mercoledì 6 maggio 2009

5 maggio



Ei fu. Percossa attonita la terra se ne sta.

Tre volte nella polvere, tre volte sull'altar.

Son passati tanti anni.


Abbiamo a capo di del nostro stivale un personaggio drammatico, con la faccia a volte da clawn tragico a volte da maschera ridens. Paola mi diceva stasera: mi fa quasi pena. Ho risposto che cerco di evadere dalle tristi elucubrazioni tuffandomi nel romanzo giallo di questa scrittura speciale collettiva scritta con una penna a forma di stivale un po' artrosico, dissestato e terremotato. In effetti mi incuriosisce "come andrà a finire" la storia di un personaggio che si è posto ai comandi di una macchina potente e terribile, saltato su come un untore che per sfuggire alle guardie si è buttato sul carro degli appestati, accolto dal battimani dei monatti. Da questa macchina non può più scendere, pena la resa dei conti giudiziaria e il ludibrio sulla pubblica piazza (che sempre segue alla caduta dei potenti - Elias Canetti: Masse e potere). L'alternativa è secca: o la spiaggia di Hammamet con il vicino cimitero monumentale o il Colle. Tertium non datur. Non è un giallo avvincente? Non è vero che la realtà è superiore a ogni immaginazione? Sto al finestrino e guardo. Come nella foto in calce al blog (in treno dalla Bretagna verso Parigi).

Manca un minuto a mezzanotte. Finisce il 5 maggio.

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