sabato 5 novembre 2005


APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI MARWAN BARGHOUTI

E DI TUTTI I PROGIONIERI POLITICI PALESTINESI


Marwan Barghouti è stato sequestrato nei Territori autonomi palestinesi nell’aprile del 2002 durante l'operazione «scudo difensivo» che ha stracciato definitivamente quello che restava degli accordi di Oslo con la rioccupazione israeliana dei territori amministrati dall’Anp. Il sequestro, il trasferimento e la detenzione in Israele di Barghouti, parlamentare palestinese, è stata un'ulteriore illegalità del governo israeliano. Il 6 giugno 2004, anniversario dell'occupazione militare del 1967, Marwan viene condannato a 5 ergastoli più 40 anni di carcere. Oggi la sua detenzione appare in flagrante contraddizione con varie norme di diritto internazionale, contenute, fra l'altro, nella IV Convenzione di Ginevra del 1949 e negli accordi fra Israele e Palestina. 
Marwan, segretario di Al Fatah in Cisgiordania dopo aver trascorso molti anni nelle carceri israeliani durante la prima Intifada è stato deportato ed ha vissuto in Tunisia. Tornato in Palestina, dopo gli accordi di Oslo, di cui è stato protagonista, non è mai stato considerato un «tunisino», un leader ritornato dall'esterno. Si è battuto con altri parlamentari per la trasparenza dell'autorità nazionale palestinese e contro la corruzione ed è stato in larga parte il dirigente che ha saputo spiegare e far accettare alla popolazione dei campi profughi l'accordo di Oslo. Lo ripeteva anche quando era già in clandestinità, dopo che il 23 settembre 2001 venne emesso il mandato di cattura contro di lui: «Non c'è altra strada di un negoziato che porti alla realizzazione di uno Stato palestinese in coesistenza con lo Stato israeliano... Israele deve cessare l'occupazione militare e applicare le risoluzioni Onu». 
Durante il suo processo, la sua difesa è stata un atto d'accusa contro l'illegalità dell'occupazione militare e pur rivendicando il diritto sancito dalla Convenzione di Ginevra, alla difesa anche armata del popolo palestinese contro il dominio coloniale e militare, ha condannato ogni attacco palestinese contro i civili israeliani e ribadito la sua volontà di arrivare con Israele ad una pace giusta. Nelle elezioni del 9 gennaio, che hanno visto la vittoria di Abu Mazen per la presidenza dell’Anp, Marwan pur acclamato da ampi settori della sua popolazione, ha rinunciato a candidarsi. Con questo suo gesto ha dimostrato ancora una volta di avere a cuore l'unità del popolo palestinese. Con dignità ha chiesto solo che in ogni negoziato la liberazione dei prigionieri politici sia una priorità. Oggi Marwan non rappresenta solo le migliaia di palestinesi rinchiusi nelle carceri di Israele per la sola colpa di essersi opposti all’occupazione israeliana, ma anche la volontà e il protagonismo di una nuova leaderships che vuole affermarsi e consolidarsi dopo la scomparsa del Presidente Arafat. Con questa leaderships si dovrà fare i conti per arrivare ad una giusta pace fra Israele e la Palestina. Una pace che riconosca per entrambi gli Stati il diritto ad esistere, alla sicurezza e alla sovranità. 
Liberare Marwan, non lasciare che muoia nella cella di due metri senza finestre dov'è rinchiuso in totale isolamento, con la luce accesa per 23 ore al giorno, fare sì che possa riprendere il suo posto nella costruzione di uno Stato palestinese, riconsegnarlo all’affetto della sua famiglia, deve essere un impegno di individui, associazioni, movimenti, partiti, governi che abbiano a loro fondamento il principio della giustizia e della legalità internazionale. Tutto questo può sembrare un sogno, visto l'irriducibilità di Sharon e la debolezza della comunità internazionale, ma anche per Mandela ci sembrava un sogno! 
Per questo i sottoscrittori del seguente documento aderiscono alla campagna internazionale per la liberazione di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri politici (www.freebarghouti.org) si impegnano a dar vita anche in Italia ad un Comitato per la liberazione di Marwan Barghouti che promuova iniziative di informazioni e di sensibilizzazione su questo argomento e chiedono al Governo Italiano e al Parlamento europeo un preciso impegno per favorire – con atti concreti e appropriati – l’immediato rispetto del diritto e della legalità internazionale. 
Per informazioni e adesioni: barghoutilibero@yahoo.it  Continua qui


Leggi anche Dies Iran


Nessun commento:

Posta un commento