. Aree ricche come gli Stati Uniti e l'Europa diventeranno «vere e proprie fortezze e alzeranno il ponte levatoio per impedire l'afflusso di milioni di profughi da terre sommerse dalle acque o regioni incapaci di produrre raccolti». La bellicosità nei confronti degli Stati Uniti - il paese più ricco, ma anche quello più responsabile dell'aumento dei gas serra - aumenterà e con essa i rischi.
Giappone, Corea del Sud e Germania si doteranno di capacità nucleari al pari di Iran, Egitto, Corea del Nord, mentre Cina, India e Pakistan saranno tentati di usare la bomba.


Entro il 2020 «catastrofiche carenze di acqua e energia diventeranno sempre più acute e faranno precipitare il pianeta nella guerra».

Rapporto del Pentagono ( in inglese, 19 pagine in pdf)



2 - COSA SUCCEDERÀ ALLA TERRA
http://www.consapevolezza.it/notizie/2003/gen-mar/eccessi_consumismo.asp


Negli ultimi dieci anni il numero di eventi meteorologici estremi è balzato da 360 a più di 700 (il calcolo è della Organizzazione mondiale di meteorologia dell'Onu). Del pari, i grandi eventi alluvionali del mondo sono stati 6 negli anni Cinquanta, 18 negli anni Ottanta, 26 negli anni Novanta (calcoli della Geoscienze di Monaco). Inoltre piogge e siccità si spostano. In Italia il divario tra piogge disastrose al Nord e siccità (diminuzione di piogge) al Sud, è crescente: il che mette a rischio una metà della nostra agricoltura.


questo effetto serra - con tutti i malanni che ne derivano - è prodotto dall'uomo. Siamo noi i responsabili dello sfascio del nostro pianeta. Ma "noi" chi? Noi come? Per via dell'eccesso di popolazione? Per colpa di un eccesso di consumismo? O perché la tecnologia che ci salva è anche una tecnologia che ci distrugge?


Il discorso comincia con Malthus, che alla fine del Settecento enunciò nel suo celebre "Saggio sulla Popolazione" tre principii. Primo, che la crescita della popolazione era frenata dal fatto che i poveri morivano di fame (morivano davvero, non figurativamente). Secondo, che altrimenti la popolazione si sarebbe raddoppiata ogni 20-25 anni, il che comportava una crescita in progressione geometrica (1,2,4,8,16...). Terzo, che l'agricoltura, e cioè il cibo, non poteva crescere allo stesso ritmo ma soltanto in progressione aritmetica (1,2,3,4...). Pertanto il buon abate Malthus raccomandava il controllo e la limitazione delle nascite: la dottrina che viene appunto detta malthusiana.


Non è solo che noi stiamo consumando risorse finite (petrolio e carbone) che finiranno presto; è anche che stiamo pericolosamente inquinando l'aria e l'acqua e pericolosamente disturbando gli equilibri climatici.


. E così torniamo alla sovrappopolazione, al problema di Malthus. Con questa differenza: che nel Settecento la popolazione poneva soltanto un problema di cibo, mentre oggi pone anche, in più, un problema di eccesso di consumo, (vedi la pagina dedicata al consumismo NdT) di un "consumo cospicuo" (come diceva Veblen) che si traduce sia in uno spreco di risorse, sia in un fattore di inquinamento. Pertanto i rimedi, le cose da fermare o comunque da frenare, sono essenzialmente tre: la crescita della popolazione, il consumismo inquinante, la tecnologia inquinante.


Resta, allora, soltanto la soluzione di fermare la crescita demografica. la tecnologia aiuta: contraccettivi, pillole del giorno dopo, pillole abortive
L'argomento è tabù. La Chiesa cattolica si oppone, e la sua opposizione riesce a bloccare tutti. Soltanto la Chiesa cattolica? Sì.


...la popolazione mondiale sta aumentando di 70-80 milioni di persone all'anno. Ogni anno nascono, per così dire, due Spagne in più. È folle, è follia
È folle anche perché l'accanimento "procreazionista" del Vaticano è recente, recentissimo. L'enciclica "Humanae vitae" di Paolo VI è del 1968, allora cadde praticamente nel nulla, e non costituisce un pronunciamento infallibile (non è coperto dalla dottrina della infallibilità del papa). Pertanto la crociata pro-nascite della Chiesa di Roma è tutta opera di papa Wojtyla.
Alla fine del 2002 l'uomo europeo è allarmato soprattutto dal clima, e per ora si accorge del fatto che in città respira male, respira veleno. Ma la nuvola asiatica, la nuvola marrone di altri veleni riscaldanti, è in arrivo sul Mediterraneo; e quindi tra poco respireremo male anche al mare. È tempo di cominciare a capire, allora, che è il nostro habitat che è minacciato dai troppi abitanti, e che esiste un punto di non ritorno ecologico oltre il quale l'uomo distrugge le proprie condizioni di vita.


*.* (Giovanni Sartori,L'Espresso (1 gennaio 2003)


3 - Il futuro



" La più potente nazione della storia ha proclamato, forte e chiaro, che intende governare il mondo con la forza, la dimensione in cui regna incontrastata. [...] Hanno anche dichiarato che non tollereranno concorrenza alcuna, né ora, né in futuro. Evidentemente pensano che le risorse della violenza in loro possesso sono talmente straordinarie da poter liberarsi con sprezzo di chiunque li ostacoli. Ci sono buone ragioni per credere che la guerra contro l’Iraq intenda, in parte, impartire a tutto il mondo una lezione su quanto potrebbe accadere qualora l’impero decidesse di colpire."


La lotta per la libertà non finisce mai. Le popolazioni del Terzo Mondo hanno bisogno di tutta la nostra comprensione ma soprattutto del nostro aiuto concreto. Noi possiamo garantire loro un margine di sopravvivenza favorendo all'interno la disgregazione degli Stati Uniti. La possibilità che il Terzo Mondo vinca contro la brutalità che l'Occidente gli impone dipende in larga misura da quel che accade negli Usa.
Il coraggio che quei popoli dimostrano è stupefacente. Io personalmente ho avuto il privilegio - perché è un privilegio - di assistere con i miei occhi ad esempi di tale coraggio nel Sudest Asiatico, in America Centrale, nella West Bank occupata. È un'esperienza commovente e coinvolgente, che non manca mai di riportarmi alla mente le sprezzanti osservazioni di Rosseau sugli Europei che hanno abbandonato la libertà e la giustizia in favore della pace e del riposo "di cui godono in catene". Egli continua affermando:
"Quando osservo le moltitudini di selvaggi ignudi che disprezzano la voluttuosità europea e sopportano la fame, il fuoco, la spada e la morte per difendere soltanto la loro indipendenza, io sento che non si conviene agli schiavi ragionare di libertà".
Chi pensa che queste siano solo parole, non ha capito niente del mondo.
Ma questa è solo una parte del compito che ci attende. C'è un Terzo Mondo che cresce in casa nostra. Ci sono sistemi di autorità illegittima in ogni angolo della nostra vita sociale, politica, economica e culturale. Per la prima volta nella storia dell'umanità, ci troviamo ad affrontare il problema di proteggere un ambiente in grado di assicurare la stessa esistenza dell'uomo. Non sappiamo se uno sforzo serio e impegnativo sarà sufficiente a risolvere, o almeno a mitigare, problemi così vasti. Siamo però praticamente sicuri che la mancanza di tali sforzi condurrà al disastro.
CHOMSKY Affrontare l'impero



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la caserma dell'aviazione di Viterbo



"La salvezza dell'umanità dipende da un messaggio che un muto deve trasmettere per telefono ad un sordo".
Gianni Rodari


"Quando e' l'ora di marciare contro il nemico molti non sanno che il nemico marcia alla loro testa".


B. Brecht

venerdì 5 marzo 2004

"intellighenzia" ...


"intellighenzia"


"Vi è una possibilità di dirigere l'evoluzione psichica degli uomini in modo che diventino capaci di resistere alle psicosi dell'odio e della distruzione? Non penso qui affatto solo alle cosiddette masse incolte.
L'esperienza prova che piuttosto la cosiddetta "intellighenzia" cede per prima a queste rovinose suggestioni collettive, poiché l'intellettuale non ha contatto diretto con la rozza realtà, ma la vive attraverso la sua forma riassuntiva più facile, quella della pagina stampata".
Albert Einstein, 1932, lettera a Sigmund Freud.


Dedicata all'intellighenzia di sinistra che vota blablabla per il mantenimento dei nostri ascari a Nassiria. Sosteniamo gli elicotteristi di Viterbo.


Dai un'occhiata anche qui.

&nbsp;IN EDICOLA OGG...

 IN EDICOLA OGGI



 


 


 


''Berlusconi  Blair: uniti per la guerra'' AVVENIRE


Foglio di via
''Intesa Berlusconi-Blair: in Iraq  senza esitazioni''   ANS(I)A


Auguri


''Berlusconi-Blair: "Restiamo in Iraq"''.  LIBERAZIONE !


 


 

lunedì 1 marzo 2004

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Ri-lancio del re dei pomodori


Lazio, i milioni della Cirio per pagare i premi scudetto. Cifre consistenti sottratte ai conti del gruppo dopo il trionfo del 2000. Cragnotti avrebbe utilizzato i soldi di Holding e Finanziaria. Prossimo passo, l'esame delle trattative Lazio-Parma
(Repubblica)

L'arca(no) dell'alle...

L'arca(no) dell'alleanza




 


Berlusconi "corregge" Bossi
"L'otto per mille non si tocca"


6 Postquam autem venerunt ad aream Nachon, extendit manum Oza ad arcam Dei et tenuit eam, quoniam boves lascivientes proruperunt.7 Iratusque est indignatione Dominus contra Ozam et percussit eum super temeritate; qui mortuus est ibi iuxta arcam Dei. Qui in latino



Ma quando furono giunti all`aia di Nacon, Uzza stese la mano verso l`arca di Dio e vi si appoggiò perché i buoi la facevano piegare. 7 L`ira del Signore si accese contro Uzza; Dio lo percosse per la sua colpa ed egli morì sul posto, presso l`arca di Dio.  italiano