sabato 3 aprile 2004

Novella delle tre anella

La Umana Commedia X


Il Signore degli anelli -

(Trattato della tolleranza)


Decameron. Prima Giornata. Novella Terza




Melchisedech giudeo, con una novella di tre anella, evita un trabocchetto preparatogli dal Saladino.


Filomena così cominciò a parlare.

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Voi dovete, amorose compagne, sapere che, sì come la sciocchezza spesse volte trae tanti da una situazione felice e li mette in grandissima miseria, così il senno libera il savio da grandissimi pericoli e lo pone in grande e in sicuro riposo.

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Il Saladino, sultano di Babillonia, avendo in diverse guerre e in grandissime sue magnificenze speso tutto il suo tesoro, e, per alcuno accidente sopravvenuto bisognandogli una buona quantità di danari, né veggendo donde così prestamente come gli bisognavano aver gli potesse, gli venne a memoria un ricco giudeo, il cui nome era Melchisedech, il quale prestava ad usura in Alessandria, e pensò che costui possedeva tanto denaro da potergliene prestare quanto volesse; ma era così avaro che di sua volontà non l'avrebbe mai fatto; ma non gli voleva fare violenza; per che, strignendolo il bisogno, escogitò uno stratagemma per colorire la prepotenza con una apparenza di ragione. E fattolsi chiamare e familiarmente ricevutolo, seco il fece sedere e appresso gli disse:


- Valente uomo, io ho da più persone inteso che tu se' savissimo e nelle cose di Dio senti molto avanti; e per ciò io saprei volentieri da te quale delle tre leggi tu reputi la verace, o la giudaica o la saracina o la cristiana.


Il giudeo, il quale veramente era savio uomo, capì subito che il Saladino guardava di pigliarlo nelle parole per dovergli muovere una qualche accusa, e pensò che se avesse scelto una qualsiasi delle tre sarebbe caduto in un tranello predisposto dal Saracino. Ragion per cui, aguzzato lo 'ngegno, gli venne prestamente avanti quello che dir dovesse, e disse:


- Signor mio, la quistione la qual voi mi fate è bella, e a volervene dire ciò che io ne sento, mi vi convien dire una novelletta, qual voi udirete.


Se io non erro, io mi ricordo aver molte volte udito dire che ci fu già un uomo grande e ricco, il quale, tra i tanti gioielli presenti nel suo tesoro, aveva uno anello bellissimo e prezioso; al quale per lo suo valore e per la sua bellezza volendo fare onore e in perpetuo lasciarlo ai suoi discendenti, ordinò che colui de' suoi figliuoli al quale fosse stato trovato addosso l'anello, s'intendesse essere il suo erede e dovesse da tutti gli altri essere come maggiore onorato e reverito.


E colui al quale da costui fu lasciato fece lo stesso con i suoi discendenti e in brieve andò questo anello di mano in mano a molti successori; e ultimamente pervenne alle mani ad uno, il quale avea tre figliuoli belli e virtuosi e molto al padre loro obedienti, per la qual cosa tutti e tre parimente gli amava. E i giovani, li quali la consuetudine dello anello sapevano, ciascuno per se', come meglio sapeva, pregava il padre, il quale era già vecchio, che, quando a morte venisse, a lui quello anello lasciasse.


Il valente uomo, che parimente tutti gli amava, né sapeva esso medesimo scegliere  a quale dei tre  lasciar lo dovesse, pensò, avendolo a ciascun promesso, di volergli tutti e tre sodisfare; e segretamente ad uno buono maestro ne fece fare due altri, li quali sì furono simiglianti al primiero, che esso medesimo che fatti gli avea fare appena conosceva qual si fosse il vero. E venendo a morte, segretamente diede il suo a ciascun de' figliuoli. Li quali, dopo la morte del padre, volendo ciascuno la eredità e l'onore occupare, ciascuno produsse fuori il suo anello. E trovatisi gli anelli sì simili l'uno all'altro che qual di costoro fosse il vero non si sapeva conoscere, si rimase la quistione, qual fosse il vero erede del padre, in pendente, e ancor pende.


E così vi dico, signor mio, delle tre leggi date da Dio padre ai tre popoli: ciascuno dirittamente si crede avere e fare la sua eredità, la sua vera legge e i suoi comandamenti; ma chi se l'abbia, come degli anelli, ancora la questione è in sospeso.


Il Saladino riconobbe che costui aveva ben saputo evitare il laccio che gli aveva teso davanti a' piedi; e per ciò decise di rivelargli la sua necessità e vedere se gli volesse fare il prestito; e così fece, rivelandogli ciò che avesse intenzione di fare, se non gli avesse risposto così accortamente  come aveva fatto.


Il giudeo generosamente concesse al Saladino tutto quanto gli richiese; e il Saladino poi restituì interamente tutto quanto; e oltre a ciò gli donò grandissimi doni e sempre per suo amico l'ebbe e in grande e onorevole stato appresso di sé il mantenne.


Versione originale




 

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