giovedì 23 febbraio 2006

Mauro Bertini


I miei RSS stamani mi portano sull' ultimo post di Kelebek il quale confessa che sarebbe disposto anche ad andare a votare alle prossime elezioni se tra i candidati ci fossero persone come Mauro Bertini,  sindaco di Marano (Napoli). Cerco Marano su google e trovo un pezzo che qui riporto:


...4. Distinguere fra "martiri", "caduti" e "vittime" non è uno sterile esercizio filologico, né una provocazione, né vuole rappresentare mancanza di rispetto per i giovani militari morti e per le loro famiglie, verso cui nutro sentimenti di profonda condivisione del dolore. Rappresenta invece la volontà di sottolineare l'ipocrisia di un Governo che prima manda a morire i suoi uomini e poi li onora con targhe e medaglie, di un Governo che induce spesso i giovani a vestire le divise militari come alternativa alla mancanza di lavoro ed alla disperazione, di un Governo che chiama "martiri" i suoi figli mandati a morire in una sporca guerra di interessi travestita da missione di pace, imprigionando così le emozioni della gente comune.
 
5. Ribadisco le mie scuse a quanti (a cominciare dai familiari delle vittime) hanno avuto la sventura di leggere o ascoltare versioni distorte dei pensieri espressi in questa sede in modo più conforme.
Il sindaco Mauro Bertini

Anch'io, che pure andrò "comunque" a votare alle prossime elezioni, come già dichiarato in precedenti post, voterei con tutto il cuore per Mauro Bertini. Spesso mi viene di citare la frase di Philip Dick "chi si impossessa di una parola, sottomette coloro che sono obbligati ad usarla" (v.nota) . In particolare mi sono spesso trovato a fare il prof anche nel blog con post intitolati "Esercitazioni lessicali". Anche D.Milani insisteva sull'importanza di una buona conoscenza del linguaggio.


Ragione per cui dedico a Bertini questa mia autocitazione:
...milioni e milioni di morti cullati dalla ninna nanna di Trilussa, osannati come eroi sui monumenti di tutte le piazze e piazzette e paesini d'italia.
E quando noi li chiamiamo eroi, assolviamo  gli assassini che li hanno mandati a morire, perché - così chiamandoli - implicitamente riconosciamo che obbedivano ad un ordine giusto, oltreché legittimo. Se invece li chiamiamo vittime la cosa cambia. Ragione per cui non sentirete mai questa parola nei discorsi commemorativi ufficiali.

Onore a Bertini che questa parola ha usato in una dichiarazione ufficiale. Per cui avrei dovuto scrivere "quasi mai"



 Nota: 
"The basic tool for the manipulation of reality is the manipulation of words. If you can control the meaning of words, you can control the people who must use the words." (Philip K.Dick)
Lo strumento base per camuffare la realtà consiste nel camuffare le parole. Se tu puoi controllare il significato di una parola tu puoi controllare coloro che devono usare queste parole.

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