COLONI
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- Vengono qui loro (i coloni) tutti i venerdì, che
sarebbe giorno di riposo, ma io lavoro lo stesso. Mi sfottono, mi dicono che
dovrò venderla questa terra e la prenderanno loro. Tutto prendono. ma io porto
nel campo i miei figli perché si affezionino alla terra e non se ne vogliano
separare. -
Ci siamo allontanati con un vago senso di colpa e
con molta tristezza da questa tragedia quotidiana.
***
Nel centro di Hebron, città palestinese, c'è una
zona che sembra uscita da un film di fantascienza. C'è una strada larga quasi
deserta. I palestinesi non possono passarci perché unisce due insediamenti
ebraici. E' per questo che abbiamo affollato per un quarto d'ora il negozietto
di un palestinese che
si trova all'entrata e gli abbiamo comprato un po’
di tutto, perché solo noi turisti possiamo passare di lì e fargli raggranellare
qualche shegel.
Gli unici esseri umani che transitano sono appunto
rari coloni, mentre dal tetto di una delle case malandate dalla porta sbarrata
guardano in silenzio tre bambini palestinesi. Non potranno scendere giù nella
strada, il loro mondo è dall'altra parte, dove si trova anche il percorso tortuoso
per arrivare alla casa.
Camminiamo in silenzio, contagiati dall'atmosfera
ostile della strada..A due riprese passano correndo, in calzoncini corti,
giovani soldati.
Nell'ultima fila ce n'è sempre uno col mitra.
All'improvviso mi vengono in mente i giovani della repubblica di Salò di cui ho
visto più volte le
immagini in documentari dell'epoca. La stessa
sensazione agghiacciante. Poso lo sguardo sui murales che tappezzano i muri sul
lato destro
della strada. Ce n'è uno in cui un disegno piuttosto
grossolano ma eloquente mostra in alto l'occhio di Dio e sotto un paesaggio.
Una scritta
in inglese illustra: Dio ha riservato al suo popolo
la terra promessa.
Questa strada surreale mi sembra il simbolo di un
esproprio malvagio decretato da una divinità folle o piuttosto pensata da una
mente folle.
Quando la strada finisce, attraversato il blocco, ci
accorgiamo che stiamo rientrando nel centro della città: auto, carretti,
camion, donne con la verdura e tanto
rumore, la solita bolgia di queste città del medio oriente. ma è un'immagine di
vita e la sensazione è liberatoria.
(Paola)Video RAI (assolutamente da vedere)
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