sabato 3 aprile 2004

Le prime tre novel...


Le prime tre novelle del Decameron

(riflessione)

Solo dopo aver eliminato con tre novelle le solite concezioni religiose, il Boccaccio passa a raccontare della vita degli italiani, dei veraci fondamenti della loro moralità, dei peccati dei religiosi; in genere li considera divertenti e di solito le conclusioni sono felici.
Le leggi della ragione, retoricamente oggettivate, sono per Boccaccio logiche, incontrovertibili e necessarie.
Spesso, nelle novelle, ci vengono presentate in modo ingenuo e tedioso, ma per il lettore del tempo erano audaci per la loro inattesa applicazione.
Le leggi della morale religiosa vengono confutate. Rimangono le norme della nuova saggezza del comportamento, che vengono motivate con retorico puntiglio.
La struttura dell'íntreccio si basa di solito su una contrapposizione di senso, sulla diversa maniera di intendere lo stesso fenomeno; la percezione di questa diversità di intendere si realizza talvolta col risolvere il componimento secondo uno stile e un genere che non gli corrisponderebbe.
La novella introduttiva con tematica religiosa non è unica. Le segue una seconda, in cui si racconta come un ricco ebreo, Abraam, mercante e gran conoscitore della legge giudaica, per influsso di un suo amico cristiano, accettò di convertirsi, ma decise prima di andarsene a Roma; "... e quivi vedere colui il quale tu dí che è vicario di Dio in terra, e considerare i suoi modi ed i suoi costumi, e similmente de' suoi fratelli cardinali; e se essi mi parranno tali, che io possa tra per le tue parole e per quegli comprendere che la vostra fede sia miglior che la mia, come tu ti se' ingegnato di dimostrarmi, io farò quello che detto t'ho: ove cosí non fosse, io mi rimarrò giudeo come io mi sono".
L'amico cristiano si rattristò alquanto, sapendo quello che Roma rappresentava.
L'ebreo partì per Roma e vide una città corrotta, la vendita dei sacramenti e in genere di tutto il vendibile. vide la cupidigia, la lussuria, l'ipocrisia, la simonia, cose "le quali, insieme con molte altre che da tacer sono ... ".
Circa i peccati della curia romana il Boccaccio si esprime genericamente, come trattasse di cosa ovvia.
Come opera d'arte la novella si regge su una soluzione inattesa, fatta di calembours paradossali.
Vedendo tanta corruzione, Abraam decide improvvísamente di farsi cristiano.
La sua giustificazione è la seguente: "... io ho piú tosto quella [Roma] per una fucina di diaboliche operazioni che, di divine".
Ma il ragionamento è che se tutti questi vizi diabolici non hanno fatto finire la fede cristiana ed essa continua ad esistere e ad allargarsi: "meritamente mi par discerner lo Spirito santo essere d'essa, si come di vera e di santa piú che alcuna altra, fondamento e sostegno ... ".
La novella sembra tranquillizzare la censura religiosa. In realtà essa nega, fingendo di affermare mediante la negazione.
Roma è peccaminosa e immersa nel commercio delle cose sacre, e il cristianesimo continua a fiorire, mentre parrebbe destinato a perire. Che esso sussista anche in queste condizioni si può spiegare solo col miracolo.
E' segno di devozione l'accettare che la fede cristiana esista davvero, ma a riprova si cita soltanto il suo "aumentarsi".
Una simile "figura" dell'intreccio, secondo la terminologia retorica, può chiamarsi soltanto ironia.
La terza novella è il famoso racconto delle "tre anella". Il sultano Saladino, desiderando prendere denaro al giudeo Melchisedech, decise di chiedergli quale fra le tre fedi, la musulmana, la cristiana o la giudaica, fosse la vera. Se non che la persona, a cui era stato rivolto il quesito tentatore, era assai, navigata.
L'islamismo, il cristianesimo e il giudaismo costituivano il complesso tradizionale delle religioni "dotate di Scrittura".
I musulmaní ritenevano che la loro religione fosse la vera. che il giudaismo e il cristianesimo fossero tollerabili, legate geneticamente al Corano.
I tre anelli e la loro scelta sono un fatto storicamente motivato. La novella esisteva da tempo, in un ambiente di deboli: era un tentativo degli infedeli di difendere dinanzi ai rappresentanti delle religioni dominanti il proprio diritto a un altro culto.
Al tempo stesso questa novella esprime una tolleranza "sui generis", per cosí dire di tipo diplomatico-commerciale, per la fede straniera.
(...)
Le prime tre novelle, diciamo religiose, sono state collocate volutamente in testa a tutta l'opera, negando cosí la religione come norma che fornisca agli uomini certi fondamenti morali e certe regole di comportamento.
La vecchia fede viene bruciata, come durante la peste si bruciavano gli stracci per la disinfezione.

trovato qui



Tieni sempre presente la struttura generale del Decameron.

(consigliata la stampa)


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