giovedì 4 novembre 2004

L'aveva capito da quarant'anni












 


 


 


 


La faccia triste dell'America


The Simulacra, 1964


Election day Eleventwo 2004



The Simulacra descrive un’ipotetica America del futuro, dove la struttura sociale si regge su un incredibile inganno. Per conservare una fittizia stabilità dell’universo, infatti, una mitica coppia domina da secoli la Casa Bianca, venerata dalle masse che non hanno più nemmeno la forza di chiedersi come possano i due vivere così a lungo. Il presidente, eletto dal popolo, in realtà è un simulacro elettronico, mentre Nicole Thibodeaux, first lady del paese da più di un secolo, è in realtà morta- e sostituita da comparse- . Il potere reale è detenuto da un consiglio di sconosciuti e da potenti cartelli industriali
Insomma, lo scrittore ci avverte che in America si sta instaurando uno stato dittatoriale, controllato da una stretta oligarchia che falsifica la realtà. Tutti sono catturati dalla ragnatela realtà/non-realtà. Ian Duncan (american boy) è una delle vittime. A chi gli spiega come l'immagine venerata di Nicole Thibodeaux, l'eterna first lady, sia solo un'illusione a uso e consumo delle masse, egli risponde: Per me, lei è reale più di ogni altra cosa, più reale di te. Più reale di me stesso, della mia stessa vita. Ma la piazza rumoreggia e un ebreo, Bertold Goetz dirige addirittura un gruppo nazista. Per completare il quadro, il maresciallo Goering è stato strappato alla sua epoca per manipolare il passato e impedire la morte di sei milioni di ebrei per ordine di Hitler.
Ma Philip Dick* non si accontenta di questi argomenti esplosivi e vi aggiunge un pianista dotato di facoltà psichedeliche che suona a distanza, l'ultimo psicanalista rimasto, gli assassini pubblicitari automatici e gli uomini di Neanderthal che popolano le foreste della California. Da questo cocktail stupefacente, Dick* ha saputo trarre uno dei suoi migliori romanzi, pubblicato quasi contemporaneamente a The Three Stigmates of Palmer Eldritch*.

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