sabato 21 marzo 2015

Il calcio e Paolo Rossi



         Il calcio e Paolo Rossi
Anche noi amiamo il calcio. Anche noi abbiamo il diritto di amare il calcio. E abbiamo il diritto di assistere alla partita. Perché no? Perché non sfuggire un po’ alla routine della morte? In un rifugio, siamo riusciti a procurarci l’energia elettrica usando alla batteria di un’automobile. In un battibaleno Paolo Rossi ci ha trasmesso la gioia che ci mancava. È un uomo che, in campo, si vede solo dove conviene che lo si veda. Un diavolo smilzo che noti solo dopo che ha segnato la rete, esattamente come un aereo da bombardamento si vede solo dopo che i bersagli sono esplosi. Dove c’è Paolo Rossi c’è un gol, c’è un’ovazione. Poi lui scompare, oppure si nasconde per aprire nell’aria un varco per quei suoi piedi pronti a cercare le buone occasioni, a portarle a maturazione, a raggiungerle in un picco di voluttà. Non è mai chiaro se sta giocando a calcio oppure facendo l’amore con la rete, una rete ritrosa che lui, sul torrido campo spagnolo, tenta e seduce con una raffinata galanteria italiana. Che lusinga come farebbe un gatto in calore. E poi, infine, ecco che Paolo Rossi, sotto gli occhi dei guardiani della virtù, un imene di 10 uomini posto a protezione della verginità della rete, ecco che Paolo Rossi avanza, avanza in un impeto di lussuria, avanza, muscolo d’aria, e sfonda. Ed ecco che la rete, incapace di resistergli, si rilassa e si arrende al suo ineffabile stupro.
Il calcio: cos’è quest’incantevole follia capace di imporre una tregua che ci fa godere di un piacere innocente? Questa follia in grado di attenuare la violenza della guerra e di ridurre i missili alla stregua di fastidiosi mosconi? Cos’è questa follia che, per un’ora e mezzo, sospende la paura? Che rasserena corpo e anima più dell’ardore della poesia, più del vino e più del primo incontro con una sconosciuta? È stato il calcio. Il calcio ha fatto il miracolo, ha risvegliato un popolo che pensavamo morto, morto di paura e di noia.
Video Youtube (3 minuti):  http://youtu.be/gdtPuMxAjvI

(Da: Mahmud Darwish, Trilogia palestinese,  Feltrinelli 2014, p.223)

Nessun commento:

Posta un commento