Parla il presidente del comitato tecnico-scientifico per la verifica della fattibilità del Ponte sullo stretto, ing. Calzona. La Repubblica, 29 novembre 2008
L'uomo è fallibile.
"In Danimarca il ponte sullo Storebelt ha patìto il fenomeno del cosiddetto galopping. Il nastro d'asfalto si è andato deformando, tecnicamente è una deformazione ortogonale alla direzione del vento".
Su e giù, come fosse un grosso serpente.
"Esattamente così. Una deformazione, dovuta al fluido dinamico che impone di bloccare per motivi di sicurezza il passaggio di cose e persone. Ma il ponte si realizza proprio per permettere il transito ininterrotto".
Se soffia il vento a Scilla, ponte chiuso.
"Anche cento giorni all'anno".
la campata del ponte danese è lunga 1400 metri contro gli oltre 3000 del nostro. Inoltre, la zona dello Stretto di Messina è soggetta a venti più tesi nella direzione perpendicolare al manufatto per più tempo l’anno.
Proprio questo mese ricorre il centesimo anniversario del grande terremoto che azzerò Reggio, Messina e moltissimi comuni limitrofi.
... non so quanti ricorderanno in queste occasioni che un evento del genere nella zona è successo dai tempi di Erodoto mediamente ogni cent’anni, e quindi quasi ci siamo… Chi sa, ad esempio, che Reggio ha avuto fino al cinquecento un quartiere portuale a mare specularmene simile a quello di Messina, sprofondato in mare per un sisma? E che quasi sempre da queste parti il terremoto catastrofico ricorrente è stato accompagnato da un maremoto, che nel 1908 è stato responsabile della maggior parte delle centinaia di migliaia di morti? E cosa succederebbe, in tal caso, ai promontori artificiali o ai piloni in acqua di un eventuale ponte a campata accorciata?
Siamo in crisi, o no? E risparmiamoli, questi soldi! Usiamoli davvero per rilanciare l’economia reale, per ricreare una classe media nel Paese, per creare nel Sud infrastrutture che servono, per realizzare finalmente le tanto auspicate autostrade del mare. Lasciamo il Ponte sullo Stretto dove deve stare: nel cassetto delle idee sbagliate della Storia, nel dimenticatoio.
Giancarlo Fornari su Contrappunti
Qui trovi delle belle foto illustrative con un commento interessante.
Divagazione letteraria
Scilla e Cariddi erano due mostri marini, sullo Stretto di Messina e mentre Cariddi (da Messina) ingoiava e rigettava tre volte al giorno l'acqua del mare creando dei giganteschi vortici, Scilla (da Reggio) attentava alla vita dei naviganti con le sue orrende fauci.
“Il fianco destro di Scilla, il sinistro Cariddi implacabile
tiene, e nel profondo baratro tre volte risucchia l’acqua,
che a precipizio sprofondano, e ancora nell’aria
con moto alternale scaglia, frusta le stelle con l’onda"
Dextrum Scylla latus, laevum implacata Charybdis
obsidet, atque imo barathri ter gurgite uastos
sorbet in abruptum fluctus rursusque sub auras
erigit alternos, et sidera verberat unda.
(Virgilio Eneide III 420-23)
Ma non sembrerebbe:
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