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mercoledì 30 gennaio 2013

Questo viaggio di Abdallah



Ciao a tutte e tutti.

E' stato un crescendo di incontri, di condivisione e speranza il tour in Italia di Abdallah Abu Rahma, coordinatore dei Comitati per la resistenza popolare nonviolenta palestinese che si è tenuto dal 21 al 28 gennaio 2013.
E' ormai da anni che come Associazione per la Pace - AssoPacePalestina, diamo voce in italia ai rappresentati dei Comitati Popolari, da Budros a Bili'n, Nil'in, Al Massara, Nabi Saleh, Yayyoush, Giovani contro gli insediamentidi Hebron, la Valle del Giordano, At Tuwani, e il Sud di Hebron, donne e uomini sono stati con noi in Italia per fare conoscere la loro lotta contro la colonizzazione e l'occupazione Israeliana.
Ma sopratutto siamo stati con loro alle manifestazioni, alle conferenze di Bili'in. Abbiamo sostenuto le campagne per la liberazione dei prigionieri e tra loro anche Abdallah Abu Rahma. Insieme a francesi, belgi, inglesi, spagnoli tedeschi, ed altri, con dato vita nell'incontro tenutosi a Supino nel settembre 2009, alla rete internazionale per il sostegno ai Comitati Popolari

Questo viaggio di Abdallah però è stato molto particolare anche perchè avveniva subito dopo l'esperienza straordinaria di Bab al Shams, la costruzione di un villaggio nelle aree occupate e situate in area C a sud di Gerusalemme, dove il governo israeliano vuole costruire una colonia che taglierebbe in due la Cisgiordania, uccidendo per sempre dice Abdallah "il sogno di uno stato palestinese".

Vorrei ringraziare le associazioni, i gruppi, i movimenti, gli enti locali, che hanno contribuito al grande risultato di questa iniziativa a partire da:
Roma da AssopacePalestina, alla Sezione Internazionale della Fondazione Basso, al Dipartimento Internazionale del Pd, all'associazione Radici Solidali, a Lucia Goracci inviata del Tgr3 a Elisa Marincola di Rainews24, Carolina Zincone del Ministero della Cooperazione e sviluppo, a Firenze, da AssoPacePalestina con Paola Torricini , Mariella Pala, all' Associazione di Amicizia Italo Palestinese, al Cospe, al CentroIdeazionedonna, al Presidente Provincia Firenze, Antonio Barducci, alla Commissione pace della provincia. a Pisa da Assopace a Un Ponte per, Bds, Rete Radie Resh, Pax-Christi, Associazione Casa della Donna, al Comune con il Patrocinio all'incontro e la presenza dell'assessore Marilù Chiofoli e MirellaScriboni, a Genova, a Maria Di Pietro di Assopacepalestina al Capogruppo Enrico Pignone e ai Consiglieri della Lista Civica Doria ed all'assessore alla legalità e Diritti, Elena Fiorini , all' associazione Senza Paura, la Carovana dell' Acqua in Palestina, l' Ora in Silenzio per la Pace, a Seregno, al Coordinamento Comasco per la pace, a Controluce, a Bmovies e in Viaggio, ad Andrea Cappellini di AssopacePalestina, a Milano a Michela Sechi di Radio Popolare e Willy Issam, palestinese , ed infine la straordinaria esperienza in Val di Susa con il Presidio Europa del Movimento No -Tav, Presidio No-Tav Borgone, l'associazione culturale "Dal Gallo.Sebastiano" , un particolare ringraziamento a Lisa Ariemma, Fabrizio Arietti e alle loro due bimbe Sophiè ed Amèlie, ai bimbi della scuola di Meana e alla loro insegnante, Bernardetta Peirol, al Pastore Valdese, Davide Rostan, al Sindaco di Venaus, Nilo Durbiano, a Claudio Giorno.
a Torino il Centro Sereno Regis , il Coordinamento Comuni per la Pace della provincia di Torino insieme alla commissione della Cooperazione Mediterranea del Comune .
Troverete qui sotto i link con alcuni dei video, articoli, resoconti degli incontri link che sono stati fatti durante i diversi incontri, ma potete trovare il dossier sul sito www.assopacepalestina.org, altri ve ne sono ma li raccoglieremo e metteremo sul sito.



Tenetevi pronti per altre iniziative che come AssopacePalestina stiamo preparando::

25 Febbraio giornata internazionale per Open Shuada Street. il 25 febbraio ricorre l'anniversario del massacro compiuto da Baruch Goldstein, un colono di Kiryat Arbat alla tomba del Patriarca e alla Moschea di Hebron nel 1994. I Giovani contro gli insediamenti Yas, chiedono a tutte le città del mondo di manifestare quel giorno con la parola d'ordine Open Shuada Street - Aprire Shiada street, la strada pricipale di Hebron do ve i palestinesi non psosono passare nè in macchina nè a piedi. Vi invierò più avanti tutti i dettagli e la docuentazione. Questo è il quarto anno di iniziative da parte dei Yas.

dal 30 Marzo al 7 aprile - viaggio di conoscenza in Palestina e Israele, con partecipazione alla Conferenza dei comitati popolari a Bili'in, quest'anno la conferenza prenderà forma di un Tribunale dei Popoli

dal 15 al 17 aprile - Iniziative il giorno 15 per la liberaione di Marwan Barghouti e il 17 aprile giornata internazionale dei prigionieri politici palestinesi.
A Roma faremo una conferenza ed altre iniziative. Si chiederà una mobilitazione fatta a livello locale in tutta Italia. Anche per questo vi invierò comunicazioni.

dal 20 al 30 aprile - Saranno in Italia I rappresentanti dei comitati popolari di At Tuwani e Al Mufaqqarah, zona a sud di Hebron dove gli israeliani stanno distruggendo villaggi ed evacuando i palestinesi per fare l'addestramento dell'esercito israeliano.

Un abbraccio.

Luisa Morgantini
skype lulupaco1

martedì 22 gennaio 2013

Benvenuto Bab Al Shams, la porta del sole – nuovo villaggio palestinese nella zona E1‏


Firenze, martedi 22 gennaio 2013, Giardino dei ciliegi, via dell'Agnolo 5

Benvenuto Bab Al Shams, la porta del sole – nuovo villaggio palestinese nella zona E1‏


“Noi figli della Palestina, provenienti da tutte le parti della patria, dichiariamo  la creazione del villaggio Porta del Sole, come scelta del popolo palestinese e senza il permesso dell’occupazione israeliana. Non abbiamo bisogno dell’autorizzazione di nessuno perché questa è la nostra terra ed è nostro diritto costruire e rimanere su di essa. Abbiamo deciso di stabilire il nostro villaggio su questa cosiddetta zona E1 in cui l’occupazione ha annunciato di voler costruire 4.000 unità abitative per gli israeliani,  perché non rimarremo più in silenzio di fronte agli insediamenti e alla colonizzazione continua della nostra terra” .
“Noi crediamo nell’azione e nella resistenza non violenta e siamo sicuri che il nostro villaggio si sostengano con forza fino a quando i legittimi proprietari faranno valere i propri diritti sulla loro terra”.


venerdì 11 gennaio 2013

Luisa Morgantini scrive



2013/1/11 Luisa Morgantini <luisamorgantini@gmail.com>
Straordinaria azione dei Comitati popolari per la resistenzanonviolenta palestinese.
Oltre 200 palestinesi di vari distretti hanno fondato un nuovo villaggio nella zona E1 che hanno chiamato "Porta al Sole", a Gerusalemme est. Hanno sistemato tende e posto tutte le attrezzature necessarie per un soggiorno nella zona fino a quando il paese sarà costruito.
In una dichiarazione rilasciata da loro, gli attivisti hanno scritto: "Noi figli della Palestina, provenienti da tutte le parti della patria, dichiariamo la creazione del villaggio Porta del Sole,come scelta del popolo palestinese e senza il permesso dell'occupazione israeliana. Non abbiamo bisogno del permesso di nessuno perché questa è la nostra terra e nostro il diritto di costruire e rimanere su di essa. Abbiamo deciso di stabilire il nostro villaggio su questa cosiddetta zona E1 in cui l'occupazione ha annunciato di voler costruire 4.000 unità abitative, perché non resteremo in silenzio per l'insediamento e la colonizzazione continua della nostra terra.
Noi crediamo nell'azione e nella resistenza nonviolenta e siamo sicuri che il nostro villaggio si sostengano con forza fino a quando i legittimi proprietari valere i propri diritti alla loro terra.
Gli attivisti dicono che il nome del villaggio è stato ispirato dal libro del romanziere libanese Elias Khoury" Porta del Sole ", che racconta la storia della Palestina. "Porta Il nostro sole è la porta verso la liberazione e la fermezza,"si dice nella dichiarazione letta. "E 'la nostra porta a Gerusalemme è la nostra porta per tornare", sostenendo che Israele ha imposto per decenni fatti sul terreno, tutto a fronte del silenzio internazionale.
"È il momento di cambiare le regole del gioco, noi siamo i legittimi proprietari della terra e noi imponiamo i nostri fatti sul terreno.
Gli "abitanti del villaggio" hanno invitato tutti i settori del popolo di aderire e partecipare agli eventi e le attività che si svolgeranno nel villaggio nel corso dei prossimi giorni tra serate culturali, film e sessioni di discussione.

Qui sotto le dichiarazioni di Abdallah Abu Rahme,coordinatore dei Comitati Popolari per la resistenza nonviolenta palestinese che sarà con noi in Italia dal 20 al 28 Gennaio . giorno 21 roma - 22 Firenze . 23 Pisa - 24 Genova - 25 Como - 26 e 27 Val di Susa.


Palestinian activists set-up protest tents in E1 settlement area
Published today (updated) 11/01/2013 17:12
People from villages in the occupied West Bank near Jerusalem
pitched tents on Friday on the land Israel has earmarked for a new
urban settlement, looking to preserve the area for an independent
Palestinian state. (Reuters/Ammar Awad)
BETHLEHEM (Ma'an) -- Hundreds of Palestinian activists set up protest tents on Friday in the controversial E1 corridor area near Jerusalem as part of the non-violent resistance movement against Israel's occupation, a local group said.

Said Abdullah Abu Rahma, the coordinator of the Popular Committee against the Wall and Settlements in Bilin, told Ma'an that Palestinian activists had set up the village of Bab al-Shams, or 'Gate of the Sun', in protest against Israeli settlements.

"We will not be silent while settlements and the colonization of our land continues, and confirm that the village will endure until the rightful owners of the land are installed," Abu Rahma said.

Over 25 tents and a medical clinic have been set-up in the E1 area by protestors from all over the West Bank.

The name of the village was inspired by Lebanese author Elias Khoury's novel, which tells the story of Palestinian refugees in Lebanon.

"Israel has imposed facts on the ground for decades amid the silence of the international community, and the time has come to change the rules of the game, we are owners of this land and we will impose the reality on the ground," Abu Rahma said.

Although there was no immediate response from the Israeli authorities, police and soldiers in the past have moved quickly to shut down any such spontaneous Palestinian camps

In December, Israel announced plans to build some 3,000 settler homes in the E1 corridor near Jerusalem, drawing widespread international condemnation.

Britain, France and several other European countries summoned Israeli envoys to protest the plan, while President Mahmoud Abbas called the E1 area "a red line that cannot be crossed."

Construction in E1 would divide the West Bank and make the creation of a contiguous Palestinian state - as envisaged by the internationally backed two-state solution to the Palestinian-Israeli conflict - almost impossible.

Settlement building is illegal under international law.

giovedì 26 gennaio 2012

Sette giorni nella Palestina occupata V

Quarta giornata

1 gennaio 2012 – domenica
La spianata delle Moschee
Facciamo una levataccia perché dobbiamo preparare i bagagli per il trasferimento a Beit Sahour e vogliamo andare a visitare la spianata delle Moschee (visita facoltativa) prima di ripartire in pullman alle ore 10 per Tel Aviv.  Mike ci aspetta alle 7,10, orario che ci dovrebbe evitare l’eccessivo affollamento. Ci arriviamo a piedi passando  dalla Porta di Damasco e attraversando la piazza in fondo alla quale è il Muro del Pianto. Per entrare si devono passare diversi controlli di sicurezza e prendere la rampa che sale al Bab al Maghribi. Vi sono già molte persone e molti gruppi di pellegrini anche italiani in attesa ai posti di controllo. Il sito è stupendo ed emana una profonda atmosfera di pace e serenità. Sembra inverosimile che questo mistico luogo si trovi al centro di uno dei teatri di oppressione più crudeli del mondo. La Spianata, detta anche il Monte del Tempio o Haram Al-Sharif (Nobile Santuario), è proprio nel centro storico di Gerusalemme e per la sua importanza  per l’ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam è uno dei siti religiosi più contesi al mondo.
 Il Monte del Tempio è sacro agli ebrei perché fu sede del tempio di Jahveh. Di esso, dopo la distruzione operata dai romani, rimangono solo  alcuni tratti del muro occidentale, detto il Muro del Pianto. Per questo gli ebrei usano recarsi in preghiera alla base di quel muro, all’esterno della Spianata. Per i musulmani invece il Monte del Tempio è sacro perché secondo la tradizione il Profeta Maometto venne assunto in cielo dalla roccia situata in cima al monte, oggi all’interno della Cupola della Roccia, che da essa prende il nome. Il luogo è sacro per i  cristiani perché essi ricordano le numerose visite che Gesù ha fatto al Tempio, dove avvennero le dispute con i sacerdoti ed i potenti del tempo e molti episodi della sua vita pubblica. Però il principale luogo di culto cristiano di Gerusalemme è la Basilica del Santo Sepolcro, considerata il luogo della sua sepoltura e resurrezione.
Fu Erode il Grande che verso il 20 a.c. fece iniziare i lavori di ampliamento che durarono diversi decenni e che dettero al luogo l’aspetto odierno. La sua forma è approssimativamente rettangolare, con dimensioni di circa metri 500 x 300, con i lati più lunghi direzione N-S. Essa è sopraelevata di alcune decine di metri rispetto all’area circostante e sostenuta da poderose mura di contenimento. Le porte di ingresso sono sul lato ovest; quella che originariamente era sul lato est, che guarda il Monte degli Ulivi e dalla quale si presume sia entrato Gesù quando fece il suo ingresso trionfale a Gerusalemme pochi giorni prima di morire, fu murata alcuni secoli fa. Al centro della Spianata, in corrispondenza dell’antico Tempio e della cima del Monte, sorge ora la Moschea di ‘Omar, detta anche Cupola della Roccia, caratterizzata da una grande cupola dorata. Lungo il lato sud della Spianata sorge invece la Moschea di al-Aqsa, che ospitava la sede dei Cavalieri Templari all’epoca delle Crociate.
Dopo la proclamazione dello Stato di Israele nel 1948 e la guerra che ne seguì, il Monte del Tempio rimase nella parte araba di Gerusalemme (Gerusalemme Est). Con la guerra dei sei giorni del 1967, fu invece occupato dagli israeliani, insieme a tutta la città e tale è rimasto fino ad oggi. 
Abbiamo ancora il tempo per una rapida visita alla Basilica del Santo Sepolcro, costruita sul luogo che la tradizione indica come quello della crocifissione, unzione, sepoltura e resurrezione di Gesù. Essa si trova al termine della Via Dolorosa, la Via Crucis e ingloba sia quella che è ritenuta la “collina del Golgota”, luogo della crocifissione, sia il sepolcro scavato nella roccia, dove il Nuovo Testamento riferisce che Gesù fu sepolto. Di questo luogo si possiedono prove archeologiche certe che risalgono ad un centinaio d’anni dopo la morte di Gesù. Oggi è la sede del Patriarcato ortodosso di Gerusalemme, il quale ha la propria Cattedrale proprio al centro della Chiesa. Per essere sinceri, tutte queste immagini e manifestazioni di “sacro”, distanti dai problemi reali del popolo, di queste religioni monoteistiche ci lasciano molto perplessi e indifferenti. Come sono stati inascoltati i messaggi di questo uomo Gesù vissuto in questa terra, dove il conflitto e l’oppressione sono giornalieri e dove solo uomini di buona volontà con l’impegno e con la lotta mantengono viva  la speranza per un mondo finalmente migliore….
Si lascia Gerusalemme per trasferirci a Betlemme, dove dormiremo stasera all’hotel Sahara di Beit Sahour, alla periferia della città. La puntata a Tel Aviv è stata organizzata per farci incontrare con un’associazione di medici israeliani, la PHR (Physicians for Human Rights). (***)

 Si fa un giro per la città vecchia di Jaffa, ammirando dall’alto dei giardini la vista di Tel Aviv con la sua lunga spiaggia battuta da un mare agitato. Poi a cena in un grande locale con piatti a base di pesce.

***Nota di Urbi
 L'anziana signora della foto accanto, iraeliana e medico responsabile del Centro, ci racconta, tra l'altro, della ragazza di Gaza alla quale venne negata la possibilità di fare la cura di chemioterapia per un tumore al seno in un ospedale fuori della Striscia. Avrebbe potuto passare il Chekpoint ad un'unica condizione: diventare "collaboratrice", a servizio del Mossad. Era una bellissima ragazza. E le tante giovani mamme con gravidanza a rischio bloccate ai Chekpoint a partorire bambini morti.