mercoledì 11 luglio 2007

Esplicatio terminorum


cristiano ateo

ateo cristiano

agnostico

ateo

teista



Quando, parlando di Danilo, ho scritto che mi sento cristiano ateo o ateo cristiano, ho usato una approssimazione lessicale. Cristiano va bene; ateo è inesatto; la parola giusta sarebbe agnostico, uno che non sa, che non sceglie tra le diverse offerte filosofico-teologiche. Per esempio Spinoza non è ateo anche se non crede in un dio-persona; lui attribuisce alla Natura gli attributi che il teista concentra in un unico Essere dichiarato Supremo.  Il nostro cattolicesimo fa assomigliare l'Ente Supremo a un uomo, un uomo-famiglia, ma senza donna: padre, spirito-sperma, figlio. Manca la madre come sarebbe logico. Si è cercato di recuperare in corner con la madonna, ma senza riuscire a farle posto nella trinità, tutta maschile. Grande quanto vuoi la donna, ma non attinge alla divinità.

Dicendo che sono ateo intendo solo affermare che non credo nel dio delle religioni positive, cioè delle religioni ufficiali basate su una verità rivelata; la verità rivelata è contenuta in un libro; il libro è dichiarato sacro; una volta sacro è immutabile e intoccabile.

Il libro sacro ha un proprietario chiamato sacerdote; l'unico autorizzato a interpretarlo. L'interpretazione è fondamentale, perché il libro sacro è ambiguo come una sentenza di sibilla; può significare una cosa e il suo contrario. La Bibbia è esemplare: ci trovi tutto l'arco parlamentare e non solo. Volgarmente si dice che il vangelo è come la trippa, è elastico, si può tirare in tutte le direzioni. Oddio il vangelo un po' di meno, ma la bibbia sicuramente; con l'antico testamento puoi far fuori quasi tutto il nuovo; Cristo ne è stato la vittima più illustre. Lo stato di Israele in Palestina va avanti con l'antico, Bush e Vaticano si trovano benissimo in Iraq o in America Latina stando a cavallo di tutti e due. Blair a fine carriera, dopo essere stato da Bush a ripetere che sull'Iraq rifarebbe tutto da capo, si è rifugiato nelle braccia del Papa romano, più calde e comprensive di quelle del grande arciprete anglicano.

C'è un modo anche per modificare legalmente il libro sacro e piegarlo ai propri scopi: si comincia con la nota interpretativa avallata dal sommo sacerdote, l'unico autorizzato, l'infallibile; In certi casi la nota viene tolta dal fondo pagina e inserita nel testo col nome di dogma. E' una vera e propria interpolazione. E' come fare fesso iddio benedetto che ha scritto la prima stesura. Ora se c'è una cosa che fa a pugni con l'intelligenza umana è il dogma. Direi che tra le religioni positive, cioè basate su una verità rivelata e imposta per legge o consuetudine, quella che ha più dogmi è la più spuria e pericolosa. Come la droga tagliata male e distribuita in troppo grandi proporzioni. Il Vaticano in quanto a dogmi è certamente un primatista. Ultimamente per paura del riemergere continuo della figura di Cristo in tante frange della Cristianità sobillata dal Concilio indetto da papa GiovanniXXIII, è come impazzito e lo sta affogando in uno tsunami di santi e di beati, di madonne che piangono sangue anche maschile purché sia o versano lacrime comuni come tutti noi versiamo, ma a fiumi. In questo mare di santi, di sangue e di lacrime le folle istupidite e/o ingannate (o anche consapevoli perché no) si lasciano naufragare dolcemente come in una sequenza di piscine termali riservate agli iscritti al club.

A proposito di dogmi, merita una particolare menzione quello della Immacolata Concezione di Maria. E' arrivato a distanza di 18 secoli dall'era cristiana e non lascia scampo: tutti i bambini nascono sporchi e macchiati, avvolti nella placenta del peccato originale che si trasmette come una cellula cancerogena del nostro DNA umano. Questo significa la festa in vigore dall'8 dicembre 1854: esaltando l'eccezione di Maria si pone in evidenza la regola della nostra abiezione. Si nasce posseduti dallo spirito maligno. Il battesimo è l'esorcismo; meglio ricominciare a farlo in latino, che nessuno capisca niente.

In piazza dell'Isolotto, la mattina del 10 giugno scorso, si è fatta la festa dell'accoglienza a quattro neonati. Ci siamo riversati addosso un po' della loro innocenza.  E niente diavoli in vista.

1 commento: