Mentre sto preparando il quarto Youtube dell'incontro avvenuto al Circolo ARCI dell'Isolotto con Rotem, il pacifista, ripensando al rifiuto fatto da me di uno scambio casa con una cortese coppia israeliana di Gerusalemme (puoi vedere il carteggio), mentre pubblico su FB il video che mostra i muri di Washington pieni di gigantografie inneggianti alle armi e alle belle guerre permanenti madama Dorè, mentre mi godo il sole alla finestra dello studio che dà sul viale dei bambini, mentre mi preparo a passare la Pasqua in Casentino, mentre dò un'occhiata ai giovani amici di Face Book, in varie faccende affaccendati, mentre penso ai rami d'ulivo circolati domenica scorsa nelle nostre chiese, a ricordo dell'ingresso su ciuco di quell'estracomunitario di Galilea, piccolo e scuro, occhi neri e ficcanti alla Pasolini, oggi alto e biondo da sindone torinese, tenuto appeso a quei chiodi da tutti noi postmoderni alleati delle caste sacerdotali, mentre affondo i denti sulla colomba ex-Motta di Cooplarga ed Esselunga, propongo al lettore vacanziero questo resoconto del viaggio in crociera fatto da Ornella, col suo stile immediato e diretto, ai primi di marzo. E con questo Buona Pasqua e grazie Ornella per il permesso di pubblicazione e la foto sovrastante.
14 marzo 2010.
Siamo tornati oggi. Poseidon non ci è stato propizio. Non siamo potuti scendere a Rodi per il vento. Ci hanno dirottato verso Marmaris in Turchia, ma anche lì non abbiamo potuto attraccare. Raffiche di vento a 100 nodi (180) Km ora. Una raffica ha fatto inclinare la nave. Tutto ciò che c'era sui tavoli è stato scaraventato con forza per terra. Meno male che io ero stesa sul letto per il riposo pomeridiano.
Saluti anche da Luciano. Orni
Scalo in Israele
Siamo attraccati al porto di Ashdod in Israele al mattino presto e alle 7 siamo già in viaggio diretti a Betlemme. Ci accompagneranno due guide israeliane, una che spiega, l’altro che traduce. Non riesco ad afferrare bene il loro nome. Il traduttore è un bell’uomo, sembra ironizzare su tutto e tra le prime cose che ci dice è che Israele sta affrontando la crisi un po’ come l’Italia: mentre la disoccupazione aumenta, non si fa niente e i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi (come l’Italiano che conoscete bene).Quindi è un israeliano orientato a sinistra, ma durante gli scambi di opinioni fatte in privato dirà”Voi europei vi meravigliate che noi siamo in guerra da sessanta anni con gli arabi e non vi ricordate della vostra storia dove c’è stata la guerra dei cent’anni? Nel 1967 io ho fatto la guerra dei sei giorni, abbiamo subito tante perdite umane ed i nostri giovani non lo vogliono ricordare o non lo sanno come mia figlia perché io non gliene avevo mai parlato:”
Si arriva a Gerusalemme nuova costruita tutta in pietra bianca come la vecchia, perché le case devono durare. Vediamo un tram simile alla tramvia di Scandicci, poi un ponte in costruzione alla “Calatrava”, destinato a snellire il traffico.
Quello che mi incuriosisce di più è il panorama umano. Stiamo attraversando il “settore ortodosso” di Gerusalemme. Molti giovani vestiti di nero, col cappello nero a larga tesa ,alcuni coi buccolotti (cernecchi) ai lati del viso,altri con le frange che sbucano dal gilè, i pantaloni spesso molto larghi, a metà gamba mi sembrano molto ridicoli .La guida ci spiega che nel loro settore di sabato, loro giornata festiva, non possono transitare le auto. Le loro donne devono essere vestite austeramente,, quasi quanto le musulmane, fazzoletto in testa,gambe coperte, niente pantaloni. Vi sono vari tipi di ortodossi, fino ai più fanatici, pronti a tutto. Molti di loro studiano tutta la vita la Torah, finanziati dagli ebrei di tutto il mondo.. Non possono rimanere celibi. La guida mi sembra molto ironica nei loro confronti come poi lo sarà verso i cristiani.
Arriviamo vicino al muro perché siamo diretti a Betlemme, che si trova in uno dei Territori autonomi e c’è il check point. Le due guide israeliane scendono , facciamo un breve tratto col solo autista, poi, passato il muro sale la guida palestinese, che non è musulmano ma cristiano cattolico.. Prima di portarci alla Chiesa della Natività facciamo una sosta ad una cooperativa cristiana dove possiamo fare acquisti. Dietro di noi una napoletana dà in smanie perché vuole andare subito in chiesa. Dopo circa mezz’ora arriviamo alla chiesa della Natività che si affaccia su una bella piazza dove sarebbe bello sostare un po’. Ma nella chiesa a pianta basilicale che si dice la più antica nel mondo, del terzo secolo, bisogna fare una coda di un’ora e mezzo. La chiesa è gestita dai cristiani ortodossi, con un angolo di proprietà dei cristiani armeni, mentre la chiesa adiacente di santa Caterina è gestita dai cattolici.. La guida ci racconta dei problemi di apertura e chiusura delle varie chiese e delle dispute tra i vari cristiani per fare le pulizie. Insomma mi sembra che anche la nostra giovane guida pur essendo cattolica sia molto seccata da queste liti tra cristiani per problemi di scarsa importanza. Arriviamo finalmente alla grotta che è in mano agli ortodossi mentre la mangiatoia è gestita dai cattolici. Alcuni del nostro gruppo si distendono a terra in adorazione intorno a un punto dove si dice essere nato Gesù, mentre la maggior parte scende dei ripidi scalini per dire una preghiera di fronte alla mangiatoia. Noi aspettiamo. Finalmente tutti sembrano felici per avere esaudito il loro desiderio
Al ritorno vedo dai finestrini del pullman le strade di Betlemme , molto pittoresche con molte donne musulmane. Di nuovo il ceck point, scende la guida palestinese, risalgono quelle israeliane. Passiamo nel quartiere musulmano di Gerusalemme , cioè la Gerusalemme est. Tanti bambini e bambine escono dalla scuola, dove i sessi sono separati. I bambini giocano al pallone , alcune bimbe hanno il capo coperto con un fazzoletto bianco traforato legato intorno al collo. Tutto scorre troppo in fretta.
Arriviamo in un lussuoso albergo dove mangiamo molto bene per poi ripartire per il monte degli ulivi. Splendida visione della collina su cui sorge Gerusalemme vecchia con le sue mura fatte costruire da Solimano il magnifico durante la dominazione turca. Di fronte a noi la valle del Cedron che si continua con la valle di Josafat. Tanti cimiteri di fronte a noi che sorgono fuori delle mura come vuole la tradizione.
Poi alla chiesa dell’orto dei Getsemani costruita un secolo fa con capitali giunti da tutto il mondo. La bianca Gerusalemme è sempre di fronte a noi con le sue numerose cupole di chiese e moschee .Una finissima polvere che abbiamo trovato anche a Cipro che proviene dal deserto impedisce una visione chiara e nitida.
Nuovo ceck in per arrivare al muro del pianto. Vediamo subito un consistente gruppo di soldatesse israeliane in gita nei luoghi turistici che ridono e schiamazzano. Il muro del pianto è riservato a sinistra per due terzi della lunghezza agli uomini, per un terzo alle donne (sapevo che gli ebrei come i musulmani non hanno grande considerazione per le donne). Non c’è grande affollamento. Non ci portano alla spianata delle moschee che è proprio lì sopra per ragioni di sicurezza. E’ in visita in Israele il vicepresidente degli USA.. Nuovo check in e iniziamo la salita per la via dolorosa fiancheggiata da numerosi negozietti come in tutti i suk arabi. Vi si espongono articoli da souvenir.. Per la via dolorosa sono segnate le tappe della Via crucis. Arriviamo alla chiesa del Santo sepolcro gestita da cattolici francescani. La guida israeliana che non perde occasione per fare dell’ironia su i cristiani ci dice che per i protestanti il Golgota si trova su un’altra collina. Si entra in chiesa e lì mi fermo ed assisto a scene di devozionismo per me inusitate. Una del nostro gruppo si inginocchia di fronte ad una lastra rocciosa per strofinare sciarpe profumate su quello che si dice il luogo dove Gesù è stato deposto (pietra dell’unzione).
Una donna con un gran manto ricco di ricami e stupendamente colorato si riversa su una pietra che si dice essere il centro del mondo, secondo le antiche credenze.. Sta qualche minuto in adorazione e lamentazione, poi si alza. Non possiamo andare all’interno del Santo Sepolcro perché c’è un’ora e mezzo di coda.
Usciti dalla chiesa si fa l’ultima parte della Via dolorosa e si arriva alla stazione dei pullman dove i soliti questuanti vendono al prezzo di 1 € trenta cartoline quando in Grecia ci sono costate 0,50 € l’una, oppure confezioni di 10 rosari.
Si torna alla nave. Il traffico è intenso, si va a passo d’uomo forse perché è l’ora di punta.. Mi sembra di essere in una città europea.
Mentre torniamo alla nave faccio delle riflessioni riassuntive.
Se uno crede di ritrovare la fede perduta in “Terra Santa”, perde quella poca che gli è rimasta. Io non ho provato nessuna emozione. Meglio una piccola chiesa nel silenzio dei monti o essere assorti guardando il cielo stellato.
Tra israeliani e palestinesi la pace sarà lunga a venire... Tra le tante dichiarazioni della nostra guida: “Nel Corano Gerusalemme non è ricordata neppure una volta. Noi siamo in cinque milioni (sul De Agostini sette) e non sappiamo dove costruire le case” Sicuramente non vogliono che Gerusalemme est diventi la capitale dello stato palestinese.
Il fanatismo di tutti i tipi è in agguato . Il mio motto “Solo la tolleranza può salvare il mondo” credo sia una delle tante belle utopie. E allora? I posteri vedranno quello che succederà. A me non sarà concesso.
(Orni).
Grazie per l'onore che mi fai pubblicando il mio resoconto su Barbabianca. Buon Casentino a te e Paola Orni con Luci
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