sabato 4 febbraio 2006

Pane al pane


La coesistenza pacifica dei popoli israeliano e palestinese chiede una decisa azione internazionale perché il governo israeliano rispetti il diritto internazionale e le risoluzioni dell’Onu – ponendo fine all’occupazione di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est, cominciando con la fine della costruzione degli insediamenti e del muro (come ha chiesto la Corte Internazionale di giustizia de L’Aia).


Il Parlamento italiano deve contribuire all’affermazione del diritto internazionale revocando il memorandum d’intesa militare tra Italia e Israele e lavorando perché l’Unione Europea sospenda il trattato commerciale con Israele perché viola i diritti umani, oltre che vietando a qualsiasi impresa italiana di collaborare ad atti che costituiscono violazione dei diritti umani – come la costruzione del muro.


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Bel post questo di Haramlik. Un bel misto di ragione e sentimento. Brava. 
Poche citazioni:
Siamo, di fatto, una società gestita da una generazione - la mia e quella immediatamente precedente - il cui eroismo consiste nell'essersi opposto "a papà".
"Papà" inteso come famiglia, come istituzione scolastica, religiosa, come autorità e freno a una realizzazione di noi stessi e del nostro piacere che avevamo lì, a portata di mano, e ci è bastato strepitare un po' e correre davanti a un celerino per farlo nostro.


Non abbiamo fatto guerre, non abbiamo mai veramente sofferto.
Non abbiamo costruito né paci né ricchezze.
Abbiamo ereditato entrambe e ne abbiamo usufruito.
Invecchiando, è noto, non si diventa più eroici: solo così mi spiego questo fermo-immagine così straziantemente evidente nella nostra sinistra, sempre pronta a combattere solo e soltanto le battaglie che ha già vinto.


Difendere la libertà di satira in Danimarca dà più soddisfazione che farlo in RAI.
Combattere solo le battaglie già vinte ci permette di sognarci vincenti a dispetto di qualsiasi realtà.


Un miliardo di persone cercano di dirci qualcosa e noi non ci degniamo di ascoltare perché siamo certissimi di non avere nulla da apprendere, nulla da scoprire.
Noi ascoltiamo solo se ci toccano le tasche o l'incolumità.
Siamo totalmente privi di curiosità


...la satira è uno strumento dei deboli contro i forti.

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