giovedì 29 aprile 2004

Amarcord Rico...

Amarcord


Ricordo la grande impressione della visita al Mausoleo di Sun Yat-sen, a Nanchino, pochi anni fa. Arriva alla fine di una scalinata estesa quanto tutta una collina…


Sun Yat-sen



Born Nov. 12, 1866 in Guangdong province
1879 Studies medicine in Hawaii Studia medicina nelle Hawai
1895 Leads first insurrection against Qing dynasty Guida la prima rivolta contro la dinastia Qing
1905 Develops "Three Principles of the People" Sviluppa I 3 principi del popolo


1911 Qing dynasty is overthrown la dinastia Qing è rovesciata
1913 Kuomintang, the party he founded, wins national election but is soon expelled from parliament Il suo partito vince le elezioni, ma è subito messo fuorilegge
1925 Dies March 12 in Beijing Muore (cancro al fegato)


Sun Yat-Sen è a tutt'oggi venerato come il padre della patria da tutti i cinesi, anche quelli di Formosa. Smise di fare il medico per dedicarsi alla politica, quando si rese conto che, mentre come medico poteva salvare un uomo su un milione, come politico poteva salvare tutto il milione. Insomma la sua storia vale la pena di esser conosciuta. (non l'ho trovata in italiano)



Abdel-Aziz al-Rantissi, capo du Hamas era un pediatra. il suo successore è un altro medico.



Mmah!

mercoledì 28 aprile 2004

Divertissement&n...


Divertissement

Si racconta che quando Dio creò il mondo, affinché gli uomini prosperassero decise di concedere loro due virtù. E così fece.
Gli svizzeri li fece ordinati e rispettosi delle leggi.
Gli inglesi perseveranti e studiosi.
I giapponesi lavoratori e pazienti.
I francesi colti e raffinati.
Gli spagnoli allegri e accoglienti.
Quando arrivò agli italiani si rivolse all'angelo che prendeva nota e gli disse:
"Gli italiani saranno intelligenti, onesti e di Forza Italia!".
Quando terminò con la creazione l'angelo gli disse:
"Signore hai dato a tutti i popoli due virtù ma agli italiani tre, questo farà si che prevarranno su tutti gli altri".
"Porca miseria! E' vero! Ma le virtù divine non si possono più togliere; che gli italiani abbiano tre
virtù! Però ogni persona non potrà averne più di due insieme".
Fu così che:
L'italiano che è di Forza Italia e onesto, non può essere intelligente.
Colui che è intelligente e di Forza Italia, non può essere onesto.
E quello che è intelligente e onesto non può essere di Forza Italia.
(appena trovato nell'email)

Mon oncle d'Amerique








Mon oncle d’Amerique









Angoscia, anguish, angustia, aengste, angoisse




:"L'inconscio costituisce uno strumento terribile… per tutto quanto è autorizzato e persino ricompensato dalla medesima sociocultura, inserita nel suo cervello sin dalla nascita. Il cervello non è cosciente della sua presenza, anche se è lui che guida le sue azioni. Infatti ciò che chiamiamo la personalità di un uomo, di un individuo, si costruisce su una cianfrusaglia di giudizi di valore, di pregiudizi, di luoghi comuni…che si trascina dietro e che, man mano che la sua età avanza diventano sempre più rigidi, e che sempre più di rado sono rimessi in questione. E quando un solo mattone di questo edificio viene tolto, tutto l'edificio crolla: scopre l'angosciaE questa angoscia non indietreggerà né di fronte al delitto, per l'individuo, né al genocidio o la guerra, per i gruppi sociali, pur di esprimersi


Parole finali di “Mon oncle d’Amerique, 1980 di Alain Resnais, sceneggiatura di Jean Gruault sulle tesi del sociobiologo Laborit. (rivisto, con Paola, dopo cena in WHS).




Angoscia, anguish, angustia, aengste, angoisse









Gli Stati Uniti





hanno due modelli di colonialismo: uno è quello britannico, con un accordo con le élites locali alle quali si concede un autentico potere; l'altro è il modello israeliano, con l'uccisione, uno ad uno, dei leaders locali. Washington oscilla tra l'uno e l'altro.


Lo scrittore e regista pachistano Tariq Ali, nato nel 1944 nella città di Lahore, presentando a Madrid il suo libro intitolato "Bush a Babilonia".


Su rainews24



Il terrorismo di stato israeliano allatta l'islamismo politico di Al Qaeda e questo va benissimo per Bush, che non ha né come priorità né come obiettivo quello di sollevare il velo sulle reali cause di questo fenomeno. Il mondo deve accontentarsi delle sue spiegazioni e raggiungere, senza colpo ferire, la sua crociata! Nell'attesa che si realizzi la "pax americana", Israele ha come funzione di mantenere la spada di Damocle sul capo di tutti i regimi e i popoli della regione.


Su Liberté (Algeria)



Il 72% dei Palestinesi vive sotto la soglia di povertà, che è di un dollaro e mezzo al giorno. La gran parte delle famiglie vive degli aiuti delle Organizzazioni internazionali. Secondo l’americana CARE, a Gaza il 13% e in Cisgiordania il 4,3% dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione grave. Sono cifre alte, perché più della metà della popolazione plaestinese ha meno di quindici anni. Il sondaggio di uno psichiatra di Gaza rivela che il 53% dei bambini di Gaza non sogna di diventare astronauta, medico e neppure generale, ma "shaihds", martire.


Libération (Francia)20/04/2004

martedì 27 aprile 2004

Pesca per i

Pesca per i "tonni"


(ipertesto)


Si utiliza la pasturazione per attrarre i pesci nel posto dove intendiamo pescare e ritenerlo tutto il tempo della pesca.


Pasturazione potente:power chumming
Fred Archer, molti anni fa, inventò una micidiale tecnica di pesca: il power chumming. Il power chumming (P.C. ) è una tecnica ibrida che stà a metà tra la traina e il drifting a scarroccio. Il P.C.(power chumming) è una tecnica che tende a prendere il meglio della traina e del drifting: si rivolge ai grandi pesci, mako, squali, martello e volpe, ma anche tonni.


Giordania, sventato mega-attentato di Al Qaeda
La tv ha mostrato i superstiti di una cellula terroristica che aveva intenzione di provocare una strage.
Secondo le autorità avrebbe potuto provocare 80 mila vittime
Corriere 2004-04-27 07:27:00


Sars: 600 persone in quarantena a Pechino
Agenzia Ansa 26 aprile 2004


"Allarme terrorismo a Genova / Bomba chimica su una nave" titola in prima pagina "la Repubblica" del 16 gennaio 2003, riferendo del blitz della Guardia di Finanza e "della delicatissima inchiesta" sul carico di una nave bloccata nel porto del capoluogo ligure.
Data pubblicazione: 19/01/2003


Operation Northwoods.


Nel 1963, il comando supremo militare americano presentò un piano al Presidente John Kennedy che prevedeva la messa in atto di una falsa campagna terroristica - completa di bombardamenti, sequestri e pirateria aerea, abbattimento di aerei e morti Americani - così da giustificare l'invasione di Cuba. …Kennedy respinse il piano e fu assassinato pochi mesi più tardi. Ora Rumsfeld ha resuscitato Northwoods, ma in scala infinitamente più grande, con risorse tali a sua disposizione che sarebbero state inimmaginabili per i suoi predecessori. Senza che nessun potere rivale possa controbilanciarlo.


Explicatio terminorum: chumming: quando due vanno a letto insieme; metti due terrorismi.

domenica 25 aprile 2004

Dante a Firenze(da...

Dante a Firenze


(dal vivo!)



 



Giovedi 22 aprile, Cenacolo-refettorio dei frati del convento di S.Croce, salone grande come una chiesa, di fianco alla Cappella dei Pazzi, sul lato destro di S.Croce guardando la facciata. Alle 20,15 mi trovo con Paola di fronte alla cancellata di ferro con altre 200 persone in paziente attesa per lo spettacolo offerto tutte le sere alle 21 da Vittorio Sermonti che commenta e poi legge un canto del Purgatorio. E’ una delle prime sere di vera primavera, la luce regalata dall’ora legale si confonde con la prime luci artificiali che battono sugli archi in pieta serena del cortile interno che conduce alla Cappella de’ Pazzi. Ho lasciato Paola seduta sulla panchina in pietra della Piazza; è insieme a Gabriella Fiori, grande traduttrice dall’inglese di Iris Murdoch e altre, dal francese di Simone Veil di cui è una delle esperte qualificate; appoggiato al muro a lato della cancellata vedo tutta la Piazza, quadrata spoglia e semplice, ritornata a questa splendida asciutta severità da quando, una ventina d’anni fa, i fiorentini ebbero l’idea – elementare – di togliere l’enorme brutto ottocentesco monumento di Dante dal fondo della piazza che dà su Via de’ Benci e Via de’ Neri, per spostarlo a lato della facciata, assorbito dai marmi ottocenteschi della stessa – stesso colore – e reso quasi invisibile come invisibile fu ai fiorentini il poeta in carne ed ossa dopo il bando che lo allontanò per sempre da qui. Paola e Gabriella parlano in continuazione – nel senso di Gabriella – facile all’eloquio come alla scrittura; devo richiamarle per esser pronte all’apertura del cancello in modo da conquistare i primi posti. Nessuno di noi ha mai visto Sermonti, e questa è un’occasione irripetibile.


Conquistiamo la decima fila, non male. Ad un certo punto, la giovane maschera si avvicina a noi e, gentilissima, ci chiede se non abbiamo difficoltà a spostarci alla quarta fila, sui posti riservati! Quando uno deve esser fortunato! Il motivo? C’è un gruppo di tre privilegiati che chiede la retrocessione al nostro posto in quanto sta a fianco dell’altoparlante e questo consente un miglior udito, forse per una registrazione. L’arrivo di Vittorio Sermonti, dal fondo del Cenacolo, percorrendo il lungo corridoio tra gli astanti ormai tutti al completo, ha la solennità dell’Incipit Commedia Dantis Alagherii, florentini natione non moribus. Vedo realmente Dante vestito in semplici panni moderni, camicia aperta senza cravatta rientrare a Firenze con tutti gli onori; il passo è solenne, l’andatura eretta, non altera ma consapevole che il poema sacro ha finalmente vinto la crudeltà che l’ha fin qui tenuto serrato fuori dal bell’ovile in cui abitò fanciullo; il segno che è proprio lui, Dante in persona me lo dà la cartella rossa del colore della fiamma viva che porta sotto il braccio e che contiene il Poema Sacro; ho un sussulto. E’foderata con la stoffa della veste di Beatrice, non può essere altrimenti; ripasso mentalmente i versi:


sovra candido vel cinta d’oliva


Donna m’apparve sotto verde manto


Vestita di color di fiamma viva! (Un rosso tipo questo che vedete, molto vivo).


Proprio quella!


Anche l’andatura è quella d’un cinquantenne. Ci passa di fianco consapevole di diffondere intorno a sé la gioia che segue ad un attesa desiderata, sale il gradino della pedana, apre la borsa proveniente dalla boutique dei Portinari di Via del Corso, poggia i fogli sul leggio e subito comincia, con l’aria grave ed assorta di un Direttore d’orchestra che attacchi con un adagio:


Sì come quando i primi raggi vibra


Là dove il suo fattor lo sangue sparse,


cadendo Ibero sotto l’alta Libra,


e l’onde in Gange da nona riarse,


sì stava il sole; onde ‘l giorno sen giva,


come l’angel di dio lieto ci apparse.


(Purg. XXVII, inizio).


Spiega Dante:


Il sole sta per sorgere a Gerusalemme, e quindi sta per tramontare in Purgatorio, quando ai tre poeti appare al di qua della fiamma, un angelo, che li invita ad entrare nel fuoco purificatore, al di là del quale c’è il Paradiso terrestre dove comparirà Beatrice!


E’ una voce chiara e forte, la voce è d’un Arnoldo Foà cinquantenne, anche meglio. Si vede che l’emozione del ritorno lo fa “trasumanare.


Segue la spiegazione dei 142 versi del canto e poi, in fine, la lettura. Se in Italia la TV non fosse in questo momento in mano agli analfabeti di ritorno, uno spettacolo così sarebbe trasmesso in diretta.


Ma Dante non se ne fa; già al sesto giorno di presenza in Santa Croce ci aveva avvertito:


Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!

Ché le città d'Italia tutte piene
son di tiranni, e un Marcel diventa
ogne villan che parteggiando viene.

Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde:
tu ricca, tu con pace, e tu con senno!
S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde.
Atene e Lacedemona, che fenno
l'antiche leggi e furon sì civili,
fecero al viver bene un picciol cenno
verso di te, che fai tanto sottili
provedimenti, ch'a mezzo novembre
non giugne quel che tu d'ottobre fili.
E se ben ti ricordi e vedi lume,
vedrai te somigliante a quella inferma
che non può trovar posa in su le piume,
ma con dar volta suo dolore scherma.


Non ci resta che ringraziare Telecom che ci regala queste 33 serate che è già possibile ascoltare – gratis - in Internet, insieme ai canti dell’Inferno letti e commentati l’anno passato a Milano.


L’applauso finale dura alcuni minuti. Sulla parete di fronte i personaggi dell’ultima cena di Duccio sembrano avere una vibrazione; e i nastri della storia della Croce ondeggiano, per questa volta, di gioia.



 



 



 



 


 

Agrodolce della vita...

 


Agrodolce della vita








Poppi, Casentino, 25 Aprile



Ieri al castello di Poppi ho ascoltato Michele Battini che presentava il suo libro “Peccati di memoria”, la mancata Norimberga italiana Laterza ed, 2003, pg.190, E. 15.


Ho visitato – nello stesso Castello - la mostra sul periodo della Resistenza qui in Casentino. Ricordi già presenti sono riemersi con la forza della documentazione, anche fotografica.
Il messaggio del post è ancora quello: “ora e sempre Resistenza”. Una cosa mi ha chiarito il Prof. Battini – Università di Pisa – ex allievo di Franco Sbarberi mio compagno d’infanzia –Università di Torino-Sassari, presentatore e moderatore, presente il Sindaco – Carlo, mio fratello minore, diciamo anche questa, Francesco Goretti, compagno d’infanzia, archivio vivente della memoria partigiana, Lola Poggi, compagna di gioventù, collega dei primi anni d’insegnamento, ex Segretaria d’Ambasciata alla delegazione italiana dell’Unesco, Sandro Brezzi, grande segretario della storica biblioteca di Poppi, e poi amici parenti conoscenti, tra cui un distinto nobile anziano signore che mi fa sapere di essere un lettore del mio blog e di stampare le parti che rievocano memorie casentinesi: momenti d’intimità sociale che non interessano minimamente a chi inciampa su questo post, ma che servono a Barbabianca per far capire, se ce ne fosse bisogno, che non di soli biscioni vive il mondo, non di sole frustrazioni vive un blog. La vita è come la natura a primavera: più la soffochi e più viene fuori. Eros e Thanatos. In Casentino, oggi 25 Aprile, qui con Paola, stando abbracciato ad Eros, guardo negli occhi Thanatos, che abbassa i suoi. Sensazione dolce del sapore del sangue quando ti spacchi un labbro.
Michele Battini, giovanissimo, faccia simpatica, linguaggio semplice e concreto, mi ha chiarito questo: dopo il Giugno del 44, presa di Roma e fosse Ardeatine, il comandante in capo della Wermacht Kesserling, stabilì una fascia di protezione che andava da Roma alla linea Gotica, ancora non ultimata: in questo spazio si dovevano garantire le operazioni militari dei tedeschi dalle incursioni dei civili in armi, per garantirsi un tempo di ritirata sufficiente per la messa in opera della detta linea. Una specie di zona rossa dove erano consentite operazioni di repressione più dure di quanto in uso nelle tradizionali regole di guerra. Ho capito così che le stragi di Vallucciole, Partina, Moggiona, S.Pancrazio…non sono state casi eccezionali dovute all’efferata crudeltà delle SS guidate dalle spie fasciste; anche l’esercito “regolare” tedesco ha compiuto stragi come al Padule di Fucecchio, Civitella. Tutto in base alle disposizioni di Kesserling che non faceva parte delle SS.
Insomma, cari amici, questa è la guerra; tutto rientra nella logica; non c’è irrazionalità nella strage e negli stupri di Moggiona: è appunto la Legge della guerra. Anche quella di Nassijria. Mi dispiace; l’ho dovuto dire, ma è già scritto nell’art.11 della Costituzione. Una volta che tu dici sì ad una guerra diventi complice delle sue efferatezze e, se paghi le tasse, dai il tuo diretto contributo pagando di tasca propria.


La guerra deve diventare un tabù come l’incesto: al tempo di Caino ed Abele, al tempo dei Faraoni l’incesto era ammesso, ora non più. Understood?
Con questo finale ho quasi rovinato il titolo: Agrodolce della vita.




venerdì 23 aprile 2004

Ti pareva23-04-200...

Ti pareva


23-04-2004 08:14 (Ansa)


CARD. RUINI: NON POSSIAMO ABBANDONARE L'IRAQ


Paradiso terrestre


IL GIORNALE - ''Se gli alleati lasciano l'Irak sara' il caos''.


Per vincere ci vogliono i leoni


SECOLO D'ITALIA - ''Con Zapatero vince la paura''


Ma se' nato in Italy


LIBERAZIONE - ''La "svolta" '' di Alessandro Curzi. ''Fassino fa l'americano''.


Meglio il rombo della Ferrari


LIBERO - ''Tutti zitti ma Oriana fa il record''.


Antisemitismo
Gaza, due bimbe palestinesi uccise durante gli scontri. Avevano 4 e 9 anni. La più piccola è stata soffocata in casa dai lacrimogeni, l'altra colpita da un proiettile israeliano. In mattinata morto anche un ragazzo di 16 anni /
( La repubblica)


giovedì 22 aprile 2004

Coppia canaglia: Usa e Israele


Coppia canaglia (II)
(Bowling for Palestine)


Che il popolo palestinese non sia completamente composto da alienati, per esempio, è un miracolo autentico: non che stiano bene, certo. Non ho voglia di cercarlo, ma ricordo un rapporto di Amnesty sull'incidenza dei disturbi psichiatrici tra i bambini palestinesi, ed era da farsi venire i capelli bianchi. Lo lessi quando Rabin era ancora vivo. Figuriamoci come sarà adesso, la situazione.
Del resto, che la strategia più efficace di Israele (è che sono geniali, va ammesso) consista nel fare impazzire i palestinesi per poi guadagnarsi la licenza di ucciderli, mi pare un dato di fatto.


Leggi il post di Lia



Lessico e sangue (II...

Lessico e sangue (II)



E' morto da eroe



da chi dipendono i 4 italiani rapiti in Iraq


Salviamo gli altri 3


mercoledì 21 aprile 2004

O Gorizia non più ma...

O Gorizia non più maledetta



Dopo 57 anni Gorizia e Nova Gorica si ritrovano.


Non è il muro di Berlino, ma il muretto che separa l'italiana Gorizia (39mila abitanti) dalla slovena Nova Gorica (36mila) è altrettanto efficace. Costruito il 16 settembre 1947, quest'ultimo relitto della guerra fredda sarà distrutto il 1 maggio con l'adesione della Slovenia all'Unione europea. Gli scambi economici e culturali tra le due città si potranno quindi intensificare.


Le Monde, Francia [in francese]


Su Gorizia continua qui.



Ap-profittatatori di guerra


Malgrado il ritiro annunciato delle truppe spagnole e l'esecuzione di uno dei quattro ostaggi italiani, Silvio Berlusconi ha confermato lunedì che il contingente italiano composto da tremila uomini resterà in Iraq. "Approfittiamo delle circostanze per essere considerati come l'alleato dell'Europa continentale più vicino agli Stati Uniti", ha dichiarato il presidente del consiglio. Intanto Roma ha attivato tutti i canali diplomatici per liberare i tre ostaggi e potrebbe avere messo molti soldi sul tavolo per recuperare vivi i tre connazionali.


Le Temps, Svizzera [in francese - a pagamento]

Lessico e sangue...


Lessico e sangue



E' morto da eroe


(il Presidente del Senato al tg toscano, 19 aprile, ore 19,40 in riferimento a Quattrocchi).


Come morti da eroi sono i 19 di Nassijrya.
Perché chiamarli così?


Cambio la domanda:
Per chi è importante chiamarli così?
Forse per le famiglie? domandare a loro.
Forse per loro? è tardi.
Sicuramente per chi ce li ha mandati.
Infatti dichiarandoli eroi si dà per scontato che hanno compiuto un'azione giusta, meritevole e legale; come naturalmente giusta, meritevole e legale è stata la decisione di mandarli là a fare quella cosa.
Come si potrebbe dare il titolo di eroe a chi stava compiendo un'azione anche semplicemente illegittima?
Dunque beato quel governo che non ha bisogno di fabbricarsi gli eroi per giustificare le sue decisioni sbagliate, beati quei cittadini che non hanno bisogno di eroi per coprire i loro sensi di colpa, beate quelle famiglie che rifiutano i funerali di stato, "beati i pacifici perché possederanno la terra" senza bisogno d'andare in guerra, beata la Costituzione Italiana che ci impone di "ripudiare" la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.


Pezza d'appoggio a quanto sopra.


L'antieroe che viene dal vuoto
Alla morte di Fabrizio Quattrocchi si addice la pietas che si deve a una morte, a ogni morte, orrenda e ingiusta, con quel tanto di lenimento che il dolore e l'orrore possono trarre dal comportamento di una vittima non sottomessa alle ingiunzioni dei suoi aguzzini. L'eroismo invece non solo non le rende maggiore merito, ma le fa violenza una seconda volta. Non sappiamo con quali sentimenti e quali intenti, lavoro e guadagno a parte, egli fosse lì, né con quale contezza della situazione di guerra e non di peacekeeping avesse accettato d'andarci.
[Ida Dominijanni Il Manifesto 19.04.04]


lunedì 19 aprile 2004

Rassegna-ta stampa...

Rassegna-ta stampa


Dedicato ad Ilaria Alpi e a tutti i giornalisti assassinati dal brutto poter che ascoso al comun danno impera.


A tutti voi sarà capitato di leggere un titolo di giornale che afferma il contrario di quello che sta scritto nell'articolo. Non è un lapsus del tipografo nè schizofrenia del giornalista firmatario del pezzo; è lo stravolgimento che la Proprietà opera per i suoi fini di bottega. Se non l'avete mai notato è per vostra distrazione. Fate la prova col primo giornale che vi capita sotto gli occhi: è una prassi, è il modo con cui il diritto proprietario tenta di sopraffare il nostro residuo diritto alla libertà di opinione.


Due esempi.


Gli italiani: "Non possono andarsene"
Per scoprire cosa fanno oggi i soldati italiani nel sud dell'Iraq basta seguire una pattuglia qualunque in un giorno qualunque. Per capire come controllano il territorio che hanno "occupato", basta prendere il tempo di quanto si fermano per perquisire uno sgangherato furgone o una casupola di fango o solo un uomo che passa. Per intuire come sono cambiati i sentimenti di molti iracheni e come sono cambiate le paure dei nostri basta guardarli in faccia, gli uni e gli altri sempre più diffidenti e ostili, sempre più spaventati.
[Attilio Bolzoni-La Repubblica]



Un errore unilaterale
Se adottiamo per un istante la prospettiva del nuovo governo spagnolo, la decisione di ritirare le truppe senza attendere la scadenza del 30 giugno non è sorprendente. Questo è lo spirito con cui José Luis Rodriguez Zapatero aveva fatto la sua campagna elettorale, questo è l'impegno che aveva sostanzialmente assunto con i suoi elettori. A chi gli rimproverasse una mossa affrettata Zapatero potrebbe rispondere che la situazione irachena, si è irreparabilmente deteriorata e che la data del 30 giugno ha perduto gran parte del suo significato.
(Sergio Romano, Corriere della Sera)


Titolare dei titoli "Supergiornale"

domenica 18 aprile 2004

Non c'è confronto...

Non c'è confronto


























 


 


 


 


 


 


Raggio di sole



Copre l’Europa un cielo cupo e nero,


strisciato a sangue là verso l’Oriente:


Gaza e Fallujah contro il mondo intero


Che sta a guardare senza fare niente.


Lo stivale affondato nel pantano


Mi stringe il piede e intorpida la mente.


Nel tentativo d’andar più lontano


Sposto lo sguardo là verso Occidente.



Ed ecco, come al rompersi di un velo,


un raggio luminoso fora il cielo.


Or qui lettor appar la meraviglia:


come allor che Dante uscì da Marte


- Pianeta che significa la guerra –


per salire più in alto in grembo a Giove,


-che in sé la Giustizia accoglie e serra –


“così anch’io vidi la giovial facella


sfavillar de l’amor che ivi era


segnando agli occhi miei nostra favella”.



Vidi cioè il raggio prima fermo


Formare in arco sette bei colori:


poi, pennellando come su uno schermo,


lo vidi sussultar dentro e di fuori.


Ed ecco che in cospetto al mondo intero


in cielo ho visto scritto: ZAPATERO.

Co...




Coppia canaglia
(Bowling for Palestine)


Cast:


Mr Hardware: elicottero americano
Dr Software: pilota israeliano


Produttore: Paranoia SpA


Scheda illustrativa.
L’invenzione del consenso
Ora, se l’americano medio si percepisce come nemico del big government, come fanno a coinvolgerlo nella guerra infinita, e come fanno a far passare quasi senza discussione l’abolizione dei fondamentali diritti umani nel paese?


Le risposte sono diverse: accennerò solo a due, per poi passare a una terza risposta. Il primo elemento è la paranoia di massa, quella che Michael Moore ha smascherato in Bowling for Columbine. Per una serie di motivi storici e sociali, gli americani hanno paura; e alla paura si reagisce compattandosi attorno a un capo e sterminando i nemici. La creazione di uno stato di panico costante attorno al “livello di allarme terrorismo del giorno”, le scene di uomini mascherati alle prese con inesistenti batteri e sostanze chimiche, le continue esercitazioni, risvegliano inconsciamente le infinite fobie che caratterizzano la vita americana.
(estratto da intervista a Chomsky)

Chomsky a Firenze (p...

Chomsky a Firenze (post III)


COGITO, ERGO INTERNET - Cartesio e Chomsky


 


 Noam Chomsky  ritiene Cartesio il bisnonno della linguistica contemporanea.


 


...E' il 1966, all'alba del suo impegno politico pacifista contro la guerra in Vietnam, quando esce "Cartesian Linguistic", il tributo più esplicito che Noam Chomsky, fondatore del generativismo in linguistica, versa a Cartesio, filosofo del razionalismo. Quali sono i punti di contatto tra generativismo chomskyano e razionalismo cartesiano? Sostanzialmenre due: il primo risiede nel concetto di "creatività" del linguaggio umano, che Chomsky afferma di aver ereditato da Cartesio.  Osserva Chomsky: " solo l'uomo è in grado di usare il linguaggio come strumento generale di pensiero e di auto-espressione piuttosto che come puro strumento di comunicazione, di richiesta, o di comando". Il secondo punto è che tale creatività non è acquistata, attraverso l'esperienza o l'apprendimento, ma innata: se per Cartesio è installata nell'uomo dalla Divina Provvidenza, per Chomsky è scolpita nella struttura della mente.E' su ispirazione cartesiana, quindi, che lo studioso del linguaggio si trasforma in studioso della mente. Nell'era del progresso digitale, il migliore accesso ai meccanismi di funzionamento della mente sembrano essere proprio i modelli cibernetici forniti dall'intelligenza artificiale. Non solo Chomsky e il generativismo, dunque, ma anche molti sviluppi della psicologia cognitivistica, e certamente quel nuovo settore della riflessione teorica concentrato sull'intelligenza artificiale, avrebbero stretto un patto di sangue con Cartesio, antico maestro europeo di scienza e filosofia.


Il testo integrale qui


 


 Origine del linguaggio


 


La lezione forse più importante che possiamo trarre da ciò che sappiamo sulle nostre origini riguarda il significato di ciò che in anni recenti è stato definito sempre più spesso come "esaptazione" ( dal latino ex aptum: prendere ciò che serve, che è adattativo). Con questo termine si definisce un concetto biologico che serve per definire quei caratteri che insorgono in un contesto per poi essere sfruttati in un altro, o il processo con il quale simili novità vengono adottate negli organismi viventi.


 


Le penne degli uccelli



Il classico esempio di processo esaptativo, che diventa processo adattativo, è fornito dalle penne degli uccelli. La penna è una struttura essenziale per il volo, ovviamente insieme alle ossa cave , al cervelletto, ai grandi muscoli pettorali eccetera. La penna è una modificazione del pelo, che è un annesso cutaneo, e milioni di anni prima che si sviluppasse la capacità e la necessità di volare, le piume e le penne venivano usate semplicemente come isolanti termici. Le nostre tanto decantate capacità cognitive potrebbero essersi originate come le penne degli uccelli: un'acquisizione insorta in un contesto prima di essere sfruttata in un altro.


 


…Non possiamo attribuire l'avvento delle capacità cognitive semplicemente al lento perfezionamento del cervello nel tempo. Accadde qualcosa di diverso da un potenziamento fisico del meccanismo cognitivo: da tempo era esistente un HARD-WARE adeguato e sufficiente, l'innovazione sta in un nuovo SOFT-WARE, in un nuovo sistema operativo che fa funzionare meglio un cervello con spazi di memoria già sufficientemente estesi e capienti. La configurazione cerebrale risultava notevolmente uniforme per tutti i primati superiori da almeno 150.000-200.000 anni e la massa neurale continuava a comportarsi in modo tradizionale. Le basi necessarie per l'adozione di processi cognitivi moderni erano già state biologicamente gettate; e il grande passo non consisteva più nell'aggiunta di un po' di materiale neurale. Inoltre l'uomo aveva un apparato vocale che poteva produrre i suoni del linguaggio articolato oltre 500.000 anni prima che i nostri progenitori lo sfruttassero realmente.


 


   Bambini e giovani macachi battono i vecchi e i maschi dominanti.


 Dato che il cervello non è una struttura statica, ma una entità dinamica che si riorganizza durante lo sviluppo e, in presenza di stimoli appropriati, per tutta la vita, non è implausibile che un precursore del linguaggio sia nato da un gruppo di bambini durante il gioco. Un simile prelinguaggio poteva comprendere parole,-suoni-, legate tra loro con significato adattattivo. È difficile immaginare che, compiuta questa invenzione, la società potesse non adottarla.


Su un'isola del Giappone alcuni ricercatori avevano cominciato a nutrire con del riso un gruppo di macachi che vivevano presso una spiaggia. Parte del riso finiva nella sabbia e dopo che i maschi dominanti e le femmine si erano nutriti, ai giovani macachi non restava altro che consolarsi mangiando i chicchi caduti a terra raccogliendoli faticosamente e pazientemente uno a uno per potersi nutrire. Fino a che un giorno un giovane macaco che per gioco aveva gettato in acqua una manciata di sabbia e riso mentre litigava con altri giovani, si accorse che il riso galleggiava sull'acqua e la sabbia andava a fondo. Capì che non gli restava altro che raccogliere col cavo della mano il riso galleggiante e nutrirsi a volontà. Occorse un po' di tempo perché gli adulti seguissero l'esempio, prima le femmine e poi i maschi dominanti. Senza dubbio alcuni tra i maschi anziani e più dominanti non si degnarono mai di adottare questo comportamento preferendo la familiare sabbia tra i denti: ma una buona idea è una buona idea, ed è difficile che , nel caso del linguaggio, una volta sviluppato il concetto di associare parole a oggetti concreti o a oggetti astratti o idee, non si sia diffuso molto rapidamente in tutte le società.


La transizione, tuttavia, da uno stile di vita non linguistico a uno linguistico comportava un enorme balzo cognitivo e tecnico. L'aggiunta della sintassi è stata successiva e necessaria al sistema stesso e resa inevitabile dall'avvento delle associazioni parola-oggetto. Una progressione in un solo stadio, dall'assenza del linguaggio al linguaggio articolato, sembra piuttosto implausibile. Un processo a più stadi rispecchierebbe meglio il modo in cui i bambini acquisiscono il linguaggio, con il vocabolario che si sviluppa per primo, mentre la sintassi e poi la strutturazione della frase compaiono dall'età di due anni in poi.



Dopo essersi originato, il linguaggio cambiò parecchio nel destino degli umani, cominciarono ad articolarsi le lingue sempre più complesse e diversificate. Ma la struttura del linguaggio, indipendentemente dalla cultura, è dovuta al fatto che le sue basi fondamentali, biologiche, erano già presenti nella specie prima dell'avvento del linguaggio stesso.


 


Leggi l'articolo  


 


 

sabato 17 aprile 2004

Chomsky a Firenze (p...

Chomsky a Firenze (post II)



L'area di Broca, che è vicina alle zone "motorie" della corteccia cerebrale che controllano i muscoli dell'apparato fonatorio (lingua, ecc.), sembra controllare la coordinazione di questi muscoli nel parlato: lesioni all'area di Broca provocano difficoltà nel parlare, ma non intaccano la comprensione. L'area di Wernicke, invece, che è più vicina alle aree che ricevono gli stimoli acustici (Herschel gyrus) e che le connettono (angular gyrus) con le aree della visione (corteccia visiva), sembra più legata alla elaborazione semantica: in caso di lesioni all'area di Wernicke la fonazione è fluente, ma senza senso, e la comprensione è persa. Entro certi limiti, sembra quindi che la distinzione tra significante e significato sia riprodotta anche al livello fisico delle strutture cerebrali.
In realtà, recentissimi studi svolti da Andrea Moro, un linguista attualmente all'Università San Raffaele di Milano, rivendicano un ruolo ancora più importante all'area di Broca, che è risultata coinvolta nell'uso delle regole effettive della lingua, ma non in quelle "finte" inventate dai ricercatori: ruolo che la candiderebbe (dal punto di visto chomskyano) a principale sede del linguaggio. Un resoconto di facile leggibilità, di mano di M. Piattelli Palmarini, è ora consultabile sul web.
vedi qui: http://www.bmanuel.org/courses/corling1-4.html


RENATO MINORE

Il linguaggio è una dote innata, confermate le teorie di Chomsky


ESISTE un'area specializzata che è localizzata nel nostro cervello, l'area di Broca, dal nome dello scienziato che l'ha identificata. In essa nasce la grammatica e, con la grammatica, ogni altra forma riguardante il nostro linguaggio. Con una conseguenza assai importante che lo riguarda: esso si impara d'istinto obbedendo alle regole dettate dalla biologia.


E' il risultato di una ricerca condotta in collaborazione tra Italia e Germania e pubblicata sulla rivista internazionale "Nature Neuroscienze". Secondo il suo responsabile, il linguista Andrea Moro dell'Università "Vita e Salute" del San Raffaele di Milano che ha condotto la sperimentazione con Maria Cristina Musso, Cornelius Wielle e Christian Buchel dell'Università di Amburgo, la scoperta dimostra soprattutto una cosa: l'esistenza di una struttura che organizza la cosiddetta Grammatica Universale, quella che è stata ipotizzata da Noam Chomsky.


Parliamo dell'esperimento condotto dall'équipe di Moro con Raffaele Simone, un linguista con cattedra a Roma che si è a lungo interrogato su questi problemi. Molte le questioni sul tappeto: il significato dell'esperimento, il rapporto con Chomsky, i possibili scenari futuri.


Professor Simone, come vanno valutati i risultati di questa ricerca?
"Si tratta di un'acquisizione assai interessante che dimostra una cosa fondamentale: la precisa localizzazione nel cervello delle strutture del linguaggio. Lo si sapeva in realtà dall'epoca di Pierre-Paul Broca, fin dall'800: ora lo si conosce in maniera più dettagliata. Sappiamo dove si collocano le categorie grammaticali, i nomi, i verbi. E' la conferma di quanto aveva intuito Broca: c'è una parte del cervello che ospita il linguaggio. E' un colpo a ogni idea spiritualista del linguaggio ancora circolante".


E' insomma quella del linguaggio una funzione innata?


" Il linguaggio è come una dote naturale, un patrimonio preesistente. E' un po' come camminare o come respirare.Non impariamo il linguaggio, ma le lingue. Noi ci addestriamo ad usarlo. E' una teoria questa che piace molto a chi considera la mente umana come un computer".


Da questa ricerca dell'équipe di Moro deriva una conferma alle idee di Chomsky?


"C'è come un doppio registro. Da un lato l'innatismo chomskiano viene confermato. Ma riceve anche un duro colpo la sua idea forte della creatività del linguaggio".


Cioè?


"Sapere che il linguaggio risiede nel cervello, significa che le sue capacità sono limitate, viene meno quella possibilità infinita di creare infinite frasi. E'una creatività di molto ridotta".


Continua al prossimo post (forse).

Chomsky a Firenze,...


Chomsky a Firenze, causa honoris.


Ieri, 16 Aprile, Noam Chomsky ha ricevuto la laurea in lettere qui a Firenze. Raffreddore e mal di gola mi hanno impedito di arrivare in Piazza S.Marco per vederlo dal vivo. Per me c'è andata Paola che mi ha riferito.
Ma qual'è il suo merito di scienziato? Che cosa ha detto di nuovo e di importante riguardo al linguaggio umano? Non è facile per i non addetti come noi siamo. E allora proviamo un po' a dire in maniera semplice delle cose complesse. Le eventuali inesattezze sono mie.


l linguaggio è una dote innata.


Esiste un'area specializzata - l'hardware - che è localizzata nel nostro cervello, l'area di Broca, dal nome dello scienziato che l'ha identificata. In essa nasce la grammatica e, con la grammatica, ogni altra forma riguardante il nostro linguaggio- software - . Con una conseguenza assai importante che lo riguarda: esso si impara d'istinto obbedendo alle regole dettate dalla biologia.


L'hardware dell'uomo - In rosso l'area di Broca








 


 


 


 


 


Il linguista americano, come si sa, è il fondatore e il caposcuola del "generativismo". Questa forma linguistica intende spiegare le leggi che governano il prodursi del linguaggio e si oppone alla linguistica strutturalista che si limita a descrivere il suo funzionamento. La "grammatica generativa" di Chomsky distingue una "struttura profonda" dei fatti linguistici da una "struttura superficiale":la prima si trasforma nella seconda tramite l'organizzazione sintattica del parlare concreto. Successivamente questa distinzione cede il posto a quella tra "competenza" ed "esecuzione" con cui Chomsky intende spiegare sia gli aspetti creativi del linguaggio sia il suo carattere innato e la sua presenza nei primi stadi dello sviluppo infantile.
Insomma: hardware e software.


Per uno schema più chiaro del cervello clicca qui. Ci troverai indicate Le principali strutture fisiologiche (emisfero destro) del cervello coinvolte nell'attività linguistica: riprodotto da Richard F. Thompson, The brain. A Neuroscience Primer, 3rd edition, New York, Worth Publishers, 2000, p. 442.


Segue al prossimo post.

  morire per l...

 


morire per loro



 

venerdì 16 aprile 2004

Dove vola l'avvolt...


Dove vola l'avvoltoio


Quattrocchi per renderci ciechi


Un ostaggio italiano ucciso in Iraq, l'economia che non accenna a ripartire, l'Alitalia in crisi e le elezioni alle porte: per Silvio Berlusconi la misura è quasi colma. Come se non bastasse, oggi si riapre a Milano lo stralcio del processo Sme che lo vede indagato per corruzione. Normalmente il processo sarebbe stato al centro dell’attenzione nazionale, ma dopo l'uccisione di Fabrizio Quattrocchi in Iraq, politici e opinione pubblica hanno altre preoccupazioni.


Financial Times, Gran Bretagna [in inglese]


Leggi il post di Leonardo

Heads Up Sveglia, ra...

Heads Up Sveglia, ragazzi.


April 14, 2004


Friends, Cari amici
...
First, can we stop the Orwellian language and start using the proper names for things? Those are not "contractors" in Iraq. They are not there to fix a roof or to pour concrete in a driveway. They are MERCENARIES and SOLDIERS OF FORTUNE. They are there for the money, and the money is very good if you live long enough to spend it.

Primo, possiamo smetterla con i termini alla Orwell e cominciare a usare parole effettivamente corrispondenti alle cose?
Non vi sono "imprenditori" in Iraq. Questa gente non è là per aggiustare un tetto o buttare asfalto in una strada. Essi sono mercenari e soldati di ventura. Essi sono là per i soldi, e i soldi sono una cosa eccellente se tu vivi abbastanza a lungo per spenderli.


Halliburton is not a "company" doing business in Iraq. It is a WAR PROFITEER, bilking millions from the pockets of average Americans. In past wars they would have been arrested -- or worse.


La Hulliburton non è una industria che fa affari in Iraq. E' semplicemente un profittatore-speculatore di guerra, che scuce miliardi dagli americani. Nelle guerre passate questa gente sarebbe stata arrestata - o peggio.



The Iraqis who have risen up against the occupation are not "insurgents" or "terrorists" or "The Enemy." They are the REVOLUTION, the Minutemen, and their numbers will grow -- and they will win. Get it, Mr. Bush? You closed down a friggin' weekly newspaper, you great giver of freedom and democracy! Then all hell broke loose. The paper only had 10,000 readers! Why are you smirking?



Gli Iracheni che si sono sollevati contro l'occupazione non sono ribelli o terroristi o il nemico. Essi sono la RIVOLUZIONE, i Sanculotti, e il loro numero aumenterà -- ed essi vinceranno. Ti è entrato nella zucca, Mr Bush? Tu hai fatto chiudere un povero notiziario settimanale, tu grande dispensatore di libertà e democrazia! E così si è scatenato l'inferno. Quel giornale aveva 10.000 lettori! Perché ridacchi con quell'aria furbesca?



There is a lot of talk amongst Bush's opponents that we should turn this war over to the United Nations. Why should the other countries of this world, countries who tried to talk us out of this folly, now have to clean up our mess? I oppose the U.N. or anyone else risking the lives of their citizens to extract us from our debacle. I'm sorry, but the majority of Americans supported this war once it began and, sadly, that majority must now sacrifice their children until enough blood has been let that maybe -- just maybe -- God and the Iraqi people will forgive us in the end.



C'è un gran parlare tra gli oppositori di Bush che noi dovremmo passare questa guerra alle Nazioni Unite. E perché dovrebbero gli altri paesi di questo mondo, paesi che hanno tentato di convincerci a star fuori da questa follia, andare a mettere ordine nel caos che abbiamo fatto?
Non credo che le N.U. o qualsiasi altro vogliano rischiare la vita dei loro concittadini per tirarci fuori dalla nostra disfatta. Mi dispiace, ma la maggior parte degli Americani ha sostenuto questa guerra quando è incominciata e, tristemente, a questa maggioranza tocca ora sacrificare i propri ragazzi fino a che non sarà stato versato abbastanza sangue da muovere forse - dico, forse - a compassione Iddio e il popolo iracheno che ci concedano alla fine il perdono.



Until then, enjoy the "pacification" of Falluja, the "containment" of Sadr City, and the next Tet Offensive - oops, I mean, "terrorist attack by a small group of Baathist loyalists" (Hahaha! I love writing those words, Baathist loyalists, it makes me sound so Peter Jennings!) -- followed by a "news conference" where we will be told that we must "stay the course" because we are "winning the hearts and minds of the people."


Nell'attesa di quel giorno, godiamoci la pacificazione di Falluja, il contenimento di Sadr City, el la prossima offensiva del Tet seguita da una nuova conferenza dove ci si dirà che dobbiamo "mantenere la rotta", fermare l'avanzata, perché stiamo "conquistando i cuori e le menti del popolo".


Yours Michael Moore
mmflint@aol.com
www.michaelmoore.com


Le lettera per intero (in inglese)

giovedì 15 aprile 2004

Frangar non flectar ...

Frangar non flectar


Berlusconi: spezzata una vita, non i nostri valori
(Ansa, 15 aprile 2004)
Caro presidente, finché noi ialiani non riusciremo a spezzare i tuoi valori tu continuerai a spezzare le nostre vite. Senza acrimonia, ma con grande fermezza, noi continueremo a resisterti.


(Barbabianca, Messaggio in bottiglia).

mercoledì 14 aprile 2004

<BR><BR>Lettura cons...



Lettura consigliata (così, tanto per cominciare)


vita di Maometto

Racconti di altri te...

Racconti di altri tempi


Salvato dal figlio di sei anni


Stefano Lana, un fornaio di 43 anni di un piccolo paese delle Marche, ha raccontato di essere stato salvato dal figlio di sei anni dopo che si era rotto una gamba andando a raccogliere legna nei boschi dei monti Sibillini. Il piccolo Emanuel, che aveva voluto a tutti i costi accompagnare il padre, ha percorso  diversi chilometri per andare ad avvertire la mamma e ha personalmente guidato i
soccorsi sul luogo dove si trovava il ferito.


The Times, Gran Bretagna [in inglese]


Questo è un raccontino come ne trovavo nel mio libro di scuola elementare, ai tempi della buonanima che almeno in questo era da apprezzare, salvo il fatto che spesso al posto del babbo c’era il bersagliere pascoliano che abbracciava e adottava la “piccola abissina” da lui resa orfana. Ma l’ultimo particolare l’ho saputo dopo. Oggi – mutatis mutandis – è altrettanto dura, quasi peggio. Per questo leggo  i giornali quasi solo nei sommari di Internet e attacco i TG dopo i primi minuti, quando è passata la prima tornata di stupri ed assassini.
Aver trovato questa notizia correttamente buonista su un giornale inglese mi fa sorridere. Per essere pubblicati qui da noi, su carta o in Mediaset occorrerebbe una storia dove, quanto meno, un padre rompe una gamba e quanto altro al figlio nel tentativo di violentarlo.
Ma quanto è facile sparlare in questo porco mondo.
Scherzavo. Su con la vita, figlioli.

<BR>Parola di dio L...


Parola di dio


Le inquadrature degli ostaggi italiani trasmesse dalla televisione araba al Jazeera. Facendo leva sulla violazione  del valore della sacralità della vita a cui tengono particolarmente gli occidentali, un'accorta regia ha voluto far emergere lo stato di avvilimento, inferiorità e terrore dei nostri connazionali sequestrati dalle brigate verdi di Mohamed.
[Magdi Allam - Corriere della Sera]


La rotta di Bush


Bush parla all'America: "Manterremo la rotta" ... Bush ha ribadito che il successo a Baghdad "è decisivo per la sicurezza degli Stati Uniti e la libertà e la democrazia in Medio Oriente". [Ennio Caretto Corriere della Sera]


Ap-profitti di guerra
...sparizione di quattro italiani.
 Le ultime frasi prima di sparire:  "Allora faccio un salto in Italia. Poi ci incontreremo per un reportage sul nostro lavoro di operatori della sicurezza in Iraq", ci aveva detto al telefono S. St.  "Non siamo vigilantes e neppure mercenari o men che meno dei Tex Willer in erba amanti del rischio. Il nostro è un mestiere
come un altro e ora in Iraq meglio pagato
".
[Lorenzo Cremonesi Corriere della Sera]


Attributi a rischio


--- l'ultima battuta di Fiorello: "Il sorriso di Berlusconi", con tutti quei denti esibiti, "sembra il davanti di un bidet".
[Mario Ajello Messaggero - di ieri]



 

<BR>Il giullare ch...


Il giullare


che porta in scena l'antistoria del belpaese


 Con la televisione censurata, la stampa sotto controllo, il cinema perso in storielle eccentriche, la libertà s'è rifugiata a teatro. Vecchi e nuovi esiliati dal teatrino nazionale riempiono le piazze di cento città. A cominciare dal maestro di tutti, Dario Fo, che ha richieste da mezza Europa per tradurre la sua satira sul Berlusconi bicefalo. E poi Paolo Rossi con lo spettacolo sulla costituzione, Beppe Grillo profeta del crac Parmalat, le storie nordestine di Marco Paolini, Luttazzi e Sabina Guzzanti, ultimi nomi nella lista degli epurati Rai.
[Curzio Maltese La Repubblica - a pagamento]

Changez la femme No...

Changez la femme


Non funziona più niente dall'altra parte delle Alpi. Stagnazione economica, perdita di competitività, scioperi generali, prezzi alle stelle e "una classe media sull'orlo di una crisi di nervi", secondo il Corriere della Sera: l'Italia attraversa un momento di grave crisi. Le bravate di Silvio Berlusconi non fanno più ridere gli italiani: ormai tutti sono convinti che il capo del governo farebbe
meglio a occuparsi dei veri problemi del paese, invece di "cercare di ridurre le tasse alle squadre di calcio" o di continuare ad attaccare la commissione europea. Ma al di là dell'erratica politica economica del governo, l'Italia soffre di mali che non sono congiunturali.


Le Monde, Francia [in francese]


Montezemolo al governo, Jean Todt alla Ferrari, Berlusconi al Milan.

PC e martello Otto ...

PC e martello


Otto miliardi di motivi per distruggere un file


Quando lo scorso dicembre i dirigenti di Parmalat presero a martellate un computer negli uffici della società, uno dei
file da distruggere era il "conto 999". Quel file non è andato completamente distrutto: ne resta una stampa, in cui
si parla di un debito di oltre otto miliardi di euro. Si tratta, oltre che di un atto d'accusa contro gli ex manager
di Parmalat e Deloitte Italia, anche di un documento fondamentale per ricostruire il modo in cui Calisto Tanzi è
riuscito a tenere nascosta per anni i bilanci in rosso del gruppo.


Financial Times, Gran Bretagna [in inglese]

<BR>Atena e il centa...


Atena e il centauro 
(nella contrapposizione fra istinto e razionalità il centauro-istinto viene domato da Minerva-ragione)



Pasolini=intelligenza
Gibson=violenza


Due film, due scritture


Quarant’anni separano “La passione di Cristo” di Mel Gibson dal “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini.
Quarant’anni e un abisso che vale la pena di esplorare per cercare di chiarire, se non comprendere, le differenze tra due epoche e due progetti. Girati entrambi vicino a Matera, in Basilicata, i due film rappresentano due diverse scritture: per Gibson la chiave è la violenza, per Pasolini è l’intelligenza.


Le Temps, Svizzera [in francese]


Forza, AN.
Una riflessione sulla guerra alla droga
  " Siamo attualmente nelle terza decade di cio' che e' denominata la 'guerra alla droga'. Essa continua ad essere al centro della cronaca, mentre avvengono le immancabili retate di milioni di  individui che vengono riconosciuti colpevoli e rinchuisi nelle carceri nazionali con imputazioni legate alla droga. Circa la  meta' dell'increnmento numerico verificatosi nelle prigioni  durante le passate due decadi puo' essere direttamente attribuito a condanne di droga. La maggior parte di coloro che vengono arrestati, condannati e dichiarati colpevoli sono neri e  latino-americani. E' il momento giusto per una riflessione aggiornata e per una valutazione su questa 'guerra.'"


Leggi l'articolo

martedì 13 aprile 2004

12 Aprile, Luned&igrave; di...

12 Aprile, Lunedì di Pasqua.



Una bella scarpinata casentinese in compagnia di Massimo, Sergio, Mario, Roberto e Giuseppe. Il tempo è nuvolo,  quasi piove, ma non fa niente. Appuntamento a Soci. Si parte a piedi in direzione di Lierna. E’ la zona collinare che appartiene in gran parte al monastero di Camaldoli, luoghi della mia infanzia. Si attraversano i vecchi poderi da tempo abbandonati dai mezzadri: case fino a poco fa in rovina sono in gran parte ristrutturate; alcune già funzionano da agriturismo, altre, ancora disabitate, in attesa di destinazione. Boboli è un vecchio podere dei frati camaldolesi: la casa-fattoria in fase di restauro avanzato è una vera chicca. La posizione eccellente.
Sergio, impegnato professionalmente nella valorizzazione turistica della valle, non si dà pace:
Vedi, un posto come questo, un edificio di questa bellezza e ampiezza, oggi lunedì di Pasqua dovrebbe esser pieno di gente in cerca di riposo e ristoro.
Ai Bocci, poco sopra, il vecchio podere è già agriturismo molto ben ristrutturato: lì i turisti ci sono. Rasentiamo la villa in mezzo al bosco del compianto prof. Bruno Migliorini, Storia della Lingua Italiana. Spiego a Massimo e Roberto che il prof. era grande amico di Santi, un vecchio contadino di Guzzigli – altro podere camaldolese- lì sopra. Santi, primo di 4 fratelli, era il capoccia della famiglia; era quello che doveva tenere i rapporti con i padroni, responsabile nel bene e nel male della conduzione dell’azienda mezzadrile: Santi era un uomo navigato e di parola fluida; quello che Carducci dice di nonna Lucia può valere per lui.
( Ricordate? Cito a memoria, aiutato da Roberto: la favella toscana …sonora discendea  da la sua bocca…). Bene, l’amicizia del professore con il mio zio Santi non era disinteressata: molti termini usciti dalla bocca di Santi sono finiti nel vocabolario della lingua italiana. E ciò non fa d’onor poco argomento.
Il cammino è proseguito verso Case Nuove, Monti, S.Martino; rivista a due passi la natale Casa Bianca, incontrato D.Graziano, attuale responsabile amministrativo di tutte queste proprietà agricole, mia vecchia conoscenza. Si ritorna a Soci passando da Partina attraverso un vecchio sentiero appena visibile, sotto la guida esperta di Mario geologo. Dal fosso di Rimaggio – bella vista da dietro del castello di Partina – attraversato il paese sulla via nazionale – passiamo alla sponda sinistra dell’Archiano (quello del Quinto canto del Purgatorio) e lo percorriamo per un lungo tratto.  E qui L’impatto con il piccolo memoriale dei fatti avvenuti qui “il 13 Aprile 1944”: domani, 50 anni fa. Su pietra grigia sono scolpiti i nomi degli uccisi. Guardo l’età: il più giovane 19 anni, il più vecchio 52.  E’ una coincidenza che mi emoziona e che mi ha portato a scrivere questo post. (Domando scusa per i riferimenti troppo personali)
Arrivo a casa (Le Lame di Ortignano-Raggiolo, near Bibbiena), riprendo tra le mani un vecchio libriccino, cerco le pagine giuste, le scannerizzo e le pubblico.
D. Cristoforo è il prete che mi ha passato a Prima Comunione, in tempo di guerra ( sfollato con la famiglia negli anni del fronte  in quel di Lierna, antica cittadina castello fin dal tempo in cui Dante faceva il bagno nell’Archiano).
Naturalmente il racconto di questo prete,  ha per me suggestioni e ripercussioni che non possono essere ritrasmesse a voi giovani lettori.



Ma sono pagine di memoria non convenzionali.


13 Aprile 1944-2004:


Rappresaglie


Verso la fine di Marzo del '44 le formazioni partigiane che si  stavano organizzando, entrarono in azione. Per bloccarle i Tedeschi fecero venire le S.S. Queste formazioni, composte da nazisti fanatici e crudeli, erano la polizia della polizia. Fece lega con esse la Guardia repubblicana formata da fascisti fanatici, intolleranti  che avevano rimesso in piedi il morto partito fascista.
Le vallate del Casentino furono invase da queste squadracce che seminavano morte e terrore. Sparavano a vista lungo le strade, ai margini dei boschi, contro le persone senza domandare chi
fossero o che cosa facessero. I partigiani per vivere e tirare avanti la resistenza, portavano via grano, prosciutti o altro a qualche fascistone. Questi spesso denunziava il fatto alle S.S. e cominciavano
le rappresaglie contro i paesi.
Poco dopo il fronte un giovane mi diceva: Vennero i partigiani, portarono via la roba a noi fascisti. Si andò a lamentarci al comando tedesco. Ci presero, una fascia al braccio, e ci portarono a Chiusi della Verna. Qui si fece a rivoltellate con i nostri paesani partigiani. Noi di qua, loro di là. I Tedeschi a guardare ".
Imprudenze commisero anche i partigiani: ferivano o uccidevano un Tedesco - con risultato insignificante per la resistenza - e paesi interi venivano bruciati.
Ricordiamo le principali rappresaglie.


Vallucciole
13 Aprile 1944. Giorno funesto per il Casentino: Vallucciole, Partina, il Moscaio di Bibbiena messi a ferro e fuoco. Vallucciole viveva tranquilla sotto il Falterona. Palpitava di vita. Il vezzeggiativo ci fa pensare a qualche cosa di grazioso e delicato. Carbonai, pecorai, tagliaboschi, coltivatori, allevatori di bestiame! Gente pacifica, semplice. La bufera distrusse tutto. Giù nel fosso è il Mulin di Bucchio. Qui sorsero le prime formazioni partigiane, le prime scaramucce, cadde il giovane partigiano Pio Borri. Pretesto della strage: due Tedeschi rimasti uccisi. La notte salirono su gruppi di S.S. Fra questi - mi hanno raccontato - vi era una persona importante. Fu riconosciuta da uno dei valligiani che esclamò: “ Oh almeno lei ci salverà".
Bastò questo perché tutti quelli che incontravano venissero fucilati senza pietà. Paese, casolari, presi d'assalto come una fortezza nemica. Caddero donne, bambini, vecchi ... Gli uomini validi, radunati, costretti a portare cassette di munizioni, furono ammazzati lungo il tragitto, quando non ne  potevano più o poco dopo al termine della salita. Scene strazianti: qualche babbo passando con la cassetta di munizioni davanti alla casa, vide scannati moglie e figli senza neppure potersi fermare a dare  l'ultimo bacio. Altri babbi non poterono dare un addio ai loro cari al muro in attesa di fucilazione. Affranti, spossati dal peso e più dal dolore, venivano freddati e lasciati lì. Trafitti dalla disperazione di aver perduta tutta la famiglia, preferivano morire. Oualcuno si salvò risparmiato a viva forza da Tedeschi meno crudeli. La scena più raccapricciante: i bambini sbattuti contro il muro. Di questo ne ho una testimonianza diretta:
« Un disgraziato nella piazza di Soci, fermatosi a parlare con Don Vittorio Guerri e con me, si vantava con queste parole: «A Vallucciole, per non sciupare una palla, i bambini si s:battevano nei muri ". Una signora di Stia mi confermava il fatto: fra i bambini che fecero questa fine una di 4 anni di Arezzo sfollata a Vallucciole. Dio che guida gli eventi, lascia la libertà agli uomini che possono commettere qualsiasi delitto. La punizione prima o poi arriva: Ouel disgraziato finì sepolto vivo!


Il Moscaio di Banzena, Bibbiena


Plano prestabilito: rastrellamento delle vallate del Casentino. La stessa notte di Vallucciole il  Moscaio, un gruppo di case lungo la via Bibbiena-Vallesanta. Un gruppo di SS sale la via sassosa, sconnessa, guidato da un giovane costretto contro la propria volontà. Il paesino è preso d'assalto: le poche case bruciate, uccisi sette giovani. Che male avevano fatto quei giovani? Perché questo eccidio? Il parroco di Banzena, Don Artemio Bisenti ha gettato un po' di luce su questo episodio. I giovani non furono uccisi in casa, ma ai margini del bosco, divisi in due gruppi. Le S.S. scorrazzavano avanti e indietro. Chi si trovava per la via o alle prode dei campi e boschi, veniva ammazzato all'istante. A questo si aggiungeva il proposito di rivalsa e di vendetta di alcuni gerarchi fascisti che si vedevano derubati o vedevano strapparsi di mano il comando. I corpi dei morti furono lasciati insepolti.
Don Bisenti il parroco di Banzena cercò il comandante per seppellirli. Lo trovò sdraiato sotto una loggetta che succhiava una caramella. Il sacerdote fece notare che quei giovani non avevano fatto alcun male, non si comprendeva la loro morte. Impassibile rispose freddamente, in francese: “C'est la guerre! ".
Alle insistenze del parroco concesse di sotterrarli privatamente senza il suono delle campane e senza persone. Vigilarono con la presenza perché le condizioni fossero osservate.
Tristezza indicibile di questi funerali di guerra. Al termine della giornata, il tramonto di questa gioventù senza un bacio e un abbraccio dei loro cari, senza il conforto dei paesani, lasciava
turbati. Ma la nostra vita è illuminata dalla luce del Calvario, dove il più innocente dei martiri è morto per tutti!


Soci


Ancora notte! Dalla strada saliva un gran tramestio e un abbaiar di Tedeschi. Nel vecchio paese di Lierna, la strada muore senza sfondo. Ritornarono indietro, ma il pesante automezzo,
faticava a passare dall'antica porta romanica. Fracasso, avanti e indietro, schiamazzo, berci.
Come Dio volle scapparono e sparirono verso Avena. Nessuno uscì a vedere cosa succedeva, io guardavo dietro le imposte. Poco dopo mi alzai. Un impegno a Soci per l'uffizio di confessione.
Il silenzio vuoto del paese dava fastidio. In piazza, nel mettere la mano in tasca, mi accorsi di non avere il portafoglio. Attimo di indecisione. Ma – dissi -  non voglio comprar niente. Seguitai.
C'era dentro la carta d'identità: a questo non pensai. Viaggiare senza, poteva essere fatale: brutti guai o addirittura la morte.
Partii in bicicletta. A Belvedere un gruppo di operai di Memmenano mi dissero:  - Costaggiù in mezzo alla via c'è una mitragliatrice...
Un sospetto: che cosa cercano a quest'ora? Perché la mitragliatrice?
Vado avanti a passo d'uomo. Due svolte e intravedo la pattuglia. Scendo di bicicletta, avanzo lentamente con precauzione.
Distinguo bene cinque militari: due nel campo, due ai Iati della mitragliatrice, uno infilato nella chiavica delle acque. A pochi passi mi danno l'alt! Ora capisco quanto è grave lasciare a casa la carta d'identità!
-Documenti, - grida il soldato.
Mi arrabatto a spiegare che li ho lasciati a casa. Perquisizione! Alzo le braccia mentre mi tastano da capo a piedi. Nessuna difficoltà.
- Via, - mi fa, cedendomi il passo. Soldati austriaci, tutto andò liscio! Se fossero state le S.S.?
Prima di me Mons. Guerri diretto a Soci, lui pure senza documenti. Potevano pensare: Dove vanno questi preti, senza la carta d'identità?
Beh! È andata bene, ringraziamo Dio. AI cimitero di Soci si scopre Partina. Una colonna di fuoco e
fumo sale al cielo: una ventina di metri. Cosa succede? Brucia Partina?
Un contadino sbuca dal campo. È Giovanni Bocci fratello di fra Biagio amministratore della  Musolea.
- Giovanni che cosa c'è a Partina? Guardate che fumo!
- Ma... dice che hanno bruciato due camions...
- Macché camions, non vedete che il fuoco sale dalle case?
- Ma... io ho paura voglio andare a casa...
Mi salutò e prese via, senza voltarsi, senza aggiungere altro. A Soci non vidi in piazza anima viva, In chiesa poche persone.  Confessai quelle e celebrai la messa con l'animo sospeso.
Grave presentimento. Uscii. La piazza si animava: aria di spavento, di terrore!
Gruppi di persone parlavano sotto voce: agitazione, facce spaurite. Un domandare ansioso, preoccupato, sospettoso...
Da Partina le prime notizie incerte, confuse, ma terribili! Ho visto bene, il paese è in fiamme, case che bruciano, persone uccise. Due sentinelle ai lati della strada, agli Archi, sbarrano il passo per Partina. Verso le ore 10 si conosce la tragedia che si è abbattuta su quel paese. Rastrellamento e rappresaglia delle S.S.
Soci è sfuggito per miracolo. Il capitano dell'esercito Tambosi, comandante a Soci, ha impedito che quei forsennati mettessero il paese a ferro e fuoco. A fatica perché queste formazioni sono
indipendenti dall 'esercito.
Tempesta a Partina. Nessun comandante tedesco, qui, a fermare quella violenza omicida! Tragedia anche per Soci: sei dei suoi giovani uccisi a Partina!


Terrore e morte a Partina
Albeggiava appena quando le S.S. piombarono su Partina. Il comando in casa del segretario politico. La guardia comunale Cerini Angelo, è costretta a guidare quei facinorosi alle case dei Partigiani.
Salgono alla Portaccia dal partigiano Lorenzoni, sfondano la porta, lo chiappano caldo caldo a letto, lo portano via in mutande.
Grido straziante della moglie Irma, risposta angosciosa di Giovanni.
Sa di andare alla morte. La guardia si affretta a spiegare che Lorenzoni non è un partigiano. Un colpo alla testa la fredda.
Presente alla scena Severo Luzzi,contadino della Chiesa alzatosi presto a governare le bestie, fu costretto a portare fascine di legna nelle case destinate a bruciare. Vide cadere la guardia colpita
all'orecchio da un soldato! Approfittò del momento di confusione e fuggì. Scese a corsa nel fosso del Rimaggio, lo risalì fino a Freggina e si salvò. Giovanni Lorenzoni scappò, ma riconosciuto
perché in mutande, fu ucciso. Insieme a lui cadde Vito Zavagli, un bravo giovane che non aveva a che fare con le fazioni in lotta.
Tedeschi bussarono furiosamente a casa di Vecchioni. Gina  la madre, donna forte, coraggiosa, riuscì  a trattenerli. Il figlio, dopo una lotta con un tedesco, ferito, riuscì a fuggire, raggiunse  la campagna e si allontanò sempre inseguito dai tedeschi.
Il partigiano Santi Paperini catturato, riuscì a scappare, saltò un muro, volò giù nel fosso e risalì la sponda opposta. Si offrì bersaglio ai nemici che dall'alto lo fulminarono con una scarica. Il padre di Santi, colpito al polmone, mentre si raccomandava che lasciassero il figlio, scese in canonica con gli altri abitanti. Il parroco l'adagiò sopra un materasso, ma sopraggiunsero quei manigoldi, lo prelevarono a forza, contro il parere di Don Turinesi, con il pretesto di portarlo all'ospedale. Si allontanarono veloci, svoltarono verso un campo e lo finirono di uccidere versando terra in bocca. Don Giovanni Vannini con il binocolo osservò la scena, corse su, ma il poveretto era già morto.
Gruppi di Tedeschi sgombrarono il paese alto. Le famiglie furono fatte affluire in chiesa e in canonica. Gli abitanti della via nazionale restarono indisturbati nelle case. Le abitazioni dei partigiani, di chi li aveva favoriti, altre per errore, vennero bruciate.
Vittorio e Valentino Rosai, dopo una furiosa lotta, sopraffatti, cosparsi di benzina, furono bruciati. I fratelli Bruno e Pietro Cecconi, scaraventati vivi nella casa di Vecchioni in fiamme, morirono nell'incendio. Il giovanetto Luigi Pierazzoli, strappato dalle braccia dei genitori, fu buttato nel fuoco. Cercò di fuggire. Lo ripresero e lo cacciarono di nuovo nelle fiamme. Morì carbonizzato, rannicchiato in se stesso, nel tentativo di sfuggire alle vampate.
Egisto Montini aveva fondato un maglificio con sede nel teatro del paese. Si era rifugiato in chiesa con gli altri paesani.
Circolò la voce - forse ad arte - che il teatro era in fiamme.
Montini uscì con gli operai Furieri Antonio e Luigi Gori per tentare di salvare le macchine. Nessuno dei tre ritornò! Furono riconosciuti i cadaveri dalle chiavi del teatro e da pochi avanzi.
Roghi umani di vittime e di case divamparono a lungo! Non bastando le fiamme, altre abitazioni furono minate.
La madre del giovanetto Luigi, morì poco dopo. Stavo presso il suo letto e mi diceva:  come posso perdonare a chi ha bruciato vivo il mio figlio innocente? Avevo quello solo... e poi morire di una morte così crudele! » Terribile odio di parte! In guerra si dimentica, si perdona, ma le lotte fra fazioni, partiti, sono all'ultimo sangue! Si tratta del potere, del denaro, del posto! Machiavelli diceva che si fa più dispiacere a rubare la borsa che ha uccidere il babbo. Se uccidi il padre, dai al figlio  una pensione e quello dimentica tutto. Se porti via la borsa, non te la perdona più.
In chiesa la popolazione piangeva, si disperava, ma pregava pure, sperava in Dio! Don Ezio celebrò la messa, dette l’assoluzione a tutti, li confortò. La costernazione, il terrore invasero la gente alla notizia che mine erano collocate intorno alla chiesa per farla saltare. Il parroco scongiurò, supplicò di risparmiare il popolo.
Arrivò a dire che uccidessero lui e liberassero gli aItri. Il Signore invocato venne in aiuto. Dal podere di Faeta vennero i marescialli della Todt, da Soci il capitano tedesco Tambosi. A mezzogiorno riuscirono a liberare donne e fanciulli, alle ore 4 del pomeriggio gli uomini. Questi messi al muro vennero rilasciati dopo un severo ammonimento di fare la fine degli uccisi,se avessero reagito.
La rabbia tedesca non era finita! Sei operai di Soci passavano diretti al lavoro. Andavano a lavorare alla Todt. Un tribunale improvvisato li condannò a morte e caddero uno alla vo1ta lungo la sponda dell'Archiano. Dalle finestre gli abitanti della via nazionale  li videro piombare a terra sotto il fuoco nemico. Perché furono uccisi? Probabilmente qualche italiano delle SS, riconosciuto,
si vendicò facendoli sparire.
Alcuni civili, ricercati sfuggirono alla morte. Anche Don Antonio Buffadini, Padre Rienzi barnabita, di passaggio da Partina, arrestati e minacciati di morte, riuscirono a liberarsi.
Spettacolo terribile davanti agli occhi degli scampati. Il paese sconvolto, vittime carbonizzate, case sbuzzate, nere, affumicate, sventrate, sbruciacchiate, a brandelli, saltate in aria! rovine, detriti, polvere, macerie! I superstiti terrorizzati, pallidi, con il segno in volto dello spavento. Desolazione, morte, rancori, odio, animi profondamente divisi. Disperazione di chi piangeva inconsolabile la morte dei propri cari irriconoscibili. Molti di questi trucidati o bruciati innocenti. Scene terribili di dolore, di pianto, di morte! Dopo la tragedia, Partina, presa ormai di mira, fu sconvolta da una seconda ondata di terrore. Molti fuggirono, altri sfollarono all'arrivo del fronte, i pochi rimasti furono deportati in  Romagna. Vecchi, malati, affidati a Don Ezio Turinesi, si raccolsero in
canonica.
I guastatori minarono la via nazionale, le case lungo questa alcune del borgo. Quelle risparmiate il 13 Aprile andarono distrutte durante il fronte con le mine. Un metro di rovine copriva le strade, il paese sembrava scomparso per sempre.
Un anno dopo, nel settembre 1945, quando venni parroco a Partina, era una desolazione! Macerie dappertutto, brandelli di case a ciondoloni, masse di sassi ovunque. I passanti non riconoscevano  più questo grazioso paese spianato e bruciato dall'odio nemico.


Don Cristoforo Mattesini
Guerra e pace
Tip. Palmini, Arezzo, 1977.
NB. Il libro è stato ristampato di recente e quindi è possibile trovarlo.


Ancora sul 13 Aprile

lunedì 12 aprile 2004

&nbsp;<BR>Dopo l'all...

 
Dopo l'alluvione mediatica delle prediche pasquali



Un miliardo di esseri umani garantiti, due miliardi interessanti perché possono commerciare con il primo, tre miliardi e mezzo considerati esuberi: potrebbe essere descritta così la condizione umana all'inizio del terzo millennio. Con una clausola aggiuntiva, che la situazione tende a peggiorare e ad essere giudicata inevitabile.


È necessaria una grande lucidità per riconoscere il punto in cui siamo, per cogliere la dissoluzione del tessuto sociale, per demitizzare il linguaggio adoperato dal sistema dominante. Chi ha potere sulle parole ha potere sulla realtà. Ci è stato inculcato che l'interesse privato è la migliore forma di amore del prossimo, che libertà equivale a libertà di mercato, che le regole del mercato sono naturali, che il valore delle merci è legato al desiderio del compratore e non al lavoro umano. Ecco alcuni aspetti mitici da destrutturare.


Introdurre queste prospettive nel campo dell'economia e della società significa sostituire i cardini della cultura dominante che tutto sia monopolizzabile, che si debba competere per vincere, che l'espansione sia inarrestabile. Si tratta di sottrarre al mercato quello che non è mercificabile, facendo il cammino inverso a quello del sistema: le realtà umane più significative non sono mercificabili e lo scopo della vita non è l'arricchimento. L'esistenza umana non è la lotta di tutto contro tutti, dove solo i più forti hanno diritto di sopravvivere. All'assioma dell'esclusione è necessario contrapporre quello della solidarietà, all'espansione illimitata il rispetto dei beni comuni dell'umanità.


L'articolo completo

A proposito di buona...

A proposito di buona pasqua.


Indipendenti dalle gerarchie ecclesiastiche


Evangelodalbasso.net è il portale che segnala e permette di aprire  siti Internet che propongono una lettura della Parola di Dio ed esperienze di fede di gruppi e di movimenti indipendenti dalle gerarchie ecclesiastiche. Essi aspirano a un profondo rinnovamento della riflessione e della vita delle chiese a partire dall'ispirazione e dalle acquisizioni del Concilio Vaticano II e del movimento ecumenico.Il portale serve anche a diffondere  informazioni e documenti che trovano poca o nessuna eco sui massmedia sia religiosi che laici".


Trovato qui   

sabato 10 aprile 2004

&nbsp; Coloni-zzato...

 


Coloni-zzatori


 


A Hebron ci sono 500 coloni-zzatori israeliani che abitano nel centro storico, in mezzo a 120.000 (centoventimila) palestinesi.


Quando penso che il pianeta è in fiamme per 7.000 coloni-zzatori israeliani inseriti a forza e mantenuti a forza in mezzo ai residui milioni di palestinesi che ancora non intendono abbandonare la Palestina, mi guardo allo specchio: non può essere. Barbabianca ha il cervello fuso. Se Silvio riapre i manicomi sarà il primo a finirci dentro.


O no?


Firenze, Sabato santo 2004 (messaggio in bottiglia)