giovedì 29 aprile 2010

E la storia va

Mario Riccio sarà ospite della Festa dell'Inquietudine (Finale Ligure SV 14-16 maggio).
In tale occasione a Mario Riccio sarà consegnata la Tessera di Socio Onorario del Circolo degli Inquieti e un'opera in vetro di Altare appositamente ideata per l'Inquietus Celebration. Inquietus Celebration si articola in incontri con personalità di un ambito specifico ogni anno diverso. L'ambito del 2010 è "scienza". L'evento è stato ideato dal Circolo degli Inquieti di Savona per concorrere, con la manifestazione Inquieto dell'Anno, a celebrare e promuovere l'Inquietudine come sinonimo di conoscenza e crescita culturale.
Il medium è l'incontro con personalità affermatesi per vivacità intellettuale e sentimentale; per il desiderio di intraprendere iniziative e avventure nuove, di conoscere modi diversi di essere; per la ricerca da essi perseguita della pienezza di vita, di un sempre più totale possesso dell'essere, di comprensione del proprio destino. Gli elementi di valutazione sono ricercati nell'originalità del loro percorso di vita o di carriera.


Inquietus celebration Venerdì 15 maggio Ore 21.00 Primo Chiostro, S.Caterina, Finalborgo

“Tra la vita e la morte” con Mario Riccio

L’obiettivo di tutti noi è non solo vivere a lungo ma, soprattutto, nelle migliori condizioni possibili. Non solo rifiutiamo l’idea di morire ma, giustamente, quella di vivere in una condizione di precaria salute psico-fisica. In questo la moderna medicina ci aiuta, offrendoci sempre nuove possibilità terapeutiche. Da molte malattie non possiamo ancora guarire tuttavia ne possiamo prolungare la prognosi. La rivoluzione biomedicale ci consente di decidere quale deve essere il nostro limite. Morte naturale e accanimento terapeutico sono ormai termini desueti che non riescono più a definire alcunché.





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LiberaUscita
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domenica 25 aprile 2010

Fuga da Alcatraz


Attraverso
I due Fori
                  



Mavalà                                                                                  Vieniqua
 



Vere Opus Dei fuit


Ostia!

S'è mangiato anche Gesù Cristo.

Sacramento!



http://www.classicitaliani.it/decamero/01_02.htm


Ex Ante, cant Ante, furf Ante, rub Ante, mand Ante, scrocc Ante, ignor Ante, sbuff Ante, rivolt Ante, ripugn Ante, purg Ante, sicof Ante.
La Chiesa non ha mai cambiato idea: i divorziati che si sono risposati una seconda volta civilmente non possono accostarsi” alla comunione. Con la separazione dalla seconda moglie, Berlusconi e’ quindi ”tornato ad una situazione, diciamo cosi’, ex ante. E’ il secondo matrimonio civile, da un punto di vista canonico, a creare problemi” perche’ ”e’ solo al fedele separato e risposato che e’ vietato comunicarsi, perche’ sussiste uno stato di permanenza nel peccato”.
tarantella di fisichella
Traduzione o vulgata
io non credo più al nero ch'a l'azzurro,
ma nel cappone, o lesso o vuogli arrosto;
e credo nella torta e nel tortello:
l'uno è la madre e l'altro è il suo figliuolo;
e 'l vero paternostro è il fegatello,
e posson esser tre, due ed un solo,
e diriva dal fegato almen quello.

Margutte nel Morg Ante

Antifona

Ora che avuto hai il divin suggello
corri e raggiungi il caro buon Vianello.


Divagazione letteraria:





 





Sesta giornata - Novelle decima
Frate Cipolla promette a certi contadini di mostrar loro la penna dell'agnolo Gabriello; in luogo della quale trovando carboni, quegli dice esser di quegli che arrostirono san Lorenzo.






Aveva frate Cipolla un suo fante, il quale alcuni chiamavano Guccio Balena e altri Guccio Imbratta, e chi gli diceva Guccio Porco: il quale era tanto cattivo, che egli non è vero che mai Lippo Topo ne facesse alcun cotanto. Di cui spesse volte frate Cipolla era usato di motteggiare con la sua brigata e di dire: - Il fante mio ha in sé nove cose tali che, se qualunque è l'una di quelle fosse in Salamone o in Aristotile o in Seneca, avrebbe forza di guastare ogni lor vertù, ogni lor senno, ogni lor santità. Pensate adunque che uom dee essere egli, nel quale né vertù né senno né santità alcuna è, avendone nove. -
      Ed, essendo alcuna volta domandato quali fossero queste nove cose, ed egli, avendole in rima messe, rispondeva: - Dirolvi: egli è tardo, sugliardo e bugiardo; negligente, disubidente e maldicente; trascutato, smemorato e scostumato; senza che egli ha alcune altre taccherelle con queste, che si taccion per lo migliore. E quel che sommamente è da rider de'fatti suoi è che egli in ogni luogo vuol pigliar moglie e tor casa a pigione; e avendo la barba grande e nera e unta, gli par sì forte esser bello e piacevole, che egli s'avisa che quante femine il veggano tutte di lui s'innamorino, ed essendo lasciato, a tutte andrebbe dietro perdendo la coreggia. E' il vero che egli m'è d'un grande aiuto, per ciò che mai niun non mi vuol sì segreto parlare, che egli non voglia la sua parte udire; e se avviene che io d'alcuna cosa sia domandato, ha sì gran paura che io non sappia rispondere, che prestamente risponde egli e sì e no, come giudica si convenga. -






La novella intera






Prima Giornata.Novella Seconda
Abraam giudeo, da Giannotto di Civignì stimolato, va in corte di Roma; e veduta la malvagità de' cherici, torna a Parigi e fassi cristiano.






Il giudeo montò a cavallo e, come più tosto potè, se n'andò in corte di Roma, là dove pervenuto da' suoi giudei fu onorevolmente ricevuto. E quivi dimorando, senza dire ad alcuno per che andato vi fosse, cautamente cominciò a riguardare alle maniere del papa e de' cardinali e degli altri prelati e di tutti i cortigiani; e tra che egli s'accorse di persona, da uomo molto avveduto com'era, e tra quello che gli fu raccontato da altri, egli trovò dal maggiore infino al minore generalmente tutti disonestissimamente peccare in lussuria, e non solo nella naturale, ma ancora nella soddomitica, senza freno alcuno di rimordimento o di vergogna, tanto che la potenzia delle meretrici e de' garzoni in ottenere qualunque cosa era grandissima. Oltre a questo, li vide universalmente gulosi, bevitori, e briachi e più al ventre serventi a guisa d'animali bruti, oltreché dediti alla lussuria.
       E più avanti guardando, in tanto tutti avari e cupidi di denari gli vide, che vendevano a denari il sangue umano, anzi il cristiano,  e le divine cose vendevano e comperavano, qualsiasi si fossero, appartenenti al sacro o ai benefici spirituali, tanto che c'erano più botteghe e mercanti lì che non nelle drapperie e fabbriche di Parigi. E davano il nome di  " procureria " alla manifesta simonia, e chiamavano "sustentazioni " le gulosità, quasi che Iddio si debba lasciare ingannare a guisa degli uomini, dai nomi delle cose e dal significato dei vocaboli, e non conoscesse le vere intenzioni  de' pessimi animi.



La novella intera
 




 




giovedì 15 aprile 2010

Italy, Vatican State


 


"Italy, Vatican State",


il nuovo saggio di Michele Martelli


 


I sette principi irrinunciabili del laicismo 


di Michele Martelli


La Costituzione è la mia Bibbia Civile. In quei 139 articoli si trova tutto quello che è necessario -


Carlo Azeglio Ciampi


Stato laico e legislazione civile


«Della democrazia la laicità non è che il sinonimo». Lo Stato laico non è che lo Stato liberaldemocratico. I pilastri su cui esso si regge sono essenzialmente quattro: la divisione dei poteri, l’alternanza maggioranza-minoranza, la libertà individuale (a condizione che non danneggi la libertà altrui), l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Il suo opposto è lo Stato teocratico, forma estrema e senile del dispotismo.


 


La prefazione e il capitolo conclusivo li puoi leggere qui.


 


Miniestratto della prefazione:


 


Nell’affascinante percorso disegnato in Italy, Vatican State, il filosofo ci conduce alle radici del problema dei problemi della nazione italiana: l’essere da sempre «cortile di casa» del potere forte per eccellenza, il Vaticano.


Un quadro a tinte fosche? Niente affatto. Martelli, nella sua prosa fluida e ironica, colta e piacevole, descrive con grande efficacia i passaggi che hanno condotto alla preoccupante situazione attuale.


«Che cosa è stata la Chiesa/Stato pontificio per l’Italia? Lasciamo rispondere per noi Machiavelli e Guicciardini: un flagello, la principale causa della nostra tradizionale frammentazione e divisione politica e della corruzione dei nostri costumi. E che cosa è stata invece per dissidenti, critici, liberi pensatori, razionalisti ed eretici d’Italia e d’Europa? Una terribile macchina repressiva, nera dispensatrice di infelicità e di morte. Ne sapevano qualcosa ebrei, catari, dolciniani, hussiti, valdesi, ugonotti, libertini, giansenisti e via angosciosamente enumerando. Quasi tutti sottoposti a scomuniche, espropri, torture, carceri, roghi, oppure sterminati con pogrom, stragi e massacri indiscriminati. Per opera di tribunali ecclesiastici e (in)civili, o di “eserciti crociati” e di sante “armate di Cristo”», scrive Martelli.


Grazie al Vaticano e alla complicità di leader politici pronti a svendere pezzi di democrazia faticosamente conquistati, l’Italia è infatti divenuta laboratorio politico per aggregazioni altamente discutibili, quanto a metodi e obiettivi. L’opera, tuttora in atto, di demolizione del tessuto civile del paese prospetta così anche nell’oggi un’Italia neo-medievale, arretrata, che perde colpi non solo in termini di libertà di stampa e di espressione, ma di diritti considerati normali in tutti i paesi avanzati.

Promemoria di bioetica

Dura 4 ore (ma se può aiutare a morir senza dolore inutile...)


Puoi segliere i singoli interlocutori; suggerisco Aldo Pagni, medico, che parla 13' e 32''  in buon fiorentino.


http://www.radioradicale.it/scheda/301223

lunedì 5 aprile 2010

Occhio (per mille), ragazzi!







Probabilmente pensi che, quando fai la scelta per l'otto per mille, l'otto per mille delle tue tasse vada a chi decidi tu. Sbagliato!

Lo Stato ogni anno raccoglie l'IRPEF e ne mette l'otto per mille in un calderone. Sembra una quota piccola, ma in realtà sono molti soldi: circa un miliardo di euro.


Leggi qui

giovedì 1 aprile 2010

Gerusalemme





Mentre sto preparando il quarto Youtube dell'incontro avvenuto al Circolo ARCI dell'Isolotto con Rotem, il pacifista, ripensando al rifiuto fatto da me di uno scambio casa con una cortese coppia israeliana di Gerusalemme (puoi vedere il carteggio), mentre pubblico su FB il video che mostra i muri di Washington pieni di gigantografie inneggianti alle armi e alle belle guerre permanenti madama Dorè, mentre mi godo il sole alla finestra dello studio che dà sul viale dei bambini, mentre mi preparo a passare la Pasqua in Casentino, mentre dò un'occhiata ai giovani amici di Face Book, in varie faccende affaccendati, mentre penso ai rami d'ulivo circolati domenica scorsa nelle nostre chiese, a ricordo dell'ingresso su ciuco di quell'estracomunitario di Galilea, piccolo e scuro, occhi neri e ficcanti alla Pasolini, oggi alto e biondo da sindone torinese, tenuto appeso a quei chiodi da tutti noi postmoderni alleati delle caste sacerdotali, mentre affondo i denti sulla colomba ex-Motta di Cooplarga ed Esselunga, propongo al lettore vacanziero questo resoconto del viaggio in crociera fatto da Ornella, col suo stile immediato e diretto, ai primi di marzo. E con questo Buona Pasqua e grazie Ornella per il permesso di pubblicazione e la foto sovrastante.



14 marzo 2010.



 Siamo tornati oggi. Poseidon non ci è stato propizio. Non siamo potuti scendere a Rodi per il vento. Ci hanno dirottato verso Marmaris in Turchia, ma anche lì non abbiamo potuto attraccare. Raffiche di vento a 100 nodi (180) Km ora. Una raffica ha fatto inclinare la nave. Tutto ciò che c'era sui tavoli è stato scaraventato con forza per terra. Meno male che io ero stesa sul letto per il riposo pomeridiano.





 Saluti anche da Luciano. Orni





Scalo in Israele



Siamo attraccati al porto di Ashdod in Israele al mattino presto e alle 7 siamo già in viaggio diretti a Betlemme. Ci accompagneranno due guide israeliane, una che spiega, l’altro che traduce. Non riesco ad afferrare bene il loro nome. Il traduttore è un bell’uomo, sembra ironizzare su tutto e tra le prime cose che ci dice è che Israele sta affrontando la crisi un po’ come l’Italia: mentre la disoccupazione aumenta, non si fa niente e i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi (come l’Italiano che conoscete bene).Quindi è un israeliano orientato a sinistra, ma durante gli scambi di opinioni fatte in privato dirà”Voi europei vi meravigliate che noi siamo in guerra da sessanta anni con gli arabi e non vi ricordate della vostra storia dove c’è stata la guerra dei cent’anni? Nel 1967 io ho fatto la guerra dei sei giorni, abbiamo subito tante perdite umane ed i nostri giovani non lo vogliono ricordare o non lo sanno come mia figlia perché io non gliene avevo mai parlato:”




Si arriva a Gerusalemme nuova costruita tutta in pietra bianca come la vecchia, perché le case devono durare. Vediamo un tram simile alla tramvia di Scandicci, poi un ponte in costruzione alla “Calatrava”, destinato a snellire il traffico.


Quello che mi incuriosisce di più è il panorama umano. Stiamo attraversando il “settore ortodosso” di Gerusalemme. Molti giovani vestiti di nero, col cappello  nero a larga tesa ,alcuni coi buccolotti (cernecchi) ai lati del viso,altri con le frange che sbucano dal gilè, i pantaloni spesso molto larghi, a metà gamba mi sembrano molto ridicoli .La guida ci spiega che nel loro settore di sabato, loro giornata festiva, non possono transitare le auto. Le loro donne devono essere vestite austeramente,, quasi quanto le musulmane, fazzoletto in testa,gambe coperte, niente pantaloni. Vi sono vari tipi di ortodossi, fino ai più fanatici, pronti a tutto. Molti di loro studiano tutta la vita la Torah, finanziati dagli ebrei di tutto il mondo.. Non possono rimanere celibi. La guida mi sembra molto ironica nei loro confronti come poi lo sarà verso i cristiani.


Arriviamo vicino al muro perché siamo diretti a Betlemme, che si trova in uno dei Territori autonomi e c’è il check point. Le due guide israeliane scendono , facciamo un breve tratto col solo autista, poi, passato il muro sale la guida palestinese, che non è musulmano ma cristiano cattolico.. Prima di portarci alla Chiesa della Natività facciamo una sosta ad una cooperativa  cristiana dove possiamo fare acquisti. Dietro di noi una napoletana dà in smanie perché vuole andare subito in chiesa. Dopo circa mezz’ora arriviamo alla chiesa della Natività che si affaccia su una bella piazza dove sarebbe bello sostare un po’. Ma nella chiesa a pianta basilicale che si dice la più antica nel mondo, del terzo secolo, bisogna fare una coda di un’ora e mezzo. La chiesa è gestita dai cristiani ortodossi, con un angolo  di proprietà dei cristiani armeni, mentre la chiesa adiacente di santa Caterina è gestita dai cattolici.. La guida ci racconta dei problemi di apertura e chiusura delle varie chiese e delle dispute tra i vari cristiani per fare le pulizie. Insomma mi sembra che anche la nostra giovane guida pur essendo cattolica sia molto seccata da queste liti tra cristiani per problemi di scarsa importanza. Arriviamo finalmente alla grotta che è in mano agli ortodossi mentre la mangiatoia è gestita dai cattolici. Alcuni del nostro gruppo si distendono a terra in adorazione intorno a un punto dove si dice essere nato Gesù, mentre la maggior parte scende dei ripidi scalini per dire una preghiera di fronte alla mangiatoia. Noi aspettiamo. Finalmente tutti sembrano felici per avere esaudito il loro desiderio


Al ritorno vedo dai finestrini del pullman le strade di Betlemme , molto pittoresche con molte donne musulmane. Di nuovo il ceck point, scende la guida palestinese, risalgono quelle israeliane. Passiamo nel quartiere musulmano di Gerusalemme , cioè la Gerusalemme est. Tanti bambini e bambine escono dalla scuola, dove i sessi sono separati. I bambini giocano al pallone , alcune bimbe hanno il capo coperto con un fazzoletto bianco traforato legato intorno al collo. Tutto scorre troppo in fretta.


Arriviamo in un lussuoso albergo dove mangiamo molto bene per poi ripartire per il monte degli ulivi. Splendida visione della collina su cui sorge Gerusalemme vecchia con le sue mura fatte costruire da Solimano il magnifico durante la dominazione turca. Di fronte a noi la valle del Cedron che si continua con la valle di Josafat. Tanti cimiteri di fronte a noi che sorgono fuori delle mura come vuole la tradizione.




Poi alla chiesa dell’orto dei Getsemani costruita un secolo fa con capitali giunti da tutto il mondo. La bianca Gerusalemme è sempre di fronte a noi con le sue numerose cupole di chiese e moschee .Una finissima polvere che abbiamo trovato anche a Cipro che proviene dal deserto impedisce una visione chiara e nitida.


Nuovo ceck in per arrivare al muro del pianto. Vediamo subito un consistente gruppo di soldatesse israeliane in gita nei luoghi turistici che ridono e schiamazzano. Il muro del pianto è riservato a sinistra per due terzi della lunghezza agli uomini, per un terzo alle donne (sapevo che gli ebrei come i musulmani non hanno grande considerazione per le donne). Non c’è grande affollamento. Non ci portano alla spianata delle moschee che è proprio lì sopra per ragioni di sicurezza. E’ in visita in Israele il vicepresidente degli USA.. Nuovo check in e iniziamo la salita per la via dolorosa fiancheggiata da numerosi negozietti come in tutti i suk arabi. Vi si espongono articoli da souvenir.. Per la via dolorosa sono segnate le tappe della Via crucis. Arriviamo alla chiesa del Santo sepolcro gestita da cattolici francescani. La guida israeliana che non perde occasione per fare dell’ironia su i cristiani ci dice che per i protestanti il Golgota si trova su un’altra collina. Si entra in chiesa e lì mi fermo ed assisto a scene di devozionismo per me inusitate. Una del nostro gruppo si inginocchia di fronte ad una lastra rocciosa per strofinare sciarpe profumate su quello che si dice il luogo dove Gesù è stato deposto (pietra dell’unzione).


Una donna con un gran manto ricco di ricami e stupendamente colorato si riversa su una pietra che si dice essere il centro del mondo, secondo le antiche credenze.. Sta qualche minuto in adorazione e lamentazione, poi si alza. Non possiamo andare all’interno del  Santo Sepolcro perché c’è un’ora e mezzo di coda.


Usciti dalla chiesa si fa l’ultima parte della Via dolorosa e si arriva alla stazione dei pullman dove i soliti questuanti  vendono al prezzo di 1 € trenta cartoline quando in Grecia ci sono costate 0,50 € l’una, oppure confezioni di 10 rosari.


Si torna alla nave. Il traffico è intenso, si va a passo d’uomo forse perché è l’ora di punta.. Mi sembra di essere in una città europea.


Mentre torniamo alla nave faccio delle riflessioni riassuntive.


 Se uno crede di ritrovare la fede perduta in “Terra Santa”, perde quella poca che gli è rimasta. Io non ho provato nessuna emozione. Meglio una piccola chiesa   nel silenzio dei monti o essere assorti guardando il cielo stellato.


Tra israeliani e palestinesi la pace sarà lunga a venire... Tra le tante dichiarazioni della nostra guida: “Nel Corano Gerusalemme non è ricordata neppure una volta. Noi siamo in cinque milioni (sul De Agostini sette) e non sappiamo dove costruire le case” Sicuramente non vogliono che Gerusalemme est diventi la capitale dello stato palestinese.


Il fanatismo di tutti i tipi è in agguato . Il mio motto “Solo la tolleranza può salvare il mondo” credo sia una delle tante belle utopie. E allora? I posteri vedranno quello che succederà. A me non sarà concesso.





(Orni).