1 gennaio 2012 – domenica
La spianata delle Moschee
Facciamo una levataccia perché dobbiamo preparare i bagagli per il trasferimento a Beit Sahour e vogliamo andare a visitare la spianata delle Moschee (visita facoltativa) prima di ripartire in pullman alle ore 10 per Tel Aviv. Mike ci aspetta alle 7,10, orario che ci dovrebbe evitare l’eccessivo affollamento. Ci arriviamo a piedi passando dalla Porta di Damasco e attraversando la piazza in fondo alla quale è il Muro del Pianto. Per entrare si devono passare diversi controlli di sicurezza e prendere la rampa che sale al Bab al Maghribi. Vi sono già molte persone e molti gruppi di pellegrini anche italiani in attesa ai posti di controllo. Il sito è stupendo ed emana una profonda atmosfera di pace e serenità. Sembra inverosimile che questo mistico luogo si trovi al centro di uno dei teatri di oppressione più crudeli del mondo. La Spianata, detta anche il Monte del Tempio o Haram Al-Sharif (Nobile Santuario), è proprio nel centro storico di Gerusalemme e per la sua importanza per l’ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam è uno dei siti religiosi più contesi al mondo.
Il Monte del Tempio è sacro agli ebrei perché fu sede del tempio di Jahveh. Di esso, dopo la distruzione operata dai romani, rimangono solo alcuni tratti del muro occidentale, detto il Muro del Pianto. Per questo gli ebrei usano recarsi in preghiera alla base di quel muro, all’esterno della Spianata. Per i musulmani invece il Monte del Tempio è sacro perché secondo la tradizione il Profeta Maometto venne assunto in cielo dalla roccia situata in cima al monte, oggi all’interno della Cupola della Roccia, che da essa prende il nome. Il luogo è sacro per i cristiani perché essi ricordano le numerose visite che Gesù ha fatto al Tempio, dove avvennero le dispute con i sacerdoti ed i potenti del tempo e molti episodi della sua vita pubblica. Però il principale luogo di culto cristiano di Gerusalemme è la Basilica del Santo Sepolcro, considerata il luogo della sua sepoltura e resurrezione.
Il Monte del Tempio è sacro agli ebrei perché fu sede del tempio di Jahveh. Di esso, dopo la distruzione operata dai romani, rimangono solo alcuni tratti del muro occidentale, detto il Muro del Pianto. Per questo gli ebrei usano recarsi in preghiera alla base di quel muro, all’esterno della Spianata. Per i musulmani invece il Monte del Tempio è sacro perché secondo la tradizione il Profeta Maometto venne assunto in cielo dalla roccia situata in cima al monte, oggi all’interno della Cupola della Roccia, che da essa prende il nome. Il luogo è sacro per i cristiani perché essi ricordano le numerose visite che Gesù ha fatto al Tempio, dove avvennero le dispute con i sacerdoti ed i potenti del tempo e molti episodi della sua vita pubblica. Però il principale luogo di culto cristiano di Gerusalemme è la Basilica del Santo Sepolcro, considerata il luogo della sua sepoltura e resurrezione.
Fu Erode il Grande che verso il 20 a.c. fece iniziare i lavori di ampliamento che durarono diversi decenni e che dettero al luogo l’aspetto odierno. La sua forma è approssimativamente rettangolare, con dimensioni di circa metri 500 x 300, con i lati più lunghi direzione N-S. Essa è sopraelevata di alcune decine di metri rispetto all’area circostante e sostenuta da poderose mura di contenimento. Le porte di ingresso sono sul lato ovest; quella che originariamente era sul lato est, che guarda il Monte degli Ulivi e dalla quale si presume sia entrato Gesù quando fece il suo ingresso trionfale a Gerusalemme pochi giorni prima di morire, fu murata alcuni secoli fa. Al centro della Spianata, in corrispondenza dell’antico Tempio e della cima del Monte, sorge ora la Moschea di ‘Omar, detta anche Cupola della Roccia, caratterizzata da una grande cupola dorata. Lungo il lato sud della Spianata sorge invece la Moschea di al-Aqsa, che ospitava la sede dei Cavalieri Templari all’epoca delle Crociate.
Dopo la proclamazione dello Stato di Israele nel 1948 e la guerra che ne seguì, il Monte del Tempio rimase nella parte araba di Gerusalemme (Gerusalemme Est). Con la guerra dei sei giorni del 1967, fu invece occupato dagli israeliani, insieme a tutta la città e tale è rimasto fino ad oggi.
Abbiamo ancora il tempo per una rapida visita alla Basilica del Santo Sepolcro, costruita sul luogo che la tradizione indica come quello della crocifissione, unzione, sepoltura e resurrezione di Gesù. Essa si trova al termine della Via Dolorosa, la Via Crucis e ingloba sia quella che è ritenuta la “collina del Golgota”, luogo della crocifissione, sia il sepolcro scavato nella roccia, dove il Nuovo Testamento riferisce che Gesù fu sepolto. Di questo luogo si possiedono prove archeologiche certe che risalgono ad un centinaio d’anni dopo la morte di Gesù. Oggi è la sede del Patriarcato ortodosso di Gerusalemme, il quale ha la propria Cattedrale proprio al centro della Chiesa. Per essere sinceri, tutte queste immagini e manifestazioni di “sacro”, distanti dai problemi reali del popolo, di queste religioni monoteistiche ci lasciano molto perplessi e indifferenti. Come sono stati inascoltati i messaggi di questo uomo Gesù vissuto in questa terra, dove il conflitto e l’oppressione sono giornalieri e dove solo uomini di buona volontà con l’impegno e con la lotta mantengono viva la speranza per un mondo finalmente migliore….
Si lascia Gerusalemme per trasferirci a Betlemme, dove dormiremo stasera all’hotel Sahara di Beit Sahour, alla periferia della città. La puntata a Tel Aviv è stata organizzata per farci incontrare con un’associazione di medici israeliani, la PHR (Physicians for Human Rights). (***)
Si fa un giro per la città vecchia di Jaffa, ammirando dall’alto dei giardini la vista di Tel Aviv con la sua lunga spiaggia battuta da un mare agitato. Poi a cena in un grande locale con piatti a base di pesce.
***Nota di Urbi
L'anziana signora della foto accanto, iraeliana e medico responsabile del Centro, ci racconta, tra l'altro, della ragazza di Gaza alla quale venne negata la possibilità di fare la cura di chemioterapia per un tumore al seno in un ospedale fuori della Striscia. Avrebbe potuto passare il Chekpoint ad un'unica condizione: diventare "collaboratrice", a servizio del Mossad. Era una bellissima ragazza. E le tante giovani mamme con gravidanza a rischio bloccate ai Chekpoint a partorire bambini morti.
***Nota di Urbi
L'anziana signora della foto accanto, iraeliana e medico responsabile del Centro, ci racconta, tra l'altro, della ragazza di Gaza alla quale venne negata la possibilità di fare la cura di chemioterapia per un tumore al seno in un ospedale fuori della Striscia. Avrebbe potuto passare il Chekpoint ad un'unica condizione: diventare "collaboratrice", a servizio del Mossad. Era una bellissima ragazza. E le tante giovani mamme con gravidanza a rischio bloccate ai Chekpoint a partorire bambini morti.
Senza un nuovo movimento globale, tutto sarà più difficile! Saluti da Salvatore.
RispondiEliminaNel frattempo ognuno fa qualcosa nel suo proprio ambito.
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