venerdì 5 marzo 2010

Corsi e ricorsi storici



"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.

Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.

Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."

(Elsa Morante, 1945)

Commento correttivo

Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?

Perché prima ingannato e picchiato. Poi avvelenato, nei propri figli, da un'educazione di mistica fascista con la convergenza di Chiesa e Stato. La mia maestra era cattolica e fascista, onesta, brava e dedicata a noi ragazzi come pochi. La guerra d'abissinia ci fu presentata come il riscatto del proletariato contadino affamato di terra, contrapposto alla ricca borghesia delle plutocrazie di Inghilterra e Francia. "La grande proletaria s'è mossa" aveva cantato il Pascoli per la guerra di Libia nel 1911.  Così eravamo ridotti nel 1940: http://www.youtube.com/watch?v=og0EinKrAVE

"Il 10 giugno, al tramonto, eravamo tutti nel piazzone, davanti al terrazzino di casa Martini (balcone storico) in attesa della parola del duce, via radio". Così scrive la maestra Tita nel suo bel libro "Gente del Ponte" a p.94. Ponte a Poppi, Piazza Garibaldi, la mia piazza.


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