lunedì 26 dicembre 2011

Il cielo di S.Stefano

 26 dicembre 2011
a passeggio sul lungarno dell'Isolotto sotto Il cielo di oggi

Natale: a passeggio con Ottone Rosai


Passeggiata con Paola nel primo pomeriggio di Natale, in perfetta solitudine, salvo la compagnia di giapponesi e (pochi) english speakers. Gli italiani tutti con le gambe sotto il tavolo. Strade libere dalle macchine.
Cerchio passeggiata: Piazzale Michelangelo, Borgo alle Croci, lungo le mura, Forte Belvedere, Via S.Leonardo (Case di Mario Pratesi, Ottone Rosai, Pëtr Il'ič Čajkovskij- 1978 -), sentiero pedonale viale Colli, Piazzale).
Questo il paesaggio.
Chi era e come Ottone Rosai.

sabato 24 dicembre 2011

Ricetta di Natale


RICETTA DI NATALE
Ingredienti per tutti
Famiglia (dove tutto inizia)
Amici (non devono mai mancare)
Pazienza(il più possibile)
Rabbia (se esiste sia poca)
Lacrime (asciugale tutte)
Pace (in gran quantità)
Perdono (a volontà)
Speranza(non perderla mai)
(email di Meri)
digestivo per grandi e piccini:

giovedì 22 dicembre 2011

Storie di vita


Ciao,
questa mattina ho messo la sveglia alle 6.
Alle 9 dovevo essere a Fiuggi in un liceo scientifico per parlare, così mi aveva scritto Francesco, il rappresentante degli studenti , di guerra, nonviolenza e medio Oriente, intendendo per questo Palestina e Israele.
Già la strada che percorrevo in automobile, mi aveva messo di buon umore. Per arrivare a Fiuggi si passa da valli e monti, c'era il sole ed un aria tersa e fredda come quella delle montagne dove sono nata, in Piemonte, e la neve era caduta nella notte.
Sono arrivata al liceo un pò preoccupata, è sempre difficile avere di fronte a sè giovani ragazze e ragazzi che invece di essere in assemblea magari vorrebbero essere in giro, e poi non sapere quale è il livello di conoscenza o di interesse.
Ho cercato di rompere il ghiaccio parlando di come era stato difficile per me donna essere giovane e sotto controllo e della mia voglia di libertà e di rompere muri e montagne. Delle lotte fate per conquistare pezzi di libertà ma anche diritti per uomini e donne, per esempio il diritto allo studio, il diritto al lavoro ect. ect.) E poi dopo aver parlato del perchè il rifiuto della guerra ed aver citato Christa Wolf e la frase che come donne in nero e donne assopace avevamo fatto nostra (tra uccidere e morire - vogliamo vivere), ho chiesto, visto che dovevo parlare anche di Palestina e Israele, che cosa evocava e a cosa associavano la parola palestinese. La prima risposta è stata: "terrorista", la seconda, "un popolo privato di ogni diritto" e tra queste due cose ho iniziato.
Vi risparmio il tutto. Ma sono state due ore intense. Ed alla fine ho lasciato il liceo con una gioia profonda, si, perchè c'erano ragazze e ragazzi che sono riusciti ad ascoltare ed a pensare, a porre domande, e molte e molti di loro erano commossi di fronte alle storie di vita che ho raccontato, quella di Nurit e Bassam e delle loro bambine Smadar e Abir , quella dei refusnik, quella dei giovani di Gaza e del loro bisogno di libertà e la loro creativà, Vittorio Arrigoni e la canzone dedicata a lui Onedikum, dei contadini che vedono sradicare i loro alberi, dei giovani e non giovani israeliani e internazionali che accompagnano i contadini a raccogliere le olive per proteggerli dagli attacchi dei coloni e tanto altro come d i At Tuwani ed Operazione Colomba.
Nella prossima primavera inviteranno palestinesi e israeliani che lottano insieme contro l'occupazione militare.
Francesco il rappresentante degli studenti, con occhi verdi e profondi ed una voce che gli esce a fatica, mi ha ringraziata dicendo che era da tanto tempo che mi voleva invitare alla scuola ma non aveva osato farlo per timore di un rifiuto. Spero di restare in contatto.
Poi ho parlato con una delle professoresse che era stata in assemblea, fantastica, una che ama il suo lavoro e si considera priviligiata per poterlo fare, le ho parlato dell' Atlante contro le guerre, lo prenderà e vedrà di usarlo, le ho parlato anche del kit per le scuole preparato dall'assopace di Pisa. Dice che ne farà buon uso.
Di ritorno le montagne erano ancora più belle ed una delle Valli si chiama valle Paradiso.
Sono a Supino, i miei due gatti Lulu e Paco, mi stanno guardando, mi vedono agitata, e allora ho pensato di comunicarvi il mio momento di gioia.
Un abbraccio e buone feste.
Luisa Morgantini
Nota - Email inviata alle 40 persone che dal 28 dicembre al 5 gennaio prossimi visiteranno la Palestina guidati da Luisa. Barbabianca e Paola sono tra i 40. Trascrivo il messaggio come l'augurio di Buon Natale.

martedì 20 dicembre 2011

Veglia di Natale in piazza dell'Isolotto


Crediamo fare cosa gradita inviarvi con i nostri auguri la notizia della veglia in piazza, siete pregati di far circolare l'informazione.

Comunità dell’Isolotto - Veglia di Natale 2011

"Natività nel segno del nuovo che nasce
Testimonianze, progetti, speranze delle giovani generazioni
che occupano le piazze del mondo"
La veglia si svolgerà in piazza dell’Isolotto –Firenze
con inizio alle ore 22 del 24 dicembre
A due mesi dalla scomparsa di Enzo, la comunità dell’Isolotto ha scelto di ritornare in piazza per la veglia di Natale in solidarietà con “il nuovo che nasce” nelle piazze del mondo.
La piazza: tornare a rioccupare la piazza in questa notte di Natale, quella piazza che ci ha visti protagonisti e testimoni per oltre quaranta anni,in questo momento storico in cui generazioni diverse si intrecciano nelle piazze del mondo, ha per noi il significato di riconferma del messaggio che Enzo e la comunità hanno per tanti anni continuato a testimoniare: la resistenza, le energie positive dei giovani, le lotte che verranno,l’amicizia, l’affettività, il tenersi per mano, per molti la fede, la spiritualità, i gesti della memoria, il dolore, l'accompagnarci nella vita e nella morte.
La Veglia: parole condivise. parole non calate da un pulpito, da una cattedra, da un qualsiasi piedistallo. Parole frutto di prassi di ricerca comunitaria, tessute di tante relazioni aperte. Parole che tentano di essere coerenti e di non svolazzare sopra la vita ma che partono dalla vita e alla vita ritornano. Parole, che si nutrono della memoria storica di tutti i popoli, delle parole tramandate, delle pagine dei libri sacri, della fatica di ogni ricerca, della vitalità di ogni cellula del grande organismo umano.
Non solo parole.
Testimonianze : saranno con noi un rappresentante del movimento di “Occupy Wall Street”, donne dei movimenti “Libere tutte” e “Se non ora quando?”, rappresentanti della Comunità Senegalese, gli operatori di strada che lavorano nel Quartiere 4, il Gruppo Azione Non Violenta, alcuni giovani impegnati nelle istituzioni
Simboli: la tenda, Il pane e vino, la luce di tante fiammelle, il fuoco, la bandiera della pace come tovaglia, i frutti della natura.
Socialità: canti, condivisione eucaristica, convivialità.
Firenze, Natale 2011
Luciana Angeloni per La Comunità dell’Isolotto



1 – documento spagnolo (verrà letto in piazza; la aggiunte in rosso sono della Comunità)
Puerta del sol 15 Maggio
Toma la calle 15 ottobre 2011
Siamo persone normali e comuni. Siamo come te: gente che si alza la mattina per studiare, lavorare o cercare lavoro, gente che ha famiglia e amici. Gente che lavora duro tutti i giorni per vivere e dare un futuro migliore a coloro che ci circondano.
Alcuni di noi si considerano più progressisti, altri più conservatori. Alcuni credenti, altri no. Alcuni con una ideologia ben definita, altri apolitici…Ma tutti siamo preoccupati e indignati per il panorama politico, economico e sociale che vediamo intorno a noi. Per la corruzione dei politici, degli impresari, dei banchieri legati sempre strettamente al potere religioso.
 Questa situazione ci danneggia tutti ogni giorno. Ma se tutti ci uniamo possiamo cambiarla. E’ ora di metterci in movimento, ora di costruire tutti insieme una società migliore. Per questo sosteniamo fermamente quel che segue:
o   Esistono diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti in queste società: diritto alla casa, al lavoro, alla cultura, alla salute, all’educazione, alla partecipazione politica, al libero sviluppo personale e diritto al consumo dei beni necessari per una vita sana e felice.
o   L’attuale funzionamento del nostro sistema economico e di governo non si preoccupa di queste priorità ed è un ostacolo per il progresso dell’umanità.
o   La democrazioa parte dal popolo (demos=popolo; crazia=governo) quindi il governo deve essere del popolo e la Chiesa cattolica del popolo di Dio, non di pochi gerarchi autoriprodotti per diritto divino. Ciò nonostante in questo paese la maggior parte della classe politica e della Gerarchia ecclesiastica non ci ascolta neppure. La  funzione dello Stato e della Chiesa dovrebbe essere di portare la nostra voce all’interno delle istituzioni, facilitando la partecipazione dei cittadini attraverso canali diretti e procurando il maggior beneficio per il grosso della società, non quella di arricchirsi e approfittarsi dei beni comuni, obbedendo solo agli ordini dei grandi poteri economici e mantenendosi al potere attraverso una sorta di dittatura a due.
o   Le priorità di tutta la società avanzata devono essere l’uguaglianza, il progresso, la solidarietà, il libero accesso alla cultura, la sostenibilità ecologica e lo sviluppo, il benessere e la felicità delle persone.
L’ansia e la concentrazione di potere in poche mani genera disuguaglianza, tensione e ingiustizia, conducendo alla violenza, che noi respingiamo. Il modello economico vigente, obsoleto e antinaturale, blocca la macchina sociale in una morsa Stato-Chiesa che soffoca il buon vivere civile.
I cittadini sono parte di ingranaggio di una macchina progettata per arricchire una minoranza che non conosce i nostri bisogni. Siamo anonimi, ma senza di noi tutto questo non esisterebbe, siamo noi che muoviamo il mondo.
Se come società impariamo a non fidarsi nostro futuro a una astratta redditività economica che non è mai nell'interesse della maggioranza, possiamo eliminare gli abusi e le carenze che tutti soffriamo.
Abbiamo bisogno di una rivoluzione etica. Abbiamo messo il denaro in cima all'essere umani e dobbiamo metterlo al nostro servizio. Siamo persone, non prodotti sul mercato. Io non sono solo ciò che compro, ma perché lo compro e per chi lo compro.
Per tutti questi motivi, io sono indignato.
Penso di poter cambiare.
Penso di poter aiutare.
So che insieme possiamo.
Vieni fuori con noi.
E 'un tuo diritto.

lunedì 19 dicembre 2011


Un bel tricolore
La settimana scorsa all'Unesco c'è stata la cerimonia di installazione della bandiera palestinese ( il 195mo stato dell'Unesco). Le tre più alte cariche dell'Organizzazione  (tre donne) si erano vestite con i colori della bandiera palestinese : la Direttrice generale (bulgara) era in rosso, la presidente della Conferenza generale (russa) era in verde, la presidente del Consiglio esecutivo (Barbados) era in nero; il tutto su fondo tricolore.
(Estratto email di Lola Poggi, componente Unesco)
VIDEO
Link

domenica 11 dicembre 2011

Da S.Miniato a Volterra in 5 giornate

Da S.Miniato (PI) fino a Volterra attraverso Montaione, S.Vivaldo, S.Gimignano, Volterra una 5 giorni a piedi lungo antichi sentieri tra Firenze Pisa e Siena, lungo dolci colline e valli morbide ma a volte birichine per sentieri carrarecce e tratti delle antiche vie Francigena e Volterrana. Casolari castelli badie boschi selvatici e bei campi disegnati, opere d'arte e quant'altro.
Sotto la guida attenta del cartografo-esploratore Alberto da Treviso, ma dal parlar toscano.

Storie di donne rom

Il libro di Paola è stato presentato da Franca Rinaldelli e Mariella Maglioni a Bibbiena sabato 10 dicembre alle 17 presso la Biblioteca comunale per iniziativa del Circolo Peter Levy

Locandina di Giovanni Caselli
E' stato il mio secondo incontro col circolo Peter Levy e devo dire che mi sono sentito tutte e due le volte nei panni "curiali" di cui parla Machiavelli in una famosa lettera, quando, rientrando in casa, dopo una giornata di lavoro o di ozio forzato (dopo la sua caduta in disgrazia...) si mette a leggere i classici che lo immergono in un altro mondo o in un mondo altro da quello del gioco a tric trac o della zara o dello scopone tra urli e berci dell'osteria dell'Albergaccio che si sentivano fino a S.Casciano. Mi dice Stefano che il Circolo conta 72 iscritti. Incarico da qui Mariella a farmene un po' la storia, perché sono curioso e vorrei poter intervistare Bill, cioè il Prof. William Dodd, il signore silenzioso che ci accoglie nella sala della Biblioteca comunale di Bibbiena, Presidente del Circolo. Chi era e che cosa rappresentava Peter Levy, chi è e che cosa rappresenta Bill, come è approdato in Casentino e che cosa ce lo tiene legato.
Nell'attesa di avere il testo o i riferimenti di Franca Rinaldelli, metto qui un appunto che mi ha consegnato Mariella Maglioni, che è partita dalla locandina di Giovanni Caselli che raffigura un uomo e una donna "rom". Mariella è partita da questi due personaggi soffermandosi in particolare sugli occhi e sul modo di guardare della donna. Non tento neppure di rievocare le suggestioni che ci ha comunicato riguardo ai due personaggi perché rischierei di sciuparne l'acutezza.
La parola a Mariella:
Scrivere un libro come quello di Paola Galli sulle donne rom è un atto anticonformista con un significato che va al di là del libro stesso, delle circostanze che lo hanno fatto nascere e che impone delle fruttuose riflessioni:  ci rimanda al necessario quanto inevitabile incontro con lo straniero,  quello che per svariati motivi arriva da terre e culture lontane, ma anche quello  che vive in ognuno di noi e che il libro di Paola ci aiuta a ricercare. Quella parte sconosciuta e spesso inconoscibile, che continua comunque a dirigere i nostri passi e le nostre scelte e che non sempre abbiamo la forza di accettare.
Quello che voglio sottolineare, nel percorso fatto da Paola, sono due atteggiamenti fondamentali:  l’apertura e la curiosità per la diversità,  la voglia di cercare al di là dei pregiudizi un po’ più di verità, nel tentativo di unire, creare intese, offrire ospitalità.
Paola ci invita a fare un passo avanti.  Ci invita agli Incontri, come vengono chiamate le brevi interviste rilasciate dalle donne rom che Paola frequenta.  Piccole finestre che si aprono su un mondo, fugaci quanto acuti ritratti di persone la cui vita è segnata da due stigmi forti come quello di essere donna e quello di essere rom, che creano una visibilità di segno negativo.  Donna soggetto minore, spesso subalterna, esclusa dall’istruzione, povera, venduta, oggetto di violenza, sola, emarginata.  Rom e cioè storicamente esclusa, non desiderata, separata, ritenuta pericolosa e in molti casi sterminata.    L’ideologia razzista non ne distingue né la cultura né l’appartenenza, non conosce l’itinerario dei suoi viaggi, la sua lingua, la sua musica.  Lei è una zingara, uguale a tutti gli altri e come tale da tenere a distanza.
Paola ci invita a cambiare il nostro sguardo, ci invita a conoscere per apprezzare, per rispettare, per ospitare.  Acquisire uno sguardo che ricerca le cause, perché vuole l’incontro.  Uno sguardo che ama la diversità e che non la scusa quando diviene negativa, ma che le offre comunque ospitalità.
Molti i temi emergenti dal libro:  i matrimoni imposti, le spose bambine, la subalternità sociale e la supremazia domestica, il sincretismo culturale, i tentativi di adattamento e di integrazione, la lotta per la sopravvivenza, la solidarietà.
Molte le donne incontrate, dodici madri e dieci figlie, tutte molto diverse l’una dall’altra con famiglie diverse, storie diverse, ma potremo dire un destino simile, se non proprio uguale.  Un destino che non è difficile immaginare viste le condizioni in cui spesso sono costrette a vivere, un destino che il libro di Paola ci rende tangibile. 
“A forza di essere vento”, come scrive De Andrè, ci ricorda che la lotta per un’ identità  negata è la storia di molti uomini e di molte donne rom.  Come dice Liza, una delle donne intervistate “Rimpiango solo che tutto sia sempre così difficile, che non si possa fare le cose col respiro, senza l’ansia di non sapere se domani ci sarà il necessario per vivere.  E’ come stare sull’acqua, non sei mai in equilibrio”. (continua)



giovedì 8 dicembre 2011

8 dicembre: festa della Scalogna

Madonna fa rima - per Pio IX 1854 - con Scalogna. Immacolata concezione: l'eufemismo più vasellinico di tutta la storia del cattolicesimo. Traduzione: "Siamo tutti dei gran puzzoni, fin dalla nascita".
(in base al principio: "L'eccezione conferma la regola")
Da qui comincia la strategia del complesso di colpa che sta alla base del cattolicesimo post-tridentino.