sabato 10 ottobre 2009

Testamento biologico e Parlamento italiano

Lectio magistralis







di GiancarloFornari sul testamento biologico







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Paradossalmente un Berlusconi forte come poteva essere a maggio scorso, prima che esplodessero gli scandali di Villa Certosa, di Palazzo Grazioli e delle feste di compleanno delle ragazzine di Casoria poteva anche assecondare il filone “agnostico” della sua personalità: agnostico, sia chiaro, non per una scelta morale ma, al contrario, per una scelta di immoralità.







Un Berlusconi debole come quello attuale – oltretutto costretto, dopo l'annullamento del Lodo Alfano, a difendersi in tribunale dalle accuse dei giudici come un qualunque cittadino - non può permettersi divagazioni laiciste, la sua leadership si sfalderebbe in una settimana sotto i colpi di un attacco violento del Vaticano.







Tutto lascia supporre, quindi, che il testamento biologico sia la prima delle concessioni che il Cardinal Bertone pretenderà. Seguiranno la RU 486, nuovi finanziamenti alle scuole e agli ospedali cattolici, e via barattando. Lo Stato laico immolato un pezzo dopo l'altro dal Presidente del Consiglio per colpa delle registrazioni sul “lettone di Putin” di una escort barese, il povero Cavour si starà rivoltando nella tomba.







 







Che fare







Se tutto, dunque, lascia credere che alla fine la legge rimarrà più o meno com'è, che cosa potrebbe fare l'opposizione, e che cosa potremmo fare noi?







L'idea del referendum abrogativo, come è ovvio, è la prima che viene alla mente. A quanto si dice, le opinioni degli italiani sarebbero favorevoli. Secondo gli ultimi sondaggi (Renato Mannheimer, sul "Corriere della Sera" del 1° aprile), il 51% della popolazione sa oggi cos'è un Testamento biologico (e un altro 41% ne ha almeno sentito parlare), il 75% (il 55% - cioè la maggioranza assoluta - anche di chi si professa credente e frequenta regolarmente le funzioni religiose) si augura di poter liberamente rifiutare o limitare nel tempo le cure per l'ipotesi di venire a trovarsi un domani in una situazione di coma irreversibile, e il 68% chiederebbe, per quel caso, anche l'interruzione di nutrizione e idratazione artificiali (tra i cattolici il 47%, il 24% lo esclude, mentre il rimanente 29% non ha ancora un'opinione in merito).







Qualunque cosa dicano i sondaggi, il referendum rimane però un argomento su cui meditare, perché il rischio di un insuccesso – davanti a pressioni vaticane prevedibilmente ancora più violente di quelle esercitate nel referendum sulla legge 40, allo strapotere mediatico delle cinque stazioni televisive berlusconiane, allo schieramento maggioritario dei partiti del centrodestra con l'aggiunta dell'Udc, alla debolezza e alle divisioni del PD - sarebbe assai preoccupante. Non dico che il referendum non andrebbe comunque fatto, dico che bisognerebbe pensarci non una ma dieci volte per evitare il flop di quello sulla legge 40.  







Più incoraggiante mi sembra la strada del ricorso alla Corte costituzionale, tali e tanti – come ha confermato anche la sentenza del 17 settembre del Tar del Lazio - sono i profili di illegittimità di una legge che si mette sotto i piedi almeno tre o quattro articoli della Costituzione.







Altrettanti incoraggianti sono i segnali che arrivano dai Comuni italiani, che negli ultimi mesi hanno cominciato a muoversi istituendo registri per il testamento biologico dei cittadini, sotto la spinta di varie associazioni tra cui la nostra (che per prima si è attivata per l'istituzione del registro nel X Municipio di Roma) e l'Associazione Luca Coscioni.







Ad oggi sono 16 i Comuni (oltre ai due Municipi romani Roma X e Roma XI) e due le Province che hanno istituito il registro. In altri 30 comuni sono in atto raccolte di firme da parte delle associazioni - tra cui, per quanto riguarda in particolare Modena e Firenze, l'Associazione LiberaUscita - per presentare proposte di iniziativa popolare o appoggiare mozioni di consiglieri a tali fini. Gli ultimi importanti Comuni in cui è stato istituito, o è in corso di istituzione, il registro dei testamenti biologici sono Vicenza, Siena, Calenzano.







E' di ieri a Firenze l'approvazione di una delibera del consiglio comunale presentata dal Pd, partito di maggioranza, che istituisce il registro dei testamenti biologici. La delibera, prima firmataria la consigliera del Pd Claudia Livi, garantisce la possibilità di inserire in un apposito registro le indicazioni del notaio, del fiduciario o del depositario del testamento, in modo da garantire la certezza della data di presentazione e la fonte di provenienza.







Contro la delibera, tutti i consiglieri dell'opposizione e tre della maggioranza. Il sindaco, Matteo Renzi, ha deciso di non partecipare ai lavori e di non rilasciare dichiarazioni. Polemica l’Arcidiocesi, che ha espresso “rammarico e preoccupazione”. La stessa censura lanciata, tre mesi fa, contro la delibera che aveva concesso la cittadinanza onoraria a Beppe Englaro.










L'attacco è complessivo, dobbiamo prepararci







Come ho detto all'inizio, dobbiamo tenere presente che l'attacco al testamento biologico è solo uno dei punti di emersione di una strategia più ampia. Mettere in discussione il principio di autodeterminazione del malato, presupporre che il nostro corpo, non più nostro, debba seguire il destino imposto non da noi ma da medici, poliziotti, magistrati, stabilire che ciascuno di noi possa essere condannato da una legge dello stato a dieci, venti o trenta anni di coma alimentato da macchine, trasformare quello che loro chiamano “il diritto inalienabile” alla idratazione e all'alimentazione forzate in un “dovere inderogabile” di alimentazione e idratazione, è solo un primo passo verso una normalizzazione clericale del nostro sistema politico. In una situazione di progressivo arretramento e indebolimento dello Stato laico non ci sono limiti alle pretese della Chiesa di riconquistare gli spazi che la secolarizzazione le aveva fatto perdere.







Dopo il testamento biologico la nuova frontiera di questa offensiva sono le conquiste dei diritti civili maturate negli ultimi decenni, a cominciare dall'aborto e dal divorzio. Non a caso nei giorni scorsi Benedetto XVI in visita nella Repubblica Ceca ha aperto un nuovo fronte scagliandosi contro il divorzio e la famiglia allargata, prodotti avvelenati del Demonio che ha corrotto la nostra società.







Dobbiamo quindi prepararci sin da ora a combattere un nuovo “KulturKampf” per la laicità delle istituzioni. Un compito fondamentale in questa battaglia spetta alle associazioni laiche, che dovranno mobilitarsi come poche volte hanno fatto, per raccolte di firme, discussioni, manifestazioni, azioni di disturbo, disobbedienze civili. Prevedendo anche manifestazioni particolari tra cui un sit-in davanti alla Camera da tenere al momento che la legge andrà in aula. Cercando di procedere il più possibile unite, anziché divise come per solito hanno fatto finora.







Leggi tutto l'intervento







Aggiornamento del 16 Ottobre 2009:



Link per il video dell'intervento di Giancarlo Fornari:




http://www.youtube.com/view_play_list?p=B29894F9903F9D72



 




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