Mon oncle d’Amerique
Angoscia, anguish, angustia, aengste, angoisse
:"L'inconscio costituisce uno strumento terribile… per tutto quanto è autorizzato e persino ricompensato dalla medesima sociocultura, inserita nel suo cervello sin dalla nascita. Il cervello non è cosciente della sua presenza, anche se è lui che guida le sue azioni. Infatti ciò che chiamiamo la personalità di un uomo, di un individuo, si costruisce su una cianfrusaglia di giudizi di valore, di pregiudizi, di luoghi comuni…che si trascina dietro e che, man mano che la sua età avanza diventano sempre più rigidi, e che sempre più di rado sono rimessi in questione. E quando un solo mattone di questo edificio viene tolto, tutto l'edificio crolla: scopre l'angoscia…E questa angoscia non indietreggerà né di fronte al delitto, per l'individuo, né al genocidio o la guerra, per i gruppi sociali, pur di esprimersi…
Parole finali di “Mon oncle d’Amerique, 1980 di Alain Resnais, sceneggiatura di Jean Gruault sulle tesi del sociobiologo Laborit. (rivisto, con Paola, dopo cena in WHS).
Angoscia, anguish, angustia, aengste, angoisse
Gli Stati Uniti
hanno due modelli di colonialismo: uno è quello britannico, con un accordo con le élites locali alle quali si concede un autentico potere; l'altro è il modello israeliano, con l'uccisione, uno ad uno, dei leaders locali. Washington oscilla tra l'uno e l'altro.
Lo scrittore e regista pachistano Tariq Ali, nato nel 1944 nella città di Lahore, presentando a Madrid il suo libro intitolato "Bush a Babilonia".
Il terrorismo di stato israeliano allatta l'islamismo politico di Al Qaeda e questo va benissimo per Bush, che non ha né come priorità né come obiettivo quello di sollevare il velo sulle reali cause di questo fenomeno. Il mondo deve accontentarsi delle sue spiegazioni e raggiungere, senza colpo ferire, la sua crociata! Nell'attesa che si realizzi la "pax americana", Israele ha come funzione di mantenere la spada di Damocle sul capo di tutti i regimi e i popoli della regione.
Su Liberté (Algeria)
Il 72% dei Palestinesi vive sotto la soglia di povertà, che è di un dollaro e mezzo al giorno. La gran parte delle famiglie vive degli aiuti delle Organizzazioni internazionali. Secondo l’americana CARE, a Gaza il 13% e in Cisgiordania il 4,3% dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione grave. Sono cifre alte, perché più della metà della popolazione plaestinese ha meno di quindici anni. Il sondaggio di uno psichiatra di Gaza rivela che il 53% dei bambini di Gaza non sogna di diventare astronauta, medico e neppure generale, ma "shaihds", martire.
Libération (Francia)20/04/2004
Benvenuto su bloggersperlapace! Lory - Lunadicarta
RispondiElimina